Madame Moth e la Gilda dei Magici
Petty Magpie(disegni di Cris B. e Paola Differita)
Prologo
In realtà Madame Moth era una vecchia zitella mezza cieca e alquanto eccentrica. Tuttavia il suo Galateo degli Usi Magici ebbe un notevole successo, inserendosi nel vuoto normativo e di creanza del mondo dei Magici e Affini.
Prima della diffusione del Galateo non era infrequente che una rispettabile strega intenta alle sue private faccende venisse seccata dalla improvvisa apparizione non annunciata di un importuno.
Certo non tutte le sfumature comportamentali del Galateo vennero recepite dal grande pubblico, tuttavia almeno le 5 regole del pentagramma magico erano oramai seguite da quasi tutti.
Le regole, come è noto, sono queste:
1. annunciare qualsivoglia apparizione nello spazio privato di un Magico con due convenzionali note di corno francese o una farfallettera autocombustiva;
2. badare che il proprio famiglio non sia in conflitto col famiglio dell'interlocutore;
3. Non portare con sé potenziali inquinanti ambientali tipo fuoco fatuo elettrificante o polvere grattosa;
4. recare un dono;
5. Evitare per quanto possibile perniciose contaminazioni tra diverse tradizioni magiche.
1.
Forse non tutti sanno che cos'è una farfallettera...
Una farfallettera è una missiva magica in forma tradizionale di farfalla che si autodistrugge dopo essere stata letta. Ovviamente ogni magico ha la propria, come un ex libris, per cui non è infrequente individuare il mittente già al primo sguardo.
La farfallettera di Petty Dreadful è piuttosto grande, le ali esterne sono di un vellutato nero notte, cosicché quando sono chiuse risulta abbastanza invisibile.
Le ali interne sono blu Martin pescatore, su cui appare la missiva in nero.
Le farfallettere si allevano ovviamente da baco, il processo è abbastanza lungo e ciò indubbiamente aiuta la sintesi e invita a non mandare missive inutili.
La farfallettera che ricevetti da Madame Moth quella mattina era inequivocabilmente la sua farinosa falena bianca con l'insegna del teschio sul dorso.
Il messaggio, vergato in nervoso corsivo inglese, constava di una sola parola: «aiuto».
Non che Madame Moth mi fosse mai stata molto simpatica, ma a un messaggio di aiuto si risponde! Perbacco!
Bisognava partire senza indugio.
Pepe coniglio si presentò col suo più sgargiante gilet da viaggio e il suo cilindro grigio acciaio. Aveva già sentito l’odore di un'avventura
Partimmo in treno, nel pomeriggio, alla volta di Villa Moth.
Trovo il treno un po' ordinario, ma avevo troppa fretta per attendere che mi condizionassero la carrozza.
Arrivammo verso sera, sotto un cielo barocco e bigio che minacciava pioggia
La villa, in tardo stile liberty, era quasi soffocata da una pervicace vite del Canada che fiammeggiava arrogante da tutte le torrette. Il cancello era socchiuso.
Entrammo dalla porta laterale, anch'essa socchiusa, e, attraversando un disimpegno pieno di ombrelli e animali impagliati e raggiungemmo il salone.
Buio, silenzio, freddo. La casa sembrava deserta. Un mezzo miagolio mi attirò in cucina dove trovai il topistrello di Madame Moth che piangeva sconsolato sotto il tavolo. Visto che solitamente viveva dormicchiando nella grande cofana della padrona, la cosa era preoccupante.
Improvvisamente un rumore di stivali e porte sbattute mi fece trasalire.
Poi una voce tonante chiamò: «Madame Moth?»
Nuoooooo! Non lui! Sapevo bene a chi apparteneva quella voce!
Era Luciferus Dandy, terzo conte di Mirabella, detto Mistral. *Alias* l'uomo più testardo, arrogante, irritante e rozzo che io conosca.
Ovviamente mio ex.
-Cazzo fai qui? E dov'è Madame Moth?- Tuonò appena mi vide.
-Buonasera a te, Luc- Risposi, sfilandomi i guanti e ostentando una calma che non avevo.
-Ho ricevuto una farfallettera di aiuto, come te, suppongo.
Visto che dovremo passare la notte qui ritengo opportuno che tu accenda il camino Luc, le spiegazioni dopo-
Un’ora dopo, confortati da un bel fuoco acceso e rifocillati dal mio cestino da viaggio autoproducente cibo e bevande, ci apprestammo a discutere la situazione quando due soffiate di corno francese preannunciarono una visita magica...
Un istante dopo apparve una giovane donna abbigliata da manga, con una gonna ridicolmente corta, mutandine bianche orlate di pizzo e lunghi codini fermati da un nastro.
«Buonasera signori!» squittì con la sua vocetta querula. «Ho ricevuto una farfalletera di aiuto da Madame Moth…»
Con la sollecita attenzione che un lupo riserverebbe a un agnellino, Mistral si alzò e fece accomodare la Manga vicino al fuoco. Il solito cascamorto!
Poi il fuoco si abbassò e l'inquietante presenza dell’Uomo in Grigio, si manifestò. Vestito grigio e bombetta aveva un viso sempre indefinito, eppure mutevole. La sua voce, quando parlò, veniva da angoli diversi della stanza, non dalla sua bocca...
-Signore e signori, disse la sua voce disincarnata, ognuno di noi ha ricevuto una farfallettera da Madame Moth. Un incanto di emergenza ha inviato le missive agli ultimi destinatari conosciuti-.
2.
Un'ora dopo, la casa immersa in un silenzio irreale, rimasta sola in salotto, riflettevo sulla situazione.
L'uomo in Grigio, una specie di segretario particolare di Mme Moth, a quanto avevo capito, si era volatilizzato...o meglio, dissolto.
La Manga dormiva rannicchiata sull'ottomana dell'ingresso e Luc era andato ad esplorare il parco.
Pepone aveva guardato il topostrello di Mme Moth con lo stesso amorevole interesse che si riserva a una cacca di piccione...
Non aspettandomi quindi una alleanza tra famigli, avevo io stessa provveduto a sistemare il coso pipistrellide in una cappelliera foderata di velluto, dove aveva finalmente trovato pace e ronfava beato.
Chi mai aveva potuto rapire quella pigna secca di Mme Moth? Una vecchiacci...ehm anziana dama che si dilettava di Galateo e allevamento di carpa koi iridata?
Pensierosa mi aggiravo per la stanza, trovandomi infine di fronte a un ritratto, presumibilmente di Mme Moth da giovane.
Perbacco! Che bella donna, che piglio!
Occhi neri penetranti e intelligenti, una smorfia risoluta e un po' sprezzante sulla piccola bocca...
Un cartiglio sul quadro recava una scritta piuttosto indecifrabile:
'Gilda Dei Magici'.
Ma ecco rientrare Mistral, con una ventata di freddo umido.
Come sempre in sua presenza la stanza mi sembrò più piccola...
-Conosci la "Gilda dei Magici?
Gli chiesi, indicando il ritratto.
-Ne ho sentito parlare_ bofonchiò, sedendosi su una chaise longue e facendola scricchiolare mentre si toglieva gli stivali_ una cosa di molti anni fa...
Aspettai in silenzio, ma evidentemente non aveva intenzione di aggiungere altro.
Non per la prima volta pensai che era irritante almeno il doppio di quanto fosse, purtroppo, affascinante.
Lo osservai di sottecchi mentre allungava i piedi verso il fuoco, calandosi il cappello sugli occhi.
Era passato tanto tempo, anche per noi...
In me ora prevaleva l'irritazione per i suoi modi bruschi, non più temperata da una sciocca infatuazione; eppure...
Mah...ero stanca e non vedevo alcuna controindicazione nell'appropriarmi della camera da letto padronale, dove un monumentale letto a baldacchino, ornato di gargoyles e angeli, mi accolse e mi inghiottì nel sonno.
Buonanotte.
3.
Il mattino dopo fui svegliata bruscamente da Mistral che irruppe nella stanza senza nemmeno bussare tuonando: Partiamo!
Istintivamente mi tirai le lenzuola fin sotto il mento, al che lui rise e mi disse _Niente che non abbia già visto, mia cara...
Chiuse la porta dietro di sè un istante prima che un polacchino stringato tacco 12 borchiato lo raggiungesse.
Quando scesi in cucina trovai la Manga tutta allegra e trillante che faceva colazione e Pepe Coniglio, serissimo, con un cappello di pelle slacciato sotto il mento e un paio di enormi occhialoni da aviatore.
Evitai di sorridere perchè era estremamente permaloso.
Fuori dalla finestra , nello spiazzo erboso dietro la casa, Mistral, con la redingote strapazzata dal vento forte, preparava una mongolfiera con le insegne dei Mirabella.
Se pensava di potermi convincere a salire su quel trabiccolo in una giornata ventosa come quella doveva essere pazzo!
Mi portai il caffè in salotto, per raccogliere un po' le idee.
Nella penombra, sulla mensola del camino, in mezzo ad altri bizzarri oggetti di varia origine e natura, su un cofanetto di legno di rosa, un bagliore pulsante, come di lucciola, attirò la mia attenzione.
Una scritta appariva e spariva: PettyDreadful.
Decisamente Mme Moth amava metodi antiquati, erano anni che non vedevo nessuno ricorrere alla grafia luminosa personalizzata!
Aprii la scatola e dentro, adagiato in pieghe di tessuto blu, riposava un anello.
La montatura a castello sorreggeva una sorta di semi cupola ovale opalina. Lo indossai: mi andava perfettamente sul medio della mano sinistra.
Col calore della mia mano l'ovale si schiarì e, sotto i miei occhi stupefatti, si animò.
Su un fondo verdastro, come di stagno limaccioso. si muovevano pigre delle minuscole carpe koi iridate; con movimenti sinuosi si disposero in modo da formare un punto di domanda.
Era un gioiello bellissimo, ne rimasi veramente incantata... ero ancora imbambolata ad ammirarlo quando, con il solito piglio brusco, Mistral mi staccò dal mio stupore sognante e abbaiò: -si parte tra 5 minuti!
Quanto lo detestavo quando era così autoritario! Cioè praticamente sempre!
Se credeva di potermi dare ordini! Con passo di carica raggiunsi la mongolfiera che tendeva le corde riottosa nel vento turbinante, mi appoggiai al cestino e, rivolta a Mistral all'interno, ignorando la Manga e Pepone, sbottai:
-se credi di potermi dare ordini...
ma non potei finire la frase perchè Mistral mi afferrò per la vita issandomi e mi depose senza troppe cerimonie nel cesto della mongolfiera.
Subito dopo tagliò di netto le corde di attracco e prendemmo il volo nel mattino di Ottobre.
Superata la tremarella alle gambe che mi dava quel mezzo di trasporto sballottato dal vento, alzai lo sguardo e lo spettacolo era veramente superbo.
Sfilacciate nuvole bianche correvano sullo sfondo plumbeo appena sopra i monti, a est era visibile la cava di marmo come una zampata bianca nel fianco della montagna.
I tetti della città vecchia rimpicciolivano sotto di noi in un parterre di colori con tutte le sfumature che la terracotta sa inventare dopo decenni alle intemperie e al sole.
E cortili interni, come gemme segrete, verdi o rosseggianti di vegetazione, e chiese bianche con cupole verderame, e statue di marmo che lanciavano le loro inutili lance di ferro verso il cielo, verso di noi.
Tanta bellezza non mi impedì certo di piantare un ben assestato calcio in uno stinco a Mistral per il rozzo trattamento subito.
Lui rise, con la sua risata aperta e si accinse a spiegare, bontà sua.
-La Gilda dei Magici fu stipulata molti anni fa da 5 giovani Magici che volevano ribaltare le regole dell'ordine costituito.
Una di loro, come avrete capito, era la giovane Madame Moth.
Voci non confermate della comunità magica la danno come una sorta di terrorista pentita.
Gli altri membri della Gilda sono: Bartolomeo Spinetti, Ondina Smeraldina, Nerdonius e il Secondo Conte di Mirabella...si, mio padre.
Per mettere in pratica il Sovvertimento totale è necessario che tutti i componenti si riuniscano nello stesso luogo e recitino insieme lo Statuto Magico nella Notte del 31 Ottobre, o Halloween, se preferite.
Restammo in silenzio, Halloween era tra due giorni.
-Sai dove siamo diretti? Domandai.
-So che il loro Qaurtier Generale si trova a sud ovest, dove inizia la catena montuosa Spina Dorsale, vicino a un fiume, rispose Mistral.
Osservai il mio anello, schermandolo dal vento con la mano destra, le carpe si disposero in forma di cerchio quasi chiuso intorno a un picco puntuto.
Conosco questo posto!
Il fiume gira intorno a un picco come un gatto intorno a una gamba, torna quasi su se stesso per abbracciarlo tutto.
Verso sud est, dunque!
4.
Dopo circa sei ore di volo, che Mistral aveva trascorso quai interamente corteggiando la Manga, divenne chiaro che non ce l'avremmo fatta a raggiungere la nostra destinazione prima del buio.
Mistral cominciò a manovrare la mongolfiera per scendere.
Atterrammo ai margini di un boschetto di querce alle pendici di un monte boscoso, Mistral fissò la mongolfiera con delle zavorre e ci guardammo intorno.
Una stradina appena accennata, poco più di un tratturo, costeggiava la macchia di querce.
-Andiamo, disse Mistral.
Nessuno della nostra stanca compagnia osò contraddirlo.
Pepe coniglio avanzava a baldanzosi balzi lungo il sentiero, lo seguiva la Manga , coi suoi codini svolazzanti, Mistral e poi io, con il topistrello tra la veletta e il cappellino.
Dopo neanche dieci minuti di cammino avvistammo una locanda, con una confortante lanterna accesa sopra l'insegna, che recitava: l'Atanor.
Fummo accolti da una alquanto procace ostessa che salutò Mistral MOLTO calorosamente.
Dopo una cena leggera ci sistemammo per la notte nelle nostre camere.
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, il vento aveva ricominciato ad ululare. Pepe dormiva ai piedi del letto e pure il topistrello sembrava tranquillo, acciambellato nel mio cappellino a veletta.
Dopo mezz'ora di inutili elucubrazioni e altrettanto inutili tentativi di riprendere sonno, decisi di scendere in cucina per un bicchiere di latte caldo.
Mi incuriosì un rumore soffocato che proveniva dalla sala...mi affacciai alla soglia col bicchiere in mano...
Davanti al camino che languiva di braci rosse, su un tappeto di lana intrecciata, Mistral e la locandiera erano occupati in una inequivocabile occupazione.
Rimasi per un attimo impietrita nel vano della porta, immobile col bicchiere in mano; impietrita esteriormente perchè, interiormente, una ondata di calore mi invase il collo e le guance; ma le gambe, quelle non volevano saperne di muoversi per andare via.
Di lei vedevo solo la nuca, era supina sotto di lui con il viso rivolto al fuoco, lui le era sopra ma senza schiacciarla, lui aveva uno sguardo concentrato che ricordavo bene e si muoveva con calmo e cadenzato vigore. Improvvisamente si girò e mi vide, vestita di bianco sullo sfondo scuro, non smise di muoversi ma mi fissò e lentamente, come per un segreto che conoscevamo entrambi, mi sorrise.
Scappai via più velocemente possible.
La mattina dopo stavo scendendo le scale per andare in sala da pranzo quando, proprio sul ballatoio tra le due rampe, una porta mimetizzata dalla tappezzeria si aprì all'improvviso e due braccia forti mi imprigionarono mettendomi una mano sulla bocca.
-Zitta shhhh, sono io! Nerdonius sta salendo, non deve vederci! sussurrò una voce nota.
Ma perdindirincazzo! Che spavento brutto idiota! Naturalmente il mio temporaneo compagno di sgabuzzino altri non era che Luc!
Rilassai il corpo per fargli capire che avevo capito e mi tolse la mano dalla bocca, ma non il braccio da intorno alla vita.
Ci trovavamo in un angusto sgabuzzino di servizio, quasi completamente al buio, lo spazio prossemico tra me e lui era quanto mai ridotto, anzi, potremmo dire inesistente.
Sentivo il suo respiro sui riccioli del collo, sentivo il suo calore attraverso i vestiti, il noto profumo un po' selvatico e sentivo... beh a quanto pare nemmeno io gli ero del tutto indifferente!
Mi presi una piccola rivincita dalla notte precedente inarcando un po' la schiena e strofinandomi contro di lui, con la scusa dello spazio esiguo.