L'Armenia si esporrà a gravi rischi se uscirà dalla CSTO

L'Armenia si esporrà a gravi rischi se uscirà dalla CSTO

di Andrew Korybko


Il Primo Ministro armeno Pashinyan ha annunciato che il suo Paese intende ritirarsi dalla CSTO in futuro, dopo averne sospeso l'adesione all'inizio di quest'anno, come ha simbolicamente rivelato in occasione della Giornata della Russia (equivalente al 4 luglio russo) e subito dopo aver accettato di collaborare strategicamente con gli Stati Uniti. Ha giustificato questa scelta con il fatto che i suoi alleati stanno "complottando una guerra" contro l'Armenia con l'Azerbaigian.

In sintesi, le relazioni russo-armene sono state travagliate da quando Pashinyan è salito al potere con la Rivoluzione colorata del 2018 e si sono poi rapidamente deteriorate dopo la guerra del Karabakh del 2020 con l'Azerbaigian, con un'accelerazione della tendenza dopo che Baku ha ripreso il pieno controllo della regione lo scorso settembre. Parallelamente, Stati Uniti e Francia hanno intensificato gli sforzi per "estromettere" l'Armenia dalla CSTO con promesse di sostegno militare, peggiorando i legami con l'Azerbaigian.

L'Occidente intende trasformare l'Armenia nel suo bastione regionale per dividere e governare il Caucaso meridionale, il che potrebbe assumere la forma di sostenere militarmente la rinascita del revanscismo armeno contro l'Azerbaigian. Tuttavia, non c'è alcuna possibilità realistica che ciò accada presto, dal momento che l'Azerbaigian ha battuto l'Armenia nel 2020 e l'anno scorso. L'unico motivo per cui l'Azerbaigian non ha "finito il lavoro" "smilitarizzando" l'Armenia per garantire in modo sostenibile la propria sicurezza è dovuto agli impegni di difesa reciproca della Russia nell'ambito della CSTO.

Gli osservatori potrebbero quindi chiedersi perché l'Armenia vorrebbe uscire da questa organizzazione e quindi esporsi allo stesso identico scenario che l'Azerbaigian brama di attuare ma che non è riuscito a realizzare solo perché non vuole rischiare una guerra con il suo stretto partner russo. Dopotutto, non è realistico aspettarsi che l'Armenia entri nella NATO nei sei mesi che intercorrono tra l'annuncio del suo ritiro dalla CSTO e la sua effettiva uscita, tanto più che la Turchia non lo appoggerebbe mai.

In teoria, l'Azerbaigian e/o la Turchia potrebbero "smilitarizzare" l'Armenia una volta che la Russia non avrà più alcun impegno di difesa reciproca nei confronti del Paese, cosa che la NATO non sarebbe in grado di impedire, dal momento che non entrerà in guerra contro nessuno dei due - figuriamoci contro entrambi - e non ha modo di rifornire facilmente l'Armenia come fa con l'Ucraina. Tenendo presente questo, i recenti progressi dell'Armenia nella delimitazione del confine con l'Azerbaigian potrebbero anche, in teoria, eliminare il pretesto con cui i suoi vicini potrebbero "smilitarizzarla", garantendo così la sua sicurezza.

Tuttavia, uno o entrambi i vicini dell'Armenia potrebbero comunque "smilitarizzarla" "solo per essere al sicuro" dal punto di vista dei loro interessi nazionali, per cui l'uscita dalla CSTO apre irresponsabilmente l'Armenia a seri rischi senza alcun beneficio tangibile. Inoltre, anche se nessuno dei due paesi "smilitarizza" subito l'Armenia, potrebbero farlo in un secondo momento se questa cominciasse a rappresentare una minaccia latente per la loro sicurezza attraverso le importazioni di armi occidentali e l'eventuale ospitalità di consiglieri occidentali.

In altre parole, l'Occidente potrebbe replicare il modello ucraino, trasformando clandestinamente l'Armenia in una minaccia per la sicurezza regionale, mentre si fa credere che tale minaccia non esista, fino a quando non diventerà impossibile negare che quel blocco e il suo ultimo proxy regionale formalizzino i loro legami di sicurezza. È impossibile che l'Azerbaigian e/o la Turchia lascino che la situazione si avvicini a quel punto, quindi gli osservatori dovrebbero aspettarsi una "operazione speciale" nel Caucaso meridionale, se l'Occidente non ha già imparato la lezione.

 

Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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