L'industrializzazione del paese

L'industrializzazione del paese


Una delle condizioni decisive, che determinano la forza del nostro Stato, si deve ricercare nell'industria pesante creata dal popolo sovietico. «La salvezza per la Russia, –diceva Lenin, – non sta solo in un buon raccolto dell'azienda contadina, questo è ancora poco, e non solo in una buona situazione dell'industria leggera, che rifornisce i contadini di oggetti di consumo, anche questo è ancora poco, ma ci è necessaria anche un'industria «pesante»... Senza salvezza dell'industria pesante, senza ricostituzione di essa, non potremo costruire nessuna industria, e senza industria siamo finiti, in generale, come paese indipendente... L'industria pesante ha bisogno di sovvenzioni dello Stato. Se non le troviamo siamo finiti, non dico nemmeno come Stato socialista, ma come Stato civilizzato»¹.

È a tutti noto che la Russia zarista era un paese prevalentemente agricolo, con un'industria poco sviluppata; inoltre i rami fondamentali e decisivi dell'economia nazionale, il petrolio, l'industria del ferro e del carbone, si trovavano nella loro maggior parte nelle mani di stranieri. Lo sviluppo dell' industria dei mezzi di produzione era particolarmente debole, e ciò portava a un dispendio colossale di mezzi per l'importazione dall'estero dei materiali insufficienti, delle macchine, delle macchine-utensili, ecc. Nella Russia prerivoluzionaria, con tutte le sue immense risorse di torba, carbone, schisti ed energia idraulica, l'industria energetica aveva uno sviluppo eccezionalmente debole. Toccò al potere sovietico creare questa base importantissima per ogni industria. Fin dai primi giorni della rivoluzione Lenin pose il compito dell'elettrificazione del paese, e in relazione a ciò fu elaborato il piano GOELRO (Commissione statale per l'elettrificazione della Russia). I provvedimenti ulteriori del potere sovietico nel campo dell'elettrificazione dell'industria portarono il nostro paese al secondo posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti d'America.

Negli anni dei piani quinquennali furono costruiti del giganti tali, quali il Dnieproghes (idrocentrale sul Dnieper), il Kanakirghes (idrocentrale presso il villaggio di Kanakir, in Armenia), il Rionghes (idrocentrale sul fiume Rioni nella Georgia); le centrali elettriche di Bielorussia, la Klasson e quelle di Sciatura, di Gorki, di Kaseira, di Stalinogorsk, di Bacu, di Cenabinsk, di Beresniki, di Seterovka, di Stalingrado, e molte altre, che coprono il nostro paese di una vasta rete ramificata e formano intieri sistemi di centrali elettriche, come quelli di Mosca, di Leningrado, di Gorki, degli Urali ed altri.

Negli anni della costruzione pacifica il popolo sovietico, parallelamente alla base carbonifera-metallurgica del Sud, creò una seconda base carbonifera metallurgica nell'Oriente, che è diventata la base principale dell'industria degli Urali e della Siberia. Fra il Volga e gli Urali fu creata una nuova base petrolifera, la «seconda Bacu». Come risultato si ebbe che, nel nostro paese, l'estrazione del carbone, del petrolio, del metallo aumento di molte volte.

La linea seguita dal partito nel trasformare il nostro paese da un paese agricolo in un paese industriale ci portò alla ricostruzione iniziale ed al riattrezzamento delle vecchie officine, alla costruzione di un'immensa quantità di nuove potenti officine metallurgiche e di costruzione di macchine. Questo processo, non si è fino ad ora arrestato mai. Già alla fine del secondo piano quinquennale l'Unione Sovietica occupava il primo posto nel mondo per la costruzione di macchine agricole. Tutta una serie di rami dell'industria, completamente sconosciuti nella Russia zarista, come ad esempio la produzione delle mieto-trebbiatrici e delle turbine a vapore, hanno avuto nell'U.R.S.S. un largo sviluppo, liberando così il paese dalla necessità di importare dall'estero i principali mezzi di produzione.

Durante gli anni del potere sovietico furono creati giganti dell'industria tali, quali il complesso di officine elettrotecniche, l'officina di torni a revolver a Mosca, l'officina di fresatrici a Gorki, le officine di costruzione, di macchine pesanti a Kramatorsk e negli Urali, le officine di trattrici a Kharkov, a Celiabinsk, a Stalingrado, l'officina di macchine agricole a Rostov sul Don e altre.

Il grandissimo sviluppo della rete ferroviaria, – che unisce le parti più lontane del nostro paese con le sue grandi magistrali e le loro vaste diramazioni, – e lo sviluppo del trasporto ferroviario nell'interno delle officine, hanno fatto sorgere il bisogno urgente di aumentare la produzione di locomotive e di vagoni. La costruzione di locomotive, per la quale I'U.R.S.S. è riuscita ad occupare il primo posto nel mondo, ha avuto uno sviluppo particolarmente grande. Sono sorte molte nuove officine di costruzioni ferroviarie: quella di locomotive a Voroscilovgrad, le officine di vagoni a Nizni Taghil, a Dnieprodzerginsk, ed altre. Molte vecchie officine, dopo una ricostruzione capitale, producono locomotive elettriche, prima sconosciute in Russia, treni elettrici, vagoni per metropolitana, potenti locomotive di nuovo modello: «IS» (Joseph Stalin), «FD» (Felice Dzerginski), e altre.

Nel nostro paese è stata creata ex novo l'industria dell'aviazione e degli autocarri. Completamente nuova è l'industria dell'automobile, rappresentata brillantemente dalle officine «Stalin» di Mosca, «Molotov» di Gorki, dalle officine di montaggio di Omsk e di Rostov sul Don, e da molte altre sue officine ausiliarie. Ex novo è stata pure creata la produzione dei cuscinetti a sfere, con officine come la «Kaganovic» di Mosca, – officina colossale, anche se comparata a quelle affini nel mondo intiero.

Un grandissimo sviluppo ha avuto, nel nostro paese, l'industria della lavorazione dei metalli, sia quella parte creata di sana pianta, come pure quella ricostruita sulla base delle vecchie officine rimodernizzate. Sono a tutti note le officine e i complessi di officine quali l'Azovstal (acciaieria di Mariupol sulle rive del Mar d'Azov), il complesso di officine metallurgiche di Magnitogorsk, l'officina «Stalin » nel bacino del Kuznietsk, l'Electrostal (fonderia di acciai speciali nella regione di Mosca), il Zaporozstal (acciaieria nella città di Zaporoge), la fonderia elettrosiderurgica delle « ferro-leghe » a Celiabinsk, ecc. Sono state costruite molte nuove fonderie per il rame, il piombo, il nichel, l'alluminio. Il numero delle officine di tubi trafilati e di quelli fusi, e delle officine metallurgiche grandi e medie, è aumentato di molte volte.

L'industria chimica, che nella Russia zarista esisteva appena, si è grandemente sviluppata nell'Unione Sovietica. Sono sorte officine e intieri complessi di officine per la produzione di concimi per l'agricoltura, come, ad esempio, i complessi di officine chimiche di Voskressensk, Aktlubinsk, Tasckent. È stata creata di sana pianta la produzione della gommasbesto, dei concimi di potassio, delle apatiti e la lavorazione del caucciù sintetico. L'industria chimico-farmaceutica è stata quasi completamente creata ex novo.

Anche l'industria del legno, della carta e quella edile negli anni del potere sovietico hanno progredito a passi giganteschi. Lo stesso si può dire per l'industria leggera. Rifornita di nuove macchine e utensili, ricostruite in gran parte le vecchie imprese e createne delle nuove e grandi, essa ha aumentato rapidamente la sua produzione.

Rapidi successi ottiene pure l'industria alimentare. Essa ha cambiato il suo modo di produzione vecchio e semiartigianale con nuovi mezzi meccanizzati, creando una serie di grandi imprese per la lavorazione della carne, delle fabbriche di conserve e per la lavorazione della frutta e di cibi semipreparati.

Bisogna dire che l'aumento e lo sviluppo di tutti i rami della nostra industria sono molto facilitati dal fatto che questi sono riforniti di macchine di costruzione nuova e moderna, le quali, grazie al forte sviluppo dell'attività creatrice e dello spirito inventivo dei nostri ingegneri e tecnici, vanno sempre più perfezionandosi.

Nelle nostre repubbliche federate l'industria si è sviluppata a ritmi accelerati. Di ciò parlano eloquentemente le cifre seguenti: dal 1913 al 1940 la produzione globale della grande industria è cresciuta in media in tutto il paese di 10,9 volte; nella Repubblica Socialista Sovietica di Kasakhstan, di 22,2 volte; nella RSS dell'Armenia, di 22,3 volte; nella RSS della Georgia, di 26,4 volte; nella RSS della Kirghisia, di 160 volte; nella RSS del Talgkistan, di 242 volte.

Nel bacino del Volga, negli Urali, nella Siberia, nell'Estremo Oriente, nella Karaganda sono state create delle imprese industriali simili a quelle che prima della rivoluzione esistevano soltanto nelle regioni occidentali e centrali del nostro paese. Il governo sovietico e il partito hanno fatto molti sforzi per por fine alla distribuzione irrazionale dell'industria, che caratterizzava la Russia zarista. Il centro di gravità della nostra industria si è trasportato ogni anno verso 0riente, più vicino alle fonti di materie prime e di combustibili.

In relazione all'allargamento della zona produttrice di culture  industriali sono sorte numerose nuove officine ove prima non ve ne erano mai state. Così, per esempio, sono sorti zuccherifici nella Kirghisia, nel Kasakhstan, nella Siberia occidentale e in altre regioni dell'Unione Sovietica.

Tutto ciò che abbiamo esposto più sopra non pretende affatto di essere una descrizione esauriente dello sviluppo della nostra industria, ma dimostra soltanto la tendenza generale, ci fa vedere quale gigantesco lavoro ha compiuto il popolo sovietico creando la base industriale della sua potenza, e come sia grande e possente questa base.

Per spiegare la potenza industriale della nostra industria non starò a citare cifre, di cui disponiamo in abbondanza. La migliore testimonianza della nostra potenza industriale è il fatto che l'industria, durante quasi tre anni di una guerra che non conosce l'eguale per le sue dimensioni, ha potuto rifornire il fronte di tutto il necessario. Ciò dimostra chiaramente la vera potenza della nostra industria, potenza che suscita lo stupore nel mondo intiero.

Non ho fatto che una breve enumerazione delle imprese create durante il regime sovietico. Ma dietro a questa enumerazione si nasconde un immenso lavoro fisico e creativo della nostra classe operaia nel passato, e specialmente nel periodo attuale. Le imprese create preparano e fanno uscire una produzione di un valore di miliardi di rubli, necessaria allo Stato e specialmente al fronte.

Durante la costruzione e lo sfruttamento di queste imprese, la classe operaia, gli ingegneri e i tecnici hanno acquisito immense cognizioni nel campo organizzativo e professionale. Per loro queste imprese non sono semplicemente delle officine e fabbriche, che producono il tale o il tal'altro pezzo; in queste officine e fabbriche essi vedono il loro proprio lavoro che ha preso forma su scala gigantesca; essi guardano ad esse come a una propria creatura, a una cosa propria la quale dà loro la possibilità di aumentare la potenza dello Stato sovietico.

Naturalmente, a quanto si è enumerato più sopra si sarebbe dovuto aggiungere lo sforzo produttivo della classe operaia, poiché il suo eroico lavoro ne è la dimostrazione più evidente. Ma, com'è noto, la somma generale della produzione è soltanto il risultato degli sforzi della classe operaia e di tutte le possibilità materiali che si hanno nella nostra industria. Le macchine non sono che il mezzo; il produttore è la classe operaia che lavora alle macchine da essa create. Ma poiché da noi si parla di ciò quotidianamente, e lo si dimostra con esempi concreti, ripeterlo ora sarebbe stato cosa superflua.



  1. V. I. Lenin, Cinque anni di rivoluzione russa e le prospettive della rivoluzione mondiale, 1922.

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