La festa di Ghadir e la questione della successione del Profeta dell’Islam

La festa di Ghadir e la questione della successione del Profeta dell’Islam

Epopea dell’Iran – 18

Il giorno 18 del mese islamico di Dhul-hajjah (domani) è conosciuto nel mondo islamico sciita come Eid al-Ghadir, si commemora il giorno in cui il Profeta Muhammad dichiarò in modo ufficiale e davanti a un grande numero di musulmani che Alì sarebbe stato il suo successore. Il video in allegato riguarda i festeggiamenti dell’anno scorso presso il mausoleo di Fatimah Masumah nella città santa di Qom (Iran).

https://youtu.be/2u2ZFKVlxkc?si=0kH-vPOkmXxt4U9-

La differenza tra sunniti e sciiti può essere definita una divergenza di tipo storico-teologico in relazione al concetto di guida politica e religiosa della società e della comunità islamica. Secondo gli sciiti la guida della società deve possedere una serie di caratteristiche come l’infallibilità che può essere determinata solo da Dio, pertanto è Dio a stabilire la guida e a comunicare ciò agli essere umani attraverso i suoi intermediari. Inoltre gli sciiti sostengono che il Profeta, prima della sua morte, avesse in varie occasioni, tra cui appunto l’evento di Ghadir, su ordine divino, indicato il suo successore, ossia Alì. In modo simile sono stati determinati i successori: undici imam fino al dodicesimo che si trova in stato di occultazione e si manifesterà alla Fine dei Tempi con Gesù Cristo per stabilire la giustizia nel mondo.

Nella visione sunnita invece, il Profeta non ha dato indicazioni riguardo a chi sarebbe stato il suo successore dopo la sua morte ed è diversa anche la concezione della guida politica e religiosa.

Qual è stato il contesto dell’evento di Ghadir?

Il versetto 5:3 del Corano afferma: "Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islàm".

Gli esegeti affermano che il versetto 5:3 fu rivelato durante l'ultimo pellegrinaggio del Profeta, pochi mesi prima della sua dipartita. Il versetto inizia parlando dei miscredenti che hanno perso ogni speranza:

"Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla vostra religione: non temeteli dunque, ma temete Me".

Dagli hadith illustranti questo versetto si capisce chiaramente che il perfezionamento della religione e la perdita di speranza dei miscredenti di poter ledere l'Islam, si realizzano con l'investitura del successore del Profeta da parte di Dio. Infatti i nemici dell'Islam speravano che dopo la morte del Profeta, in particolare non avendo figli maschi, l'Islam rimanesse senza tutore, s’indebolisse ed eventualmente si annullasse.

In breve questo fu quello che successe: mentre il Profeta stava tornando dal suo ultimo pellegrinaggio, riunì tutti i pellegrini presso un luogo chiamato Ghadir Khum e, dopo un lungo discorso, chiese ai presenti: "Non sono forse io migliore e più vicino a voi di voi stessi?", tutti risposero affermativamente, quindi alzò la mano di Alì ibn Abitalib e disse: "Di chiunque io sono il mawla, Alì è il suo mawla (guida)", annunciando così la wilayat (guida) di Alì. Il versetto sopraccitato fu rivelato proprio in quel giorno.

Da quanto riportato in alcuni hadith si comprende che Iddio ordinò al Profeta di annunciare l'imamato di Alì ufficialmente, tuttavia il Profeta temeva che la gente lo intendesse come un suo parere personale e non lo accettasse, aspettava quindi che si presentasse il momento opportuno. Venne quindi rivelato il versetto:

"O Messaggero, comunica quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. Ché se non lo facessi non assolveresti alla tua missione. Iddio ti proteggerà dalla gente. Invero Iddio non guida un popolo di miscredenti" (5:67), in esso Iddio ordina al Profeta di comunicare il messaggio, un messaggio che corrisponde a tutta la missione profetica, promettendogli di proteggerlo da eventuali pericoli. Quando fu rivelato questo versetto il Profeta comprese che era arrivato il momento giusto e non sarebbe stato corretto rimandare oltre, pertanto fece l'annuncio a Ghadir Khum.

In realtà ciò che era avvenuto a Ghadir Khum era solo l'annuncio ufficiale al quale seguì il patto di fedeltà, infatti già in precedenza il Profeta aveva più volte annunciato che Alì sarebbe stato il suo successore, come agli inizi della missione profetica quando con il versetto:

"Danne l'annuncio ai tuoi parenti più stretti" (26:214), gli era stato ordinato di incominciare la missione invitando i parenti più stretti. Davanti a tutti loro il Profeta dichiarò che il primo ad accettare il suo invito sarebbe anche stato il suo successore, e il primo fu Alì.

E altresì quando fu rivelato il versetto:

"O voi che credete, obbedite a Iddio e al Messaggero e a coloro di voi che hanno l'autorità" (4:59), stabilendo l'obbligatorietà assoluta dell'obbedienza a "coloro che hanno l'autorità" e considerandola pari all'obbedienza al Profeta. Jabir ibn 'Abdullah al-Ansari andò dal Profeta e gli chiese a chi si riferisse il versetto, egli rispose che alludeva ai califfi e guide dei musulmani dopo di lui, quindi elencò uno ad uno i nomi dei dodici Imam (Ghayat al-Maram, vol. 10, pag. 267, Ithbat al-Hudat, vol. 3, pag. 123)

In un altro hadith è riportato che all'imam al-Sadiq fu riferito che la gente voleva sapere come mai il nome di Alì e dell'Ahl al-Bayt (la Famiglia del Profeta) non fossero chiaramente menzionati nel Corano, egli rispose di replicare alla gente che allorché fu rivelato il versetto sulla preghiera, questo non specificava di quante unità fosse, il compito di spiegare come compierla fu affidato al Profeta, e così pure i versetti relativi all'hajj, alla zakat, e altre norme (non citano i dettagli), quindi anche la spiegazione del versetto in merito agli aventi autorità fu affidato al Profeta, ed egli dichiarò: “Di chiunque io sono la guida, Alì è la sua guida”. Inoltre disse: “Vi raccomando il Corano e la mia Famiglia, in verità ho chiesto a Dio di non separarli mai fino a quando mi raggiungeranno alla fonte (paradisiaca) e Iddio ha accettato la mia richiesta”. Disse anche: “Sappiate che la mia Famiglia è come l'Arca di Noè: chi vi sale sarà salvato e chi non sale, affogherà” (Mustadrak Hakim, vol.3 pag. 151) e ancora confermò ad Alì: “Tu sei il tutore di tutti i credenti dopo di me” (Musnad Ibn Hanbal, vol. 1 pag. 331).

Un altro versetto importante è il seguente:

In verità i vostri tutori sono solo Iddio e il Suo Messaggero e i credenti che mentre assolvono all'orazione danno l’elemosina, prosternandosi con umiltà” (5:55), secondo molti hadith narrati da sunniti e sciiti, il versetto si riferisce ad Alì ibn Abitalib, il quale, mentre stava eseguendo la preghiera, allungò la mano verso un mendicante indicandogli così di prendere l’anello che portava al dito, riguardo a questo aspetto non ci sono pertanto dubbi. La differenza nell’interpretazione del versetto da parte dei sapienti sunniti e sciiti, deriva dal significato del termine wali (tradotto tutore), la stessa questione che si presenta riguardo al termine tradotto da noi “guida” nel discorso pronunciato dal Profeta presso Ghadir Khum: in arabo è stato usato il termine mawla.

Come si può facilmente intuire i termini mawla e wali (e wilayat) provengono dalla stessa radice che indica una vicinanza tale tra due cose che niente può frapporsi fra le due, e i termini che ne derivano vengono utilizzati col significato di amico, aiutante, tutore, responsabile, autorità, e così via, perché è appunto presente un particolare tipo di vicinanza.

Tornando al versetto citato, il significato in base a quello che abbiamo appena detto è il seguente: “Solo Iddio, il Profeta e Alì sono vicini ai musulmani al massimo livello”, è chiaro che il versetto sta parlando di una vicinanza particolare, qualcosa di cui sono degni solo Iddio e il Profeta, quel ruolo di tutore nelle questioni religiose e terrene di cui abbiamo parlato nelle altre lezioni. Pertanto è difficile accettare che il significato di wali in questo versetto e di mawla nell’evento di Ghadir Khum sia “amico” come sostengono alcuni, nel versetto infatti dice che i wali sono solo Iddio, il Profeta e Alì. Non si può pensare che il versetto affermi che solo costoro sono i vostri amici, e similmente è molto improbabile che il Profeta avesse riunito e trattenuto migliaia di persone al ritorno dall’hajj, semplicemente per annunciare loro che Alì era loro amico, come lo era il Profeta.

Per quanto riguarda gli undici Imam che succedettero uno dopo l’altro ad Alì ibn Abitalib, sono presenti vari hadith sciiti in cui il Profeta li nomina uno ad uno, e anche nei Sahih - libri di hadith sunniti - alcuni hadith riportano che il Profeta annunciò dodici califfi o amir dopo di lui, tutti discendenti dei Quraysh (caratteristica che non corrisponde in alcun modo ai califfi omayyidi, abassidi, e altri che presero via via il potere).

 

Link utili:

Il discorso integrale del Profeta presso Ghadir https://www.al-islam.org/it/articles/il-messaggio-di-ghadir-traduzione-del-testo-integrale

Per dettagli sull’avvenimento di Ghadir http://alimamali.com/html/ita/book/ghadir/index.htm


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