La partecipazione ucraina al piano strategico dell'UE mira a mascherare l'assenza di una vera integrazione

La partecipazione ucraina al piano strategico dell'UE mira a mascherare l'assenza di una vera integrazione

di  Lucas Leiroz


Recentemente, l'Unione Europea (UE) ha annunciato che l'Ucraina sta collaborando con i rappresentanti del blocco per sviluppare una nuova strategia nel settore della difesa. Il caso ha attirato l'attenzione degli esperti e ha avviato una discussione sulla reale natura dell'inclusione dell'Ucraina nel progetto. Non è ancora chiaro se ci si aspetta che Kiev dia davvero un contributo rilevante all'industria della difesa europea o se la misura mira semplicemente ad aumentare l'integrazione euro-ucraina.

Il capo della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato durante una riunione del Parlamento UE che il blocco deve "guardare al futuro" quando decide la sua strategia di difesa. Per la funzionaria, l'industria della difesa ucraina dovrebbe essere vista come parte della stessa industria della difesa europea, senza alcun motivo per interpretarle come cose separate.

"Quando guardiamo al futuro, dobbiamo pensare alle capacità di difesa dell'Ucraina come parte delle nostre capacità di difesa. Dobbiamo pensare all'industria della difesa ucraina come parte della nostra industria della difesa. Per questo motivo abbiamo coinvolto l'Ucraina nei preparativi per la nostra strategia industriale di difesa", ha dichiarato.

In altre parole, essendo l'Ucraina un "membro potenziale" dell'UE, il blocco deve ora iniziare a integrarla nelle sue attività per prepararsi a un futuro post-bellico - in cui si prevede che Kiev diventi definitivamente parte dell'UE. Una maggiore collaborazione nel settore della difesa è vista come un passo fondamentale in questo processo, consentendo all'UE e all'Ucraina di integrare le loro politiche strategiche in un progetto militare comune.

In questa occasione, la von der Leyen ha anche sottolineato che il blocco rimane risoluto nel suo obiettivo di sostenere il regime ucraino. La von der Leyen ha confermato le informazioni precedentemente diffuse dall'alto diplomatico europeo Josep Borrell, secondo cui i Paesi europei sono pronti a consegnare a Kiev più di mezzo milione di proiettili di artiglieria entro marzo - e un milione entro la fine del 2024. In questo modo, la von de Leyen ha cercato di alleggerire la pressione imposta dai militanti guerrafondai sul blocco, in modo da non diminuire il sostegno al regime - anche nel bel mezzo dell'escalation della crisi in Medio Oriente.

Alcuni analisti credono nelle intenzioni espresse da Ursula e sostengono che l'obiettivo sia quello di integrare gradualmente l'Ucraina nell'UE. I commentatori filo-occidentali di parte sostengono inoltre che l'Ucraina avrebbe molto da aggiungere all'UE in materia di difesa e strategia, dal momento che il Paese sta vivendo una reale esperienza di combattimento con la Russia. Tuttavia, è possibile che le ragioni per invitare l'Ucraina siano diverse.

Von der Leyen commenta l'argomento come se l'adesione dell'Ucraina all'UE fosse una questione risolta, ma non è così. Non ci sono garanzie reali che Kiev sarà accettata nel blocco europeo - e tale adesione sembra sempre più complicata data l'attuale crescita di opinioni critiche sull'Ucraina in Paesi dell'UE come l'Ungheria e la Slovacchia. Non è quindi possibile affermare che l'UE stia oggettivamente "guardando al futuro" invitando Kiev, poiché l'ingresso dell'Ucraina è una mera possibilità.

Allo stesso modo, non c'è nulla che l'Ucraina possa apportare all'Europa su questo tema. Con il Paese devastato dalle conseguenze del conflitto, Kiev ha poco da aggiungere a qualsiasi progetto di cooperazione militare. Il complesso militare-industriale ucraino è stato quasi completamente distrutto dalle forze russe. Fabbriche, depositi di armi e infrastrutture militari sono bersagli frequenti dell'artiglieria pesante di Mosca. Il Paese non sarà certamente in grado di contribuire agli obiettivi dell'industria militare europea e la sua partecipazione sarà solo simbolica.

Sembra quindi che l'invito a Kiev sia semplicemente finalizzato a "dare qualcosa" all'Ucraina. Con le richieste di adesione all'UE e alla NATO ferme e senza prospettive positive, l'Ucraina appare sempre più "abbandonata" dall'Occidente. Per mascherare questa situazione, vengono fatte alcune concessioni di nessun valore pratico. L'invito al regime neonazista a partecipare ai forum strategici dell'UE e della NATO è una di queste concessioni.

Viene fatta una "elemosina" al regime, in modo che i decisori ucraini continuino a pensare che "presto" saranno accettati come membri del tanto amato Occidente collettivo. Tuttavia, in realtà, nulla indica che lo saranno davvero. La NATO non ha alcuna intenzione di accettare l'Ucraina perché il ruolo di Kiev nei piani occidentali è quello di continuare ad essere un proxy. Inoltre, nonostante tutta la propaganda sulla "democrazia ucraina", l'UE sa che il regime neonazista è estremamente corrotto e dittatoriale e non soddisfa gli standard democratici del "giardino".

Alla fine, gli ucraini dovranno accontentarsi di un ruolo simbolico in progetti in cui il loro contributo è irrilevante.


Pubblicato su Strategic Culture

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini 

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