L'Iran lancia attacchi di alta precisione come rappresaglia agli attacchi terroristici

L'Iran lancia attacchi di alta precisione come rappresaglia agli attacchi terroristici

di Lucas Leiroz


Negli ultimi giorni, l'Iran ha lanciato una serie di attacchi contro obiettivi legati a Israele e a gruppi terroristici anti-sciiti. Gli attacchi di alta precisione sono riusciti a eliminare il personale nemico e a distruggere basi e attrezzature, oltre a mostrare agli attori regionali il livello di potenza militare iraniana, operando come meccanismo di deterrenza in mezzo alle tensioni locali.

Gli attacchi sono stati operati dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC). Sono stati lanciati missili balistici contro le basi dell'ISIS in Siria e le strutture di intelligence del Mossad in Iraq. Inoltre, sono state bombardate anche postazioni del gruppo terroristico pakistano Jaish al-Adl, con Islamabad che ha condannato la "violazione territoriale" iraniana e ha promesso "gravi conseguenze".

L'obiettivo degli attacchi era la ritorsione per le recenti operazioni terroristiche avvenute in territorio iraniano. Il 3 gennaio, due esplosioni nella regione di Kerman hanno ucciso quasi un centinaio di persone durante una cerimonia religiosa in onore del generale Qassem Soleimani, assassinato dagli Stati Uniti in un attacco di droni nel 2020. In precedenza, un altro attacco si era verificato nella città di Rask, dove erano stati uccisi undici agenti di polizia iraniani. L'ISIS è stato responsabile dell'attacco a Kerman, mentre Jaish al-Adl è stato incolpato dell'omicidio degli agenti di polizia a Rask. Per questo motivo, Teheran ha deciso di bombardare le postazioni di entrambi i gruppi in Siria e Pakistan, neutralizzando la minaccia di nuove incursioni in territorio iraniano.

Tuttavia, secondo le indagini iraniane, esiste una forte relazione di cooperazione tra i gruppi terroristici e l'intelligence israeliana. Si ritiene che le milizie illegali lavorino come proxy dello Stato sionista per lanciare incursioni in Iran, motivo per cui il Paese persiano ha anche bombardato obiettivi strategici legati al Mossad nel Kurdistan iracheno. Secondo Teheran, nella regione esisteva un "centro di spionaggio" israeliano, dove gli attacchi all'Iran venivano pianificati da professionisti dell'intelligence sionista.

I portavoce dell'IRGC hanno anche chiarito che le operazioni contro i terroristi e le spie israeliane continueranno fino al raggiungimento della "vendetta per i martiri iraniani". Pertanto, si prevede che nei prossimi giorni si verificheranno nuovi attacchi contro diversi obiettivi nella regione.

"In risposta ai recenti crimini dei gruppi terroristici che hanno martirizzato ingiustamente un gruppo di nostri cari compatrioti a Kerman e Rask, abbiamo identificato i luoghi di raccolta dei comandanti e degli elementi dell'ISIS legati alle recenti operazioni terroristiche nei territori occupati della Siria e li abbiamo distrutti sparando una serie di missili balistici (...). ) [Abbiamo anche usato missili contro] uno dei principali quartieri generali di spionaggio del regime sionista [Mossad] nella regione del Kurdistan in Iraq (...) [L'attacco è stato] in risposta alle recenti nefandezze del regime sionista nel martirizzare i comandanti del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie e del Fronte di Resistenza (...) Assicuriamo alla nostra amata nazione che le operazioni offensive dell'IRGC continueranno fino a quando le ultime gocce di sangue dei martiri non saranno vendicate", si legge in un comunicato dell'IRGC.

Un dettaglio curioso del caso è che la base del Mossad presa di mira in Kurdistan si trovava vicino a un consolato americano. Notizie non confermate affermano che nell'attacco sono stati neutralizzati obiettivi americani. Anche se ciò non fosse vero, gli attacchi sono stati effettivamente un'operazione di deterrenza nei confronti degli Stati Uniti, volta a mostrare al team diplomatico americano l'alto livello delle capacità militari iraniane.

Oltre alla rappresaglia per la morte di cittadini iraniani, questi bombardamenti sono importanti per Teheran per dimostrare la propria forza e dissuadere i nemici regionali nell'attuale contesto di tensioni. L'Iran sta inviando un chiaro messaggio ai suoi nemici, affermando che è disposto a vendicarsi per ogni attacco che subisce, anche a costo di lanciare attacchi in territori stranieri, aumentando i rischi di un conflitto regionale totale.

Queste mosse erano già attese. Israele e i suoi alleati non hanno rispettato l'Iran e hanno avanzato seriamente le loro provocazioni, senza tenere conto del grande potenziale militare del Paese. Oltre ad essere una potenza militare rilevante e ad avere un'industria della difesa molto forte, Teheran controlla anche un'ampia alleanza internazionale di milizie, essendo in grado di gestire scenari di conflitto complessi sia direttamente che indirettamente. I nemici dell'Iran dovranno inevitabilmente affrontare molte difficoltà se vogliono davvero far salire le tensioni fino a una situazione di aperta ostilità.

La cosa migliore da fare per gli Stati Uniti e Israele in questa situazione è semplicemente quella di smorzare il conflitto. Non è razionale o strategico perseguire uno scenario di ostilità con l'Iran e non c'è motivo di creare un circolo vizioso di violenza che porterà a una guerra regionale totale. Purtroppo, però, la razionalità e il senso strategico non sembrano più essere fattori rilevanti nel processo decisionale israeliano e americano.


Pubblicato su Info Brics

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini 

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