La visione di Ebrahim Raisi per la causa palestinese
di Jalaleddin FanaeiIl defunto Presidente iraniano Ebrahim Raisi è stato un devoto sostenitore della causa palestinese, esprimendo con passione e persuasione le sue opinioni in merito. Nel tentativo di cogliere gli sforzi e le prospettive di Raisi sulla questione palestinese, sono stato attratto da una conferenza da lui tenuta in occasione di un vertice dedicato al sostegno della Palestina, tenutosi a Riyadh l'11 novembre 2023. Questo discorso ha racchiuso in modo eloquente le sue profonde convinzioni e la sua visione strategica per affrontare la questione palestinese. L'ascolto diretto di Raisi fornisce una maggiore comprensione delle sue politiche nei confronti della causa palestinese e dell'occupazione sionista rispetto a qualsiasi analisi di terzi.
Il discorso di Raisi al vertice di Riyadh ha ruotato attorno a diversi temi critici: l'urgenza di interventi immediati, la necessità di aiuti umanitari, l'imperativo di isolare Israele politicamente ed economicamente, l'importanza di riconoscere e perseguire i crimini di guerra e l'obiettivo a lungo termine della sovranità palestinese. Questi punti focali hanno sottolineato l'approccio globale di Raisi al sostegno del popolo palestinese e alla lotta contro le ingiustizie dell'occupazione sionista. Ha iniziato la sua conferenza con un saluto speciale.
“Salam [saluti] alla città santa di Quds, Salam a Gaza e ai suoi bambini, Salam alla Palestina e al suo sangue ingiustamente versato, Salam all'onorevole resistenza della Palestina e del Libano. Oggi la Palestina è la pietra di paragone e la misura della dignità islamica e umana”.
Dato che i partecipanti a questo vertice erano rappresentanti dei Paesi islamici, Raisi ha iniziato la sua conferenza parlando di ciò che il mondo islamico deve fare. Raisi ha affermato che l'unità e la solidarietà della comunità musulmana sono fondamentali per risolvere le sue sfide. Ha sottolineato che la via della salvezza per la Ummah islamica risiede nella fiducia nella guida divina e nelle forze intrinseche del popolo musulmano, piuttosto che nella dipendenza da potenze egemoniche. Ha aggiunto che, riconoscendo questa realtà, il governo iraniano ha adottato politiche volte a promuovere la cooperazione regionale e la coesione tra le nazioni islamiche. Attraverso queste iniziative, l'Iran ha teso una mano di amicizia e fratellanza ai Paesi musulmani.
Ha sottolineato la tragica situazione di Gaza, descrivendola come una terra eroica ma dolorosa sotto assedio. Negli ultimi due decenni, Gaza è stata sottoposta a un blocco totale che l'ha resa la più grande prigione a cielo aperto del mondo. Nonostante ciò, la popolazione di Gaza ha resistito e perseverato, simboleggiando il trionfo della fede e della resilienza sull'oppressione. Raisi ha condannato il regime israeliano per le sue gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui i bombardamenti indiscriminati e l'uso di armi proibite, che hanno portato a una catastrofica crisi umanitaria.
Raisi ha invitato i leader islamici a chiarire la loro posizione, schierandosi o con la nobile lotta del popolo palestinese o con le forze dell'oppressione. Ha accusato gli Stati Uniti di essere i principali complici di queste atrocità, fornendo sostegno politico, militare ed economico a Israele. Questo sostegno, secondo Raisi, incoraggia Israele a continuare le sue azioni aggressive contro i palestinesi.
Il presidente iraniano ha sottolineato che gli Stati Uniti non solo aiutano Israele attraverso forniture militari, ma partecipano al conflitto dispiegando le loro navi da guerra nella regione e usando il loro potere di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per bloccare le risoluzioni che condannano le azioni israeliane. Ha sottolineato che è ormai evidente il vero volto della politica statunitense, che sostiene le azioni genocide di Israele a Gaza.
Il discorso di Raisi ha evidenziato la bancarotta morale ed etica dell'attuale ordine internazionale, pesantemente influenzato dagli Stati Uniti, e ha invitato le nazioni islamiche a intraprendere azioni decisive e a riempire il vuoto lasciato dagli organismi internazionali che non sono riusciti a proteggere i diritti dei palestinesi.
Nel prosieguo della sua conferenza al vertice per il sostegno alla Palestina, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha delineato una serie di azioni urgenti e misure strategiche volte ad affrontare la crisi di Gaza e a sostenere la causa palestinese. Ha chiesto passi immediati e decisivi per fermare la violenza e fornire aiuti umanitari, definendo al contempo strategie a più lungo termine per la solidarietà regionale e la resistenza contro l'occupazione israeliana.
Azioni immediate
1) Cessate il fuoco e protezione dei civili: Raisi ha chiesto l'immediata cessazione degli attacchi israeliani a Gaza, in particolare quelli che hanno come obiettivo i civili, gli ospedali, le scuole e i centri di assistenza. Ha respinto la nozione di “pause umanitarie” come mera tattica di Israele per sfuggire al controllo pubblico e continuare le sue operazioni.
2) Aiuti umanitari e rimozione del blocco: ha chiesto la completa rimozione del blocco su Gaza e la riapertura incondizionata del valico di Rafah con l'Egitto per facilitare l'ingresso di cibo e forniture mediche. Ha sollecitato la formazione di un comitato esecutivo per assicurare il coordinamento degli sforzi umanitari di tutte le nazioni islamiche.
3) Ritiro militare israeliano: Raisi ha insistito sul ritiro immediato delle forze israeliane da Gaza, affermando che la terra e il governo di Gaza appartengono al popolo palestinese e ai suoi rappresentanti eletti.
4) Isolamento politico ed economico di Israele: Ha chiesto che i Paesi islamici interrompano tutti i legami politici ed economici con Israele. Ciò include la priorità delle sanzioni sul commercio energetico e il sostegno ai movimenti di base per il boicottaggio dei prodotti israeliani.
5) Riconoscimento dell'esercito israeliano come organizzazione terroristica: Raisi ha suggerito che le nazioni islamiche designino l'esercito israeliano come entità terroristica, allineandosi alla loro posizione collettiva contro l'aggressione e l'occupazione.
6) Tribunale internazionale per i crimini di guerra: Ha proposto l'istituzione di un tribunale internazionale per perseguire i funzionari israeliani e americani responsabili di crimini di guerra e genocidio contro i palestinesi.
7) Fondo per la ricostruzione di Gaza: Dovrebbe essere creato un fondo speciale per facilitare l'immediata ricostruzione di Gaza, con contributi da parte di tutti i Paesi islamici che partecipano al vertice.
8) Carovane umanitarie: Raisi ha incoraggiato l'invio di convogli di aiuti umanitari in Palestina da varie nazioni islamiche.
9) Commemorazione delle atrocità: Ha suggerito di designare un giorno per ricordare il bombardamento israeliano dell'ospedale Al-Shifa come giorno di genocidio e crimini contro l'umanità.
10) Armare i palestinesi: Se i crimini di guerra persistono, Raisi ha chiesto alle nazioni islamiche di armare i palestinesi nella loro lotta contro l'occupazione israeliana.
Visione a lungo termine per la sovranità palestinese
Raisi ha ribadito la soluzione a lungo termine proposta dall'ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema dell'Iran, che prevede l'istituzione di uno Stato palestinese unificato basato su principi democratici in cui ogni palestinese, indipendentemente dalla religione, abbia diritto di voto. Questa visione, che è stata registrata presso le Nazioni Unite, richiede un unico Stato palestinese dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, garantendo uguali diritti a musulmani, cristiani ed ebrei. Raisi ha sottolineato che l'Iran sostiene fermamente questo approccio democratico e lo considera l'unica soluzione sostenibile al conflitto.
La resistenza come unica strategia efficace
Nel corso del suo discorso, Raisi ha elogiato la resilienza e la resistenza del popolo palestinese e di gruppi come Hamas, descrivendoli come l'orgoglio del mondo islamico. Ha affermato che la resistenza rimane l'unica strategia efficace contro l'occupazione e l'aggressione israeliana. Raisi ha lodato la recente resistenza di 35 giorni contro la brutalità israeliana come un risultato notevole, sottolineando che decenni di resistenza costante hanno dimostrato che nessuna soluzione diversa dalla resistenza può respingere gli occupanti.
Risveglio globale e solidarietà
Raisi ha sottolineato il risveglio globale suscitato dalle atrocità di Israele a Gaza, ringraziando i cittadini europei e americani che hanno mostrato solidarietà ai gazesi. In quell'occasione, ha osservato che il mondo stava diventando più consapevole dei crimini, al tragico costo di 14.000 vite innocenti. Tuttavia, la situazione non ha fatto che peggiorare nei mesi successivi, con un bilancio attuale che supera i 40.000 palestinesi uccisi. Raisi ha anche sottolineato l'allarmante questione delle capacità nucleari di Israele, criticando l'inazione della comunità internazionale nonostante le minacce e i programmi di armi segrete di Israele. Ha avvertito che la comunità internazionale deve svegliarsi di fronte ai pericoli posti dall'arsenale nucleare israeliano, che rimane senza controllo da parte di alcun organismo internazionale.
Dovere etico e religioso
Raisi ha inquadrato la causa palestinese come un dovere etico e religioso per il mondo islamico. Ha invocato gli insegnamenti del Profeta Maometto, sottolineando l'importanza di difendere i musulmani oppressi e di proteggere i luoghi sacri dell'Islam come la Moschea di Al-Aqsa. Raisi ha invitato le nazioni islamiche a intraprendere azioni decisive per salvare il popolo palestinese, avvertendo che il mancato intervento avrebbe portato a un aumento della frustrazione pubblica e ad azioni potenzialmente autonome da parte delle masse.
Conclusione
L'agenda completa di Raisi evidenzia un approccio sfaccettato che combina sforzi umanitari immediati, sanzioni politiche ed economiche, azioni legali e resistenza sostenuta, sostenuta da una visione per uno Stato palestinese unificato. Il suo discorso riflette un profondo impegno per la causa palestinese e un appello al mondo islamico affinché si unisca a sostegno della giustizia e della resistenza contro l'oppressione. Attraverso le sue parole e le azioni proposte, l'eredità di Ebrahim Raisi continua a ispirare e a mobilitare gli sforzi verso una risoluzione giusta e duratura della crisi palestinese.
Ancora una volta, ha concluso il suo discorso con i saluti, con la voce densa di emozione, dicendo:
“Salam ai bambini innocenti e martiri di Gaza, salam ai bambini che hanno cercato rifugio nel Corano tra le rovine di Gaza e recitano i versetti del Corano. Salam ai bambini che tremano per l'orrore dell'oppressione. Salam ai miei cari bambini di Gaza. Salam a voi che oggi, con la vostra fermezza di fronte agli eserciti più attrezzati del mondo e alle persone più spregevoli della terra, avete dato un senso alla resistenza per noi. Salam a voi che, con le vostre piccole mani e i vostri corpi fragili, avete rappresentato la ferocia e la brutalità dei sionisti occupanti. I vostri volti intrisi di sangue, i vostri corpi smembrati e le vostre ossa schiacciate sotto le macerie delle bombe americane gridano che noi siamo fermi”.
Traduzione a cura di Costantino Ceoldo
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