Maestri di abilità
L’incontro con una dinamica donna della Sgi-Canada costretta su una sedia a rotelle da quasi trent’anni offre lo spunto a Daisaku Ikeda per riflettere sulle immense capacità di coloro che la società considera diversi
Pareva che la panchina stesse aspettando che arrivasse qualcuno e si sedesse, oppure forse stava godendosi un momento di tranquillità per conto proprio. O magari entrambe le cose: assaporava la sua placida solitudine, pregustando gli incontri che il giorno avrebbe ancora portato. Chi sarebbero stati i prossimi? Una coppia di anziani a passeggio mano nella mano? O forse un giovane arrivato a Montreal in cerca di lavoro? Oppure un poeta che compone un’ode contemplando lo scorrere del fiume San Lorenzo?
Ogni volta che visito il Canada provo un senso di piacevole ristoro, come se fossi ritornato a casa. Sebbene solo un fiume lo separi dagli Stati Uniti, quando attraverso il confine l’umore cambia completamente.
Ogni nazione ha le sue attrattive. Se gli Stati Uniti offrono il dinamismo di una cultura cosmopolita, il Canada è una terra rurale in cui il filo del tempo si dipana più lentamente in mezzo alla vastità della natura.
Nel 1993, andai da Boston a Montreal, per il mio terzo viaggio in Canada. Diluviava al mio arrivo all’aeroporto, ma incoraggiai i membri canadesi che avevano sperato in un cielo terso. «Questa è la pioggia della compassione, la pioggia della gentilezza affettuosa», dissi. Poi, durante la riunione generale della SGI-Canada il giorno successivo, improvvisamente un raggio di sole filtrò attraverso i vetri. Fuori c’era un bel cielo blu e un arcobaleno gigantesco univa la terra al cielo.
Come in uno scenario da favola / dipinto sulla tela dei cieli, / un magnifico arcobaleno / vi incorona con i suoi luminosi colori.
Dopo aver offerto questi versi ai membri di Montreal, volai a Vancouver, sulla costa occidentale del Canada. Là, incontrai un arcobaleno vivente.
In fondo alla sala dove si stava svolgendo la riunione generale della SGI-Canada, una donna sedeva su una sedia a rotelle. Era ben vestita e dimostrava una cinquantina d’anni. Mi avvicinai a lei.
Che sorriso radioso aveva! Risplendeva della bella luce di una vita di trionfo sulle avversità. Sebbene non potesse camminare, il suo sguardo, il suo spirito, mi investirono come una saetta. L’avevo già incontrata prima. Era venuta a salutarmi all’aeroporto di Toronto (nel 1981). Sembrava in salute, di buon umore e felice. Anch’io ero contento, e mi inchinai davanti a lei, dicendo: «Sono così orgoglioso di lei. Ha combattuto così duramente. Lei è per tutti una fonte di ispirazione».
Kuniko Ueno era nata a Osaka e giunse in Canada adolescente assieme ai genitori. Entrò nella SGI-Canada a Vancouver. Poi, nel 1966, mentre era in viaggio verso Los Angeles, venne coinvolta in un incidente stradale che la lasciò paralizzata dalle spalle in giù. Accadde un mese prima del suo ventiquattresimo compleanno.
Ancora oggi deve trascorrere diverse ore a letto; il resto del tempo si sposta sulla sua sedia a rotelle impegnandosi nelle attività della SGI, usando uno speciale servizio di taxi o di autobus disponibile a Vancouver per trasportare le persone costrette sulla sedia a rotelle. Kuniko ha incoraggiato tantissime persone.
Mi ha fatto piacere sapere che vive in un appartamento in un complesso residenziale appositamente concepito per andare incontro alle necessità di persone con disabilità. I canadesi credono sia una loro responsabilità sostenere le persone diversamente abili e il governo canadese ha disposto politiche e programmi rivolti ai loro bisogni. C’è in Canada anche molto volontariato, basato sull’idea dei canadesi di occuparsi prima e soprattutto della gente. Questa è la filosofia secondo la quale i sistemi devono costantemente adeguarsi e migliorare per soddisfare i reali bisogni delle persone; è l’esatto opposto della politiche sociali anche fin troppo diffuse che negano i servizi fondamentali a chi non possiede le condizioni per soddisfare le procedure in vigore.
Per esempio, a Toronto, le cure mediche d’emergenza sono offerte in oltre 140 lingue. Quando il personale di un’ambulanza non capisce la lingua di un paziente in emergenza, si collegano subito telefonicamente con un servizio di interpretariato che consente loro di comunicare con il paziente. Questo servizio è disponibile 24 ore al giorno.
Ai bambini non deambulanti è fornito un servizio di taxi o uno speciale “autobus per sedie a rotelle” da casa a scuola. Anche le famiglie dei bambini con disabilità sono sostenute; quando i familiari di un bambino disabile devono andare da qualche parte dove sarebbe difficile portare il figlio, hanno a loro disposizione dei servizi di assistenza all’infanzia.
Invece di inserire, forzandoli, i bambini in uno schema predefinito, le scuole canadesi si concentrano sulle speranze e sui sogni di ogni bambino. Invece di chiedere che cosa una persona non può fare, i canadesi cominciano con il chiedere che cosa può fare. Quando le persone non sono etichettate in partenza come fallite, possono mostrare una notevole, perfino misteriosa capacità di riuscita.
Ho pubblicato un dialogo con René Simard, l’ex rettore dell’Università di Montreal, e Guy Bourgeault, un professore della stessa istituzione (vedere riquadro, n.d.r.). Bourgeault, parlando dalla sua vasta esperienza clinica, disse di essere “abbagliato” dalle straordinarie capacità dell’universo e degli esseri viventi di superare gli ostacoli e ripristinare la vita, una capacità che egli descrive come miracolosa.
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Decisi di viaggiare in tutto il mondo perché desideravo condividere quella illimitata, “miracolosa” capacità di vita con gli altri. Il mio obiettivo è di incoraggiare le persone: incontrare un singolo individuo, ispirare un singolo individuo all’azione. Il raggiungimento della felicità da parte di un singolo individuo è inestricabilmente legato alla felicità di tutta l’umanità.
È anche il modo in cui la SGI-Canada è cresciuta e si è sviluppata. Quando andai in Canada per la prima volta, nell’ottobre del 1960, una sola persona venne a salutarmi all’aeroporto di Toronto. Si chiamava Elizabeth Izumi. Allora non c’erano membri canadesi, ma sua madre, un membro della Soka Gakkai in Giappone, le scrisse una lettera per informarla del mio arrivo ed ella venne a incontrarmi all’aeroporto. Più tardi entrò a far parte della nostra organizzazione e iniziò, da sola, a far conoscere il Buddismo ai suoi concittadini canadesi. Divenne la pietra miliare dello sviluppo della SGI-Canada.
L’odierno allargamento della rete della Legge mistica a 186 paesi è stato sostenuto fin dall’inizio dall’attività di simili sincere e pionieristiche donne. Nei miei viaggi intorno al mondo questo mi è apparso subito chiaro, e provo una gratitudine illimitata per i loro sforzi.
Il potere della vita è straordinario. È sbagliato sminuire in un modo o nell’altro i disabili, che in realtà sono dei veri campioni nell’affrontare le sfide della vita. Da una prospettiva buddista, sono perfino di più: sono maestri, persone che hanno promesso di mostrare ai loro compagni che quelli con le cosiddette disabilità possono senz’altro raggiungere la felicità.
Dobbiamo essere loro grati, rispettarli, e imparare da loro!
Un giorno, un amico disse a Kuniko Ueno: «Sono certo che tu abbia patito molto dolore fino a ora». Kuniko rispose con un sorriso: «Forse, ma l’ho scordato tutto».
Che dichiarazione di straordinaria vittoria! Semplici come paiono, queste parole superano il più nobile dei sermoni e la più difficile dissertazione filosofica, perché pronunciate da una persona che ha fatto sorgere il sole nel proprio cuore.
La vera grandezza dell’esistenza umana si trova nell’ardore indomito di lottare e superare tutte le varie sofferenze che s’incontrano nel corso della vita. Solo coloro che sono riemersi con grande sforzo dalle profondità della disperazione al regno della speranza diventano veramente altruisti.
Nel 1993, la mostra della SGI Verso un secolo di umanità. I diritti umani nel mondo contemporaneo, venne presentata, per la prima volta al di fuori del Giappone, all’Università di Montreal. Nel mio discorso inaugurale, chiesi ai presenti di unirsi a me nel creare un mondo in cui tutte le madri e i bambini possano condurre una vita piacevole e felice, un mondo di compassione.
Anche quel giorno, la panchina in riva al fiume era tranquilla. Non rifiutava nessuno. Con il cuore aperto aprì le sue braccia e abbracciò tutti, come per dire: «Vi prego, sedetevi e riposatevi. Prendetevela comoda e raccontatemi la vostra storia».
Avvertii quella sensazione di accoglienza così caratteristica del Canada e scattai una foto.
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Daisaku Ikeda incontra il Canada
11-13 ottobre 1960 Ikeda si ferma a Toronto durante il primo viaggio oltreoceano per la pace.
21-25 giugno 1981 Ikeda partecipa a una riunione generale a Toronto e visita la casa di Laura Record, una paladina dell’indipendenza canadese.
27 settembre-3 ottobre 1993 Ikeda partecipa a una riunione generale a Montreal e all’inaugurazione della mostra della SGI, Verso un secolo di umanità. I diritti umani nel mondo contemporaneo, esposta presso l’Università di Montreal. A Vancouver partecipa alla riunione generale della SGI-Canada e alla inaugurazione della mostra Dialogo con la natura: fotografie di Daisaku Ikeda, tenuta presso il Centro asiatico dell’Università della British Columbia. In questa occasione, tiene anche un dialogo con il rettore dell’università David W. Strangway.
Oltre a queste visite, il 13 luglio 2002 Ikeda ha ricevuto una speciale onorificenza in riconoscimento dei suoi contributi al dialogo per i valori comuni e la cooperazione internazionale pacifica dall’Università Simon Fraser (SFU) di Vancouver, British Columbia. Ha anche pubblicato un dialogo con l’eminente oncologo René Simard e il noto bioetico Guy Bourgeault dal titolo On Being Human: Where Ethics, Medicine and Spirituality Converge (Les Presses de l’Université de Montreal, Montreal 2002).
NR n 304 - 2004 - 1 maggio