La buona notizia secondo Gesù | Aggiornamenti sul progetto 

La buona notizia secondo Gesù | Aggiornamenti sul progetto 

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All’adunanza annuale del 2020 abbiamo annunciato un nuovo entusiasmante progetto, “La buona notizia secondo Gesù”. Il fratello Anthony Morris ha fatto questo incoraggiante commento: “Sarà impegnativo? Eh sì, di sicuro. Ma se Geova vuole che una cosa venga fatta, verrà fatta”. Quanto è vero quello che ha detto il fratello Morris! Fino ad ora il videoracconto più lungo prodotto dal Reparto Audio/Video durava poco più di 1 ora e 40 minuti. “La buona notizia secondo Gesù” invece complessivamente durerà più o meno 16 ore. È un piacere aggiornarvi sugli sviluppi di questo entusiasmante progetto e farvi vedere i tanti modi in cui Geova ci ha aiutato a superare varie difficoltà. L’aiuto dei fratelli e delle sorelle della filiale dell’Australasia è stato davvero prezioso perché fosse tutto pronto per le riprese. Come sono riusciti ad assolvere questo incarico così particolare, specialmente durante la pandemia? All’inizio eravamo entusiasti, ma man mano che le cose andavano avanti ci sono state delle volte in cui ci siamo chiesti se ce l’avremmo fatta, visto che nel territorio della filiale ci sono solo 68.000 proclamatori. Il nostro reparto è piccolo e anche la nostra filiale è piccola. E tutto ad un tratto avevamo questo progetto che avrebbe richiesto il triplo delle nostre risorse. Poco dopo aver ricevuto l’OK per il progetto, nel territorio della filiale ci sono stati gravissimi incendi che hanno devastato tutto il paese, e a seguire ci sono state anche delle alluvioni. Molti fratelli hanno subìto entrambi i disastri. Poi, quando finalmente eravamo pronti per cominciare con il progetto, è scoppiata la pandemia di COVID-19. Tutto il materiale edile che ci serviva e che ricevevamo, ed era tantissimo, doveva essere messo in quarantena. Questo significava che per un periodo di tempo quel materiale non poteva essere utilizzato. Dopo la quarantena lo spostavamo dove serviva. Allo stesso tempo continuavamo a ricevere merce e anche questa doveva subire la stessa procedura. In più dovevamo interagire in sicurezza con i corrieri e con le ditte esterne, e questo complicava tutto e richiedeva tanto tempo. C’era bisogno che venissero ad aiutarci i fratelli da fuori. Così abbiamo fatto un annuncio e in tanti si sono resi disponibili per venire. Molti ci hanno messo dei giorni ad arrivare e hanno dovuto percorrere strade accidentate. Una volta arrivati, hanno dovuto trascorrere un periodo in quarantena. Dopodiché erano pronti per darci una mano. Per questo progetto avevamo bisogno di attrezzature specifiche, così abbiamo chiesto ai fratelli e alle sorelle di aiutarci a trovarle. È stato davvero commovente vedere in quanti hanno risposto. Nel giro di poco tempo molti si sono offerti di donare o prestare gran parte dei macchinari pesanti e delle attrezzature. Sono stati donati perfino alberi e piante. Così abbiamo fatto venire dei volontari temporanei e abbiamo aumentato il numero dei fratelli che collaborano da remoto. E per il problema della quarantena della merce, il Comitato di Filiale ha disposto che venisse utilizzato un parcheggio della Betel. All’inizio del progetto preparavamo da mangiare per circa 200 persone, ma nel giro di poco tempo quel numero è salito a 500. E anche se la nostra è una cucina ben attrezzata, non è pensata per preparare 500 pasti al giorno. I fratelli del Comitato di Filiale e di altri reparti avevano tanto da fare. Nonostante questo sono riusciti a darci una mano. Il loro aiuto è stato davvero prezioso perché non potevano più venire i fratelli da fuori e c’era bisogno di aiuto sia in cucina che in sala da pranzo. Tutti, sia in questo reparto che alla filiale, ci siamo resi conto che serviva svolgere un lavoro di squadra e ognuno ha dato veramente il massimo per fare questo. Ma non era comunque abbastanza. Ci serviva l’aiuto di Geova per mostrare le qualità cristiane, per mantenere forti le motivazioni davanti ai problemi e per aiutarci a superare ostacoli che sembravano veramente insormontabili. Ripensando a tutti i problemi che si sono presentati e a come sono stati risolti, è chiaro che Geova ci ha aiutato giorno dopo giorno. Un fratello voleva donare un rimorchio per il trasporto merci, ma non aveva abbastanza soldi per la spedizione. Nello stesso periodo una sorella ha contattato la filiale per fare una donazione proprio per il progetto. Quello che ha donato copriva esattamente le spese di trasporto per il rimorchio. Un fratello ha lavorato della merce per noi e ha guidato 30 ore tra andata e ritorno per consegnarcela. E ha fatto questo viaggio non una volta o due, ma molte volte, e in un periodo in cui addirittura ha dovuto subire 2 interventi chirurgici. Per spedire il materiale c’era bisogno di tanti camion, e così alcuni familiari e fratelli si sono offerti di guidare e i fratelli del posto hanno offerto ospitalità a tutti loro. Sono rimasto molto colpito nel vedere che tutti alla Betel hanno mostrato profonda gratitudine per questo progetto. Vedere come hanno reagito quando c’è stato bisogno è stato molto incoraggiante ed è stato di grande aiuto. Siamo veramente grati a tutti quelli che hanno partecipato a questo progetto. Sappiamo bene che non è stato facile e che hanno dovuto fare molti sacrifici. Ma allo stesso tempo tutti quelli che sono venuti qui sono stati felicissimi di aver collaborato. Solo Geova è in grado di fare una cosa di questo genere. Geova riesce sempre a darci quello di cui abbiamo bisogno per fare la sua volontà e spesso lo fa in modi che non ci saremmo mai aspettati. Oltre a preparare la filiale dell’Australasia per il progetto, sono stati fatti molti progressi anche per quanto riguarda la sceneggiatura e la scelta degli attori e dei luoghi in cui fare le riprese. Vediamoli insieme. Ci siamo resi conto che per questo progetto bisognava apportare molte modifiche alla filiale. Sapevamo che già questo sarebbe stato impegnativo e avevamo anche bisogno di un grande numero di volontari. E a tutto ciò si aggiungeva il fatto che il progetto doveva essere coordinato da fratelli che si trovavano dall’altra parte del mondo. È una sfida trovare posti dove girare scene tratte dai Vangeli. Si tratta di paesaggi del mondo moderno che però devono sembrare del mondo antico. Quindi non devono esserci tracce della civiltà moderna, ma allo stesso tempo non dobbiamo essere in un luogo troppo isolato per poter fare le riprese. In pratica dobbiamo ricreare un intero mondo con la sua cultura e centinaia, anzi migliaia, di personaggi che compaiono in questi racconti. Però nella Bibbia non abbiamo a disposizione molte informazioni. Dato che vogliamo toccare il cuore degli spettatori dobbiamo aggiungere qualche dettaglio. Ci siamo chiesti: “Come possiamo farlo senza inserire insegnamenti o idee che contraddicono il messaggio della Bibbia?” Possiamo proprio dire che i fratelli e le sorelle di tutto il mondo ci hanno aiutato in questo progetto, ed è stato particolarmente incoraggiante vedere come i più giovani si sono subito offerti per dare una mano. Desideravano fare di più per Geova e sono stati disposti a fare cambiamenti anche dal punto di vista lavorativo e hanno accettato di trasferirsi altrove per poter collaborare a questo progetto. Stavamo cercando di capire come riuscire a fare così tanti provini in un tempo davvero limitato. Allora ci è venuta l’idea di preparare una guida che spiegasse come andava fatto il provino e poi di inviarla ai fratelli e alle sorelle che erano stati scelti. Così i fratelli erano in grado di fare il provino da casa seguendo le istruzioni e di rimandarcelo in modo che lo potessimo valutare. Abbiamo girato delle scene di prova in posti diversi. Con gli attori in costume abbiamo ricreato alcune scene in vari luoghi e in questo modo abbiamo potuto valutare meglio come usare le diverse location nel progetto. Siamo contenti di essere riusciti a fare le riprese in molti posti diversi in un solo mese, e tutto in sicurezza. In alcuni episodi nei Vangeli ci sono tante persone, come quando Gesù fece il Discorso della Montagna o quando predicò dalla barca. Ma come avremmo fatto ad avere così tante comparse? Ci siamo presi del tempo per provare vari metodi, tra cui la computer grafica. Questa e altre tecniche permettono di duplicare le persone in modo che sembrino una folla numerosa. Così il team di produzione è riuscito a capire cosa funzionava e cosa no. Questo è stato molto utile perché ci ha permesso di organizzarci bene per il giorno delle riprese vere e proprie. Dovevamo fare molte ricerche per poter avere più dettagli possibili sui Vangeli e, come sapete, c’è un intero team che è addetto a fare le ricerche per le nostre pubblicazioni. Abbiamo avuto l’opportunità di collaborare con questi fratelli e sorelle. Durante la lettura del copione i membri del Comitato dell’Insegnamento erano presenti insieme a quelli che si erano occupati della sceneggiatura, e questo è stato un aiuto incredibile perché ci davano dei consigli, ci facevano delle domande, ci dicevano dove poter fare ulteriori ricerche, cosa togliere e in molti casi cosa aggiungere. Abbiamo visto quanto hanno a cuore la storia della vita di Gesù. Ci sentivamo come se Geova ci avesse trasportato in una terra lontana nel tempo. Quando arrivavamo nelle varie location, saltavamo giù dalle auto e correvamo in mezzo alla natura. Eravamo entusiasti all’idea di poter girare le scene in quei posti. La cosa più difficile era far risalire tutti in auto e ripartire per andare a vedere la location successiva. Siamo andati a vedere il terreno di un fratello e lui ci ha detto: “Questo terreno non è mio, appartiene a Geova. Non sono sicuro del perché, ma non l’ho ancora venduto. Forse speravo che Geova lo utilizzasse in qualche modo”. È stato proprio bello vedere i fratelli e le sorelle collaborare insieme e darsi tanto da fare. Sono proprio contento di aver visto tutto questo di persona. Mi tornano in mente le parole del Salmo 133:1, che dice: “Com’è buono e com’è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!” Ed è stato proprio così, i fratelli hanno dato davvero tanto per questo progetto, chi in un modo e chi in un altro. Tutto questo ha promosso l’unità e ha permesso a Geova di benedire il nostro impegno. E che dire degli aspetti di progettazione e costruzione dei set? Come stanno procedendo le cose? Diamo un’occhiata insieme. Una delle sfide più grandi che abbiamo incontrato nella progettazione e nella costruzione è stata tenere presente che stavamo costruendo edifici o altre cose di un’epoca antica, di 2.000 anni fa. Normalmente costruiamo edifici moderni usando i materiali che abbiamo oggi, quindi la sfida era riuscire a costruire edifici antichi ma con materiali moderni. Durante il suo ministero Gesù si recò in varie città e ognuna di loro poteva avere un aspetto diverso perché i materiali che venivano usati per costruire le case erano diversi a seconda della zona. Nell’antico Israele i materiali da costruzione erano la pietra calcarea, il basalto, le pietre non squadrate e si usavano anche i mattoni d’argilla. Sul set stiamo costruendo un centinaio di porte e stiamo facendo anche più di 200 finestre. E poi ci sono da costruire tutte le imposte, gli architravi e gli stipiti di legno. In questo settore di solito si cerca di creare qualcosa di quasi perfetto, potremmo dire. Chi si occupa dell’intonaco in genere è abituato a coprire, a riparare le crepe. Invece qui dobbiamo fare tutto il contrario, e questo complica le cose. Qualche anno fa, quando si doveva scegliere quale filiale si sarebbe occupata di questo progetto, c’erano varie opzioni. Alla fine venne scelta la filiale dell’Australasia, e all’epoca devo dire che ci siamo chiesti come mai fosse stata fatta questa scelta. Poi però nel 2020 è scoppiata la pandemia e, ripensando a quello che è successo, ci siamo resi conto che quello era uno dei pochi posti al mondo dove il progetto poteva andare avanti, perché in quella zona c’era un basso numero di contagi. Così abbiamo potuto utilizzare delle ditte esterne per svolgere parte del lavoro nel cantiere. Alla fine l’aver scelto l’Australasia si è rivelata la scelta giusta. I fratelli e le sorelle che sono venuti a darci una mano sono stati molto bravi perché avevano un sacco di idee su come poter costruire queste ambientazioni storiche usando materiali moderni. Dobbiamo realizzare il rivestimento di circa 7.000 m2 di superficie e per riuscirci serviranno 2 team che se ne occupino a tempo pieno per diversi mesi. Nessuno nel cantiere era un vero e proprio esperto nel ricreare questo genere di cose. Bisognava andare per tentativi. E molte sorelle sono state in grado di ricreare proprio quell’effetto di cui avevamo bisogno. Le superfici dovevano sembrare corrose da centinaia di anni di esposizione agli agenti atmosferici. Per esempio, l’acqua di solito si infiltra e spacca le pietre. Sempre sulle pietre poi ci sono dei punti più friabili che si sgretolano più velocemente. Per ottenere questo effetto abbiamo usato delle spazzole in acciaio e in alcune zone abbiamo applicato un solvente per ricreare la porosità naturale della pietra calcarea. Una volta che sarà tutto pronto, questi rivestimenti ricopriranno i 4.500 m2 di edifici che compongono il set. È stato incredibile vedere i fratelli che, nonostante abbiano esperienze diverse, hanno collaborato insieme e fatto cose straordinarie mostrando uno spirito di squadra. Questo ha permesso loro di seguire le istruzioni. Si vede proprio che Geova sta benedicendo tutto questo. Nella zona del tempio ci sono 4.000 m2 di calcestruzzo che dovevano sembrare pietra e siamo riusciti a ricreare questo effetto. Abbiamo scoperto che una delle ditte esterne che poteva fare il lavoro era di un fratello e lui ci ha detto: “Stavo pensando che potrei farlo io, come volontario. Possiamo mettere insieme un bel gruppo di fratelli. Saremo più che felici di fare tutto questo per voi”. Abbiamo isolato una zona in cui i fratelli potessero fare delle prove e produrre il calcestruzzo di cui avevano bisogno. Ogni giorno circa 30 fratelli e sorelle sono venuti per completare la pavimentazione del tempio. Ci sono voluti 27 giorni e hanno lavorato instancabilmente. L’ultimo giorno volevamo fare una sorpresa ai fratelli del cantiere e abbiamo fatto un cartellone con scritto: “Uniti nello spirito”. Ma in realtà sono stati loro a farci la sorpresa. Sono venuti con dei palloncini e con dei cartelloni che dicevano: “Vi ringraziamo”. Tutto questo mi ha fatto pensare a quanto ci amiamo e che saremmo disposti a dare la vita per i nostri fratelli. E il motivo è perché serviamo lo stesso Dio e lo amiamo. Dopo tante notti insonni e tante preghiere, alla fine abbiamo trovato un fratello che aveva una segheria e una proprietà con degli alberi. Ha tagliato gli alberi e ce li ha consegnati al cantiere. Lo ha fatto come donazione. Era esattamente quello di cui avevamo bisogno. A volte abbiamo fatto delle preghiere specifiche su delle questioni particolari e dopo 30 minuti abbiamo ricevuto le risposte. Beh, di certo non sono state delle coincidenze. E anche se non è stato facile ottenere dei permessi li abbiamo sempre ottenuti al momento giusto. Non c’è dubbio che è stato possibile solo grazie all’aiuto di Geova. È ovvio che Satana ha cercato di metterci i bastoni tra le ruote. Ma Geova ci ha sempre dato quello di cui avevamo bisogno al momento giusto. E di certo non è stato un caso, perché lui desidera che le persone conoscano la verità riguardo a suo Figlio, Gesù. Ogni mese teniamo un’adunanza insieme al Reparto Legale della sede mondiale, il Reparto Computer della sede mondiale, il Reparto Acquisti, il Reparto Progetti e Costruzioni, il Reparto Audio/Video e i team video di zona. Tutti questi gruppi si connettono insieme alla filiale dell’Australasia. Vedere lo spirito di squadra che ci unisce per raggiungere un obiettivo comune è davvero eccezionale e rafforza la nostra fede. Siamo felici di avervi aggiornato su questo progetto. Ma forse vi state ancora chiedendo: “Come faranno gli attori a prepararsi per toccare il nostro cuore quando reciteranno? Come verrà scelto lo stile delle riprese per rappresentare gli eventi riportati nei Vangeli?” E forse la cosa che vi incuriosisce di più è sapere quando si inizierà a girare. Non perdetevi i prossimi aggiornamenti. Immaginate l’impatto che questa serie di video avrà sulle persone. Aiuterà tutti noi a seguire più attentamente le orme di Gesù. Ci aiuterà anche ad avvicinarci a Geova, dal momento che quando era sulla terra Gesù lo imitò in modo perfetto. Ma questi video non aiuteranno soltanto noi. Come è stato detto all’adunanza annuale del 2020, è probabile che questa serie verrà usata per arrivare al cuore e alla mente dei miliardi di persone che verranno risuscitate nel nuovo mondo. Pensate a come questa serie di video potrebbe aiutarle a imparare dall’esempio che diede Gesù. Capire tramite le immagini la sua personalità, vedere quanto era amorevole, umile e avvicinabile le aiuterà a conoscere Geova ancora più da vicino. Ma come useremo questa nuova serie per insegnare ai risuscitati? Dovremo aspettare e vedere cosa ci dirà Geova al riguardo. Non smetteremo di cercare la guida di Geova su questo progetto e siamo sicuri che lui continuerà a benedire il nostro impegno per questa nuova serie, “La buona notizia secondo Gesù”. 

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