JW Broadcasting (febbraio 2024)

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Vi diamo un caloroso benvenuto a JW Broadcasting. Nel programma di questo mese vedremo insieme in che modo la Bibbia può migliorare la nostra vita, come può evitarci di andare incontro a danni permanenti, come ci aiuta ad andare d’accordo con chi ci circonda e come ci rassicura che, anche nel caso in cui dovessimo sbagliare, Geova ci aiuterà a risollevarci e ad andare avanti. Dalla vita di Giovanni Battista impareremo ad affrontare la paura, a rallegrarci quando altri ricevono privilegi e a essere positivi anche quando abbiamo dei problemi. Dalla storia del fratello Gordon Mackay capiremo che Geova vuole che ci avviciniamo a lui anche se abbiamo avuto un grave problema spirituale. E il nostro nuovo video musicale è dedicato a tutti quelli che si sono allontanati da Geova e dalla sua famiglia fedele, anche se imperfetta. Questo video ci ricorderà che la nostra casa spirituale è un luogo unico e straordinario in cui stare. Questo è il programma di JW Broadcasting del mese di febbraio 2024. Quando ero piccolo, uno dei miei dolci preferiti era la torta di patate dolci che preparava mia madre. Aveva sempre lo stesso sapore. Secondo me era perfetta, ogni volta. Io spesso le chiedevo: “Mamma, ma cosa ci metti lì dentro per farla così buona?” E lei mi diceva sempre: “Ma sì, ci metto le stesse cose ogni volta”. Punto 1, non mi avrebbe mai rivelato la ricetta. Punto 2, quella ricetta le usciva bene e quindi non la cambiava mai. Beh, la Bibbia è proprio come un libro di cucina, pieno di ricette infallibili che possono renderci felici e aiutarci a rimanere fedeli a Geova. Guardate come Paolo spiega i risultati che si possono ottenere seguendo queste ricette. Ne parla in 2 Timoteo 3:16, 17: Alcune volte le ricette che troviamo nell’ispirata Parola di Dio vengono presentate sotto forma di esempi. E mentre studiamo uno di questi esempi possiamo capire le varie qualità e gli atteggiamenti che possiamo imitare. Altre volte si tratta di un vero e proprio elenco di qualità, come le varie sfaccettature del frutto dello spirito di cui si parla in Galati capitolo 5 o l’elenco delle cose positive da considerare di Filippesi 4:8, 9. E ovviamente nella Bibbia ci sono moltissimi princìpi di cui possiamo avvalerci per riuscire a prendere buone decisioni. Meditare su questi princìpi e metterli in pratica e imitare le qualità e gli esempi che troviamo nella Bibbia sarà la chiave per avere una vita ricca dal punto di vista spirituale. Voglio farvi un esempio pratico. Lo troviamo riportato in 1 Pietro 3:8. Fate caso agli ingredienti di cui si parla: Queste 5 bellissime qualità renderanno di certo migliore e più piacevole il servizio che tutti noi rendiamo a Geova. Analizziamole un attimo insieme. Per prima cosa Pietro ci esorta a essere “tutti concordi”. La nota in calce dice che dobbiamo avere “unità di pensiero”. Quindi è fondamentale che abbiamo unità di pensiero con i nostri fratelli e soprattutto con Geova e la sua organizzazione. Come possiamo farlo? La parte finale di Isaia 30:15 dice: Questo è il modo in cui ha sempre agito lo schiavo fedele e saggio. Noi dovremmo avere lo stesso modo di pensare dello schiavo fedele. Dovremmo mostrare la stessa calma e la stessa fiducia in Geova mentre affrontiamo i problemi della vita. In 2 Re capitolo 4 si parla di una donna sunamita che aveva profonda fiducia nel profeta Eliseo. Era stata vittima di una tragedia davvero terribile, ma nonostante questo mantenne la calma e dimostrò la sua fiducia nell’“uomo del vero Dio”, Eliseo. La fiducia che aveva in quell’uomo che rappresentava Geova è degna di essere imitata. E le parole di questa donna sunamita riportate nel capitolo 4 ci fanno capire bene che tipo di fiducia dobbiamo avere in Geova e nei suoi rappresentanti qui sulla terra. Lasciate che vi dica qualcosa di più su questa donna. Lei e suo marito vivevano a Sunem. Eliseo visitava spesso questa città e quando passava di là si fermava da loro e questo li avrà incoraggiati molto. La loro ospitalità colpì molto Eliseo, che per ricambiare voleva fare qualcosa per loro. Cosa fece? Beh, da quanto riportato nei versetti da 14 a 16 di 2 Re capitolo 4, capiamo che la donna non aveva avuto figli e che il marito era ormai vecchio. E così Eliseo le disse che di lì a un anno avrebbe tenuto fra le braccia un figlio. E infatti, proprio come predisse Eliseo, l’anno dopo la donna partorì un bambino. Purtroppo però successe qualcosa di straziante. Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare da suo padre che stava lavorando, ma come dice il versetto 19, il bambino iniziò a lamentarsi. Gli faceva molto male la testa e poco dopo morì. Tremendo! Cosa avrebbe fatto questa donna? Quello era il suo unico figlio. Ma lei aveva piena fiducia nell’“uomo del vero Dio”, Eliseo, e quindi disse a suo marito quello che è riportato al versetto 22: Il versetto 23 aggiunge: In altre parole: “Cosa potrà fare per noi?” È interessante. Notate quello che disse la donna alla fine del versetto 23 e al versetto 24: La calma e la fiducia di questa donna la portarono a percorrere un viaggio di quasi 30 km a cavallo di un’asina per andare da Eliseo. E poi il profeta risuscitò il bambino. Il tempo che aveva trascorso in compagnia di Eliseo e il suo esempio la aiutarono a non perdere il controllo. Anche se aveva appena perso un figlio lei era sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. Aveva visto la fede e la fiducia che Eliseo aveva in Geova e questo la aiutò a non perdere la calma e la fiducia anche in questo momento particolarmente difficile. Prendiamo Isaia 41:10. Guardate quello che ci promette Geova: Quindi facciamo di tutto per avere unità di pensiero con l’organizzazione di Geova, mantenendo la calma e avendo fiducia nel nostro Dio, con la certezza che grazie al suo aiuto le cose andranno bene. Ce l’ha promesso. Questo è un ingrediente essenziale per riuscire a servire Geova al meglio e mantenere la gioia. In 1 Pietro 3:8, oltre all’essere concordi, Pietro aggiunge altre 3 qualità che sono tutte sfaccettature dell’amore: l’empatia, l’affetto fraterno e la tenera compassione. Bisogna mettersi nei panni degli altri per mostrare questo tipo di amore. L’empatia ci porta a comprendere le emozioni di una persona e a immedesimarci nel suo stato d’animo. Mentre ci avviciniamo alla fine di questo sistema, Satana proverà a dividere il popolo di Geova dall’interno, quindi amare i nostri fratelli e sorelle e sforzarci di comprendere i sentimenti gli uni degli altri diventerà sempre più importante. Sarà la chiave per rimanere uniti. Pensate all’empatia che caratterizza l’organizzazione di Geova. Tutti noi affrontiamo delle sfide e dei problemi e lo stesso succede ai nostri anziani, ai fratelli che hanno la responsabilità di guidarci sulla terra. Alcuni di loro hanno perso qualcuno che amavano proprio come noi. Alcuni di loro hanno sofferto per qualche malattia o per l’ansia proprio come noi. E noi li amiamo perché mostrano empatia. Pensate alla parte celeste dell’organizzazione di Geova. Da quando Satana si è ribellato, Geova ha provato delusione, tristezza, ira per il comportamento di uomini imperfetti. Geova conosce questi sentimenti, il nostro Padre celeste può davvero capirci. Anche Gesù provò simili sentimenti di delusione e tristezza. Pensateci. Vide in prima persona la ribellione di Satana, Adamo, Eva e vide quello a cui portò. Tra l’altro, quando Gesù diventò un essere umano e iniziò a provare emozioni e sentimenti umani, riuscì a capire meglio quello che proviamo noi. La Torre di Guardia del 15 aprile 2002, nell’articolo intitolato “Empatia: La chiave della benignità e della compassione”, menzionava 3 modi in cui possiamo affinare la nostra sensibilità verso i bisogni e i sentimenti degli altri. Il primo: “Ascoltare. Ascoltando attentamente veniamo a conoscenza dei problemi che gli altri affrontano. E più ascoltiamo attentamente, più è probabile che essi ci aprano il cuore e ci rivelino i loro sentimenti”. Il secondo: “Osservare. Non tutti ci diranno apertamente ciò che provano o ciò che stanno attraversando. Un osservatore acuto, però, noterà quando un compagno di fede [ha bisogno di incoraggiamento o di aiuto pratico]”. E il terzo: “Immedesimarsi. Il modo migliore per sviluppare empatia è quello di chiedervi: ‘Se mi trovassi in tale situazione, come mi sentirei? Come reagirei? Di che cosa avrei bisogno?’” Quindi l’empatia, l’affetto fraterno e la tenera compassione sono tutte sfaccettature dell’amore. E sono ottimi ingredienti per servire Geova al meglio e con gioia e per fare del bene agli altri. L’ultima qualità menzionata in 1 Pietro 3:8 è l’umiltà Perché abbiamo bisogno di umiltà? Perché dobbiamo avere fiducia. Per confidare in Geova e nella sua organizzazione dobbiamo essere umili, non dobbiamo confidare in noi stessi e nel nostro modo di pensare. L’umiltà ci aiuta a rimanere fedeli davanti a qualsiasi cosa Dio permetta. Quando siamo preoccupati per qualcosa o ci sentiamo sotto pressione vorremmo che il problema finisse subito. Ma essere umili ci aiuterà a confidare nel fatto che Geova sa esattamente quando e come intervenire per risolvere i nostri problemi. E quindi con pazienza, aspettiamo. Geova soddisferà sempre tutti i nostri bisogni secondo i suoi tempi e i suoi modi. L’umiltà ci permette di riconoscere che i pensieri di Geova sono di gran lunga superiori ai nostri. Siamo consapevoli che la nostra comprensione delle cose è limitata in paragone a quella di Geova, che è straordinariamente più completa. Lui può discernere aspetti a noi invisibili ed è per questo che siamo assolutamente certi che il suo modo di agire è sempre il migliore. Quindi, mentre si avvicina la grande tribolazione, con umiltà continuiamo a fidarci di Geova e della sua organizzazione. Torniamo in 1 Pietro capitolo 5. In 1 Pietro 5:6 si dice: Fratelli, non c’è posto migliore al mondo in cui trovarsi che “sotto la potente mano di Dio”. E l’umiltà è un ingrediente fondamentale che ci aiuterà a rimanere in questo luogo, al sicuro. Ripassiamo allora i 3 ingredienti fondamentali della nostra ricetta spirituale. Il primo era unità di pensiero. Il nostro modo di pensare deve essere in armonia con l’organizzazione di Geova. Manteniamo la calma e abbiamo fiducia. Anche nei momenti più bui ricordiamo sempre le parole della sunamita di 2 Re capitolo 4. Insieme a Geova andrà sempre tutto bene. Secondo ingrediente. Empatia, affetto fraterno e tenera compassione, che sono tutte sfaccettature dell’amore. Non siamo soli, ci siamo l’uno per l’altro. E la parte celeste dell’organizzazione ci mostrerà empatia dandoci quello di cui abbiamo bisogno individualmente e come organizzazione. E infine, facciamo di tutto per includere il terzo ingrediente, l’umiltà, nella nostra ricetta spirituale. Essere umili ci permetterà di avere fiducia, fiducia nel fatto che il modo di agire di Geova è e sarà sempre il migliore. Salmo 119:105 dice che la Bibbia “è una lampada per il [nostro] piede e una luce sul [nostro] cammino”. Perciò sforzatevi di leggere e meditare sulla Parola di Dio ogni giorno. Davanti a ogni situazione, decisione e difficoltà che si presenti cercate la ricetta che fa al caso vostro, un esempio della Bibbia, una qualità cristiana, un principio. Se lo farete, Geova sarà come una luce sul vostro cammino e vi aiuterà a servirlo e a essere felici per sempre. Abbiamo visto che le “ricette” della Bibbia ci aiutano a servire meglio Geova e migliorano i nostri rapporti con gli altri. Nell’intervista che segue, notate in che modo mettere in pratica i princìpi biblici può anche aiutarci a riparare i danni che sono stati causati da decisioni sbagliate. Ci siamo diplomati a giugno, sposati a luglio, e a novembre è nata nostra figlia. Era un periodo molto felice. Un giorno 2 Testimoni bussarono alla porta, mi lessero il brano biblico di Salmo 83:18 e così scoprii che il nome di Dio è Geova. Mi proposero di studiare la Bibbia ma studiai solo per poco tempo, due o tre settimane. Comprammo una macchina. Iniziammo ad andare alle feste, cominciammo a fumare, a drogarci, a ubriacarci, e tutte queste cose finirono per rovinare il nostro matrimonio. Pensavamo che andare via dalla città, lasciare i nostri vecchi amici avrebbe migliorato le cose. Ma, ma in realtà le peggiorò, più che mai. Il baseball per me contava più di ogni altra cosa, anche più di mia moglie. Avevo un problema col concetto di autorità. C’erano volte in cui mi sentivo più intelligente di Art e quindi pensavo che le mie decisioni fossero migliori delle sue. Tempo dopo Zanna mi lasciò per un’altra persona e questo mi ferì, mi ferì profondamente. Zanna passò un periodo molto difficile a causa della droga. E per questo i nostri figli furono affidati a me. In quel momento capii. Dovevo cambiare la mia vita, completamente. E fu proprio allora che Geova tornò improvvisamente nei miei pensieri. Ricordo molto bene quel momento, mi misi in ginocchio e pregai Geova. Gli chiesi: “Ti prego, Geova, dimmi cosa devo fare”. Iniziai a sfogliare l’elenco telefonico e cercai i Testimoni di Geova. I Testimoni mi diedero un libro, si trattava del libro Vita familiare. Andai da Art e glielo feci vedere. Gli dissi: “Se avessimo seguito questi consigli fin dall’inizio il nostro matrimonio non sarebbe mai finito, ne sono convinta”. Dentro di me pensavo: “Davvero posso fidarmi?” Ma col tempo mi resi conto che era davvero sincera. Smise completamente di fare uso di droghe e poi vidi chiaramente che anche nei modi di fare era cambiata. In quel breve periodo di tempo le cose cominciarono a migliorare sempre di più. Poi iniziai anch’io a studiare la Bibbia con i Testimoni insieme a Zanna e fu lì che le cose finalmente andarono per il verso giusto. Un versetto che mi fu molto utile mentre ci impegnavamo per ricostruire il nostro matrimonio fu 1 Corinti 11:3. È Art il capo, non sono io. Questo versetto mi aiutò a capire che, con l’eccezione di Geova, tutti hanno un capo. Capire questo concetto mi è stato molto utile, sento che è una protezione per me. Adesso non devo affidarmi solo a me stessa per prendere le decisioni. Galati 5:22, 23. Questo brano mi ha aiutato a mostrare amore, mi ha aiutato a essere un marito migliore e anche a essere un padre migliore. Adesso tratto sempre Zanna con dignità e rispetto, ascolto con attenzione quando mi dice come la pensa. Io e Arthur ci siamo risposati il 2 aprile del 1979. Il consiglio che mi sento di dare a chi sta affrontando delle difficoltà nel matrimonio è questo: “Mettete in pratica i princìpi biblici, metteteli in pratica”. Abbiamo imparato a includere Geova nella nostra famiglia ed è solo grazie a questo che riusciamo a gestire i problemi che affrontiamo nella vita di tutti i giorni. Questo secondo matrimonio è molto più bello, perché Geova fa parte della nostra vita. Che bella questa intervista! Imparare e mettere in pratica i princìpi biblici tenendo sempre Geova bene in mente ha fatto davvero la differenza per Art e Zanna. Ecco perché ci impegniamo così tanto per far conoscere la Parola di Dio a più persone possibile. Infatti, aiutiamo le persone a conoscere la verità nella loro lingua del cuore. Il prossimo video vi piacerà molto. Parla di un’innovazione inventata diversi anni fa dai nostri fratelli che ha accelerato la diffusione della buona notizia, contribuendo alla più grande testimonianza della storia. I Testimoni di Geova sono conosciuti per produrre pubblicazioni e altro materiale in centinaia di lingue attraverso il sito Internet più tradotto in tutto il mondo. Ma come riusciamo a pubblicare materiale stampato e online in così tante lingue contemporaneamente? La risposta riguarda un sistema editoriale all’avanguardia che i nostri fratelli hanno sviluppato più di 40 anni fa, un’innovazione in questo settore. Il suo nome? MEPS. Ma che cos’è il MEPS? Scopriamolo insieme e vediamo come questa tecnologia ha unito il popolo di Geova e ci ha permesso di compiere l’opera di testimonianza più grande della storia. Da tempo il popolo di Dio ha capito l’importanza di rendere disponibile la verità in più lingue possibile. Rivelazione 14:6 profetizzò che la buona notizia sarebbe stata predicata “a ogni nazione, tribù, lingua e popolo”. Già alla fine del 1800 i primi Studenti Biblici traducevano le nostre pubblicazioni dall’inglese in altre lingue, così che le persone potessero conoscere la verità nella loro lingua. Ma per decenni si è seguito un processo estremamente complicato per stampare il materiale in molte lingue. Immaginate di trovarvi in una tipografia della Betel più di 50 anni fa. Fa caldo e c’è tanto rumore. Per stampare si usava una linotype che trasformava il piombo fuso in piccole lamine di metallo chiamate righe tipografiche. Si preparava una riga alla volta. I compositori facevano un lavoro di precisione. Componevano le pagine sistemando le righe in telai in metallo usati per creare speciali matrici. Poi, usando altro metallo fuso, dalle matrici si ricavavano le lastre per la stampa. E per stampare grandi tirature, le lastre dovevano essere placcate in nichel per accrescerne la durezza. Alla fine, dopo aver eliminato le imperfezioni, le lastre erano pronte per essere montate sulla rotativa. Pubblicare lo stesso materiale in un’altra lingua significava ripetere tutte queste procedure dall’inizio alla fine. Per tradurre, comporre e stampare una sola rivista ci volevano mesi. Per i libri, potevano volerci addirittura anni! Con il tempo si mise da parte il metallo fuso. L’industria della stampa iniziò a usare la fotocomposizione e le macchine per la stampa offset. Era il momento di rinnovare le procedure anche alla Betel e di passare all’utilizzo dei computer. Ma i fratelli dovevano affrontare una sfida non da poco. A quel tempo stampavamo già pubblicazioni in 167 lingue. Avevamo bisogno di una soluzione che ci permettesse di stampare in queste lingue e in molte altre, ma in commercio non esisteva un sistema che ci permettesse di fare questo. Quindi, nel 1979 un gruppo di fratelli e sorelle furono invitati presso i Poderi Watchtower a Wallkill, nello stato di New York, per sviluppare il sistema multilingue per la fotocomposizione elettronica, in inglese MEPS. Quindi iniziammo a sviluppare il MEPS. Alcuni fratelli e alcune sorelle si concentrarono sull’hardware, i circuiti veri e propri. Altri fratelli si concentrarono sullo schermo e sulla sua costruzione, e altri ancora si concentrarono sul software, il sistema operativo. Il team dovette realizzare quasi tutto: computer, tastiere, schermi e software. Non c’erano alternative. Infatti i primi computer sufficientemente potenti sarebbero stati lanciati sul mercato solo alcuni anni dopo. Un’altra enorme parte del progetto consisteva nel creare i font, cioè le serie di caratteri che compongono il testo scritto. Per molte lingue non era possibile, oppure era troppo costoso acquistare i font. Perciò i fratelli e le sorelle dovettero disegnare a mano ciascun carattere e poi scannerizzarlo. Per alcune lingue questo significò disegnare migliaia di caratteri. Poi fu necessario programmare il software con tutte le regole per la spaziatura e la divisione in sillabe, in modo che le parole e i caratteri venissero visualizzati correttamente. Nel 1982, dopo soli tre anni, fu completata la prima unità MEPS. Grazie al MEPS si poteva inserire il testo nel computer in una qualsiasi delle lingue supportate. Successivamente, era possibile formattare il testo e comporre le pagine. In questo modo i fratelli potevano usare la stessa impaginazione per produrre una pubblicazione in tutte le lingue. Le pagine composte venivano poi stampate su carta fotografica, trasferite su una pellicola e usate per produrre le lastre per la stampa. Il MEPS non faceva e non fa neanche oggi un lavoro di traduzione. A quello ci pensano dei traduttori, ma grazie al MEPS tutte le procedure prima della stampa venivano completate in poco tempo. Oltre alla velocità e all’efficienza, il MEPS ha raggiunto anche un altro obiettivo, ha unito ancora di più i fratelli e le sorelle di tutto il mondo. Prima ancora che il MEPS venisse progettato, il Corpo Direttivo aveva capito che se i Testimoni di Geova di tutto il mondo avessero studiato alle adunanze lo stesso materiale, sarebbero stati ancora più uniti. Grazie al MEPS, a macchine da stampa più veloci e ad altri miglioramenti nella produzione, questo sarebbe stato finalmente possibile. La Torre di Guardia del 1º aprile 1984 fu la prima a essere pubblicata in più lingue contemporaneamente. E già nell’anno seguente La Torre di Guardia veniva pubblicata contemporaneamente in 23 lingue. Nel 2021 l’edizione per lo studio della Torre di Guardia è stata pubblicata contemporaneamente in più di 390 lingue! Oggi quasi tutti i Testimoni di Geova possono studiare allo stesso tempo lo stesso cibo spirituale alle nostre adunanze. Questo è davvero un miracolo dei nostri giorni! Attualmente il MEPS viene utilizzato non solo per la composizione, ma aiuta anche in altre fasi della produzione delle pubblicazioni. Il Reparto Programmazione MEPS ha contribuito alla produzione della Watchtower Library su CD-ROM e allo sviluppo dell’app JW Library. Infatti ora l’acronimo inglese MEPS, in italiano sta per Sistema Multilingue per l’Editoria Elettronica, perché il MEPS supporta la produzione di materiale stampato e online. La storia del MEPS è molto più che una storia di tecnologia, è una storia d’amore. L’amore ha spinto il Corpo Direttivo a cercare modi sempre migliori per provvedere cibo spirituale a persone di ogni “tribù e lingua”. Come risultato di questo amore e dello spirito santo di Geova, possiamo assaporare un’unità senza precedenti e possiamo espandere la buona notizia come mai prima avremmo immaginato. Da righe tipografiche in metallo a una lavorazione computerizzata, lo sviluppo di MEPS è stata una vera benedizione. Ha contribuito a unire il popolo di Dio nella predicazione della buona notizia “in tutta la terra abitata, perché sia resa testimonianza a tutte le nazioni”. Ma che dire se stiamo affrontando una situazione particolare della vita in cui cominciamo a chiederci se Geova ci stia benedicendo. Vediamo cosa possiamo imparare dalla vita di Giovanni Battista su come essere certi dell’amore di Geova e della sua protezione. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. I veri cristiani si aspettano di essere perseguitati. Ma è stata dura vedere le autorità che arrestavano il fratello Vasil. Dopo quello che era successo avevo paura di parlare ad altri di Geova. Sono mesi che Marcos cerca lavoro. Ormai sto iniziando a perdere le speranze. Sono felice che lui mi sostenga nel mio servizio di pioniera. Ma forse dovrebbe pensare di più a cercare lavoro. Ero davvero contenta quando ho saputo che Nicole era stata invitata alla SKE. Ma più ci pensavo, e più mi sentivo vuota, scoraggiata. Sembra che siano solo gli altri a ricevere privilegi. Perché io no? Leggendo la Bibbia ho trovato un esempio di coraggio per continuare a predicare nonostante l’opposizione. Dopo aver detto a Marcos come mi sentivo, abbiamo riflettuto su un personaggio della Bibbia che ha perseverato senza perdere la speranza. Gesù disse: “Fra tutti coloro che siano mai nati da una donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni Battista”. Molti che lo ascoltavano, si sentivano spinti a pentirsi e a battezzarsi, preparando così il loro cuore per accettare il Messia. Lui battezzò perfino il Figlio di Dio. Ma mentre il ministero di Gesù cresceva, quello di Giovanni cominciava a diminuire. E quando i suoi discepoli glielo fecero notare, lui fu umile e fu molto felice nel vedere come Geova stava usando Gesù. Comunque Giovanni affrontò le stesse difficoltà che affrontano i servitori di Geova oggi. Fu messo in prigione per aver parlato della verità senza paura. Nulla gli impedì di predicare con coraggio. Man mano che il tempo passava e rimaneva in prigione, Giovanni aveva bisogno di essere rassicurato, proprio come me. I suoi discepoli andarono da lui con un messaggio da parte di Gesù: osserva tutto quello che Geova sta facendo intorno a te. Ora vedo tutto quello che Geova sta facendo intorno a me. Voglio imitare Giovanni Battista e perseverare senza perdere la speranza. Ho tante ragioni per essere felice. E una di queste è vedere come Geova usa gli altri per fare la sua volontà. Le persone hanno bisogno di conoscere Geova. Come Giovanni posso mostrarmi coraggioso, qualunque difficoltà dovrò affrontare. Queste sono delle ottime lezioni per tutti noi. Una sorella era molto preoccupata perché suo marito non riusciva a trovare lavoro, ma poi ha capito quanto fosse importante per entrambi partecipare insieme all’opera di predicazione. Un’altra sorella si sentiva vuota e scoraggiata, ma poi ha imparato, proprio come Giovanni, a provare gioia nel vedere come Geova Dio usa altri per fare la sua volontà. E il fratello che stava affrontando la persecuzione ha imparato a superare le sue paure e a parlare con coraggio. Spesso nei paesi in cui la nostra opera è al bando i nostri oppositori diffondono bugie su di noi per giustificare la persecuzione. Ma non è solo in questi paesi che vengono diffuse notizie false, mezze verità e vere e proprie bugie su di noi. Infatti, nonostante diciamo la verità, gli apostati o altre persone ci accusano di essere disonesti, degli impostori. Come possiamo reagire a questo trattamento così ingiusto? Ascoltiamo il fratello Seth Hyatt in una recente adorazione mattutina dal titolo Diciamo la verità anche se ci chiamano impostori. Vi è mai capitato di trovarvi di fronte a una notizia falsa, una notizia negativa riguardo al popolo di Geova? Potrebbe essere stato un articolo di giornale, o un servizio al telegiornale della sera, oppure qualcuno nel ministero vi ha chiesto qualcosa al riguardo. Questa notizia potrebbe riferirsi a diversi argomenti. La nostra neutralità, la nostra posizione sul sangue, il rispetto che abbiamo per le elevate norme morali di Geova e per il suo punto di vista riguardo alla santità del matrimonio. O ancora, la nostra determinazione a mantenere pura la congregazione disassociando i peccatori impenitenti. Ma indipendentemente dall’argomento, queste notizie hanno qualcosa in comune. Queste notizie negative sono spesso caratterizzate da mezze verità, inaccuratezze e qualche volta da vere e proprie bugie. E oltre a tutto questo, essendo presentate con tale certezza e sicurezza, sembrano vere. Quando ci troviamo di fronte a queste notizie, come ci sentiamo? Abbattuti? Scoraggiati? Arrabbiati? Riflettiamo su quello che successe a una pioniera. Questa sorella studiava con una donna. Un giorno, mentre veniva tenuto lo studio, un’altra donna entrò in casa senza preavviso. Non aveva suonato il campanello, non aveva bussato e come si capì dopo era una persona che la studente conosceva. Quindi questa donna entrò e interruppe lo studio biblico. E in mano teneva un libro che era stato scritto da un uomo che un tempo era stato testimone di Geova. La donna disse alla studente: “Devi assolutamente leggere questo libro”. Ne seguì una conversazione particolare in cui la donna voleva far capire alla studente che i Testimoni di Geova erano degli impostori. Come gestì la situazione la sorella? E come rispose la donna che studiava la Bibbia con lei? Prima di rispondere a queste due domande, vediamo in che modo la scrittura del giorno di oggi e il suo contesto possono aiutarci ad avere il giusto atteggiamento in situazioni come queste. Per favore, prendete 2 Corinti capitolo 6 e andiamo a leggere il versetto 4. Paolo dice: “Ci raccomandiamo come ministri di Dio in ogni modo”. E poi va avanti. Fa un lungo elenco di una serie di circostanze e situazioni in cui lui stesso si trovò mentre svolgeva il suo ministero, situazioni in cui da allora si trovano tutti i cristiani. Il versetto 7 aggiunge qualcosa: “Ci raccomandiamo come ministri di Dio […] con parole veritiere”. Noi adoriamo Geova, il “Dio di verità”, e siamo contenti di questo. Come dice La Torre di Guardia da cui è tratto il commento, diciamo la verità su questioni “grandi e piccole”. Noi amiamo la verità e amiamo dire la verità riguardo a Geova. Notate che espressioni interessanti usa Paolo al versetto 8. Dice: “Nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama”. E poi il versetto continua così, sentite: “Siamo considerati impostori eppure siamo veritieri”. Questo è un paradosso vero e proprio, non è vero? Essere veritieri ma al tempo stesso essere considerati come impostori. Quando ci troviamo ad affrontare una notizia che parla di noi e che ci fa apparire come impostori, dovremmo sempre ricordare che il primo bersaglio di questo attacco è stato Geova. Prendiamo insieme Genesi capitolo 3 e leggiamo dal versetto 1: “Ora il serpente, che era il più cauto di tutti gli animali selvatici che Geova Dio aveva fatto, chiese alla donna: ‘Dio ha detto davvero che non dovete mangiare i frutti di ogni albero del giardino?’” Qui impariamo una cosa sui metodi di Satana. Non iniziò con un’affermazione. Iniziò con una domanda e non con una domanda qualunque, ma con una domanda fatta appositamente per far sorgere un dubbio. “Dio ha detto davvero questo?” Troviamo ai versetti 2 e 3, la risposta della donna. Nella seconda parte del versetto 3 lei ripete il comando di Geova: “Non dovete mangiarne il frutto, no, non dovete toccarlo, altrimenti morirete”. Il comando era chiaro alla donna, come del resto le era chiara la punizione. Ma guardate il versetto 4: “Il serpente disse alla donna: ‘Sicuramente non morirete’”. Quella era una bugia, ma era stata presentata con una certezza, con una sicurezza tale da farla sembrare la verità. Il versetto 5 dice: “Dio sa che il giorno stesso in cui mangerete il frutto di quell’albero i vostri occhi si apriranno e voi sarete come lui, conoscendo il bene e il male”. Satana, “il padre della menzogna”, di fatto sostenne che Geova era un impostore. Anche Gesù durante il suo ministero terreno subì simili attacchi. E l’apostolo Paolo fu etichettato come impostore dai suoi oppositori. Perciò, quando abbiamo a che fare con notizie negative oppure false, non ne siamo sorpresi. Ma dobbiamo chiederci: “Come reagiremo noi?” Avete mai pensato ad alcune domande che Eva avrebbe potuto porsi? Forse l’avrebbero aiutata a prendere una decisione migliore. Eccone alcune: “Cosa so della persona che mi sta riferendo questa notizia negativa? Qual è il suo scopo? Ha veramente a cuore i miei interessi oppure ha dei secondi fini?” E un’altra domanda: “Prima di ritenere che sia vera una notizia negativa che proviene da qualcuno che non conosco, c’è qualcuno che invece conosco, qualcuno di cui mi fido, con cui posso parlare e a cui posso chiedere un consiglio?” Beh, Eva poteva sicuramente parlare con suo marito e tutti e due potevano rivolgersi a Geova. E se Eva si fosse fatta queste domande probabilmente il mondo oggi sarebbe un posto molto diverso. Ma Eva scelse di credere a una bugia. Torniamo un attimo alla pioniera e alla donna che studiava la Bibbia con lei. Come è stata gestita la situazione? La pioniera ha raccontato che lei ha pensato al fatto che era un’ospite nella casa della sua studente e quindi le sembrava maleducato interrompere quella conversazione. Così ha deciso di rimanere in silenzio. Cosa ha fatto la studente a quel punto? Sorprendentemente ha chiesto all’altra donna: “Conosci l’uomo che ha scritto questo libro?” “No”. “Sai qual è il motivo per cui ha scritto questo libro? Perché l’ha scritto? Beh, io però conosco questa signora che viene a studiare la Bibbia con me e so che lo fa per il mio bene, quindi non penso di avere bisogno di leggere il tuo libro”. Ha dato un’ottima risposta! La studente ha capito il punto, e lo capiamo anche noi. Lo sappiamo e non ci stupiamo. Sappiamo che purtroppo saremo oggetto di notizie negative, a volte potremmo addirittura essere definiti impostori. Geova ci ha chiaramente indicato che ci sono persone disposte a scegliere le bugie anziché la verità di Dio. Ma non si dirà mai questo di voi o di me. Noi ci teniamo stretti a Geova, il “Dio di verità”. Perciò continuiamo ‘a raccomandarci come ministri di Dio con parole veritiere’. E adesso ascoltiamo insieme la storia di un fratello che ha fatto dei cambiamenti importanti nella sua vita quando ha deciso di accettare la verità. Ma poi si è allontanato da Geova e ha fatto delle cose sbagliate. Notate quali sentimenti cosa prova Geova per quelli che si sono allontanati e come cerca di aiutarli con amore a ritornare da lui. Sono cresciuto nelle Highlands scozzesi. È una meravigliosa parte del mondo in cui vivere. Quando ero piccolo mio padre e i suoi amici lavoravano molto, ma bevevano anche molto. Per questo capitava che mio padre diventasse violento. e a volte lo era anche con noi a casa. Quando avevo 14 anni iniziai a bere e a volte litigavo con mio padre e con il mio patrigno. Questo influiva sulla mia autostima e sul modo in cui vedevo me stesso. Spesso andavo a scuola sentendomi triste e abbattuto, ma a volte gli insegnanti ci leggevano la Bibbia. Quei racconti avevano un profondo effetto su di me e mi facevano sperare in un futuro migliore. Non volevo fare cose sbagliate e finire nei guai, volevo essere una persona migliore. Sapevo che potevo avere di più dalla vita e così mi arruolai nell’esercito. L’esercito mi diede la possibilità di lasciarmi quell’ambiente alle spalle e di viaggiare e di vedere il mondo. Eppure nei fine settimana spesso finivamo per bere troppo ed essere violenti. Quando finivo nei guai mi sentivo sempre in colpa. Volevo davvero cambiare. Sapevo che avrei dovuto lasciare l’esercito e ricominciare da capo. Così decisi di trasferirmi a Edimburgo. A quel tempo mi allenavo tantissimo. Ma alla fine quello che stavo facendo era solo sostituire una dipendenza, cioè l’alcol, con un’altra dipendenza, cioè il fitness. Fuori sembravo felice, ma dentro ero esausto. Ero entrato in un tunnel e non riuscivo più a uscirne. Sapevo che Dio era la sola persona che poteva aiutarmi. E in quel periodo pregavo tanto per riuscire a trovare la felicità e uno scopo nella vita. Una volta, insieme a un collega di lavoro che era stato nei Marines, andammo in un locale notturno e tornando a casa gli dissi che non mi piaceva questo tipo di vita. Con mia sorpresa il mio collega cominciò a parlarmi della Bibbia. Lo riempii di domande per 2 o 3 ore, e alla fine mi disse: “È meglio che parli con mio padre”. Suo padre era un testimone di Geova. Mi diede delle pubblicazioni e mi incoraggiò a leggerle cercando nella Bibbia i versetti indicati. Iniziammo a studiare la Bibbia con suo padre e iniziammo anche ad assistere alle adunanze. Circa un anno e mezzo dopo aver iniziato a studiare, io e il mio collega ci battezzammo nello stesso giorno. Pochi anni dopo il battesimo mi trasferii in Germania e in quel periodo, purtroppo, fui disassociato dalla congregazione cristiana. Andai a lavorare nel Mare del Nord. Ero così infelice lì che quando non lavoravo bevevo tantissimo. Mi resi conto che se avessi continuato così mi sarei rovinato la salute. Quindi decisi di trasferirmi in Italia. Ogni volta che andavo in giro con la mia bici e passavo davanti alla sala del Regno, mi chiedevo come avrei fatto per tornare da Geova. Pensavo che Geova non mi avrebbe mai più accettato. Un sabato mattina suonarono alla porta e naturalmente erano 2 testimoni di Geova. Sapevo che era stato Geova a mandarli a casa mia, era come se mi stesse dicendo: “Ti amo ancora, Gordon. Non importa che cosa hai fatto”. E così nei mesi successivi passai tanto tempo a rifletterci sopra, e a convincermi che Geova mi amava. Avevo ancora alcune distrazioni nella mia vita. Mi stavo allenando per una gara sulle Alpi e lavoravo ancora sulle piattaforme petrolifere nel Mare del Nord. Non stavo progredendo spiritualmente. Una volta gli anziani della congregazione mi dissero che quella settimana non ci sarebbero state adunanze e mi incoraggiarono ad andare all’assemblea a Roma. Quello che mi colpì di più fu vedere quanto fossero puliti i Testimoni di Geova in confronto alle persone che frequentavo da tanti anni. Mi ricordo che mentre tornavo a casa c’era una forte temporale e nella mia testa continuavo a chiedermi: “Come ho potuto lasciare la congregazione? Come ho potuto abbandonare Geova?” Durante quel viaggio decisi che non sarei mai più tornato a lavorare sulle piattaforme nel Mare del Nord. Avevo a disposizione molto tempo, quindi leggevo la Bibbia e le pubblicazioni dei Testimoni di Geova. C’era qualcosa in quelle pubblicazioni che mi colpì perché era come se Geova mi dicesse: “Torna da me con tutto il cuore. Mettiamo le cose a posto fra noi”. Parlai con gli anziani e gli dissi che avevo intenzione di assistere a tutte le adunanze e di servire Geova con tutto il cuore. E così, dopo un periodo di tempo, tornai finalmente a essere un testimone di Geova. Quando ho provato a fare le cose a modo mio, ho perso l’equilibrio. La mia vita era un totale disastro, ero davvero infelice. Ma da quando c’è Geova nella mia vita ho trovato equilibrio e stabilità. Ho dovuto imparare ad accettare il fatto che Geova mi ama. E quando ci sono riuscito ho iniziato a crescere spiritualmente perché non solo ho accettato l’amore di Geova, ma sono riuscito anche ad accettare l’amore dei fratelli nella congregazione. Non c’è niente di più grande dell’amore di Geova, perché è in grado di coprire qualsiasi cosa. Ho capito che la sapienza di Geova per me non ha prezzo perché lui è il solo che può prendere una situazione negativa trasformarla e darci uno scopo nella vita e vera felicità. Anche tu ti sei allontanato da Geova come il fratello Mackay? Forse sei diventato inattivo o magari sei stato disassociato dalla congregazione. Allora ascolta con molta attenzione il caloroso invito che ti viene fatto nel nuovo video musicale dal titolo Casa mia. ♪ Quanta malinconia! ♪ ♪ Sembra non lasciarmi mai. ♪ ♪ Non c’è felicità, ♪ ♪ tutto è spento senza la verità. ♪ ♪ Ma Geova non si arrende con me, ♪ ♪ continuerà a cercarmi finché ♪ ♪ il cuore ♪ ♪ riaprirò a Geova Dio ♪ ♪ e tornerò ♪ ♪ per sempre a casa mia. ♪ ♪ Ritroverò i miei fratelli, la famiglia ♪ ♪ che finalmente sarà ♪ ♪ casa mia. ♪ ♪ Non ricordavo più ♪ ♪ com’è bella casa mia: ♪ ♪ quella serenità ♪ ♪ e le sue stanze piene di verità! ♪ ♪ Se forse hai perso Geova anche tu, ♪ ♪ ritorna e non lasciarlo mai più! ♪ ♪ Il cuore ♪ ♪ riaprirai a Geova Dio, ♪ ♪ che chiama: ♪ ♪ “Torna a casa, figlio mio!” ♪ ♪ Una distesa d’amore senza limiti: ♪ ♪ tutto questo è già casa tua! ♪ ♪ Ti sta aspettando, ♪ ♪ ce la farai! ♪ ♪ Geova non ♪ ♪ ti lascerà mai. ♪ ♪ È troppo bello vederti ♪ ♪ qui con noi, ♪ ♪ a casa tua. ♪ ♪ Il cuore ♪ ♪ è ritornato a Dio. ♪ ♪ Immensa è ♪ ♪ la mia felicità! ♪ ♪ I passi miei affretterò, ♪ ♪ svolto l’angolo e sarò ♪ ♪ a casa mia! ♪ La nostra casa è con Geova e con i nostri fratelli. La nostra casa è il luogo a cui apparteniamo. Se ti sei perso, allora torna a casa. La bellezza della nostra casa spirituale si estende per l’intera terra. Vediamo più da vicino una parte di questa “casa”, visitando i nostri fratelli e le nostre sorelle del Suriname. Il Suriname è un paese del Sudamerica ricco di foreste. Questo paese è un po’ come un’isola, non ci sono strade che lo collegano ad altri paesi. A est e a ovest, i suoi confini sono delimitati da fiumi. A nord c’è l’Oceano Atlantico, e a sud troviamo foreste tropicali, savane e l’imponente Rio delle Amazzoni. Anche se il Suriname è il paese più piccolo del Sudamerica, in questo paese si trovano alcuni degli animali più grandi del continente. Il formichiere gigante, per esempio, mangia circa 35.000 formiche e termiti al giorno. In Suriname troviamo anche il tapiro, il mammifero di terra più grande del Sudamerica e il giaguaro, il più grande tra i felini sudamericani. La varietà del Suriname non si limita al mondo animale. La popolazione è molto varia dal punto di vista etnico. Le usanze e i cibi di queste popolazioni contribuiscono ad arricchire la bella cultura di questo paese. Tra le tante foreste e le tante usanze, gli oltre 3.300 fratelli affrontano varie sfide per contattare le persone e portare il messaggio della buona notizia nella loro lingua. Anche se la lingua ufficiale del Suriname è l’olandese, la filiale del Suriname sovrintende alla traduzione di altre 5 lingue: sranantongo, aukan, saramaccano, caribo e la lingua dei segni surinamese. Per svolgere questa attività, nel 2022, 20 traduttori della Betel del Suriname hanno collaborato con 13 pendolari a tempo pieno e 8 volontari collegati in remoto. Andiamo a conoscere alcuni fratelli del Suriname. I 34 proclamatori della congregazione Brownsweg parlano saramaccano, una lingua usata dai discendenti degli schiavi fuggiti all’interno del paese circa 400 anni fa. I 18 proclamatori della congregazione Apoera conducono 30 studi biblici ogni mese. In questa zona si trovano molti indiani arawak, una delle popolazioni indigene del Suriname. La congregazione Pulugudu si trova all’interno del paese, vicino alle omonime cascate. Queste acque sono molto difficili da navigare, ma i nostri fratelli sono abituati a usare le loro barche di legno per predicare lungo le rive del fiume. I 38 proclamatori di questa congregazione predicano in lingua aukan. I fratelli e le sorelle del Suriname e delle congregazioni Brownsweg, Apoera e Pulugudu vi mandano i loro affettuosi saluti. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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