Lavoro sociale
Il lavoro è lʼattività intenzionale dellʼuomo finalizzata allʼappropriazione della sostanza della natura attraverso la realizzazione consapevole di obiettivi prefissati. Gli organi naturali del lavoro – la testa e le mani – si sviluppano e si perfezionano solo nel corso dellʼattività lavorativa. Allo stesso tempo, questi organi del lavoro si estendono e diventano molto più potenti quando lʼuomo arriva a sviluppare e utilizzare strumenti di lavoro. Il lavoro è unʼattività intrinseca solo allʼuomo, è ciò che lo distingue dal regno animale. Dire che gli animali “lavorano” è usare la parola in senso figurato, perché il loro “lavoro” deriva dallʼistinto naturale, che è ereditario. Ciò che distingue il peggior architetto dalla migliore delle api, dice Marx, è che lʼarchitetto “ha costruito la celletta nella sua testa prima di costruirla in cera”¹.
Il processo lavorativo comprende questi principi:
1) lʼattività intenzionale dellʼuomo, o il lavoro stesso; 2) gli oggetti del lavoro: ciò su cui lʼuomo agisce nel processo del lavoro; e 3) gli strumenti (attrezzi, utensili) del lavoro: ciò che lʼuomo usa per agire sugli oggetti del lavoro. Gli oggetti del lavoro e gli strumenti del lavoro costituiscono i mezzi di produzione e il lavoro stesso è lavoro produttivo. Questa definizione di lavoro produttivo è valida in qualsiasi sistema sociale. Il lavoro, in quanto attività finalizzata dellʼuomo, è finalizzato alla produzione di valori materiali, cioè di ciò che soddisfa le esigenze fisiche e spirituali dellʼuomo. Poiché lʼuomo possiede le capacità fisiche e mentali necessarie per lʼattività lavorativa, egli è una forza-lavoro che si concretizza nella produzione materiale e spirituale.
Ma il lavoro è qualcosa di più di una semplice fonte di valori materiali necessari a soddisfare le diverse esigenze umane: è anche un processo che esprime la sostanza stessa dellʼattività umana, quella che permette allʼuomo di distinguersi nel regno animale. Il lavoro ha creato lʼuomo in quanto tale; in altre parole, è il lavoro che lo ha reso ciò che è, ed è solo nel processo del lavoro che la personalità umana si sviluppa e viene influenzata. Lo storico e filosofo scozzese Thomas Carlyle sottolineava che il lavoro è la vera vita dellʼuomo, mentre lo scrittore russo Lev Tolstoj riteneva che la nozione di felicità come ozio fosse una delle più incredibili illusioni.
La necessità di lavorare è in varia misura intrinseca a ogni individuo sano, in quanto esigenza sana di un organismo sano in cui lʼindividuo realizza la propria essenza. Ma lʼatteggiamento dellʼindividuo verso il lavoro e il carattere del lavoro dipendono in modo cruciale dal sistema sociale. I lunghi secoli di lavoro subordinato per gli altri e il brutale sfruttamento delle masse hanno trasformato il loro lavoro in un pesante fardello e hanno inflitto danni incalcolabili al lavoro come attività umana universalmente necessaria. Ciò che lo schiavo e il servo della gleba desideravano di più era evitare del tutto il lavoro, poiché erano costretti (con mezzi non economici) a lavorare per gli sfruttatori. Sebbene i lavoratori salariati nella società del capitale abbiano la libertà personale, sono anche costretti (economicamente) a lavorare per il capitalista.
Quindi, le classi di sfruttatori – proprietari di schiavi, signori feudali e capitalisti – hanno trasformato il lavoro delle masse in una fatica ardua e massacrante, generando unʼavversione nei suoi confronti. Le stesse classi di sfruttatori disprezzavano il lavoro produttivo. Così, lo scozzese Adam Smith, un classico dellʼeconomia politica borghese, vedeva il lavoro come una maledizione e il riposo come libertà e felicità.
Il lavoro è unʼattività umana mirata, necessaria per la produzione di valori materiali che soddisfano le esigenze del lavoratore stesso o di altre persone. Se nessuno ne ha bisogno, il lavoro viene privato della sua qualità principale. Nella mitologia greca, quando gli dei volevano infliggere agli uomini la peggiore delle punizioni, facevano fare loro cose totalmente prive di significato. Sisifo, che doveva far rotolare unʼenorme pietra su per una collina solo per vederla rotolare di nuovo giù, e le Danaidi, condannate al compito di versare acqua per sempre in un recipiente senza fondo, personificano la sofferenza morale, oltre che fisica, generata dalla consapevolezza della totale inutilità del loro lavoro.
Per ottenere i mezzi di sussistenza, lʼuomo entra in relazione con la natura, adattando la sostanza naturale alle proprie esigenze e plasmandola in varie cose utili. I mezzi di sussistenza, tuttavia, non sono ottenuti dallʼuomo isolato, ma insieme ad altre persone, e in questo senso la produzione di valori materiali è un atto sociale comune. Per questo motivo, nel corso della produzione sorgono due tipi di relazioni: la relazione dellʼuomo con la natura e la sua relazione con le altre persone nel corso della produzione comune.
La relazione degli uomini con la natura si realizza solo attraverso – e presuppone – la loro relazione reciproca nel processo di produzione. In questo senso, la produzione è sempre sociale, per cui quando diciamo che il lavoro e la produzione sono sociali, intendiamo che gli uomini partecipano sempre insieme (in questa o quella forma storicamente determinata) alla produzione di valori materiali. La produzione sociale è caratterizzata principalmente dal modo in cui le persone producono valori materiali a partire da materiali naturali. Il modo in cui le persone si procurano i mezzi di sussistenza determina il modo in cui i prodotti vengono distribuiti tra coloro che partecipano alla produzione comune, come vengono scambiati e consumati.
A differenza degli economisti borghesi, che considerano la produzione, la distribuzione, lo scambio e il consumo come tipi di attività umana indipendenti e isolati, i marxisti hanno messo in evidenza e dimostrato scientificamente la loro interconnessione e unità. Produzione, distribuzione, scambio e consumo sono fasi interconnesse di uno stesso processo di riproduzione, cioè del processo continuo e ricorrente di produzione. In questo caso, il processo di produzione è la fase iniziale e decisiva del processo di riproduzione e le relazioni tra le persone nella distribuzione, nello scambio e nel consumo di valori materiali dipendono dalle loro relazioni nella produzione.