La tragica fine di Claudia Ottavia, moglie di Nerone

La tragica fine di Claudia Ottavia, moglie di Nerone

www.vanillamagazine.it - Matteo Rubboli

Agli occhi di un uomo moderno nascere figlia di un imperatore e poi moglie di uno degli uomini più potenti dell’antichità potrebbero sembrare premesse di una fortuna immensa, soprattutto quando vivi in un’epoca in cui si muore come mosche per la guerra, le malattie oppure distrutti dal lavoro nei campi. Il condizionale è necessario perché nascere figlia di Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico e moglie di Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico per Claudia Ottavia non fu una grande fortuna, anzi.

Affrontare la biografia di un’imperatrice Romana, in particolar modo quelle vissute dopo la fine del Regno di Tiberio fino alla venuta di Vespasiano, quindi dal 37 al 69 dopo Cristo, significa quasi sempre affrontare una storia di dolore e morte. Fra Caligola, Claudio, Nerone e poi l’anno dei quattro Imperatori, Roma fu teatro di complotti, intrighi e assassinii più che in altri periodi, e la vita di Claudia Ottavia è uno degli esempi più drammatici.

Claudia Ottavia

Claudia nasce da Messalina e Claudio, donna la cui fama di meretrice è arrivata sino ai tempi moderni, e già da piccola deve convivere non solo con il potere ma anche con la crudeltà della morte. Quando ha solo otto anni la madre inscena, durante un banchetto, il matrimonio con Gaio Silio, importante politico romano, nonostante fosse appunto moglie di Claudio. L’Imperatore fino a quel momento aveva chiuso un occhio per tutte le relazioni adulterine della moglie, ma non poteva tollerare un affronto simile che minava la stabilità del suo potere, e condanna Messalina e il suo fittizio marito a morte.

Claudia Ottavia ha otto anni e il padre fa giustiziare la madre
Messalina, dipinto di Peder Severin Krøyer

Claudio non risparmia anche la figlia dalla punizione per il comportamento di Messalina, e la fa esporre nuda di fronte alla casa materna per diversi giorni. L’Imperatore dubitava che Claudia fosse davvero sua figlia, probabilmente a ragione visto il numero di amanti che accoglieva l’Imperatrice fra le lenzuola.

Ma il peggio deve ancora venire. L’anno seguente la morte della madre Claudio sposa Agrippina Minore, madre di Nerone e nipote di Claudio stesso. Agrippina non si accontenta di essere Imperatrice consorte, vuole il potere per sé e per il figlio. L’unico modo per ottenerlo è uccidere il marito e far salire Nerone al trono. Per raggiungere lo scopo è necessario muovere diverse pedine nel modo giusto, pedine che si muovono esattamente come progettato da Agrippina. A circa 13 anni Claudia Ottavia sposa Nerone, che di anni ne ha 16, e finisce senza volere a far parte del gioco politico che porta l’uomo al potere a discapito di Britannico, suo fratello di sangue.

Museo Archeologico di Milano. Ritratto di Agrippina Minore, (49/50 d.C.). Foto di Giovanni Dall’Orto via Wikipedia CC BY-SA 3.0

Agrippina trama e ordisce per mettere in mostra Nerone ed emarginare Britannico, figlio legittimo di Claudio. Se oggi a livello popolare ricordiamo Nerone e non abbiamo (quasi) la minima idea di chi fosse Britannico è facile intuire come andò a finire. Nerone guadagna via via potere, anche sfruttando la giovanissima moglie Claudia Ottavia, e nel 54 Claudio, sessantaquattrenne e quindi anziano per l’epoca, muore durante un banchetto, forse ucciso per ordine di Agrippina con del Veleno, ma di questo non siamo certi.

Nerone a 17 anni diventa Imperatore di Roma, Claudia Ottavia è Imperatrice

Britannico ha solo 14 anni ma denuncia l’illegittimità della salita al potere di Nerone. E’ lui il figlio legittimo di Claudio, non quello di Agrippina. Ma Nerone riesce a vincere il rivale. Durante un banchetto, in modo simile a quanto era successo l’anno precedente a Claudio, Britannico muore in preda a un attacco epilettico, malattia di cui soffre da tempo. E’ stato Nerone a farlo uccidere? Nessuno può dirlo con certezza, e l’Imperatore rimane saldo al comando di Roma. E’ commovente il pezzo di Tacito che descrive la reazione di Claudia Ottavia alla morte del fratello: “Octavia quoque, quamvis rudibus annis, dolorem caritatem omnis adfectus abscondere didicerat – Anche Ottavia, per quanto ancora inesperta per l’età aveva imparato a dissimulare il dolore, l’affettuosa pietà, ogni sentimento dell’animo“.

Claudia Ottavia vive in modo totalmente diverso dal marito. L’uomo frequenta un’amante fissa, Claudia Atte, una schiava liberata da lui stesso che sarà sua amica per tutta la vita. Oltre ad Atte è circondato da un’infinità di uomini e donne che ne soddisfano i desideri. Claudia Ottavia invece è morigerata, tranquilla, lontana anni luce dalla vita sregolata e spericolata della madre Messalina.

La ragazza era probabilmente graziosa ma non bellissima. Aveva il viso regolare ma un po’ schiacciato, il mento abbastanza pronunciato e le labbra carnose. Almeno così ce la mostra l’unico ritratto che di lei ci è arrivato dall’antichità. In tutti i casi non rientrava nei gusti di suo marito, e certo lui non le mandava a dire.

Claudia Ottavia in un ritratto marmoreo conservato al Museo di Cleveland

Nerone e il potere assoluto

Nel 59 Nerone ordina l’assassinio della madre Agrippina, probabilmente temeva che la madre ordisse una congiura per spodestarlo, poi nel 62 ripudia Claudia Ottavia accusandola di sterilità e sposa Poppea Sabina, donna per la quale aveva completamente perso la testa. Ottavia viene quindi confinata in Campania, dove vive in modo modesto e lontano dall’attenzione della corte. Da come la descrive Tacito sembra il prototipo delle virtù della perfetta romana, quelle virtù incarnate da Lucrezia e da cui leggendariamente deriva la nascita della Repubblica nel 509 a.C.

Ritratto di Nerone, fotografia di cjh1452000 via Wikipedia CC BY-SA 3.0

Claudia Ottavia vive in Campania, è la figlia di Claudio, un buon imperatore, mentre a fianco di Nerone siede una donna invisa al popolo, Poppea Sabina, e Tacito ci racconta un episodio che spiega gli eventi successivi:

Exim laeti Capitolium scandunt deosque tandem venerantur effigies Poppaeae proruunt, Octaviae imagines gestant umeris, spargunt floribus foroque ac templis statuunt. – Il popolo, lieto, salì al Campidoglio a venerare gli dei; rovesciò le statue di Poppea, sollevò a spalle quelle di Ottavia, e copertele di fiori le collocò nel Foro e nei templi“.

Tacito scrive anni dopo lo svolgersi dei fatti, verso la fine del I secolo, ed è improbabile che le cose siano andate davvero così. Questa piccola rivolta popolare (se davvero si è verificata) viene soffocata, e le statue di Poppea Sabina rimesse al loro posto. Ma ormai la presenza di Ottavia non è più tollerabile per Nerone e Poppea:

La figlia di Claudio deve morire

Claudia Ottavia era stata già accusata di adulterio da Nerone, su istigazione della nuova moglie, ma non si erano trovate conferme fra i testimoni. L’Imperatore convince quindi un liberto della corte, tale Aniceto, a confessare di esser stato l’amante dell’Imperatrice. Tanto basta. Ottavia viene esiliata nell’isola di Pandataria, l’odierna Ventotene, lontana dal popolo che la sostiene, ma in pochi giorni Nerone decide che la stirpe di Claudio va eradicata del tutto e ne ordina la morte.

Claudia Ottavia viene raggiunta da un gruppo di sicari che la incatena, le taglia le vene e ne attende la morte. La ragazza aveva invocato pietà, aveva spiegato che ora era la sorella di Nerone e non la moglie, si era appellata al nome di Agrippina Minore, sua madre adottiva, suocera e organizzatrice delle nozze, ma tutto invano. I sicari non hanno pietà e la ragazza aspetta la morte, che però non sopraggiunge perché dalle vene non esce abbastanza sangue.

I sicari decidono quindi di metterla in un bagno d’acqua calda, dove il sangue inizia a defluire e Claudia Ottavia si spegne per sempre

Era stata imperatrice di Roma, figlia di un grande imperatore, moglie di un Imperatore che sarà ricordato per la sua pazzia, orfana di madre e di padre, donna ripudiata, accusata di adulterio e infine vittima di un omicidio politico. Claudia Ottavia aveva solo 22 anni ma aveva visto un orrore che in poche rivedranno in questa crudezza. La sua fu un’esistenza all’apparenza dorata, ma nella sostanza fu solo una discesa negli inferi dell’odio.

Il gruppo di sicari taglia la testa al cadavere e la porta a Poppea Sabina, in modo che possa ammirare il risultato della sua vittoria. Il destino, qualcuno lo chiamerebbe Karma, fu crudele con Poppea, che muore solo tre anni dopo la rivale. Ma questa è un’altra storia…

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...

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