‘La pace di Dio è al di là di ogni comprensione’ (Filip. 4:6, 7)

‘La pace di Dio è al di là di ogni comprensione’ (Filip. 4:6, 7)

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Mark Sanderson

La scrittura del giorno di oggi è davvero incoraggiante e ci conforta moltissimo. Ci fa venire in mente un tipo particolare di pace che possiamo provare indipendentemente dalle circostanze in cui ci troviamo oppure da quello che succede intorno a noi. Ma come definireste “la pace di Dio” di cui si parla in questo versetto? Che cos’è esattamente? Il volume 2 di Perspicacia a pagina 462 dice questo: “‘La pace di Dio’, cioè la calma e la serenità che derivano dalla preziosa relazione con Geova Dio, salvaguarda il cuore e le facoltà mentali del cristiano impedendogli di divenire ansioso per le sue necessità e dandogli l’assicurazione che Geova […] provvede per i suoi servitori ed esaudisce le loro preghiere. Questo rasserena il cuore e la mente”. Che cosa capiamo allora da questa definizione? Se andiamo in Filippesi capitolo 4 e ci concentriamo sui versetti 6 e 7, capiamo da questi versetti che quando apriamo il nostro cuore a Geova, quando lo supplichiamo, quando lo imploriamo per avere il suo aiuto, e quando facciamo questo con uno spirito grato essendo sempre grati per tutte le cose buone che Geova ci dà e avendo fiducia che lui ci benedirà e ci aiuterà, allora riceviamo da Geova quella straordinaria calma e tranquillità che rasserena il nostro cuore e la nostra mente. E Paolo dice anche al versetto 7 che “la pace di Dio […] è al di là di ogni comprensione”. Adesso vedremo insieme alcuni esempi, prima di tutto nella Bibbia, di alcuni servitori di Dio che hanno provato questa pace. Come prima cosa andiamo in Daniele capitolo 3. Daniele capitolo 3, e qui andiamo a leggere il versetto 16. Ovviamente questo è l’episodio di Sadrac, Mesac e Abednego. Conosciamo tutti bene questo episodio. Nabucodonosor aveva fatto erigere una statua e voleva che tutti la adorassero. E quando fu evidente che Sadrac, Mesac e Abednego non l’avrebbero fatto, furono portati davanti al re. Ecco che cosa dissero, a partire dal versetto 16: “O Nabucodonosor, non è necessario che ti rispondiamo al riguardo. Se così dev’essere, il nostro Dio, quello che noi serviamo, ci può liberare dalla fornace ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non dovesse farlo, sappi, o re, che non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che hai eretto”. Nella Bibbia non è stata riportata la preghiera di Sadrac, Mesac e Abednego, ma avendo letto queste parole percepite la loro calma? Percepite la tranquillità nelle loro voci? Non c’era panico, non erano terrorizzati. Parlarono con sicurezza e calma, con piena fiducia in Geova. E se andiamo al versetto 19 vediamo che Nabucodonosor si infuriò così tanto che diede l’ordine di riscaldare la fornace sette volte più del solito. E il versetto 22 ci dice anche che il comando del re fu così severo e la fornace così rovente che gli uomini che vi portarono Sadrac, Mesac e Abednego furono uccisi, perché la fornace era ardente. Fratelli, quello, quello era fuoco vero. Questa è vera e propria persecuzione. E cosa successe? Andiamo al versetto 24. Il re guardò dentro la fornace e disse: “Non abbiamo legato e gettato in mezzo al fuoco tre uomini?” “Sì”. “Lui continuò: ‘Eppure io vedo quattro uomini camminare liberi in mezzo al fuoco, e non hanno subìto alcun danno, e il quarto sembra un figlio degli dèi’”. Davvero straordinario. Ecco cosa significa “la pace di Dio”, tre uomini che passeggiano nella fornace ardente. Di cosa parlavano? “Ehi, Sadrac, cosa farai oggi? Cosa faremo una volta usciti dalla fornace?” Non erano terrorizzati, non erano nel panico, erano il ritratto della tranquillità. Ecco, questa è la pace di Dio. E che dire di Giosafat? Lo troviamo in 2 Cronache capitolo 20, prendiamolo insieme. Secondo Cronache capitolo 20. Qui vediamo che Giosafat e il popolo di Giuda erano circondati da eserciti nemici. E al versetto 12 c’è la preghiera di Giosafat: “Noi […] siamo impotenti davanti a questa grande folla che ci viene contro; non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono rivolti a te”. Immaginate l’angoscia che dovette provare. Guardate il versetto 13, dice che “tutti quelli di Giuda stavano in piedi davanti a Geova, insieme alle loro mogli e ai loro figli, inclusi i piccoli”. Giosafat probabilmente era ansioso, era preoccupato qui, avrà detto: “Geova, non sappiamo proprio cosa fare”. Ma come dice Filippesi 4:6, 7, Giosafat supplicò Geova lo implorò di venire in suo aiuto. Lui era un uomo grato e menzionò perfino i modi in cui Geova aveva benedetto la nazione. Cosa accadde? Ecco cosa disse Geova nel versetto 15: “Non abbiate paura e non provate terrore a causa di questa grande folla, perché la battaglia non è vostra, ma di Dio”. Versetto 17: “Non avrete bisogno di combattere questa battaglia. Mettetevi ai vostri posti, state fermi e vedete la salvezza di Geova a vostro favore. […] Non abbiate paura e non provate terrore”. Beh, quelle parole rafforzarono sicuramente Giosafat. Possiamo dire che provò la pace di Dio, perché se guardiamo i versetti 20 e 21, lui a quel punto disse al popolo: “Ascoltatemi, o Giuda e voi abitanti di Gerusalemme! Riponete fede in Geova vostro Dio perché possiate restare saldi. Riponete fede nei suoi profeti e vi andrà bene”. E poi incaricò degli uomini perché si mettessero alla testa dell’esercito per cantare e lodare Geova. Ovviamente, come conseguenza la nazione si salvò. Giosafat provò quella calma e quella tranquillità che provengono dalla pace che solo Geova può dare. Lo stesso si può dire dei tempi moderni. Nell’Annuario del ’75 leggiamo quello che accadde al nostro caro fratello Daniel Sydlik, che servì nel Corpo Direttivo. Nel ’44 si trovava in prigione a causa della sua neutralità cristiana. La prima notte che passò in cella era sdraiato sulla sua branda e sentì, cito, “‘le porte delle altre celle chiudersi con un rumore simile al tuono’. Mentre venivano chiuse a una a una, il rumore di quelle porte si avvicinava sempre più, finché la porta della sua cella tremò. Quindi girò lentamente e si chiuse”. Il fratello Sydlik dice: “Ad un tratto fui sopraffatto da un senso di nausea al pensiero di essere intrappolato senza via d’uscita. Quindi, altrettanto rapidamente, seguì un’altra sensazione che pure mi sopraffece e provai una gran pace e gioia, la specie di pace di cui parla la Bibbia, la pace di Dio che è al di là di ogni comprensione”. Non è bellissimo? Ecco un altro esempio. Questa è una lettera di addio che un giovane fratello scrisse ai suoi genitori all’epoca della Germania nazista. Ecco cosa scrisse: “Sono le 9 del giorno del mio processo, ma dovrò aspettare fino alle 11 e mezza. Scrivo queste righe da una cella di isolamento del tribunale militare di stato. Provo una tale pace che sembra quasi incredibile; ma ho messo tutto nelle mani del Signore e così posso aspettare con calma quel momento”. Poi alle 12:35 continua a scrivere: “Ora è tutto finito. Siccome ho ribadito il mio rifiuto, è stata emessa la sentenza capitale. Ho ascoltato e dopo che ho detto: “Sii fedele sino alla morte” e alcune altre parole del nostro Signore, è passato tutto. Ma ora non vi preoccupate per questo. Provo una tale pace, una tale tranquillità che forse non potete neppure immaginare”. Molto toccante! La pace di Dio pervase questo nostro caro fratello prima della sua esecuzione. E adesso in Russia che cosa succede? I nostri fratelli subiscono irruzioni, entrano uomini armati a perquisire la casa, interrompono adunanze, e poi il tribunale e il carcere. Ma è davvero straordinario vedere come i nostri fratelli provano la pace che solo Dio può dare. Un fratello durante una perquisizione iniziò a sentirsi molto ansioso e così pregò Geova: “Fammi capire cosa fare perché io non lo so”. Proprio allora un agente che stava perquisendo la casa del fratello si mise a guardare le calamite sul frigo e tutt’a un tratto cominciò a leggere a voce alta quello che era scritto su una delle calamite: “Non essere ansioso perché io sono il tuo Dio”. Così il fratello capì subito quello che doveva fare. Quindi fratelli, cosa impariamo? A prescindere da quello che accade intorno a noi, dalla persecuzione che potremmo affrontare, dalle difficoltà di una certa situazione, se supplichiamo Geova mostrando gratitudine, lui ci farà un regalo davvero prezioso, “la pace di Dio che è al di là di ogni comprensione”.

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