Lettera dellʼinserviente medico Valeria Gnarovskaja

Lettera dellʼinserviente medico Valeria Gnarovskaja

V. Gnarovskaja


22 agosto 1943

Mia cara piccola Vitja, cara mamma e nonnina,

È una settimana che non vi scrivo, non ne ho avuto il tempo. Ieri siamo usciti dai combattimenti e cʼera una lettera di Vitja che mi aspettava. Quindi rispondo subito.

Prima di tutto due parole su di me: sono viva e vegeta. A dire la verità, al momento non sento molto bene, ma passerà. Ho già combattuto due volte. Dal 15.8.43 al 21.8.43 abbiamo dato filo da torcere ai Gerhard da queste parti. Hanno cercato di buttarci giù dalla collina che tenevamo, ma tutti i loro tentativi di sfondamento sono stati sventati. I nostri ragazzi hanno combattuto con le unghie e con i denti – tutti i miei cari e coraggiosi compagni fedeli ai loro ordini: non un passo indietro.

Molti di loro sono morti da eroi, ma io ne sono uscita viva e, cari miei, anche se lo dico io stesso, credo di non aver deluso nessuno. Ho portato via dal campo di battaglia una trentina di feriti gravi. Il comandante del reggimento mi ha citato nei dispacci e credo che mi abbia proposto per un premio.

Cara Vitja, scrivi che a casa le cose vanno piuttosto male. Lo so, amore mio, ma devi fartene una ragione, superare tutte le difficoltà e renderti conto che tutto questo è opera della sporca bestia fascista. Dobbiamo fargli vedere di che pasta siamo fatti e vendicarci per aver distrutto la nostra vita felice, per le centinaia e migliaia di morti e feriti, per il sangue e le lacrime dei nostri padri, madri e sorelle. Non avete mai avuto modo di sentirvi a disagio per la mia causa. E vi assicuro che non sarà mai necessario.

Abbiate cura di voi, scrivetemi più spesso.

Tanti baci a tutti voi,

Valja





Valeria Gnarovskaja, una ragazza di 19 anni dolce e gentile, era conosciuta al fronte come Piccola Rondine. Valja salvò la vita a molti soldati feriti.

Una volta, nel settembre del 1943, i nazisti lanciarono allʼimprovviso un assalto disperato a un settore tenuto dal suo reggimento. Due panzer Tiger avevano sfondato le difese e si stavano dirigendo verso la posizione del reggimento. Era un momento assai critico. E poi accadde qualcosa che persino i testimoni oculari hanno difficoltà a descrivere a parole. Con un mucchio di granate Valja corse in avanti e si gettò proprio sotto i cingoli del Tiger in testa. Ci fu una grande esplosione e il carro armato si fermò. Il secondo carro armato cercò di tornare indietro, ma era troppo tardi. I compagni di Valja si precipitarono e lo misero fuori combattimento. Grazie alla sua abnegazione, la falla fu rapidamente ricucita, lʼassalto respinto e il reggimento passò allʼoffensiva. Valeria Gnarovskaja è stata insignita postuma del titolo di Eroe dellʼUnione Sovietica.



Valeria Gnarovskaja



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