MALICE@DOLL

MALICE@DOLL

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Diretto da Keitaro Motonaga e scritto da Chiaki Konaka, "Malice@Doll" è un OAV di tre episodi uscito nel 2000. La storia si svolge in un lontano futuro distopico nel quale l'umanità è estinta; robot e androidi acciaccati e malfunzionanti costituiscono l'unica forma di "vita" rimasta, limitandosi ad esistere in un mondo ormai morto e consumato dal tempo. La protagonista del racconto è Malice, un androide dalle fattezze femminili che, quando l'umanità esisteva ancora, lavorava come prostituta in un bordello assieme ad altre androidi che le fanno ancora compagnia. Nel tentativo di recarsi da Todd, il robot adibito alla manutenzione degli androidi, l'ex prostituta si imbatte nello spettro di una bambina che la conduce al cospetto di uno strano mostro tentacolare dal quale viene violentata. In seguito allo stupro, Malice si risveglia nella propria abitazione, ma qualcosa non quadra: non è più un androide, ma un vero e proprio essere umano in carne ed ossa, in grado di provare emozioni. Le stranezze però non finiscono qui. Malice si scoprirà portatrice di una misteriosa malattia contagiosa che andrà ad infettare gli altri esseri artificiali, trasformandoli in mostruose creature organiche assetate di sesso e violenza.

La bambina fantasma di Malice@Doll è un omaggio al film horror italiano "Operazione Paura", diretto da Mario Bava
Tale figura riapparirà in Texhnolyze, serie scritta sempre da Chiaki Konaka

Con "Malice@Doll" la coppia Motonaga-Konaka riprende le dinamiche del romanzo inglese "Alice nel paese delle meraviglie" (mostrando le peripezie di una protagonista ingenua all'interno di un mondo fantastico, illogico ed abitato da personaggi assurdi), riproponendole in una storia nella quale l'horror si insinua nella fantascienza e la contamina, fondendosi ad essa per poi sfociare nell'onirico e nel surreale. Il risultato è un'inquietante fiaba nera dove carne, metallo e sogno diventano una cosa sola, dando forma ad un calderone postmoderno all'interno del quale l'Alice di Lewis Carroll viene bollita in un brodo di cosmic horror e condita con le premesse fantascientifiche di Philip Dick.

Questo tipo di racconto dà a Konaka la possibilità di riprendere il discorso relativo al rapporto fra uomo e tecnologia, che aveva già trattato in precedenza con la serie animata "Serial Experiments Lain" (1998) e che riprenderà successivamente con un'altra serie, "Texhnolyze" (2003). In questo caso, però, lo sceneggiatore inverte la tendenza mostrata in quelle due serie; non è la tecnologia ad invadere e stravolgere le vite degli esseri umani, ma l'opposto: in tutta la loro carnalità (e mostruosità) saranno le emozioni, le sensazioni e le pulsioni umane a riportare la vita in un freddo e apatico mondo metallico, attraverso un delirio sadomasochistico sempre più intenso.

Per mettere in scena il racconto scritto da Konaka, Motonaga decide di non avvalersi della classica animazione tradizionale in 2D, bensì opta per una computer grafica piuttosto grezza, sporca e dall'aspetto decisamente datato. Il regista utilizza questa computer grafica per ricreare l'effetto "scattoso" della tecnica d'animazione in stop motion, generando una peculiare commistione di stili che ad un primo impatto potrebbe far storcere il naso allo spettatore, ma che in realtà si adatta molto bene alla decadenza di un mondo completamene logoro e privo di vita, contribuendo poi a trasmettere una forte sensazione straniante, che ben si sposa con il tono onirico e surreale che permea l'opera. Inoltre, lo stesso Motonaga ha indicato i lavori del noto regista ed animatore ceco Jan Švankmajer come principale fonte di ispirazione. Švankmajer si è infatti fatto conoscere grazie ad opere tanto sublimi quanto inquietanti e grottesche, nelle quali l'animazione in stop motion viene utilizzata per rappresentare situazioni orrorifiche e surreali. Il punto di riferimento diventa ancora più esplicito se consideriamo che l'opera più celebre del regista ceco è proprio una tetra reinterpretazione di "Alice nel paese delle meraviglie", uscita nel 1988 e chiamata "Něco z Alenky", il cui titolo internazionale è semplicemente "Alice".

Alice (1988)

In definitiva, "Malice@Doll" è uno strambo esperimento animato che invita gli spettatori a superare lo scoglio rappresentato dal suo peculiare comparto visivo, per condurli in un delirante viaggio all'interno di un vero e proprio incubo ad occhi aperti e dar loro la possibilità di assistere ad un'opera che (sia nel bene che nel male) non può non lasciare indifferenti.

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