Lo studio approfondito ci fa avvicinare a Geova (Sal. 73:28)

Lo studio approfondito ci fa avvicinare a Geova (Sal. 73:28)

Mark Noumair
Salmo 73:28
"Ma quanto a me, avvicinarmi a Dio è un bene per me. Ho fatto di te il mio rifugio, o Sovrano Signore Geova, per dichiarare tutte le tue opere".

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Lo studio approfondito ci aiuta ad avvicinarci a Geova. Quando meditiamo sul rapporto che c'è tra Geova i suoi servitori fedeli e su come lui agisce nei loro confronti quello che studiamo diventa qualcosa di molto personale. Così ci avviciniamo sempre di più a Geova e possiamo usare nella nostra vita ciò che impariamo.

Nel caso di una malattia, nostra o del nostro coniuge, o in vista dell'imminente grande tribolazione, come gestiremo la relazione che abbiamo con Geova? E come faremo a restare forti? Al congresso di zona abbiamo visto il bellissimo film su Ezechia dal titolo O Geova, confido in te. Dato che lo ricordiamo ancora bene, apriamo la Bibbia in 2 Re capitolo 19. Ripassiamo insieme qualche evento della vita di Ezechia e di quel periodo storico, quando Sennacherib era re d'Assiria. L'attacco subito da Gerusalemme nel 732 a.E.V. e le parole che Isaia rivolse a Ezechia. Chiediamoci in modo particolare: come mi aiuta questo ad accostarmi a Geova? Che cosa puoi insegnarmi ancora questo racconto?

Capitolo 19. Iniziamo dal versetto 6: “Isaia disse: “Ecco cosa dovete dire al vostro signore: ‘Questo è ciò che Geova dice: “Non aver paura”. Solo due parole, ma molto potenti. Perché? Perché Geova rassicura Ezechia che Sennacherib sarà sconfitto. È come se dicesse “Non aver paura. Ho sentito tutte le cose blasfeme che ha detto Sennacherib. Non temere!”. Pensateci un attimo: sono parole che ispirano fiducia, ci spingono ad avvicinarci a Geova. Lui vuole aiutare noi così come voleva aiutare Ezechia. Comprendeva la sua situazione. Ezechia stava diventando uno dei più grandi re di Israele nonostante tutte le difficoltà. Suo padre era stato apostata. Eppure Geova teneva a Ezechia e desiderava aiutarlo. “Non temere!” È chiaro: confidare in Geova, come fece Ezechia, è un atto di adorazione. È qualcosa che fa ottenere la benedizione di Geova.

Quando Geova dice a noi individualmente “Non temere, ti aiuterò, io voglio aiutarti” lo fa per aiutarci a essergli leali. Ci avviciniamo lui e quando gli restiamo leali Geova agisce lealmente con noi. C'è un azione, non è una cosa passiva. Lui agisce lealmente con noi, ci dà il suo spirito santo, si avvicina a noi e noi percepiamo il suo sostegno, sentiamo che è lui che ci dà una mano. La nostra relazione personale con lui diventa più forte perché il nostro Padre celeste ci dice “Non temere!”. Ha agito così con Ezechia e agisce così con noi. È anche in questo modo che ci avviciniamo a lui.

Poi Ezechia capisce che cos'è davvero importante ed è qualcosa di grande valore anche per noi. Andiamo al versetto 19: “Ma ora, Geova nostro Dio, ti prego, salvaci dalla mano di Sennàcherib, perché tutti i regni della terra sappiano che tu solo, o Geova, sei Dio”.

Ezechia è preoccupato per il nome di Geova e vuole che sia santificato davanti a tutti i regni della terra. A interessargli è la reputazione di Geova Dio. Non parla di se stesso, menziona soltanto Geova. Ecco un'altra lezione che possiamo imparare: per avvicinarci a Geova dobbiamo pensare alla sua reputazione, al suo nome alla questione della sovranità universale e a ciò che il Regno farà per purificare la terra. Certo, spesso noi pensiamo a quanto soffriamo e al fatto che abbiamo bisogno di entrare nel nuovo mondo! Pensiamo al sollievo che proveremo e naturalmente questo è importante. Ma le questioni principali sono quelle che riguardano il nome di Geova. Dimostrare che Satana è un bugiardo e restare leali ora; queste sono le cose che stanno più a cuore a Geova, quelle che contano davvero. Mentre si avvicina la grande tribolazione immaginate anche come sarà bello ed entusiasmante vedere il segno del Figlio dell'uomo. In Matteo 24:30 leggiamo che ci saranno manifestazioni sovrannaturali del potere regale di Cristo, dimostrazione della sovranità di Geova. Tutti i regni della terra devono sapere che Geova è Dio. Riflettere su queste cose ci fa mettere a fuoco ciò che è veramente importante nella vita e ci aiuta ad avvicinarsi a Geova.

Andiamo ancora oltre. Leggiamo il versetto 28. Sennacherib sta per imparare una grande lezione. Versetto 28: “Perché la tua rabbia contro di me”, qui è Geova a parlare a Sennacherib mediante Isaia, “e il tuo assordante rumore sono giunti ai miei orecchi. Ti metterò il mio uncino al naso e il mio morso fra le labbra, e ti farò tornare per la via per la quale sei venuto”, cioè a Ninive.

Sennacherib, hai fatto un grosso errore a invadere il paese che ho dato il mio popolo! Davvero da un grosso errore! Non avresti dovuto, tu sei abituato a mettere uncini al naso e freni alle labbra di altri. Ora sarò io a mettere un uncino al tuo naso e a trascinarti indietro. Ti ricaccerò a Ninive. Che parole incoraggianti! Ci aiutano a capire con esattezza ciò che Geova farà al moderno assiro quando questo cercherà di attaccarci nel prossimo futuro. Che si tratti del moderno assiro o di Gog di Magog o del re del nord o dei re della terra non avranno nessuna possibilità di successo. Questo ci aiuta ad avvicinarci a Geova.

Ora il versetto 29. Immaginate quel periodo come è stato rappresentato nel bel film che abbiamo visto. Come farà il popolo a procurarsi il cibo? Che cosa mangerà? A causa dell'invasione assira non si può mietere nè seminare. Cosa farà il popolo? Versetto 29: “Questo sarà per te il segno: quest’anno mangerete ciò che cresce dai chicchi di grano rimasti a terra”.

Pensate! Geova dice: “Non preoccupatevi! Dai granelli che sono caduti l'anno scorso, dal grano vecchio, farò spuntare cibo”. Stupefacente! Cibo provveduto in modo miracoloso. Poi notate cosa viene detto ancora: “e l’anno prossimo il grano che ricrescerà spontaneamente”, quindi lo stesso anche l'anno successivo. Ma è ancor più interessante che, secondo la cronologia biblica, il secondo anno sarebbe stato un anno sabatico del ciclo giubilare. E nell’anno sabatico del ciclo giubilare gli ebrei fedeli non avrebbero dovuto piantare o seminare per lasciar riposare la terra. Ma Geova dice “Provvederò comunque io per voi”. Poi naturalmente aggiunge: “ma il terzo anno seminerete e mieterete”. Gli ebrei fedeli di quel tempo dovettero avere molta fede. Si sarebbero davvero fidati di avere abbastanza riserve di cibo per due anni consecutivi senza lavorare i campi? Cosa avreste pensato voi? Magari gli sarà passato per la testa: “Forse dovremmo andare da Sennacherib! Lui ci offre cibo, ci dà il modo di sopravvivere dovremmo arrenderci”. Nel film tutto ciò è stato rappresentato molto bene. Quindi quale grande lezione impariamo? Geova desidera aiutarci e noi ci avviciniamo a lui sapendo che, ora che è vicina la grande tribolazione, il luogo geografico in cui ci troviamo non incide sulla capacità di Geova di aiutare i suoi servitori. Ma è ora il momento di agire.

Studiando questi racconti ci avviciniamo a Geova e acquistiamo fiducia in lui, ci manteniamo leali sapendo che ci sosterrà lealmente in qualsiasi circostanza. Perciò meditare su questi racconti dovrebbe aiutarci a continuare a essere leali a non aver paura perché i nemici di Geova non avranno successo. Focalizziamo la nostra attenzione sul fatto che tutti i regni della terra devono sapere che Geova è Dio, che la questione principale in tutto l'universo è quella della sovranità e che Geova, come un padre, vigila su di noi mentre continuiamo ad avvicinarci a lui decisi a servirlo per sempre.

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