JW Broadcasting (luglio 2023)

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Salve! È davvero un piacere avervi qui con noi. Che cosa possiamo aspettarci dal programma che vedremo questo mese? Ascolteremo due ragazzi che ci spiegheranno perché hanno scelto di seguire le norme morali di Dio anche quando sono stati tentati di fare qualcosa di sbagliato. Il nuovo video musicale ci ricorda i modi in cui i servitori di Dio si dimostrano uniti ed esprimono amore gli uni per gli altri. Vedremo anche cosa ha portato un fratello a scoprire che una vita incentrata su Geova è il segreto della vera felicità. Quindi, benvenuti su JW Broadcasting! Questo è il programma del mese di luglio del 2023. Gesù, la sera prima di morire, pronunciò una preghiera e rivolgendosi a suo Padre gli chiese di vigilare sui suoi discepoli. Quello che disse è riportato in Giovanni 17:15-17. Leggiamoli insieme. Gesù disse: La straordinaria fiducia che nutriva in suo Padre e nel potere della verità è evidente in quello che Gesù chiese a suo Padre nel versetto 17: Quando accettiamo la verità e decidiamo di dedicarci a Dio, in un certo senso siamo santificati, siamo separati dal mondo, perché smettiamo di comportarci come la maggioranza delle persone. Dato che i nostri valori cambiano, le persone iniziano a considerarci diversi. Noi viviamo in armonia con le verità della Bibbia e facendo questo diamo onore a Geova, diamo un senso alla nostra vita e proviamo vera felicità. Quando pensiamo a questo, cosa proviamo riguardo a quello che abbiamo imparato sugli insegnamenti di Dio e sulle verità della Bibbia? Vediamo cosa provava uno scrittore dei salmi. In Salmo 119:140 disse a Geova Dio: [e guardate che bella espressione ora] Sono sicuro che tutti noi ci sentiamo così quando pensiamo alla verità, la amiamo! Sarebbe meraviglioso se tutti accettassero le verità della Parola di Dio e imparassero ad amarle. Purtroppo, però, il fatto è che la maggioranza delle persone le rifiuta. Il mondo è pieno di gente che pensa sia impossibile trovare la verità. E molti filosofi del passato hanno dedicato la vita a insegnare che si dovrebbe dubitare di tutto. La filosofia umana si fonda sull’orgoglio dell’essere umano e su un piacere distorto per discussioni fini a sé stesse, che ignorano completamente quello che pensa Geova Dio, il Creatore. Eliminando Dio dall’equazione, i filosofi vagano in un labirinto di idee e teorie che possono solleticare la mente e gonfiare il proprio ego, ma che in effetti non arrivano mai alla verità. Se la verità non si potesse trovare, perché Gesù Cristo avrebbe detto, come riportato in Giovanni 8:31, 32: E noi proviamo veramente questo senso di libertà di cui parlò Gesù. E perché l’apostolo Paolo avrebbe scritto in 1 Timoteo 2:4 che E perché la parola “verità” ricorre oltre 200 volte nelle Scritture Greche Cristiane? Gesù non solo ci fece capire che è possibile trovare la verità, ma ci mostrò anche che è necessario trovarla, se vogliamo che la nostra adorazione sia approvata da Dio. Quando una donna samaritana si chiese quale fosse il modo giusto di adorare Dio, se fosse quello degli ebrei a Gerusalemme o quello dei samaritani sul monte Gherizim, Gesù non rispose dicendo: “È impossibile conoscere la verità e quindi non devi preoccuparti troppo”. E non disse nemmeno: “Puoi credere a tutto quello che vuoi”. No, Gesù non insegnò che la verità fosse relativa, non pensava che qualunque cosa si scelga di credere sia la verità. Questa è un’assurdità che non fa altro che tenere le persone lontane dalla realtà. Infatti, in Giovanni 4:23, 24, Gesù menzionò specificamente la verità, lo spirito di Dio e la pura adorazione. Notate quello che disse in Giovanni 4:23, 24: Avete notato? Gesù stava dicendo che la nostra adorazione deve essere guidata dallo spirito santo di Dio e che non abbiamo bisogno di templi, di immagini o di altri oggetti nella vera adorazione. E la verità a cui Gesù si riferiva è la conoscenza accurata delle verità contenute nella Bibbia. Avere fede significa molto più che semplicemente credere in Dio o che Dio esista. Significa anche accettare quello che insegna la Parola di Dio, comprenderla a livello intellettivo, a livello mentale, e farla scendere nel nostro cuore per poi metterla in pratica. Come veri cristiani consideriamo la Bibbia come l’ispirata Parola di Dio, che è utile per insegnare e per disciplinare gli esseri umani. Salmo 119:160 dice di Geova Dio: Quando Gesù Cristo si presentò davanti a Ponzio Pilato e gli disse che era venuto sulla terra per far conoscere la verità, Pilato gli rispose dicendo: “Che cos’è la verità?” Quella di Pilato era probabilmente una domanda retorica, fatta con cinico scetticismo sulla verità in generale. Ma la verità che Gesù aveva in mente era quella riguardo al Regno di Dio e al suo ruolo quale Re di quel Regno. Era questo il tema principale, il vero fulcro degli insegnamenti di Gesù. Ecco perché quando Pilato chiese a Gesù se fosse un re, Gesù rispose: “Tu stesso lo dici”. In altre parole: “Sì, lo sono”. Ma aggiunse anche che il suo Regno ‘non faceva parte di questo mondo’. La verità è che il suo Regno santificherà il nome di Geova, rivendicherà la sua sovranità e farà sì che l’umanità fedele viva felice per tutta l’eternità. I veri cristiani credono fermamente in questa verità. Dato che il ruolo di Gesù nell’adempimento di tutte le promesse di Dio è così essenziale, e dato che tutte le profezie di Dio si realizzano tramite lui, Gesù poté giustamente dire le parole riportate in Giovanni 14:6: E come dice 2 Corinti 1:20: Gesù usò la parola ebraica “amen” per affermare la veridicità di quello che stava dicendo. Ma Gesù lo fece in un modo del tutto particolare, perché di solito la usiamo al termine di una preghiera per dimostrare che siamo d’accordo. Gesù però non usò questa parola al termine di una preghiera o di un’affermazione, ma piuttosto usò la parola “amen” per introdurre delle affermazioni. A volte ripeteva quella parola, diceva “amen, amen”, seguito poi da una dichiarazione. Sarebbe come a dire “in verità, sì, in verità vi dico”. Quindi, usando questo tipo di espressione garantiva a chi lo ascoltava che le sue parole erano vere, assolutamente attendibili. Gesù poteva parlare con tale certezza perché era l’unico a cui fu concessa l’autorità di realizzare tutte le promesse di Dio. Per noi l’elettrizzante buona notizia del Regno di Dio, il cui Re è suo figlio Gesù Cristo, è molto, molto più che una semplice serie di informazioni. Si tratta di verità che ci spingono all’azione, ci motivano a vivere in armonia con esse e a trasmetterle ad altri. Nella congregazione cristiana del I secolo, il modo di vivere adottato dai discepoli di Cristo era a volte chiamato semplicemente “la verità” o “la via della verità”. Prendiamo insieme la terza lettera di Giovanni, al versetto 4. Dice: Non è così che si sente un genitore quando il proprio figlio serve fedelmente Geova? Certamente! Tuttavia, non tutti i ragazzi che sono cresciuti in una famiglia di Testimoni sono rimasti nella verità. E lo stesso si può dire per molti con cui abbiamo studiato la Bibbia. Ma la loro situazione è forse senza speranza? No, niente affatto. Hanno ancora il tempo di fare una scelta, possono ancora dimostrare a Geova che lo amano e che amano le verità della Bibbia. La fine di questo sistema si avvicina rapidamente. Senza dubbio arriverà e molto presto. Quindi, incoraggiamo queste persone a riflettere seriamente sulla loro amicizia con Geova Dio, perché lui le ama sinceramente e vuole che ottengano la vita. E continuiamo a pregare che facciano tutti i passi necessari per ritornare da Geova prima che sia troppo tardi. La Bibbia è chiara, le persone devono imparare ad amare la verità per essere salvate. Questo è proprio quello che disse l’apostolo Paolo in 2 Tessalonicesi 2:10, dove in parte si legge che molti andranno incontro alla distruzione Desideriamo davvero che quante più persone possibile accettino prontamente l’invito di Geova di avvicinarsi a lui e imparino ad amare la verità. Questo mondo si sta dirigendo verso una brusca fine, la battaglia di Armaghedon è imminente. E per sopravvivere a quella battaglia dobbiamo conoscere Geova Dio e dobbiamo vivere in armonia con la sua Parola, che include gli insegnamenti di suo Figlio Gesù Cristo. In tutta la terra stiamo predicando la buona notizia che il Regno di Dio è già stato stabilito nei cieli. Quest’opera è la predetta “testimonianza a tutte le nazioni” che presto verrà la fine di questo sistema di cose malvagio. No, no, non la fine del nostro pianeta, perché un’altra verità fondamentale è che “la terra rimane per sempre”, come affermato in Ecclesiaste 1:4. Queste sono verità assolute che ci impegniamo a predicare, e noi amiamo queste verità. Conoscere la verità ci rende liberi dalle menzogne, dagli inganni e dalle superstizioni. E quando viviamo in armonia con la verità, questa ci dà la forza di sopportare le difficoltà. Le verità contenute nella Bibbia sono talmente degne di fiducia e ci infondono una speranza così certa che ci permettono di resistere a qualunque prova ci si presenti. È proprio per questo che i nostri fratelli che sono maltrattati e perseguitati riescono a perseverare e non perdono la gioia. Considerare la verità come una cosa relativa o inesistente significa rinunciare alla più entusiasmante e soddisfacente ricerca che la vita possa offrire. Trovare la verità significa trovare una speranza. Conoscerla e amarla significa conoscere e amare il Creatore dell’universo e il suo unigenito Figlio. E vivere la verità darà uno scopo alla nostra vita e ci darà pace interiore ora e per sempre. Non ci sono dubbi, quando mettiamo in pratica le verità della Bibbia ci rendiamo molto diversi dalle persone che ci circondano. Essere diversi non è mai facile, ma quando si è adolescenti questo può essere ancora più difficile. Cari ragazzi, la vostra fede viene messa alla prova ogni giorno. I vostri compagni mettono in dubbio la vostra fede in Dio, non rispettano quello che insegna la Bibbia e vi prendono in giro per il vostro modo di vivere. Se volete che la vostra fede rimanga forte, non è sufficiente che crediate a quello che vi viene insegnato. Avete bisogno di ragioni solide su cui costruire la vostra fede. Quindi, siamo felici di annunciare una nuova serie di video pensata apposta per voi, dal titolo <i>Perché ho fede.</i> In ogni episodio giovani Testimoni proprio come voi spiegano perché hanno fede e come riescono a mantenerla forte in un mondo che ha poco o nessun rispetto per la Parola di Dio. Ricordo che le superiori sono state molto complicate perché i miei compagni mi prendevano in giro. Dicevano che ero una suora o altre cose simili perché non andavo in discoteca, non dicevo parolacce e non fumavo. Non ne potevo più, non facevano altro che provocarmi. Ci mettevo un’ora per arrivare a scuola con l’autobus e ogni volta speravo che facesse inversione invece di portarmi lì. Passavo il tempo a pensare a cosa mi avrebbero fatto o cosa mi avrebbero detto. Ammetto che a volte mi sentivo sola. L’ambiente a scuola era pieno di tentazioni. Ad esempio, le ragazze indossavano la minigonna. Ricevevo messaggi da ragazze che non conoscevo nemmeno. Mi inviavano foto, il numero di telefono o proposte alle quali avrei potuto dire di sì e basta. Insomma, avrei potuto facilmente commettere immoralità sessuale. A volte mi sentivo tagliato fuori da qualcosa che sembrava divertente quando i miei compagni di scuola parlavano di cosa avevano fatto la sera, nel weekend, di quando bevevano o provavano nuove droghe, oppure di tutte le ragazze che portavano a letto. La loro vita ha iniziato a incuriosirmi. Durante l’adorazione in famiglia con i miei genitori abbiamo studiato l’esempio di Daniele. Era lontano dalla sua famiglia e insieme a persone che non adoravano Geova, però riuscì a rimanere fedele e io volevo essere come lui. Per rafforzare la mia fede ho iniziato a leggere la Bibbia. Prendevo la metro per andare a scuola, così sfruttavo quel tempo per leggere qualche versetto. Poi meditavo sui versetti che leggevo. Pregando Geova, avendo un dialogo costante con lui, è come se Geova mi avesse messo dentro una piccola bolla. Ho iniziato a sentirmi a mio agio e sereno, così non ero più influenzato negativamente dagli altri. Pregare di più mi ha aiutato a sentire Geova più vicino a me e più reale. Un po’ come dice il Salmo 63:7, che descrive come Geova ci protegge sotto le sue immense ali. Ecco, io mi sono sentito proprio così. La preghiera mi ha permesso di affrontare qualsiasi tentazione. Ho osservato i giovani che non seguivano le norme di Geova e mi sono resa conto che le norme che seguivano li facevano soffrire. Mi attengo il più possibile alle norme morali che Geova mi ha dato. Sono convinto che sono per il mio bene perché con quello che ho vissuto a scuola ho visto le conseguenze dolorose a cui i miei compagni sono andati incontro. Alcuni hanno avuto problemi con la legge o hanno contratto delle malattie. Hanno avuto problemi di salute a causa del loro stile di vita. Una ragazza a scuola ha fatto qualcosa di immorale con un ragazzo e quello che ha fatto è diventato di dominio pubblico. Stava così male che non è più venuta a scuola. Ha addirittura iniziato a pensare al suicidio. Ho capito che Geova mi protegge con i suoi princìpi e con le sue norme. Se avessi ignorato le sue norme anche una sola volta, so che prima o poi me ne sarei pentita. E per me non c’è niente di peggio che i rimorsi. Sono sicuro al 100% che Geova mi ha dato questi princìpi morali per il mio bene, così che io possa mantenermi moralmente puro. Geova mi aiuta a essere positiva. Ho imparato a vedere i miei compagni di classe come potenziali discepoli e abbiamo avuto delle belle conversazioni sulla Bibbia. Sono assolutamente certa che le norme di Geova sono per il mio bene. Essere testimone di Geova è la vita migliore che ci sia. Cosa ha dato a Clara e Hugo il coraggio di vivere secondo le norme morali di Dio, anche se le pressioni erano così forti che Clara ha detto di non poterne più? Lo avete sentito. Questi ragazzi sono assolutamente convinti che le norme morali di Geova sono sempre per il nostro bene. La pensate così anche voi? Seguite i loro consigli, scavate più in profondità nella Parola di Dio per rafforzare la vostra fiducia nella Bibbia. E poi pregate Geova per avere il suo aiuto quando affrontate le pressioni dei vostri compagni. La vera fede ha il potere di migliorare la vita delle persone in modi che non si possono immaginare prima di conoscere la verità. Ascoltiamo il fratello Jason Worilds. Lui ha imparato che tutto quello che il mondo offre non vale niente in confronto a quello che Geova dà generosamente. Notizia dell’ultima ora: il giocatore degli Steelers, Jason Worilds, lascia la NFL all’apice della carriera. Worilds ha giocato negli Steelers per 5 stagioni. Ha giocato in tutte e 16 le partite… Ha rifiutato decine di milioni di dollari. Cosa farà adesso? Non ne ho idea, ma speriamo che ne valga la pena. Mi chiamo Jason Worilds e sono testimone di Geova. Mia mamma è una donna straordinaria. Quando aveva poco più di 20 anni ha conosciuto i Testimoni e ha iniziato a studiare. Si è battezzata 6 mesi dopo. Mia mamma ha provato a farci conoscere la verità, ma io non capivo il vero valore di quello che avevo tra le mani. Non capivo quanto fosse vera la verità. È fondamentale porsi delle mete spirituali. Se non lo fai tu, beh ci penserà qualcun altro a darti degli obiettivi. E questo è proprio quello che è successo a me. Ho iniziato a giocare a football quando avevo circa 14 anni. Uno dei miei coach è venuto da me e mi ha detto: “Tu potresti avere una borsa di studio per il college”. Facevo di tutto per il football, per diventare più bravo. E nel tempo ha iniziato a prendermi sempre di più. Ho studiato la Bibbia per un po’ di anni, ma poi quando ho iniziato a fare progressi sono stato corteggiato da… la NFL. Ero dedicato completamente al football, e così la carriera è diventata tutta la mia vita. Poi ho iniziato a giocare a livello professionistico, il sogno di una vita. Il primo anno è stato il caos, e il secondo è stato anche peggio. Tutto intorno a me era sempre instabile. Mi sembrava che tutto quello che avevo fatto non avesse senso. Sentivo un vuoto, non c’era niente dentro di me. Ero come una lattina vuota. Vedevo che quelli che avevano più soldi, più successo, non erano felici. E questa è una delle cose che mi ha spinto a dire a me stesso: “Ci deve essere qualcosa di meglio. Ci deve essere perché sono all’apice della carriera che ho sempre voluto, e tutto quello che sento è... più angoscia, più mal di testa, più stress”. Non c’era niente là fuori che mi avrebbe dato vera felicità. Ed è stato questo che mi ha spinto a chiedermi cosa dicesse questa famosa Bibbia. E così ho chiesto aiuto e ho iniziato a studiare con un fratello di Pittsburgh. E all’inizio mi sono detto: “Vabbè, posso dedicarmi a entrambi. Ho il mio lavoro qui che mi piace tanto. E poi ho Geova”. Come difensore ci sono cose che sogni di riuscire a fare in una partita. Una volta mi è capitata l’occasione giusta, ma sono stato meno aggressivo di quello che avrei dovuto essere. Eppure avevo sempre sognato un’occasione come quella. Mi sono bloccato. Ho capito che qualcosa dentro di me stava cambiando. Quella notte mi sono seduto a pensare: “Questo ambiente non mi aiuterà a diventare una persona spirituale. Devo fare dei cambiamenti”. E in quella notte mi sono detto: “Perché sono qui? Io non… non ho bisogno di questo. Che cosa sto facendo?” La verità è che amavo giocare a football. Mi piaceva tanto, ma non mi rendeva davvero felice. Mi sono ritirato proprio quando stavo per fare un altro passo importante nella mia carriera. In quel momento le offerte sul tavolo erano di decine di milioni di dollari, ma non era più quello che volevo davvero. E così quando ho detto no, le offerte sono aumentate. Ma non era quello che volevo. Volevo dare a Geova il meglio e iniziare il servizio a tempo pieno. Mi sono battezzato il 13 settembre 2015. Quel giorno è stato davvero speciale perché Geova mi ha accolto nella sua famiglia. Sono diventato un amico migliore, un fratello migliore, un figlio migliore. Quando servi Geova vinci sempre. La gioia, la felicità che provo ora, la ragione per cui mi piace tanto il ministero è perché ho l’opportunità di cambiare davvero in meglio la vita di qualcuno, di rendere migliore una persona, di darle uno scopo e di aiutarla ad avere la stessa stretta amicizia con Geova che ho anch’io. Non c’è niente di meglio. È un fatto, più incentriamo la nostra vita su Geova più saremo felici. Ecco il segreto della mia felicità. Come ha detto il fratello Worilds, più incentriamo tutta la nostra vita su Geova, più saremo persone felici. Per molti, questo fratello ha fatto davvero enormi rinunce: fama, ricchezza, una carriera molto prestigiosa. Ma la realtà è che a un certo punto ha scoperto quello che ha vero valore, la buona notizia contenuta nella Bibbia. E per questo è stato determinato a fare di tutto per la verità. Siamo felici che Jason Worilds stia servendo come membro della famiglia Betel degli Stati Uniti dal 2017. Il nostro amore per la verità ci spinge non solo ad attenerci alle norme morali di Dio, ma anche a parlare ad altri della verità. Quando nel ministero trovate qualcuno che manifesta interesse, siete contenti di tornare a trovarlo? Oppure l’idea di fare la visita ulteriore vi crea qualche difficoltà? Vi piacerebbe diventare più efficaci nel fare visite ulteriori? Allora prestate molta attenzione al prossimo episodio della serie <i>Il ferro affila il ferro.</i> Ciao, sono Marcelo, e questo è “Il ferro affila il ferro”. Quindi, abbiamo avuto una bella conversazione con qualcuno ed è andata bene. Siamo riusciti a leggere un versetto, ne abbiamo parlato insieme e abbiamo perfino lasciato una domanda in sospeso. E adesso dobbiamo fare quello che ad alcuni fratelli a volte crea delle difficoltà, la temuta visita ulteriore. Come mai fare questo ci spaventa un po’? Beh, forse ci preoccupiamo perché pensiamo: “Ho cercato di tornare al più presto, ma non ho trovato nessuno. Chissà se si ricorderà di me? Sarà ancora interessato? E se mi facesse una domanda a cui non so rispondere?” Questi possono essere dei dubbi legittimi, ma dobbiamo sempre ricordare che il nostro obiettivo è solo quello di continuare una conversazione. Quindi concentriamoci su quello che già sappiamo, cioè che questa persona ha mostrato interesse. Tenerlo bene a mente ci sarà d’aiuto, ci sentiremo più tranquilli. Vediamo adesso 3 suggerimenti pratici che possono darci più possibilità di fare una bella visita ulteriore. Il primo è essere cordiali e amichevoli. Quindi cerchiamo di rilassarci. In questo modo potremo essere cordiali e amichevoli quando salutiamo la persona. È naturale essere un po’ agitati all’idea di parlare con qualcuno che non conosciamo bene, ma quando ci prepariamo in anticipo possiamo stare sereni. Davanti alla porta facciamo un bel respiro, concentriamoci sul valore del messaggio che portiamo e sorridiamo. Questo ci aiuterà a rilassarci e spesso il sorriso è contagioso. Sono Laura. L’ultima volta che ci siamo viste abbiamo parlato di chi governa il mondo. Sì, mi ricordo, il Diavolo. Me l’hai fatto vedere dalla Bibbia. Sì, giusto, proprio così. Se hai qualche minuto vorrei rispondere alla domanda con cui ci siamo lasciate la volta scorsa. Perché Dio permette le sofferenze? La sorella è stata brava, è riuscita a non mettere in imbarazzo la persona. Ha ricordato alla padrona di casa il proprio nome e anche l’argomento di cui avevano parlato. Quindi adesso può continuare la conversazione proprio da dove si erano lasciate. Perché Dio permette le sofferenze? In questo momento sono un po’ impegnata, ma avrei una domanda per te. Posso fartela? Ecco, questo è il momento che tutti temiamo di più. Ci siamo preparati sulla domanda lasciata in sospeso, ma la persona ci fa una domanda che non ci aspettiamo. Allora adesso vediamo un metodo valido da usare se abbiamo bisogno di più tempo per preparare una risposta. Per caso, tu sai se la Bibbia dice qualcosa in merito ai matrimoni gay? Beh, devo dire che questa è una bella domanda. Eh sì, posso già dirti che in un certo senso la Bibbia ne parla. Ti va bene se però prima rispondiamo alla domanda dell’altra volta? Così poi faccio una ricerca e mi segno i versetti per rispondere al meglio alla tua domanda la prossima volta. Che ne dici, va bene per te? Sì, va bene. Avete notato come si può gestire una situazione di questo tipo? Chiediamo di poter prima rispondere alla nostra domanda e diciamo che per la prossima volta faremo ricerche in modo da essere preparati al meglio. Difficilmente le persone ci diranno di no. Comunque, se la domanda non è troppo difficile o sentiamo di padroneggiare l’argomento molto bene, perfetto! Ci possiamo sempre adattare. L’obiettivo è cercare di continuare la conversazione, ma se necessario, dimostriamoci adattabili. E infine, l’ultimo suggerimento. Stuzzicare l’interesse della persona. Assicuriamoci di essere brevi e facciamo in modo che la persona ne voglia sapere di più. Come possiamo riuscire a farlo? Lasciando una domanda in sospeso per la visita successiva. Uhm, molto interessante. Questo però ci porta a un’altra domanda. Se Dio permette le sofferenze, allora quando le eliminerà? Proprio una bella domanda. Ma dato che ti avevo detto che sarei stata breve, posso tornare sabato mattina? Così rispondiamo a questa domanda e anche a quella che mi hai fatto. Sì, ok, ti aspetto. Ottimo! Questi sono i 3 semplici suggerimenti che abbiamo visto e che ci aiuteranno a sentirci a nostro agio e a fare belle visite ulteriori. Questi suggerimenti hanno aiutato me e sono certo che aiuteranno anche voi, perché il ferro affila il ferro. Che cosa ne dite? I suggerimenti del fratello Coelho ci fanno sentire un po’ meno intimiditi nel pensare di fare visite ulteriori? Ci auguriamo di sì. Non vogliamo trattenerci dal tornare a visitare tutte le persone che mostrano interesse, perché hanno bisogno della conoscenza che possiamo trasmettere grazie all’addestramento che riceviamo. Il nostro amore per la verità ci spinge anche ad aiutare i nostri cari compagni di fede. A volte bisogna dare un consiglio per aiutarli ad aggiustare la rotta. In che modo dovremmo farlo? Il fratello David Splane ci dà qualche suggerimento riguardo a questo tema nell’adorazione mattutina che segue. La Parola di Dio è ricca di gemme. Non finiamo mai di trovarne di nuove, e di certo Galati 6:1 non fa eccezione. Quindi prendiamo insieme questo versetto e leggiamolo per intero. E poi analizzeremo Galati 6:1 parola per parola. Possiamo imparare molto da questo unico versetto. Nella lettera ai Galati capitolo 6, versetto 1, Paolo scrisse: “Fratelli, anche se un uomo fa un passo falso senza rendersene conto, voi che siete spiritualmente qualificati cercate di correggerlo con uno spirito di mitezza. Ma bada a te stesso, affinché non sia tentato anche tu”. La prima parola è “fratelli”. E notiamo che qui è al plurale. Questo è un aspetto importante, ci torneremo su tra qualche minuto. Poi l’apostolo Paolo disse “anche se un uomo fa un passo falso”. Quindi qual è l’immagine mentale qui? A cosa sta pensando Paolo? A un uomo che cammina. Un uomo che sta camminando lungo un sentiero e all’improvviso “fa un passo falso”. E a pensarci bene, questa non è la prima volta che Paolo usa questa immagine mentale nella sua lettera ai Galati. Diamo un’occhiata al capitolo 5. Notate il versetto 16: “Dunque vi dico: continuate a camminare secondo lo spirito e non seguirete nessun desiderio carnale”. E ancora al versetto 18: “Inoltre, se siete guidati dallo spirito, non siete sotto la legge”. E poi ancora versetto 25: “Se viviamo secondo lo spirito, dobbiamo anche continuare a camminare secondo lo spirito”. Letteralmente significa “camminare in linea retta”. E ora al capitolo 6 versetto 1: “Fratelli, anche se un uomo fa un passo falso”. Quindi Paolo parla di un cristiano che cammina, cammina in linea retta, ma all’improvviso fa un passo falso. Domanda: “Un solo passo falso, è davvero così grave?” Beh, chi tra noi ha cercato di camminare sui marciapiedi irregolari di Columbia Heights e ha fatto un passo falso scendendo dal marciapiede e magari ha preso una storta o ha avuto una distorsione, può ben dire che un solo passo falso può essere grave. E che dire di voi ragazzi, voi che giocate a basket? Sapete bene che quando siete sul campo da basket e fate un passo falso, potreste trovarvi a camminare con le stampelle per alcune settimane. Quindi il fatto è che un passo falso può essere grave. Ed è interessante la parola greca qui tradotta “passo falso” può significare cose diverse. Può indicare un piccolo sbaglio, ma può anche indicare una grave trasgressione, un peccato grave. E quando leggeremo il commento di oggi, noterete che Galati 6:1 in questo caso viene usato in riferimento a dei peccati gravi. Quindi può riferirsi a entrambe le cose. Andiamo avanti. “Fa un passo falso senza rendersene conto”. Cosa significa questo? La parola greca qui indica che il peccato non è intenzionale. Quest’uomo non è uscito di casa quel giorno con l’idea di commettere un peccato grave. È stato colto alla sprovvista, non se lo aspettava. Forse si è trovato in mezzo alle persone sbagliate e all’improvviso si è trovato a fare qualcosa che in realtà non aveva pianificato di fare. Non è deliberato, ma questo non significa che il peccato non sia grave, significa solo che non era intenzionale. Subito dopo, ecco l’aiuto che quell’uomo può ricevere. Dice: “Voi che siete spiritualmente qualificati”. Beh, se ci pensiamo i galati sapevano bene cosa implicava esserlo, perché al capitolo 5, versetti 22 e 23, l’apostolo Paolo aveva elencato i 9 aspetti del “frutto dello spirito”, quindi sapevano cosa implicava essere spiritualmente qualificati. Ma ecco il punto. Come è stato ben commentato prima, chi dà un consiglio deve farsi guidare dallo spirito santo, non dalla frustrazione, non dalla rabbia. Non deve essere una reazione impulsiva, in preda all’ira o all’irritazione. No, lo spirito santo deve spingerci a dare il consiglio. La parola successiva è interessante, dice: “Voi che siete spiritualmente qualificati, cercate”. “Cercate”. Non troverete questa parola in molte Bibbie. Penso che solo un’altra traduzione, oltre alla <i>Traduzione del Nuovo Mondo</i>, dica “cercate”. Molte traduzioni inglesi seguono la “Bibbia del re Giacomo”, che dice: “Voi che siete spirituali, ristabilite tale uomo”. Il greco consente entrambe le rese, sia l’idea di un tentativo che quella di un’azione diretta. Quindi i traduttori devono scegliere. Il primo Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo scelse di inserire “cercate”. Perché? Si resero conto che, pur facendo il tentativo di correggere una persona, il risultato sarebbe dipeso dalla persona stessa. Avrebbe fatto dei cambiamenti? Forse quel tentativo avrebbe funzionato o forse no. E forse, dato che i Testimoni di Geova probabilmente si impegnano a dare consigli e aiuto alle persone più di chiunque altro, il Comitato di Traduzione notò questa sfaccettatura in Galati 6:1. Quindi abbiamo un uomo che cammina, fa un passo falso. Cosa può succedere quando si fa un passo falso? Ci si potrebbe slogare qualcosa e questo ci porta alla parola “correggere”. Dice: “Cercate di correggerlo”. La parola greca usata qui ha relazione con un termine medico che può indicare l’azione di rimettere a posto un osso. Quindi funziona molto bene con la metafora. Stai camminando, fai un passo falso, ti sloghi qualcosa e ora bisogna intervenire. L’osso deve essere rimesso a posto. E ora veniamo al punto che è stato commentato anche prima, “con uno spirito di mitezza”. E questo è molto importante, perché a volte gli anziani devono dare dei consigli a qualcuno che ha fatto qualcosa che trovano ripugnante e potrebbero farsi prendere da sentimenti negativi. Potrebbero essere tentati di parlare alla persona con durezza, ma non lo fanno. Chiedono spirito santo. E qual è uno degli aspetti del frutto dello spirito? Mitezza. Pregano per avere uno spirito di mitezza. Dopotutto, se la persona ha fatto qualcosa di così brutto, probabilmente si vergogna già molto di sé stessa e potrebbe esserci voluto fino all’ultimo briciolo del suo coraggio per andare dagli anziani. Quindi, trattiamo la persona con gentilezza. Perciò dice “con uno spirito di mitezza”, e poi la frase successiva, “ma bada a te stesso”. “Te stesso”. Un attimo, è al singolare, vero? Non abbiamo visto che all’inizio del versetto 1 Paolo si rivolgeva ai suoi “fratelli”, plurale? Ma ora si rivolge a ogni singola persona che deve dare dei consigli. Paolo dice: “Bada a te stesso”. Quindi Paolo cosa ci sta dicendo di fare? Un autoesame. Sicuramente molti di noi si trovano d’accordo con il commento che è stato fatto questa mattina. Molti di noi che hanno dato dei consigli in passato potrebbero guardare indietro con rammarico, a volte. A volte avremmo dovuto essere più gentili, più miti nel dare dei consigli. E quindi è estremamente importante farsi un autoesame di tanto in tanto. Come si sentono gli altri quando ricevono un mio consiglio? Usando il singolare Paolo sta parlando a ciascuno di noi. Se sei un anziano, Paolo sta parlando con te, Paolo sta parlando con me e sta dicendo: “Fatti un autoesame, rifletti su come i tuoi consigli fanno sentire gli altri”. L’ultima frase: “Affinché non sia tentato anche tu”. Cosa intende Paolo con questa frase? Sta dicendo che se sentiamo i dettagli di quello che la persona ha fatto, potremmo essere tentati di fare la stessa cosa? No, quello che Paolo ci sta ricordando è che siamo tutti imperfetti. Paolo ci sta dicendo: “Non salire sul piedistallo, non guardare gli altri dall’alto in basso quando dai consigli. Ricorda, sei imperfetto e un giorno potresti essere seduto dall’altra parte del tavolo ed essere tu a ricevere un consiglio”. E quel giorno, come vorresti essere trattato? Con uno spirito di mitezza. Tenere a mente i nostri limiti ci aiuterà a moderare il nostro tono, a parlare al trasgressore con uno spirito di mitezza. Quindi rileggiamo insieme Galati 6:1: “Fratelli, anche se un uomo fa un passo falso senza rendersene conto, voi che siete spiritualmente qualificati cercate di correggerlo [non dimentichiamolo mai] con uno spirito di mitezza. Ma bada a te stesso, affinché non sia tentato anche tu”. Quindi cosa abbiamo imparato analizzando questo versetto? Ricordiamoci che, quando diamo consigli, dobbiamo farlo con mitezza e lasciandoci guidare dallo spirito santo. Se lo faremo, sarà valsa la pena di aver considerato questo argomento. Davvero dei consigli molto pratici! Se dobbiamo correggere un fratello o una sorella, ricordiamoci che dobbiamo farlo con uno spirito di mitezza. Come abbiamo visto prima, la verità ci spinge ad agire. Inoltre, la verità ci unisce. Il popolo di Geova parla centinaia di lingue e proviene praticamente da qualsiasi tipo di cultura e di background. La pace che c’è in questo popolo è così straordinaria che molti la definiscono un miracolo dei nostri giorni. Il video musicale di questo mese ci ricorderà proprio questo. Il titolo è <i>Quando tutti adoreremo Dio.</i> Buon ascolto! ♪ Quanto dolore c’è su questo pianeta che ♪ ♪ pace non ha! ♪ ♪ Nessuno sa come avere speranza. ♪ ♪ E quanta ansietà che toglie il respiro! ♪ ♪ Ma Dio cancellerà le difficoltà nel mondo che porterà. ♪ ♪ Vera pace ci sarà ♪ ♪ quando tutti adoreremo Dio. ♪ ♪ Per noi è già realtà! ♪ ♪ Dio non ci lascia mai, è sempre accanto a noi. ♪ ♪ La pace che dà per sempre sarà ♪ ♪ come un fiume che scorre. ♪ ♪ Lui sa comprendere, asciuga le lacrime. ♪ ♪ Che forza ci dà pensare che tutto nuovo farà! ♪ ♪ Vera pace ci sarà ♪ ♪ quando tutti adoreremo Dio. ♪ ♪ Per noi è già realtà! ♪ ♪ Per mezzo di Gesù avremo libertà. ♪ ♪ Un canto a Dio si innalzerà. ♪ ♪ Ogni creatura sua a lui s’inchinerà. ♪ ♪ Vera pace ci sarà ♪ ♪ quando tutti adoreremo Dio. ♪ ♪ Vera pace ci sarà ♪ ♪ quando tutti adoreremo Dio. ♪ ♪ Per noi è già realtà! ♪ ♪ Per sempre durerà! ♪ Tra noi Testimoni di Geova l’unità non è solamente un ideale, ma una vera e propria realtà. Che assistiamo a uno dei nostri congressi o che ci aiutiamo durante un’emergenza, il nostro amore e la nostra unità si vedono chiaramente. E provate a immaginare come sarà la vita quando il proposito di Dio per la terra si adempirà completamente e saremo letteralmente tutti uniti nell’adorare Geova Dio in pace. In questo programma abbiamo visto quanto è importante che il nostro amore per la verità influisca sulla nostra vita. Questo amore ci motiva ad attenerci alle norme morali di Dio e a farle nostre, ad aiutare con le nostre visite ulteriori chi mostra interesse e a rimanere uniti in ogni situazione. Quando sentite la parola “paradiso”, che cosa vi viene in mente? A molti fa pensare alla bellezza tropicale che troviamo alle Figi, il luogo da cui provengono i saluti di questo mese. L’arcipelago delle Figi, nel sud del Pacifico, comprende più di 300 isole, un centinaio delle quali sono abitate. Su queste isole troviamo lussureggianti foreste pluviali, estese praterie e lagune incontaminate circondate da barriere coralline. Nell’interno, il paesaggio è selvaggio e montuoso, con picchi che superano i 1.300 metri di altitudine. Su queste isole meravigliose ci sono 3.186 proclamatori che predicano la buona notizia del Regno a quasi un milione di persone. Sulla piccola isola di Koro, che si trova tra le due isole principali delle Figi, i nostri fratelli percorrono a piedi gran parte del territorio. Per arrivare in zone più remote, a volte noleggiano un camion, e così anche i più anziani e i più piccoli raggiungono diversi villaggi e danno il loro contributo alla predicazione. Quando non predicano molti fratelli sostengono le loro famiglie coltivando i campi. Altri si occupano di un’arte tradizionale locale, l’intreccio di tappeti. Per produrre questi tappeti si intrecciano le lunghe e strette foglie di pandano, che è un albero tropicale. Le foglie vengono essiccate, vengono immerse nel fango per essere tinte, e poi vengono ammorbidite per essere intrecciate. Molte famiglie vendono questi tappeti per pagare il viaggio per andare alle assemblee di circoscrizione e ai congressi di zona. Si tratta di un viaggio di 12 ore in barca tra onde tumultuose verso Viti Levu, la più grande isola delle Figi. Nel 2016, il ciclone Winston colpì le Figi. Quello fu il ciclone più potente registrato nell’emisfero meridionale fino a quel momento. Nel piccolo villaggio di Naqaidamu la maggioranza delle case venne spazzata via. I nostri fratelli persero quasi tutto quello che avevano. L’unico edificio che sopravvisse fu la Sala del Regno. Il capo villaggio che conosceva bene la buona reputazione dei Testimoni, donò un terreno proprio intorno alla Sala del Regno e permise ai fratelli di ricostruire lì le loro case. I fratelli del posto collaborarono con i volontari delle operazioni di soccorso per costruire 14 nuove case per ospitare l’intera congregazione. La Sala del Regno di Naqaidamu va completamente a energia solare e i fratelli del posto fanno buon uso della tecnologia per le adunanze e per il ministero. I 38 proclamatori della congregazione di Naqaidamu esprimono il loro loloma, che in figiano significa amore, a tutta la famiglia spirituale. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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