JW Broadcasting (novembre 2023). Adunanza annuale del 2023 (Parte 1)

JW Broadcasting (novembre 2023). Adunanza annuale del 2023 (Parte 1)

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Benvenuti al programma di JW Broadcasting di novembre 2023! Il 7 ottobre la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania ha tenuto la sua adunanza annuale. Di solito questo evento viene mostrato nel programma mensile di gennaio, ma quest’anno sono a nostra disposizione 4 discorsi già da questo mese, novembre 2023. Il Corpo Direttivo ha stabilito che venissero mostrati in questo programma. Desidera che i fratelli di tutto il mondo vengano a conoscenza di queste informazioni il prima possibile. Perciò ascoltiamo attentamente e godiamoci il programma! Cari fratelli e sorelle, è bello essere qui oggi, vero? E sarete ancora più contenti nel corso della mattinata. Parliamo dell’adunanza annuale. Facciamo un esempio, prendiamo l’adunanza annuale del 2013. Beh, quell’adunanza annuale ha davvero lasciato il segno. Infatti possiamo dire che ha letteralmente segnato la nostra storia. Forse pensate che tutte le adunanze annuali lascino il segno, e molti saranno d’accordo, ma quella fu davvero speciale. A quell’adunanza venne presentata l’edizione riveduta in inglese della Traduzione del nuovo mondo. Quel momento fu davvero memorabile. Quella straordinaria edizione della Bibbia continua a essere una benedizione per molte persone nel mondo man mano che viene tradotta in altre lingue. Oggi, 10 anni dopo, esattamente 10 anni dopo, è arrivato il momento di assistere a un’altra adunanza annuale memorabile. Geova ha aiutato lo schiavo fedele e saggio a capire più profondamente alcuni princìpi e intendimenti proprio da quello stesso meraviglioso libro, la Bibbia. E adesso, fratelli, tutto questo sta per passare a voi. Che ne dite? Siete… ...siete pronti per queste novità? Ascoltiamo con grande attenzione questo interessante simposio che sta per cominciare. Ogni oratore introdurrà l’oratore successivo in programma. Ascoltiamo adesso il primo discorso, che sarà pronunciato dal fratello Gage Fleegle. Il tema del discorso è “Amiamo Geova, lodiamo Geova”. Il giorno era l’11 nisan del 33 E.V., Gesù era nel tempio impegnato a predicare proprio pochi giorni prima di morire. Mise a tacere gli scribi e i farisei con i suoi ragionamenti logici, e allo stesso tempo insegnò alcuni degli argomenti più conosciuti del suo ministero terreno. Per esempio, “rendete a Cesare ciò che è di Cesare, ma a Dio ciò che è di Dio”. Poi uno degli scribi che gli si era avvicinato gli chiese: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?” Come rispose Gesù? La sua risposta ha avuto un impatto davvero significativo fino ai nostri giorni per chiunque dica di essere cristiano. La troviamo in Marco al capitolo 12, vi invito a leggere insieme a me. Marco capitolo 12, leggeremo insieme i versetti 29 e 30. Marco 12:29, 30: “Gesù rispose: ‘Il primo [cioè il comandamento più importante, il comandamento più grande] è: “Ascolta, o Israele: Geova è il nostro Dio; c’è un solo Geova. E tu devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”’”. “Devi amare Geova”. Amare Dio sembra semplice, vero? Miliardi di persone affermano di amare Dio, però amano di più i piaceri. Oppure sono pronti a combattere e a uccidere il loro prossimo o si rifiutano di vivere secondo le norme morali di Dio. Dicono di amare Dio, ma facendo queste cose si contraddicono. Gesù dimostrò che l’amore per Dio è più che un semplice sentimento di affetto. Gesù sottolineò che l’amore per Dio deve essere completo, con tutto il nostro cuore, la nostra anima, la nostra mente e la nostra forza. Ha lasciato fuori qualcosa? I nostri occhi, le nostre orecchie, le nostre mani? Gli approfondimenti al versetto 30 ci aiutano a capire che questo tipo di amore include le emozioni, i desideri e i sentimenti. Le nostre facoltà intellettive, la nostra capacità di ragionare, la nostra forza fisica e mentale, tutto il nostro essere, tutto quello che siamo dobbiamo usarlo per dimostrare che amiamo Geova. L’amore per Dio deve dominare l’intera vita di una persona, non si lascia fuori niente. Beh, poco dopo aver parlato del più grande comandamento, e ricordiamolo, Gesù parla di questo argomento proprio mentre si trova là nel tempio, Gesù menziona degli esempi positivi e negativi di cosa significa amare Dio. Prima di tutto condannò con fermezza gli scribi e i farisei perché fingevano di amare Dio. L’intero messaggio di condanna si trova in Matteo al capitolo 23. Quegli ipocriti davano perfino la decima di piccole e minuscole erbe, ma trascuravano le cose più importanti come la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Quelli erano esempi negativi. Ma poi Gesù rivolse la sua attenzione a un meraviglioso esempio di amore per Dio. Se siete ancora in Marco capitolo 12, leggiamo dal versetto 41: “Sedutosi di fronte alle casse del tesoro, osservava come la folla metteva denaro nelle casse del tesoro; e tanti ricchi ne mettevano molto. Venne poi una vedova povera che offrì due monetine di piccolissimo valore. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse loro: ‘In verità vi dico che questa vedova, povera com’è, ha offerto più di tutti gli altri che hanno messo denaro nelle casse del tesoro. Tutti infatti hanno offerto attingendo da quello che avevano d’avanzo, ma lei nella sua povertà ha offerto tutto quello che possedeva, tutto ciò che aveva per vivere’”. Le monete della vedova povera valevano all’incirca 15 minuti di lavoro. Ma Gesù spiegò come suo Padre vide quell’atto di adorazione, la lodò per quel sacrificio fatto con tutta l’anima. Che cosa impariamo? È chiaro che l’insegnamento va oltre il dare in senso materiale. Nella nostra adorazione a Geova quello che conta per lui sono i motivi. E Geova non ci paragona agli altri. Né fa il confronto con quello che facevamo una volta o con quello che facevamo da più giovani. Geova vuole semplicemente che lo amiamo con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza. Non cuore, anima, mente e forza di 10 o 20 anni fa, ma di oggi, quello che siamo oggi. Facciamoci una domanda riguardo al nostro amore per Geova. È ragionevole da parte di Geova aspettarsi che lo amiamo con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza? È ragionevole? Sì, assolutamente! Perché possiamo dirlo? Perché Geova ama ognuno di noi con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza. Come facciamo a saperlo? Andiamo in Isaia dal capitolo 40 al 44. Esamineremo alcuni dei tanti motivi che abbiamo per amare Geova Dio, e vedremo alcuni esempi di quanto sia profondo l’amore che Geova ha per noi. Il primo esempio si trova in Isaia al capitolo 40, notate il versetto 11. Isaia 40:11 dice: “Come un pastore, si prenderà cura del suo gregge. Con il suo braccio radunerà gli agnelli, e li porterà sul petto. Guiderà con delicatezza le pecore che allattano i loro piccoli”. Qui troviamo una bellissima descrizione di Geova, è un pastore tenero. In Ezechiele 34:15, 16 Geova dice: “Io stesso pascerò le mie pecore”. “Cercherò quella smarrita, ricondurrò quella dispersa, fascerò quella ferita [come si vede qui nell’immagine] e rafforzerò quella debole”. Davvero un pastore compassionevole che ha tenera cura di noi! Se cadiamo e ci facciamo male o se inciampiamo e finiamo in mezzo alle spine per così dire, Geova fascia le nostre ferite, ci aiuta a guarire. Quando cerchiamo il suo aiuto, non ci dice: “Eh no, avresti dovuto saperlo”. No. Però usando la sua Parola cerca di aiutarci a non ricadere in futuro. E che effetto ha questo sulle pecore? Come abbiamo visto nell’immagine, si sentono al sicuro tra le sue braccia. E noi cosa proviamo quando sentiamo la sua cura? Anche noi ci sentiamo al sicuro. Possiamo dire che Geova ci ama con tutto il suo cuore, è compassionevole, e questo ci spinge ad amarlo ancora di più. Prendiamo in esame un secondo motivo per cui amiamo Geova. Isaia 40:28, 29. Versetti 28 e 29: “Non lo sai? Non l’hai sentito? Geova, il Creatore dei confini della terra, è Dio per tutta l’eternità. Non si affatica né si stanca. La sua sapienza è insondabile. Dà potenza allo stanco e pieno vigore a chi è esausto”. Grazie al potente spirito santo, Geova ha creato ogni cosa. A partire dal suo Figlio primogenito alle miriadi di potenti creature spirituali, il vasto universo con miliardi e miliardi di stelle, il nostro splendido pianeta con un’infinita varietà di piante e animali, il corpo umano con tutte le cose incredibili che riesce a fare. Geova è davvero il Creatore onnipotente! Pensateci un attimo. Cosa succede quando ci sentiamo stanchi morti, completamente esausti, magari alla fine di una lunga giornata? Quando un essere umano si stanca fisicamente, come si ricarica? Per caso infila il caricabatterie nella presa? No. Siamo stati progettati per ricaricarci grazie al riposo e al cibo che mangiamo, il nostro combustibile. Le calorie, le energie, il cibo sono una prova dell’amore di Geova, non solo ci ricaricano ma ci danno anche piacere. Cosa avete mangiato a colazione? Magari proprio qui alla Sala delle Assemblee. Una normale ciambella zuccherata contiene dalle 190 alle 300 calorie. Speriamo che non stiate contando le calorie proprio in questo periodo. Qualunque cosa abbiate mangiato, l’energia e il cibo sono un dono dell’onnipotente Dio con il quale lui ci sostiene e ci ricarica. Comunque a volte potremmo chiederci: “Cosa possiamo fare quando ci stanchiamo a motivo delle difficoltà della vita?” Magari a motivo di problemi che non hanno soluzioni in questo sistema di cose. Beh, quando manteniamo buone abitudini spirituali, Geova ci rinvigorisce. “Dà potenza allo stanco”. Il suo spirito santo ci rafforza, ci permette di continuare ad affrontare le sfide di ogni giorno. Dà “potenza oltre il normale”, dice la Bibbia. Geova dà potenza allo stanco. Si potrebbe dire quindi che Geova ci ama con tutta la sua forza. Questo non vi fa sentire ancora più vicini a lui? Vediamo un altro motivo per cui amiamo Geova. Questa volta in Isaia 41:10, 13. Qui Geova ci dice: “Non aver paura, perché io sono con te. Non essere ansioso, perché io sono il tuo Dio. Ti rafforzerò, ti aiuterò, ti sorreggerò con la mia destra di giustizia”. Il versetto 13 continua: “Io, Geova tuo Dio, ti prendo per la destra e ti dico: ‘Non aver paura. Io ti aiuterò’”. Geova è il nostro soccorritore. Ci afferra la mano destra con la sua destra di giustizia. In altre parole, a volte ci afferra e ci tira fuori dalle situazioni difficili della vita. Nel passato Geova liberò il suo popolo dalla schiavitù in Egitto. In Isaia 63:9 si dice: “Durante tutte le loro sofferenze, soffrì anche lui. […] Li sollevò e li portò per tutti i giorni antichi”. Quand’è stata l’ultima volta che Geova ha liberato te da una prova? Nel Salmo 18, con un linguaggio poetico molto vivido, Davide descrisse il modo straordinario in cui Geova può liberarci. Nel Salmo 18:8-10 ci dice: “Fumo uscì dalle sue narici, un fuoco divoratore venne dalla sua bocca. […] Nel discendere egli curvò i cieli; sotto i suoi piedi c’era fitta oscurità. Venne cavalcando un cherubino, volando; venne sfrecciando sulle ali di uno spirito”. Versetto 16: “Dall’alto egli stese la mano, mi afferrò e mi tirò fuori da acque profonde”. Il versetto 19 dice: “Mi portò al sicuro; mi liberò perché gli ero gradito”, scrisse Davide. Riuscite a immaginare Geova che stende la sua “destra di giustizia” e vi libera da una prova? Perché lo fa? Perché Geova ci ama con tutta la sua anima, con tutto sé stesso. Come vi fa sentire questo? Vi fa sentire ancora più vicini al vostro Padre celeste? Consideriamo un quarto motivo per cui ci sentiamo spinti ad amare Geova. Isaia 42:8, 9. Dice: “Io sono Geova. Questo è il mio nome; non do la mia gloria a nessun altro, né la lode che mi spetta alle immagini scolpite. Ecco, le prime cose sono avvenute; ora annuncio cose nuove. Prima che accadano, ve le rivelo”. Quindi qual è un motivo per cui amiamo Geova? Perché è un Dio di profezie. E noi sappiamo che Geova mantiene sempre le sue promesse. È una cosa legata al suo nome, Geova, che si ritiene significhi “Egli fa divenire”. “Nemmeno una di tutte le promesse di cose buone che aveva fatto tramite il suo servitore Mosè è rimasta inadempiuta”. Chi disse queste parole? Beh, sia Giosuè che Salomone espressero questo pensiero. E anche noi, a più di 3.000 anni dal tempo di Salomone, siamo d’accordo. Abbiamo ancora più motivi per confermarlo, perché si sono adempiute tante profezie da allora. Il Regno di Dio sta governando. La pura adorazione è stata ristabilita. Possiamo dire con certezza che nemmeno una delle promesse che ha fatto Geova è rimasta inadempiuta. Ma perché questo ci fa amare di più Geova? Perché le profezie sono il fondamento della nostra speranza. Quando ascoltiamo le parole di Isaia 33:24 o di Giovanni 5:28, 29 o di Rivelazione 21:3, 4, pensiamo all’effetto che avrà vedere sparire per sempre le malattie, il dolore e la morte, e a cosa significherà per noi e per i nostri cari. La risurrezione. Riabbraccerete i vostri cari. È una certezza. Il nome stesso di Dio ci dà la garanzia. Geova “fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero”. Perché possiamo esserne sicuri? Perché le sue promesse si adempiono sempre, senza ombra di dubbio. In Geremia 29:11 Geova ci dice: “Io conosco bene i pensieri che nutro per voi: voglio che abbiate pace, non calamità, e voglio darvi un futuro e una speranza”. Potremmo dire che Geova ci ama con tutta la sua mente, e renderà i pensieri che nutre per noi una realtà. Come vi fa sentire questo? Dal libro profetico di Isaia abbiamo visto 4 motivi per cui amiamo Geova. Primo, è il nostro Pastore. Secondo, è il Creatore. Terzo, è il nostro Soccorritore. E quarto, è un Dio di profezie. Di sicuro vi verranno in mente anche altri motivi. Ma notate quello che hanno detto alcuni quando gli è stato chiesto perché loro amano Geova. Un fratello ha detto: “Amo Geova perché ascolta le mie preghiere”. Una sorella ha detto: “Geova è avvicinabile. È un grande privilegio avere un amico a cui puoi rivolgerti in qualsiasi momento sapendo che lui ti capirà”. Un’altra sorella ha detto che lo ama per tutte le cose belle che ha creato solo per dimostrarci che ci vuole bene. “Non abbiamo bisogno di sentire i sapori per vivere”, dice. “Non c’è bisogno che un tramonto sia così bello. Non è necessario che esista la musica, però esiste. Amo Geova perché il suo amore per noi lo spinge a fare sempre qualcosa in più del necessario”. Un altro fratello ha detto questo: “Amo Geova perché è pronto a perdonare”. E questo non ci fa venire in mente la più grande espressione di amore di Geova, il sacrificio di riscatto di Gesù? Quindi la domanda che dobbiamo farci è questa: Perché io amo Geova? Perché tu ami Geova? Cosa ci spinge a fare questo amore che proviamo per lui? La risposta si trova in Isaia 43:10. In Isaia 43:10 Geova dice: “‘Voi siete i miei testimoni”. “Il mio servitore, che io ho scelto”. Deve essere stato emozionante nel 1931 sentire il fratello Rutherford annunciare che il nuovo nome che avremmo adottato sarebbe stato Testimoni di Geova! E per quale scopo Geova ci ha scelto come suoi Testimoni? Beh, sempre nel capitolo 43, leggiamo il versetto 21. Qui dice: “Il popolo che mi sono formato affinché celebri le mie lodi”. Geova ci ha scelto per celebrare le sue lodi. Amiamo Geova. Lodiamo Geova. Che grande privilegio! Geova avrebbe potuto usare le pietre, gli alberi, gli uccelli, gli animali. E invece no. Ha scelto i suoi fedeli servitori, ha scelto voi e me per celebrare le sue lodi. Di recente in un viaggio negli Stati Uniti occidentali insieme a mia moglie, siamo riusciti a vedere bisonti, alci e cervi. Ovviamente erano a debita distanza. Sono mastodontici, animali davvero potenti. Se Geova avesse scelto loro per celebrare le sue lodi, ogni volta che ci fossimo avvicinati, ci avrebbero detto: “Lodate Iah”. Ma non li ha scelti. Mangiano solo erba. Lodano Geova, ma in un modo diverso. Battute a parte, Geova ha scelto noi per dargli lode, per parlare delle sue qualità. Geova non vuole delle lodi programmate, forzate, costrette, ma vuole delle lodi che vengono da un cuore pieno di amore. L’amore per le sue meravigliose qualità ci spinge a parlare al mondo intero del nostro straordinario Dio. Ma molti non vogliono ascoltare e ci sono governi che si oppongono a noi. Isaia 44:8. È un versetto da tenere a mente perché, come abbiamo già visto durante questa adunanza, verrà il tempo in cui affronteremo opposizione, come già succede ad alcuni nostri fratelli. Notate cosa dice: “Non siate atterriti e non fatevi paralizzare dalla paura. Non l’ho detto in anticipo a ognuno di voi? Non ve l’ho dichiarato? Voi siete i miei testimoni. C’è qualche dio oltre a me? No, non c’è nessun’altra Roccia; non ne conosco”. Geova ci dice: “Non vi atterrite. Non vi fate paralizzare dalla paura. Rendete a Cesare ciò che è di Cesare, ma a Dio ciò che è di Dio”. Cesare si mette in una brutta posizione quando cerca di impedirci di fare quello che richiede Dio. Quindi invece di essere paralizzati dalla paura, l’amore per Geova vince la paura e ci spinge a continuare a lodarlo. E abbiamo visto questa determinazione nella nostra famiglia internazionale. Per esempio in una sorella di nome Tatiana. Il procedimento penale a suo carico è ancora in corso e suo marito al momento è in custodia cautelare. Notate cosa dice: “Anche nei momenti più difficili, continuo a sentire che Geova è con me. E ho fiducia che con il suo aiuto potrò affrontare qualunque prova. Il mio cuore è pieno di pace e serenità. E sono più determinata che mai a parlare di Geova agli altri. Sono orgogliosa di essere testimone di Geova”. L’amore che Tatiana prova per Geova la spinge a continuare a lodarlo. La Bibbia non ci dice quante ore dobbiamo dedicare al ministero ogni mese, ma ci dice che a spingerci a farlo deve essere l’amore per Geova. Più lo amiamo, più parteciperemo al ministero in base alle nostre circostanze. Diamo prova di essere testimoni di Geova con la condotta, con il nostro zelo e predicando, anche in modo informale. Il profondo amore per Geova ci spingerà a parlare a quante più persone possibile del nostro meraviglioso Dio. Il secondo discorso di questo simposio parlerà di come l’amore per Geova motivò il suo popolo nei tempi biblici. Il terzo parlerà di come l’amore che i servitori di Geova provano per lui li motiva ai nostri giorni. E il quarto di come dovrebbe influire su di noi il secondo più grande comandamento. Dobbiamo aspettarci qualche novità? Parleremo di un modo nuovo di vedere il ministero? Restate collegati! Ora ascoltiamo il fratello Gerrit Lösch, membro del Corpo Direttivo, che tratterà il tema “L’amore per Geova nei tempi biblici”. Tutti noi proviamo gioia quando riceviamo dei regali da qualcuno. Ma quando siamo noi a poter fare dei regali agli altri, proviamo ancora più gioia. Ogni cosa buona viene da Geova, e lui prova gioia nel dare. E vuole che anche gli esseri umani provino gioia nel dare. Geova è stato il primo a mostrare generosità, e la sua generosità non ha uguali. Ha dato la vita ai suoi figli spirituali e agli esseri umani. Diede ad Adamo una moglie stupenda, e diede loro un paradiso in cui vivere. Poi ad Adamo ed Eva fu data l’opportunità di usare il loro tempo e le loro energie per prendersi cura della terra e per espandere il giardino di Eden, così da rendere tutta la terra un paradiso abitato da esseri umani giusti. Successivamente, secoli dopo, Geova formò la nazione di Israele e diede loro un paese pieno di cose buone. Come avrebbero potuto gli israeliti mostrare la loro gratitudine? Geova diede anche a loro l’opportunità di dare e mostrarsi generosi. In quel caso comandò agli israeliti di dare la decima. Cosa significa questo? Dare la decima significa dare la decima parte di qualcosa. Gli israeliti dovevano dare a Geova un decimo di tutti i loro raccolti e dei loro animali. Possiamo leggere questo comando in Levitico 27:30, 32. Seguitemi dallo schermo mentre leggo questi versetti. Il versetto 30 dice: Il versetto 32 dice: Avete notato che Geova disse che la decima era qualcosa di santo che gli apparteneva? Eppure che cosa faceva Geova con quella decima? La dava generosamente alla tribù dei leviti che non avevano ricevuto nessuna terra in eredità. Infatti seguitemi ancora dallo schermo mentre leggo Numeri 18:21. Il versetto 24 dice: Pensate a come questa disposizione si rivelò una benedizione per i leviti, che dedicavano il loro tempo e le loro energie al servizio di Geova al tabernacolo. Si rivelò una benedizione anche per tutta la nazione di Israele, perché avevano una tribù completamente dedicata alla cura del tabernacolo e, più avanti, del tempio di Geova. Ma in che modo i leviti avrebbero potuto mostrare la loro gratitudine e il loro amore a Geova? Anche a loro fu comandato di dare la decima. Come dicono i versetti da 26 a 29, anche loro avrebbero dovuto dare un decimo delle contribuzioni che ricevevano. Dovevano darle ai sacerdoti aronnici per sostenerli. Sembra che gli israeliti fossero anche tenuti a mettere da parte una seconda decima per sostenere le spese per partecipare alle 3 feste nazionali dedicate a Geova. Inoltre, ogni terzo e sesto anno di ogni ciclo sabatico di 7 anni, questi fondi venivano dati ai leviti, agli stranieri residenti, alle vedove e agli orfani. Cosa abbiamo imparato sul dare e sulla decima? Come abbiamo visto, la disposizione della decima offriva al popolo di Dio la meravigliosa opportunità di mostrare amore e gratitudine a Geova e di sostenere la pura adorazione. Immaginate anche come chi era nel bisogno, gli stranieri residenti, le vedove e gli orfani saranno stati grati per questa disposizione amorevole. Ma c’è qualcos’altro di molto interessante riguardo alla disposizione di dare la decima. Da nessuna parte nelle Scritture leggiamo che Geova dispose che un essere umano controllasse se ogni persona stava davvero dando l’intera decima parte dei suoi prodotti e dei suoi animali. E nessuno fu incaricato di far rispettare la disposizione di dare la decima. Quindi, sebbene fosse richiesto dalla Legge, dare la decima era qualcosa che rimaneva tra il singolo israelita e Geova. Pertanto, questa disposizione permetteva a ciascun israelita di dimostrare il suo amore per Geova a livello personale. Ma cosa sarebbe successo se qualcuno segretamente non avesse dato a Geova l’intera decima, magari dando meno del dovuto? Come si sarebbe sentito Geova al riguardo? Sarebbe stato pronto a benedire chi si mostrava poco generoso? Probabilmente no. D’altra parte, come si sarebbe sentito Geova riguardo a quelli che generosamente davano anche più della decima? Beh, non bisogna tirare a indovinare, vero? Quando il fedele re Ezechia promosse la pura adorazione e incoraggiò il popolo a dare la decima, cosa accadde? Vediamolo in 2 Cronache 31:4-6. Che cosa provò Geova riguardo alla generosità che mostrò il suo popolo? Notate cosa dicono i versetti 9 e 10: Sì, Geova benedisse abbondantemente quelli che mostravano generosità dando la decima. Purtroppo il popolo di Israele poi perse il suo spirito generoso e trascurò di dare la decima. Così, alcuni anni dopo, Geova ispirò il profeta Malachia a ricordare agli israeliti il privilegio che avevano di dare. Cosa disse Geova? Vediamolo in Malachia 3:10: Pensate, Geova stava chiedendo a ogni singolo israelita di metterlo alla prova. Geova avrebbe davvero benedetto quelli che gli davano l’intera decima fino a quando non avessero avuto più bisogno di nulla? Sì, assolutamente. Oggi ovviamente non ci viene più richiesta la decima, perché non siamo più sotto la Legge mosaica. Invece di seguire il comando di dare un decimo delle nostre entrate, 2 Corinti 9:7 dice: Quindi che cosa abbiamo imparato sulla disposizione della decima? Geova ci ha creati con la capacità di provare gioia nel dare, e vuole che gli doniamo generosamente il nostro tempo e le nostre risorse perché lo amiamo, non perché qualcuno ci osserva e controlla quello che facciamo. Abbiamo anche imparato che Geova benedice abbondantemente la nostra ubbidienza quando è motivata dal nostro amore per lui. Ma c’è qualcos’altro che possiamo imparare su Geova dalle disposizioni che c’erano al tempo dell’antico Israele? Sì, vediamo quello che dice la Bibbia sui nazirei. Chi erano i nazirei? Il capitolo 6 di Numeri spiega in cosa consisteva il nazireato. Leggiamo Numeri 6:1, 2. Dice: Quindi gli israeliti, sia uomini che donne, potevano decidere volontariamente di diventare nazirei. Questo significava che dovevano soddisfare certi requisiti che non dovevano soddisfare gli israeliti in generale. Quali erano questi requisiti? In Numeri 6:3-7 viene detto che i nazirei, primo, non dovevano bere alcolici e non dovevano consumare nulla che fosse “ricavato dalla vite”. Secondo, non dovevano tagliarsi i capelli. E terzo, non dovevano toccare cadaveri. Sottomettendosi volontariamente a questi ulteriori requisiti, i nazirei dimostravano il loro amore per Geova in un modo speciale. Perché? Immaginate di assumere qualcuno per eseguire dei lavori di riparazione a casa vostra. Dopo aver eseguito le riparazioni, questa persona nota che sono necessarie altre riparazioni e vi dice che eseguirà anche quelle senza costi aggiuntivi. Come vi sentireste nei confronti di questa persona? Non apprezzereste la sua generosità e il suo impegno per fare più di quello che gli era stato richiesto? Potreste anche decidere di darle una paga extra. E come si sentirà quella persona che ha fatto il lavoro? Dato che è una persona generosa, proverà la gioia che deriva dal dare più di quello che gli era stato richiesto. Lo stesso valeva per i nazirei. Geova non richiese a nessuno di diventare nazireo, ma stabilì questa disposizione. Perché? Evidentemente sapeva che alcuni israeliti fedeli avrebbero deciso volontariamente di soddisfare degli ulteriori requisiti motivati dal loro grande amore per lui. E la loro gratitudine verso Geova li avrebbe spinti a fare ancora di più per lui. Senza dubbio Geova si rallegrava moltissimo quando vedeva che il suo popolo mostrava generosità e gratitudine in questo modo. Quindi che cosa possiamo imparare da questa disposizione? Geova apprezza davvero tanto e benedice riccamente tutti quelli che gli mostrano il loro amore facendo più di quello che è richiesto. Oggi questo lo si può dire di tutti quelli che hanno le circostanze per servire Geova a tempo pieno, quelli che fanno i pionieri, che servono come volontari alla Betel o che svolgono altri incarichi teocratici. Come sappiamo, Geova abolì la Legge Mosaica con le sue disposizioni riguardo alla decima, ai nazirei e ai molti sacrifici animali. Colossesi 2:14, dice che Geova “ha cancellatoil documento scritto”, ovvero il patto della Legge. Ma c’è qualcosa che possiamo imparare da queste disposizioni del passato per sostenere la pura adorazione? Sì. Romani 15:4 ci ricorda che “tutto ciò che è stato scritto in passato è stato scritto per istruirci”. Quindi l’organizzazione di Geova oggi può trarre beneficio dai princìpi che sono alla base delle disposizioni della decima e del nazireato? In che modo noi a livello individuale possiamo sostenere le moderne disposizioni per la pura adorazione? E un esame più attento delle disposizioni per la pura adorazione nell’antico Israele ci aiuta forse a capire che dovremmo apportare ulteriori cambiamenti oggi? Per avere le risposte a queste domande diamo la nostra attenzione al fratello Samuel Herd, membro del Corpo Direttivo, che pronuncerà il prossimo discorso di questo simposio dal tema “L’amore per Geova nei tempi moderni”. Mentre ascoltavate il fratello Lösch che parlava delle disposizioni relative alla decima e al nazireato, avete pensato al collegamento con le disposizioni per l’adorazione dei nostri giorni? Forse vi state chiedendo: “A cosa corrisponde la decima oggi?” Come ha spiegato il fratello Lösch, gli israeliti erano tenuti a versare la decima. Ma questo dava anche ai servitori di Dio la possibilità di dimostrare regolarmente l’amore che provavano per Geova. Permetteva loro di dargli il meglio. Ovviamente oggi non ci viene più richiesto di dare a Geova una percentuale fissa delle nostre entrate. Il comando di dare la decima venne abolito insieme alla Legge mosaica. E in Galati 6:2 viene detto che ora siamo sotto “la legge del Cristo”. Infatti, oggi, quando i veri cristiani danno a Geova, lo fanno in base a quello che hanno “deciso nel loro cuore”. Ma il comando di dare la decima ci fa capire qualcosa che Geova si aspetta dai suoi servitori anche oggi. Ricorderete che dare la decima non significava solo dare un decimo, ma dare la migliore decima parte dei prodotti e degli animali di una persona. Geova merita solo e unicamente il meglio che abbiamo. Con questo in mente, come possiamo dare a Geova il meglio che abbiamo? Ovviamente ci impegniamo per ubbidire a tutti i comandi di Geova. Ma c’è un comando in particolare che è molto importante, perché permette di riconoscere chi sono i veri cristiani al giorno d’oggi. Qual è? Leggiamolo insieme sullo schermo. Matteo 28:19, 20. Leggiamo: Vi siete sorpresi che abbiamo letto proprio questo passo biblico? Sicuramente no. Da questi versetti capiamo che a tutti i cristiani viene richiesto di impegnarsi nell’opera di fare discepoli. E voi, cari fratelli e sorelle, avete incentrato la vostra vita su questo passo biblico. Avete dato e continuate a dare tutto il vostro meglio per ubbidire a questo importantissimo comando. Vi lodiamo di cuore per questo. L’organizzazione di Geova è sempre stata molto attenta a monitorare i progressi di questa grande opera che si svolge in tutto il mondo. Siamo molto felici di vedere nel rapporto mondiale pubblicato ogni anno che il numero dei proclamatori del Regno continua a crescere. Il rapporto mondiale aiuta il Corpo Direttivo a capire dove c’è bisogno di inviare missionari, pionieri speciali e pionieri regolari. Guardiamo un video che dimostra come i servitori di Geova hanno sempre preso sul serio questo aspetto nel corso del tempo. Quando abbiamo iniziato a fare rapporto del servizio di campo? Prima del 1920 solo i colportori, cioè i pionieri, facevano rapporto di servizio. Ma a partire dal 1920, tutti quelli che nella congregazione partecipavano al ministero compilavano un rapporto settimanale. Il rapporto per l’anno di servizio 1920 per gli Stati Uniti fu il primo a riportare l’attività dei proclamatori di congregazione. Quel rapporto rivelò che c’erano 8.052 lavoratori delle classi, o proclamatori, e 350 pionieri impegnati nell’opera di predicazione. Tra gli anni ’20 e gli anni ’30, per 2 volte all’anno, si sceglieva una settimana per svolgere una campagna speciale di predicazione. Per quella settimana l’obiettivo che dovevano raggiungere i pionieri era 40 ore. Dal gennaio 1939, tutti i proclamatori furono incoraggiati a dedicare 60 ore al mese all’opera di predicazione. All’inizio, i rapporti del servizio di campo erano davvero molto complicati. Nel corso degli anni i moduli usati dai proclamatori per fare rapporto sono stati semplificati. I rapporti hanno sempre incluso il numero delle visite ulteriori, degli studi biblici, delle pubblicazioni lasciate e delle ore trascorse nel ministero. Oggi come allora, dietro ad ogni rapporto del servizio c’è una storia da raccontare. La prima volta che entrai in una Sala del Regno avevo 16 anni. Vidi questa tabella sul podio e mi resi conto che all’organizzazione interessa quello che facciamo nel ministero, quello che diciamo e quanto tempo parliamo di Geova. Me ne resi conto fin dall’inizio, così dopo 3 mesi che studiavo, iniziai ad uscire in servizio e volevo fare anch’io rapporto. I fratelli mi fecero vedere come farlo. Da allora non ho più smesso. Io e Alan siamo stati nominati pionieri speciali nel 1966. Ogni mese dovevamo fare 150 ore e 50 visite ulteriori. Era un bell’obiettivo. Come pionieri speciali o missionari dovevamo lasciare 150 riviste, una per ogni ora. Un giorno abbiamo incontrato un missionario e sua moglie mentre andavamo al cinema. Anche loro ci andavano ogni sabato, proprio ogni sabato. Ma quella volta lui ci disse: “Oh, non posso venire con voi perché non ho lasciato 150 riviste! Me ne mancano ancora 5 e poi vi raggiungo al cinema”. Nel 1961 siamo stati nominati pionieri speciali. Vivevamo in una roulotte. Facevamo 5 ore di servizio al giorno, ogni giorno. Fare le ore non era un problema. Vivere con 100 dollari al mese, quello sì era un problema. E così David disse: “Vado a cercare un lavoro”. E a quel tempo era stato aperto un nuovo negozio in città. Perfetto! Lui andò dal titolare e gli disse: “Vorrei lavorare un giorno a settimana”. E lui rispose: “E cosa farai il resto del tempo?” E David: “Beh, vado a bussare alle porte delle persone e parlo del Regno di Dio”. “Davvero? Allora questa è la mia porta, bussa pure”. Lui venne alla verità, la moglie venne alla verità e anche i figli sono nella verità. - E loro avevano anche una segretaria. - Mm-hmm. Lei aveva 7 figli e ci disse: “Beh, vorrei studiare la Bibbia anche io”. E così iniziammo a studiare con i 7 figli dopo cena. Sì… E lo studio andava molto bene. Sì. E dopo studiavamo con i genitori, quindi quando avevamo finito era probabilmente quasi mezzanotte. Portammo anche il sorvegliante di circoscrizione. Lui disse: “Sono troppo vecchio per fare il turno di notte”. Non mi sono mai concentrata troppo sul fare le ore, ho sempre cercato di parlare con le persone. Volevo, volevo conversare con loro, non solo lasciare delle riviste. E ho sempre fatto del mio meglio per conoscere bene chi studiava la Bibbia con me. La cosa più importante non sono le ore da fare, ma le vite da salvare! Che emozione ascoltare le parole di questi cari fratelli e sorelle fedeli! Pensate che il fratello Buettell ha compiuto 100 anni e la sorella Buettell 98. Possiamo dire che si stanno già portando avanti per la vita eterna. Come abbiamo visto, consegnare il rapporto del servizio di campo è servito a uno scopo davvero importante per molti anni. Comunque, come ha detto il fratello Fleegle nel primo discorso di questo simposio, i servitori di Geova si sentono spinti a lodare Geova dal grande amore che provano per lui. Inoltre, partecipare al ministero riflette sia il nostro sincero amore per le persone sia il nostro amore per la buona notizia. Quindi partecipiamo al ministero non perché dobbiamo consegnare un rapporto a fine mese. Potremmo dire così: il ministero che svolgiamo è come un regalo, un regalo che facciamo a Geova e alle persone. Geova comunque è realista. Sa che molti nostri fratelli e sorelle hanno dei limiti dovuti alle circostanze, come ad esempio l’età avanzata oppure gravi problemi di salute. Altri affrontano problemi come l’aumento del costo della vita, disordini civili, guerre oppure opposizione alla nostra opera. La pandemia di COVID-19 che abbiamo vissuto di recente ha limitato notevolmente quello che molti di noi hanno potuto fare nel ministero. Alcuni fratelli che hanno predicato fedelmente per decenni possono sentirsi in imbarazzo a indicare che hanno dedicato poco tempo al ministero. Se questo è il tuo caso, dovresti pensare che hai fallito in qualche modo? Assolutamente no! Leggiamo questo passo biblico, 2 Corinti 8:12. Se stiamo dando a Geova il nostro meglio, lui vuole che ci rallegriamo per quello che facciamo, non che ci sentiamo in colpa per quello che non riusciamo a fare. Le Scritture mettono in relazione i sacrifici che si offrono a Geova con la gioia. Per esempio Neemia 12:43 dice: Riuscite a immaginare Geova che reputa un israelita infedele perché la sua decima è inferiore alla decima di un altro israelita? Ovviamente no. Ognuno ha circostanze e capacità differenti. Il fratello Lösch ha spiegato che, anche se nell’antico Israele era obbligatorio dare la decima, Geova non incaricò nessuno di controllare o registrare in qualche modo la decima che ciascuna persona versava. La decima era una questione tra ogni singolo israelita e Geova. Il Corpo Direttivo ritiene che si possa applicare lo stesso principio al tempo che dedichiamo al ministero. Il nostro ministero include molto più che semplicemente contare le ore. Per questa ragione siamo felici di annunciare che a partire dal 1º novembre del 2023 ai proclamatori delle congregazioni non sarà più richiesto di indicare nel rapporto del servizio di campo il tempo che hanno dedicato al ministero. Inoltre non dovranno più indicare il numero di pubblicazioni distribuite, di video mostrati e di visite ulteriori. Il rapporto del servizio conterrà semplicemente un riquadro che permetterà a ogni proclamatore e a ogni proclamatrice di indicare se ha partecipato a qualche forma di testimonianza nel corso del mese. Ci sarà anche un riquadro in cui i proclamatori potranno riportare il numero dei diversi studi biblici che conducono. Questo rapporto semplificato continuerà ad avere una grande utilità. Ci permetterà di sapere quanti proclamatori attivi ci sono in ogni paese. Inoltre ci aiuterà a capire se in certi territori si stanno conducendo tanti studi biblici e dove c’è maggiore bisogno di pionieri regolari, pionieri speciali, missionari e Sale del Regno. Anche se i proclamatori non faranno più rapporto del tempo dedicato al ministero, tutti noi vogliamo farci guidare dalle parole di Colossesi 3:23, 24. Il Corpo Direttivo ha piena fiducia che continuerete a impegnarvi per servire Geova con tutta l’anima, facendo tutto quello che vi è possibile, dandogli il meglio. E proprio come nel passato Geova benedisse abbondantemente gli israeliti fedeli che davano generosamente la decima, allo stesso modo benedirà abbondantemente il vostro sacrificio di lode. Ma un attimo. Cosa possiamo dire invece del nazireato? C’è qualche incarico simile oggi nella nostra organizzazione? Certamente. Tutti quanti noi vogliamo imitare l’esempio che ci hanno lasciato i nazirei in quanto a spirito di sacrificio e coraggio. Comunque, come ha spiegato il fratello Lösch, i nazirei dovevano soddisfare alcuni requisiti che non erano invece richiesti agli israeliti in generale. Lo stesso si può dire dei pionieri dei giorni nostri. I pionieri infatti hanno deciso volontariamente di dedicare un certo numero di ore al ministero. Quindi i pionieri ausiliari, i pionieri regolari, i pionieri speciali, i missionari, i sorveglianti di circoscrizione e le loro mogli continueranno a riportare il numero delle ore che dedicano al servizio di campo. Inoltre indicheranno anche il numero dei diversi studi biblici che conducono. Come sapete, di recente il Corpo Direttivo ha ridotto il numero delle ore di servizio richieste ai pionieri ausiliari, ai pionieri regolari, ai pionieri speciali, ai missionari sul campo e ai sorveglianti di circoscrizione e le loro mogli. Siamo felici di aver fatto questo cambiamento e siamo convinti che, come risultato, un numero ancora maggiore di proclamatori riuscirà a unirsi alle file dei pionieri. Perché siamo così fiduciosi? A motivo di quello che dice il Salmo 110:3. Geova ha promesso che i suoi servitori, e in particolare i giovani, si sarebbero impegnati per fare di più in questo tempo della fine. Molti pionieri poi riescono a frequentare la Scuola per evangelizzatori del Regno, e alcuni diventano pionieri speciali, missionari sul campo o anche sorveglianti di circoscrizione. Ringraziamo Geova per chi si impegna a fare di più e si offre per servire come pioniere. Ma riflettiamo un momento. Cosa significherà per tutti noi questo cambiamento? Non è forse vero che dover fare rapporto ogni mese del nostro servizio di campo ci è servito da promemoria? Consegnare il rapporto ogni mese ci ricordava di essere regolari nel ministero, di dare pubblicazioni e far vedere i video e di fare visite ulteriori. Ma cosa succederà adesso? Continueremo a essere scrupolosi nel partecipare attivamente ogni mese al ministero? Come è stato detto per quanto riguardava la decima ogni singolo individuo era responsabile di dare tutta la sua decima a Geova. Allo stesso modo, ognuno di noi vorrà continuare a porsi mete personali per assicurarsi di partecipare con zelo al ministero. L’amore per Geova spingerà ciascuno di noi a farsi un programma così da assicurarsi che il ministero di campo abbia la priorità nella nostra vita. Come influiranno queste novità riguardo al rapporto del servizio su di voi, anziani e sorveglianti di circoscrizione? Sarà ancora più importante che voi fratelli siate pastori che mostrano discernimento. Dovrete conoscere molto bene il gregge. Per esempio nel valutare la salute spirituale di una congregazione o i requisiti di un fratello da nominare anziano o servitore di ministero, non ci si dovrà semplicemente concentrare sul calcolare delle medie: il tempo trascorso nel ministero, le pubblicazioni lasciate e così via. No, dovrete conoscere davvero i fratelli. Qual è il loro atteggiamento verso il ministero? Mostrano di avere zelo per la pura adorazione? Che reputazione si sono fatti per quanto riguarda il ministero? Sono persone che sfruttano ogni opportunità per dare testimonianza? Aiutano altri a fare lo stesso, inclusi i componenti della loro famiglia? Come abbiamo visto insieme, Geova senza dubbio da noi merita il meglio. E noi possiamo dimostrare che lo amiamo impegnandoci al massimo nel ministero e anche in tutti gli altri aspetti della nostra adorazione. Geova vi ama per questo, e anche noi vi amiamo per questo. Sappiamo che continuerete ad avere lo stesso spirito che emerge dal Salmo 54:6, che dice: Quindi non abbiamo dubbi che continuerete a dare a Geova tutto il vostro meglio nell’opera di fare discepoli. Ma c’è ancora qualcos’altro che possiamo imparare dalle Scritture riguardo al modo in cui svolgiamo il nostro ministero? Se sì, ci sono ulteriori cambiamenti che possiamo fare in questo momento? Per scoprirlo ascoltiamo con attenzione il fratello Mark Sanderson, membro del Corpo Direttivo, che pronuncerà il discorso finale di questo simposio intitolato “Ama le persone, fai discepoli”. Che adunanza meravigliosa! Vero, cari fratelli e sorelle? Possiamo dire che questa è davvero una giornata storica per i Testimoni di Geova. E probabilmente adesso i nostri cuori sono pieni di amore e apprezzamento per il nostro meraviglioso Dio, Geova, come mai prima d’ora. Abbiamo capito in modo più profondo la misericordia di Geova, la sua compassione e la sua pazienza. E che dire dell’annuncio riguardo al rapporto del servizio di campo? Geova vuole darci dignità, Geova ha molta fiducia in noi. Pensateci, perché andiamo di casa in casa? Perché predichiamo con l’espositore? Perché ci impegniamo nella testimonianza per telefono, per lettera, facciamo visite ulteriori e conduciamo studi biblici? Perché ci impegniamo in tutte queste cose? Lo facciamo perché amiamo il nostro splendido, straordinario Dio, Geova. Poco fa il fratello Fleegle nel suo discorso ha commentato quello che leggiamo in Matteo 22:37. Lì Gesù spiegò qual è il primo e più grande comandamento. Vi ricordate le sue parole? “Devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Ma c’è qualcosa in più che ci motiva a fare discepoli? Certamente. È quello che Gesù ha indicato come il secondo più grande comandamento. Gesù disse: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. Quindi dobbiamo amare Dio, ma dobbiamo anche amare le persone. E perché è così importante amare le persone? Riflettiamoci un attimo. Non è vero che quando ci rendiamo conto che a una persona importa di noi, questo ci colpisce anche se non l’abbiamo mai vista prima? Ad esempio, magari un perfetto sconosciuto fa un gesto gentile nei vostri confronti. Vi tiene aperta la porta, raccoglie qualcosa che vi è caduto, vi aiuta a trasportare qualcosa di pesante. Come vi fa sentire questo? È bello quando qualcuno fa un gesto gentile per noi e di conseguenza siamo più disposti ad ascoltare quello che magari la persona potrebbe volerci dire. Vedete, quando noi ci rendiamo conto che qualcuno ci vuole bene, il nostro cuore è più ricettivo. Davvero, l’amore altruistico è molto potente, al punto che arriva al cuore di chi ha “la giusta disposizione per ricevere la vita eterna”. E Gesù disse che i veri cristiani si sarebbero distinti, si sarebbero riconosciuti, dall’amore che mostrano gli uni per gli altri. E infatti molto spesso i fratelli e le sorelle dicono che quello che li ha attirati alla verità è stato l’amore che ha mostrato chi studiava la Bibbia con loro, o che ha mostrato la congregazione che li ha accolti alle loro prime adunanze. Beh, è probabile che sia proprio quell’amore che a un certo punto ha spinto anche voi a voler diventare discepoli di Gesù Cristo. E per questa ragione, all’adunanza annuale del 2017, il Corpo Direttivo ci ha incoraggiato a concentrarci di più sull’iniziare conversazioni con le persone. E in quell’occasione, se vi ricordate, abbiamo anche semplificato il Kit dell’insegnante, così da poter acquisire più dimestichezza con i vari strumenti per il ministero a nostra disposizione, perché dovremmo pensare attentamente alle circostanze personali di ogni singolo individuo. Cosa lo preoccupa davvero? E cosa gli interessa di più? E poi dovremmo essere flessibili quando scegliamo l’argomento di cui vogliamo parlare con lui. Beh, ormai è da un po’ di anni che all’adunanza infrasettimanale vediamo delle conversazioni modello in cui ci vengono suggeriti dei passi biblici da usare e persino una domanda a cui collegarsi in una conversazione successiva, in un secondo momento. Ma cosa può succedere quando ripetiamo a memoria quello che ci siamo preparati? Mi viene in mente quando ero appena diventato pioniere. Un giorno ero nel ministero con una sorella e mentre ci avvicinavamo a una porta lei continuava a ripetere a bassa voce la sua presentazione. L’aveva imparata a memoria. A un certo punto una donna viene alla porta, la apre, ed eccola lì, una bella signora di una certa età, con i capelli appena fatti, truccata, vestita bene. Si capiva che stava per uscire di casa. Ma la sorella è riuscita solo a dire: “Oh, scusi, forse l’abbiamo svegliata?” Presentazioni imparate a memoria. Non sempre funzionano bene. Beh, sarà capitato anche a noi di imparare a memoria una presentazione e fare quasi un discorso a una porta. Però spesso le persone hanno a cuore un argomento diverso, o hanno bisogno di un aiuto, o stanno vivendo una situazione drammatica proprio nel momento in cui bussiamo alla loro porta. E allora, fratelli, vogliamo seguire l’esempio del nostro Signore, Gesù Cristo. Diede un esempio perfetto per tutti noi. Gesù amava le persone e questo lo spingeva a scegliere argomenti adatti a ogni persona con cui parlava. E l’interesse sincero che mostrava nei loro confronti le portava ad ascoltare il suo messaggio. Ricorderete, ad esempio, la conversazione che ebbe Gesù con un maestro d’Israele, un fariseo di nome Nicodemo. Quest’uomo era rimasto impressionato dai miracoli di Gesù e quindi lo avvicinò di notte, probabilmente per paura dei giudei. Abbiamo detto che Nicodemo era un fariseo e un maestro, quindi sicuramente conosceva molto bene le Scritture Ebraiche. E perciò, cosa fece Gesù? Parlò di concetti che erano una novità assoluta per Nicodemo. Parlò di verità a lui sconosciute, gli disse che bisognava “nascere di nuovo” per poter vedere il Regno di Dio. Fece capire a Nicodemo che lui era ‘disceso dal cielo’ e gli disse anche che era il “Figlio unigenito” di Dio e che era lui la via per ottenere la vita eterna. Beh, sarete d’accordo con me che nonostante Nicodemo fosse un maestro, quella sera imparò tante cose nuove nel tempo che trascorse insieme a Gesù. Ma questo significa forse che Gesù usò lo stesso approccio con tutte le persone con cui parlava? No, assolutamente no. Infatti in un’altra occasione, quando diede testimonianza a una donna samaritana, si approcciò in modo diverso alla conversazione. A quanto pare questa donna aveva una conoscenza più limitata delle Scritture Ebraiche. E quindi cosa fece Gesù? Beh, notò quali cose erano importanti per lei, come l’acqua che era lì ad attingere. E poi avrebbe voluto sapere perché Gesù, che era giudeo, parlasse con una samaritana. Gesù si interessò anche della situazione familiare di quella donna. E poi si rese conto che le stava molto a cuore capire perché i giudei adoravano Dio in un luogo e i samaritani invece in un altro. Cosa scelse di dirle Gesù? Le parlò delle cose che la interessavano, che erano importanti per lei. L’aiutò a capire che adorare Dio “con spirito e verità” era più importante che il luogo specifico in cui una persona sceglie di adorarlo. E quale fu la reazione di quella donna? Beh, la Bibbia dice che “lasciò lì la sua anfora” al pozzo, ‘andò fino in città’ e diede un’incredibile testimonianza riguardo a Gesù. Fu così efficace che i samaritani invitarono Gesù a restare con loro. E così molti riposero fede in lui. Quindi, cosa ci insegnano questi 2 brevi esempi che abbiamo visto? Ci insegnano che Gesù non usava presentazioni imparate a memoria. Lui conversava con le persone, parlava di cose che sapeva sarebbero arrivate al loro cuore. Sceglieva velocemente argomenti e parole basandosi su quello che interessava o che preoccupava la persona con cui stava parlando. Bene, dopo aver detto tutto questo forse vi state chiedendo, cioè spero che vi stiate chiedendo: “Come posso mostrare lo stesso tipo di amore con le persone con cui parlo?” Non sarebbe bello avere un piccolo aiuto per riuscire a mostrare amore alle persone e a fare discepoli? E non sarebbe bello poter ricevere una pubblicazione che ci aiuti a essere più flessibili e più adattabili ai bisogni e agli interessi delle persone che incontriamo? E se questa pubblicazione mostrasse modi specifici in cui Gesù e altri evangelizzatori del I secolo mostravano amore mentre facevano discepoli? Beh… Sarete molto felici di sapere che l’organizzazione di Geova ha preparato una pubblicazione proprio come questa. È un opuscolo di 32 pagine intitolato “Ama le persone. Fai discepoli”. Vi piacerebbe vedere una piccola anteprima dei contenuti di questo opuscolo? Guardiamo insieme il prossimo video. Questa nuova pubblicazione Ama le persone. Fai discepoli sarà resa disponibile in formato cartaceo e digitale in più di 400 lingue. L’opuscolo è stato pensato per aiutarci a mostrare amore alle persone. In quali modi? A differenza degli strumenti che abbiamo usato in passato, questo nuovo opuscolo non fornisce frasi da memorizzare e non pone nemmeno l’attenzione sul lasciare pubblicazioni. Piuttosto, usa 12 lezioni per aiutarci a coltivare qualità necessarie per fare discepoli. Tutte le lezioni sono basate su episodi biblici che rivelano come Gesù o altri evangelizzatori del I secolo mostrarono specifiche qualità nel ministero. Le lezioni ci aiuteranno a capire come possiamo imitare queste qualità mentre facciamo discepoli. Ogni lezione contiene un video che fa prendere vita al racconto. Una samaritana venne ad attingere acqua. Dammi da bere. Coltivando l’interesse delle persone che incontriamo, riusciremo a parlare delle cose che gli stanno a cuore. Dopo aver iniziato una conversazione, quali insegnamenti possiamo trasmettere? L’Appendice A mette in luce le verità bibliche che desideriamo insegnare. Poniti l’obiettivo di imparare queste verità fondamentali e i versetti che le spiegano. Se lo farai, sarai più efficace nell’iniziare conversazioni e nel fare discepoli. Ad esempio, puoi iniziare una conversazione facendo una semplice domanda come: “Sa che Dio eliminerà presto tutte le sofferenze?” oppure “Sapeva che presto i problemi ambientali verranno risolti?” Insegnare una semplice verità al momento giusto ha un effetto potente. Gesù disse che le sue pecore avrebbero ascoltato la sua voce. In altre parole, chi ha la giusta disposizione di cuore riconosce la verità quando gli viene trasmessa in modo semplice. L’Appendice B ci aiuta a capire se è il caso di continuare una conversazione. L’Appendice C dà suggerimenti pratici su come condurre studi biblici usando Puoi vivere felice per sempre. E se ti senti a disagio nell’iniziare conversazioni, non preoccuparti! A partire da gennaio 2024, la sezione “Efficaci nel ministero” ci aiuterà a mettere in pratica i punti che impareremo da questo nuovo opuscolo. Questa parte dell’adunanza non si concentrerà più sul presentare determinati argomenti e versetti. Saranno invece gli studenti stessi a scegliere gli argomenti che stanno più a cuore alle persone del loro territorio. Grazie a dimostrazioni realistiche trattazioni con l’uditorio e discorsi, le nostre adunanze ci aiuteranno a sviluppare le abilità per iniziare conversazioni con naturalezza e per adattarci ai bisogni e alle preoccupazioni di ogni persona. Concentrandoci sulle persone, ci sentiremo più a nostro agio e saremo più efficaci nel fare discepoli. Mentre studi ogni lezione, pensa attentamente a come puoi mostrare quella qualità quando parli con le persone del tuo territorio. Chiediti: “Cos’è che preoccupa le persone, di cosa hanno bisogno?” E nella vita di tutti i giorni osserva chi sta intorno a te. Cerca il momento giusto per aiutare gli altri in modi pratici. Azioni gentili spesso creano opportunità per parlare del Regno. Mostra che ti interessi di quello che dicono gli altri e ascoltali attentamente. E quando è il momento giusto, parla di una semplice verità biblica! Ricorda che il nostro obiettivo non è memorizzare una presentazione, ma mostrare a tutti quelli che incontriamo lo stesso amore che ha Cristo. Questo richiede pazienza, perseveranza e determinazione. Non importa dove viviamo o in quali circostanze predichiamo. Mostrare amore ci aiuterà a provare gioia nel nostro ministero. Più di qualunque tecnica che possiamo imparare, esprimere concretamente il nostro amore per gli altri ci aiuterà a fare discepoli. E così siamo sicuramente grati a Geova per questo nuovo splendido strumento che ci renderà più efficaci nel ministero. Sicuramente la domanda che vi starete facendo è quando riceverete la vostra copia di questo nuovo opuscolo. Beh, vi farà piacere sapere che sarà reso disponibile a tutte le congregazioni in formato elettronico e in molti posti anche in formato cartaceo dal 6 di novembre. Inoltre, tutto questo simposio composto di 4 parti verrà pubblicato su jw.org il 6 di novembre. In questo modo tutti i fratelli del mondo potranno ascoltare le informazioni del simposio allo stesso tempo. Non è una bella notizia? Ovviamente non vediamo l’ora di poter leggere questo opuscolo, di poter guardare i video. Ma non è stato bello sentire nel video che il Corpo Direttivo ha stabilito che useremo questa pubblicazione all’adunanza infrasettimanale a partire dal prossimo gennaio? Così potremo mettere in pratica quello che insegna quest’opuscolo sin da subito. Quindi, cosa abbiamo imparato da questo simposio in 4 parti? Nella prima parte, il fratello Fleegle ci ha ricordato i motivi per cui amiamo Geova e come questo amore ci spinge a lodarlo. Nella seconda parte, il fratello Lösch ha spiegato la differenza tra la maggior parte degli israeliti e chi si offriva per vivere come nazireo. Nella terza parte, il fratello Herd ci ha aiutato a capire che anche se i proclamatori non dovranno più indicare quanto tempo dedicano al servizio, questo non significa assolutamente che la responsabilità che tutti noi abbiamo di fare discepoli sia inferiore. E in quest’ultima parte, abbiamo ricevuto un nuovo strumento che ci aiuterà a mostrare il nostro amore alle persone e a fare discepoli. È impressionante vedere come per il popolo di Geova si stiano adempiendo le parole di Isaia 60:17. Vi ricordate cosa dice questa profezia? Qui leggiamo: “Al posto del rame farò venire l’oro, al posto del ferro farò venire l’argento, al posto del legno il rame, e al posto delle pietre il ferro; costituirò la pace tuo governatore e la giustizia tuo soprintendente”. Beh, cosa sottolinea questa profezia? Mette in evidenza il fatto che materiali già molto buoni sarebbero stati sostituiti con altri di qualità ancora migliore. E questo è esattamente quello che sta succedendo. Provate a pensare agli anni ’30. I nostri fratelli uscivano in servizio pieni di entusiasmo con un fonografo e cartoline di testimonianza. All’epoca i fratelli non parlavano alle persone, o si ascoltava il fonografo, o le persone leggevano le cartoline. A mia madre piaceva raccontare di quella volta che era in servizio con una sorella, una pioniera. Si apre la porta, danno al padrone di casa una cartolina di testimonianza e restano zitte. L’uomo inizia a leggere e sua moglie da dentro grida: “Chi c’è alla porta?” E lui dice: “E che ne so? Ci sono 2 sorde qui e sto cercando di capire cosa vogliono”. È vero, era così che facevamo, non parlavamo. Ma come sempre Geova ha cambiato le cose in meglio, ha addestrato il suo popolo a dare testimonianza in modo efficace. E poi pubblicazioni come Ragioniamo facendo uso delle Scritture ci hanno aiutato a ragionare con le persone usando la Bibbia. E ultimamente Geova ci ha regalato lo straordinario libro Puoi vivere felice per sempre per migliorare la qualità degli studi biblici che conduciamo. E da oggi, con questo nuovo opuscolo, ci concentreremo di più sulle persone e ci impegneremo per parlare degli argomenti che interessano a loro. In questo modo cercheremo di arrivare al loro cuore perché possano diventare discepoli. Quindi sì, con ogni cambiamento che c’è stato nella nostra organizzazione siamo andati da qualcosa di buono a qualcosa di migliore. Ed è evidente anche dagli annunci di oggi che questo sta accadendo di nuovo. Stiamo passando da qualcosa di buono a qualcosa di ancora migliore. E sarete d’accordo con me, Geova sta aiutando i suoi servitori a maturare in senso spirituale. Geova ha fiducia in noi, sa che per noi non sono importanti il numero di pubblicazioni che distribuiamo o il numero di ore che indicheremo in un rapporto di servizio. Noi amiamo Geova, amiamo le persone e vogliamo fare discepoli. E allora, cosa significa tutto questo? E cosa non significa? Beh, per prima cosa queste novità non significano, ripeto, non significano che stiamo dando in qualche modo meno importanza al nostro ministero, non significano che stiamo rallentando mentre si avvicina la grande tribolazione. Niente di tutto ciò potrebbe essere più lontano dalla verità. Ad oggi abbiamo più di 50.000 domande da fratelli e sorelle che desiderano frequentare la Scuola per evangelizzatori del Regno. Continuiamo a nominare nuovi missionari, nuovi pionieri speciali e nuovi pionieri speciali temporanei, e abbiamo un esercito di nuovi pionieri regolari ogni anno. In alcuni paesi, come nelle Filippine, scusate, dovevo menzionare le Filippine, stiamo vedendo una crescita straordinaria. È incredibile! Nel corso di quest’anno c’è stata una crescita del 9%, con un massimo storico di 253.876 proclamatori e ben 12.954 battezzati, solamente nell’ultimo anno. Non è una cosa straordinaria? Quindi ricordatevi sempre, ricordatelo, la nostra opera non sta rallentando in alcun modo. Il nostro ministero non è mai stato così importante come in questo periodo di tempo. E allora, cosa significano le novità annunciate oggi? Significano che i motivi che ci spingono a continuare a predicare sono ancora più chiari a tutti noi. Vedete, andiamo a predicare perché amiamo Geova e perché amiamo le persone. Da qui in avanti vogliamo essere più impegnati che mai nell’opera di Geova. Sicuramente ricorderete la parabola di Gesù sul padrone e i 3 schiavi. Quella parabola ha lo scopo di insegnarci cosa ognuno di noi deve fare mentre aspetta che arrivi la fine. 2 di quegli schiavi si diedero molto da fare per raddoppiare i talenti del loro padrone e per questo vennero ricompensati. Anche noi vogliamo avere lo stesso atteggiamento diligente di quei 2 schiavi. Ovviamente gli anziani, i servitori di ministero e i pionieri devono essere in prima linea nell’opera di predicazione. E naturalmente tutti noi vogliamo continuare a impegnarci personalmente in questa importantissima opera. Vogliamo essere zelanti, porci delle mete nel ministero. Viviamo in un’epoca davvero emozionante, non è vero? Il Corpo Direttivo spera con tutto il cuore che sempre più persone si uniranno a noi nel servire Geova prima che arrivi la fine. E ricordiamoci, Geova è felice di ricompensare i suoi servitori per la loro fedeltà e per la loro generosità. La grande tribolazione si avvicina velocemente, ma non abbiate alcun dubbio, presto Geova vi ricompenserà riccamente per il vostro amore. Continuiamo a dare generosamente il meglio di noi stessi e del nostro tempo. Continuiamo ad amare il nostro straordinario Dio, Geova, e a fare discepoli! Come abbiamo visto adesso, la prima parte dell’adunanza annuale è stata davvero memorabile! La seconda parte sarà disponibile a gennaio su jw.org. I saluti di questo mese vengono dall’Albania, un piccolo paese sul Mar Adriatico. L’Albania ha avuto un passato movimentato, infatti qui si sono susseguite molte potenze straniere, e questo ha fatto sì che ci sia un mix di popoli, culture e religioni. L’Albania è una terra meravigliosa, ricca di laghi e fiumi. Il litorale è costellato di spiagge mozzafiato, come ad esempio la Baia dell’Acquario, ideale per lo snorkeling. La Laguna di Karavasta, la più grande del paese, è l’habitat del pellicano riccio, il più grande tra tutti i pellicani, che può essere lungo fino a 1 metro e 80. In Romani capitolo 15, l’apostolo Paolo scrisse che lui e i suoi compagni avevano “predicato pienamente la buona notizia”. Scrisse anche che avevano viaggiato “fino all’Illirico”, una provincia romana che includeva parte dell’attuale Albania. È probabile che in quella zona alcuni divennero cristiani all’epoca. Infatti, vari storici sostengono che il cristianesimo mise radici in Albania nel I secolo. Negli anni ’20 alcuni albanesi impararono le verità della Bibbia mentre vivevano negli Stati Uniti. Dopo essersi battezzati, alcuni tornarono in Albania desiderosi di parlare di queste preziose verità a familiari e amici. Nel 1928 Lazar Nasson e Petro Stavro tornarono in Albania dagli Stati Uniti per mostrare il “Fotodramma della Creazione”. Molti accettarono la verità e nonostante disordini politici, crisi economiche e a volte intensa opposizione, il numero dei proclamatori è cresciuto in modo costante. Oggi ci sono più di 5.400 proclamatori che servono in 89 congregazioni. Da Tirana, la capitale, la filiale coordina l’opera dei fratelli in Albania e dei 228 proclamatori del vicino Kosovo. Visitiamo la città Lushnjë, situata nell’Albania centro-occidentale. La congregazione di Lushnjë Veriu predica in un territorio che comprende circa un terzo della città, oltre a 21 piccoli paesi nella Valle di Myzeqe. La predicazione in questi paesi ha avuto buoni risultati e in media il numero di presenti alle adunanze supera del 30% quello dei soli proclamatori. La congregazione di Lushnjë Veriu ospita un gruppo di lingua romani. Anche se alcuni proclamatori vivono fuori città, sono felici di assistere alle adunanze di persona, nonostante debbano camminare per un’ora per raggiungere la Sala del Regno. I 77 proclamatori della congregazione di Lushnjë Veriu vi mandano i loro affettuosi saluti! Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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