JW Broadcasting (aprile 2024)

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Benvenuti a questo programma mensile di JW Broadcasting. Oggi qui con me c’è il fratello Izak Marais. Lui si chiama Izak, ma tutti quanti lo chiamiamo Zaki. Sono contento che sei qui con noi, Zaki, perché abbiamo tanto di cui parlare oggi. Per prima cosa, tu hai un passato interessante nella verità. Perché non ci racconti qualcosa al riguardo? Grazie. Lo faccio molto volentieri. Sono nato in Sudafrica, in un paesino davvero molto piccolo di nome Blyvooruitzicht. Mio padre non era testimone di Geova e inizialmente fece opposizione a mia madre, che invece serviva Geova fedelmente. Ma successivamente cambiò e iniziò a sostenere mia madre. Mia madre continuò a servire Geova fino alla sua morte nel 2017. Mio nonno e il mio bisnonno dalla parte di mia madre diventarono servitori di Geova nei primi anni ’20 semplicemente leggendo un volantino. Quando avevo circa 10 anni, lessi il libro Che cosa ha fatto la religione per il genere umano? e mi convinsi che mia madre aveva trovato la verità. Anche i miei 2 fratelli e le mie 3 sorelle accettarono la verità quando erano molto giovani. E ancora oggi tutti loro continuano a servire Geova fedelmente in varie parti del mondo. Bello. Mentre frequentavo l’ultimo anno di scuola, fui invitato ad andare alla Betel e iniziai a servire lì nel gennaio del 1965 in Sudafrica. La Betel si trovava a Elandsfontein, non lontano da Johannesburg. Allora la famiglia Betel era composta da soli 55 membri. Non avevo nessuna capacità, istruzione o competenza in particolare quando arrivai alla Betel. 2 fratelli più grandi della nostra piccola famiglia, Andrew Jack, della Scozia, e Gert Nel, del Sudafrica, mi presero sotto le loro ali, perché capirono che avevo tantissimo da imparare. Mi insegnarono come mettere in pratica i princìpi della Bibbia nella vita di tutti i giorni, come indicato in Proverbi 1:1-7. Andrew Jack mi insegnò a darmi da fare, e mi ricordava sempre che tutta la gloria va a Geova Dio. Gert Nel, che traduceva in lingua afrikaans dal 1947, mi insegnò a ragionare sulla base dei princìpi scritturali. Entrambi finirono la loro vita terrena molti anni fa, ma il loro esempio di lealtà ancora oggi ha un profondo effetto sui leali servitori di Geova nell’Africa meridionale. Nel corso degli anni ho avuto diversi incarichi nel Reparto Traduzione, nella tipografia e soprattutto nell’ambito delle pulizie. Nel 1976 ho sposato Jean, che serviva come pioniera a Durban. Lei è nata in Malawi, ma è cresciuta in Sudafrica. Per me lei è sempre stata d’esempio perché si impegna con diligenza in qualsiasi incarico le venga affidato. Ha sempre un atteggiamento positivo e tutto quello che fa lo fa “per Geova e non per gli uomini”. Che brava! Dopo aver servito per qualche anno alla filiale del Sudafrica, siamo stati trasferiti alla Betel degli Stati Uniti nel 1981. Abbiamo servito a Wallkill, a Brooklyn, a Patterson, e attualmente stiamo servendo a Warwick. Grazie di aver parlato un po’ di te. Per me è stato molto incoraggiante, e sono sicuro che sia stato lo stesso per chi ci sta ascoltando. Ma dicci un po’, cosa dobbiamo aspettarci dal programma di questo mese? Sarà un programma bellissimo, David. Mentre il sistema di cose si avvicina alla fine, a volte potremmo sentirci in trappola o indifesi. Come possiamo essere certi che Geova ci sta ancora aiutando? Molti anni fa, Karen ha trovato gioia e soddisfazione all’interno della sua famiglia spirituale. Ma la sua vita nel servizio a Geova non è sempre stata facile. Vedremo cosa sta facendo adesso nel prossimo episodio della serie “Dove sono oggi”. Avete mai voluto avere più conversazioni nel ministero? Il prossimo episodio della serie “Il ferro affila il ferro” ci darà degli ottimi suggerimenti. Questo è il programma di JW Broadcasting del mese di aprile 2024.

David Splane. Chi combatte contro Dio perde sempre

C’è una verità assoluta di cui si parla in Isaia 55:10, 11. Vediamola: "Proprio come pioggia e neve cadono dal cielo e non vi tornano prima di aver bagnato la terra, fecondandola e facendola produrre in modo che il seminatore abbia seme e chi mangia abbia pane, [ed eccola qui] così sarà la parola che esce dalla mia bocca: non tornerà da me senza risultati, ma certamente realizzerà ciò che desidero". La Parola di Dio corrisponde a una dichiarazione dei suoi propositi. Può essere espressa oralmente o per iscritto. Infatti noi definiamo la Bibbia la Parola di Dio ed è corretto farlo. Ma ancora prima dell’invenzione della scrittura, Geova dichiarava i suoi propositi a parole. “Dio disse: ‘Ci sia luce’. Quindi apparve la luce”. Attraverso Isaia, Geova ci sta dicendo che porterà sempre a compimento il suo proposito. Quindi non importa quanto sembrino essere potenti coloro che si oppongono al suo proposito, alla fine perderanno sempre. Ricordarlo ci aiuterà quando dovremo affrontare oppositori all’apparenza invincibili. Così oggi analizzeremo alcuni esempi biblici che illustrano meglio il punto. Pensate a quello che successe ai giorni del re Saul. Geova mandò Samuele a ungere il successivo re di Israele e come è scritto in 1 Samuele 16:1, Geova disse a Samuele: "Geova disse poi a Samuele: “Per quanto tempo ancora ti addolorerai per Sàul, ora che io l’ho rigettato come re d’Israele? Riempi d’olio il tuo corno e va’. Ti manderò da Iesse il betlemita, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli”. Così Davide avrebbe preso il posto di Saul. Era stato Geova a deciderlo. E a un certo punto Saul stesso se ne rese conto. Infatti, come leggiamo in 1 Samuele 23:17, suo figlio Gionatan disse a Davide: “Tu sarai re su Israele”. E poi aggiunse: “Questo lo sa anche mio padre Saul”. A conferma di questo, in un’occasione Saul disse a Davide queste parole: “Io sono certo che tu sarai re”. E nonostante tutto Saul cercò di uccidere Davide. Poteva contare su un esercito potente e sembra che Saul stesso fosse un uomo molto forte. Eppure era volontà di Dio che Davide diventasse re, e Saul lo sapeva. Potremmo chiederci, perché Saul continuava a combattere? E contro chi combatteva veramente? Non solo contro Davide. Lui stava combattendo contro Dio. Saul era quindi destinato a fallire. Senza dubbio Satana lo stava influenzando. Gli sarebbe bastato impedire che si realizzasse anche solo una promessa di Geova! Ma alla fine la Parola di Geova ebbe successo. Davide diventò re. Chi avrebbe preso il posto di Davide una volta arrivato il momento? Anche quella decisione spettava a Geova, e fu lui a prenderla. In 1 Cronache 22:9, 10 Geova disse a Davide: E così Salomone sarebbe stato il successivo re di Israele. Chi avrebbe potuto impedirlo? Adonia, uno dei figli di Davide, ci provò, ma fallì. Perché? Com’è scritto in 1 Re 2:15, lui in seguito ammise: “Il regno mi è sfuggito di mano ed è diventato di mio fratello, perché è stata volontà di Geova che diventasse suo”. Se Adonia pensava di avere la meglio su Geova, si sbagliava proprio di grosso. Geova promise agli israeliti che avrebbe dato loro il paese di Canaan come eredità. I cananei però non erano d’accordo. Sapevano cosa aveva fatto Geova in Egitto, ma decisero lo stesso di opporsi a lui. Impararono la lezione e la impararono a loro spese. Chi combatte contro Dio perde sempre. Beh, se vi venisse chiesto di fare alcuni nomi famosi di chi si oppose a Dio al tempo di Gesù, potreste pensare al re Erode il Grande, forse al sommo sacerdote Caiafa e probabilmente al governatore romano Ponzio Pilato. Parliamo un attimo di loro. Cominciamo da Erode il Grande. Leggiamo insieme Matteo 2:1, 2. Degli astrologi andarono dal re Erode e gli fecero una strana domanda. Leggiamo: Dopo la nascita di Gesù a Betlemme di Giudea ai giorni del re Erode, ecco che a Gerusalemme arrivarono degli astrologi dall’oriente, i quali dissero: “Dov’è il re dei giudei [notate, il re dei giudei] che è nato? Abbiamo visto la sua stella quando eravamo in oriente e siamo venuti a rendergli omaggio”. Non avete notato qualcosa di strano qui? Nessun angelo aveva parlato a quegli astrologi. Eppure, quando videro in cielo una stella, conclusero che quella stella indicava la nascita del “re dei giudei”! Come lo capirono? Chi pensate gli abbia messo in testa quell’idea? E chi credete gli abbia dato la brillante idea di chiedere al re in carica dove era nato il re che lo avrebbe sostituito? Sembra proprio ci sia la firma di Satana dietro tutto questo. Ora leggiamo i versetti 3 e 4: "Udito questo, il re Erode si agitò, e con lui tutta Gerusalemme. Radunò così tutti i capi sacerdoti e gli scribi del popolo, e chiese loro dove dovesse nascere il Cristo". Interessante! Erode non chiese dove sarebbe nato il futuro “re dei giudei”. Lui chiese dove sarebbe nato “il Cristo”. Ora, in quanto proselito anche lui avrebbe dovuto essere in attesa che si rivelasse il Cristo, il Messia. Eppure, ora che il Messia era nato, Erode voleva ucciderlo. Erode si stava opponendo a Dio. Avrebbe vinto? No. Gesù sfuggì alle sue grinfie e pochi mesi più tardi Erode stesso morì. In pochi fecero lutto per lui. Nel periodo in cui visse Gesù, i sommi sacerdoti venivano nominati e deposti dai romani. Il sommo sacerdote Caiafa era un abile uomo politico. Sapeva come compiacere i romani e grazie a questo conservò il suo incarico molto più a lungo di altri. Oltre a ciò aveva un alleato potente, Ponzio Pilato. Grazie alle sue amicizie Caiafa sembrava intoccabile. Anche Pilato aveva degli alleati importanti. Aveva un buon amico ai piani alti a Roma, Lucio Seiano. Forse non avete mai sentito parlare di Seiano, ma probabilmente era l’uomo più potente dell’impero romano all’epoca. L’imperatore gli delegava la maggioranza delle decisioni importanti. Erano molti i nemici di Seiano, ma non potevano fargli nulla finché... finché non arrivò l’autunno del 31 E.V. In quel periodo Seiano perse il favore dell’imperatore e fu messo a morte. Successivamente l’imperatore comandò che tutti coloro che erano stati amici di Seiano fossero messi a morte. Come si sarà sentito Pilato? Beh, gli dev’essere venuto un colpo! Come abbiamo detto, lui e Seiano erano stati molto amici. E ora, a un anno e mezzo di distanza dalla morte di Seiano, secondo voi a cosa stava pensando Pilato quando sentì i capi ebrei gridare “se liberi quest’uomo, se liberi Gesù, non sei amico di Cesare”? Secondo alcuni studiosi, questo influì sulla decisione di Pilato di ordinare l’esecuzione di Gesù. Voleva proteggere la sua posizione. Riuscì a proteggerla? No. Pilato non pagò subito per le sue azioni, ma meno di 4 anni dopo aver condannato a morte Gesù, si mise in guai seri e fu richiamato a Roma. Non avendo nessun amico influente a difenderlo, Pilato venne destituito dalla carica di governatore. Non è chiaro cosa gli successe dopo. Secondo alcuni Pilato si suicidò. Altri dicono che venne esiliato. Qualunque cosa accadde, non fu nulla di bello. Senza Pilato che lo proteggeva, Caiafa nel giro di poco fu destituito e perse il suo incarico di sommo sacerdote. E così due persone che si opposero a Dio, Pilato e Caiafa, fecero una brutta fine poco dopo aver commesso il loro più grande crimine. Sicuramente non vogliamo metterci contro Geova Dio. Come possiamo agire in armonia con il suo proposito oggi? Immaginate questa situazione. Un fratello vi offende, parla in modo sconsiderato e voi vi sentite feriti. Cosa pensa Geova di quella persona? Beh, è un amico di Dio. Geova ama i suoi amici e vuole che li amiate anche voi. Che proposito ha Dio per il fratello che vi ha offeso? Desidera che anche lui viva felice per sempre. Allora, come potete agire in armonia con il proposito di Geova? Se riuscite a perdonare chi vi ha offeso, Geova ne sarà senz’altro felice. Ma se non riuscite a farlo, Geova vorrebbe che avvicinaste la persona in modo gentile e rispettoso. Potreste dire qualcosa come: “Forse sono troppo suscettibile, ma mi ha ferito quello che mi hai detto l’altro giorno. So che non era tua intenzione farlo, ma volevo farti sapere come mi sono sentito”. Se la persona si scusa e tornate a essere amici, riuscite a immaginare quanto questo renderà felice Geova? In Matteo capitolo 18 Gesù narrò la parabola della pecora smarrita. Un pastore aveva 100 pecore e una si smarrì. Lui lasciò le 99 in un campo e dovette fare grandi sacrifici per trovare la pecora che si era persa e riportarla nell’ovile. È una coincidenza che proprio dopo aver raccontato quella storia, Gesù menzioni tre cose che dovremmo fare quando qualcuno pecca seriamente contro di noi? In Matteo 18:15 Gesù ci dice quale dovrebbe essere il nostro obiettivo nel seguire questi tre passi. Leggiamolo insieme: “Inoltre, se tuo fratello commette un peccato, va’ e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, [notate] hai guadagnato tuo fratello". Chi ha peccato contro di noi potrebbe essere come quella pecora smarrita. Che obiettivo dovremmo avere? Guadagnare nostro fratello, non smascherarlo, non avere vendetta, non dimostrargli che ha torto, non umiliarlo, ma ritornare a essere amici. Come quel pastore amorevole, siamo pronti a fare grandi sacrifici per riportare chi si è perso nell’ovile. Certo, se il fratello non si pente del suo peccato, gli anziani seguiranno il terzo passo indicato da Gesù e lui dovrà essere espulso dalla congregazione. In quale altro modo possiamo collaborare col proposito di Geova? Possiamo farlo essendo attivi nell’opera di predicazione. Geova ha parlato: “Questa buona notizia del Regno sarà predicata in tutta la terra abitata”. Molti hanno provato a impedire che questo avvenisse. All’inizio del XX secolo, alcuni fratelli noti non erano d’accordo con l’organizzazione sul fatto che tutti dovevano andare a predicare. Quei fratelli in vista erano piuttosto felici di mettersi in ghingheri e fare discorsi davanti a tante persone, ma non accettavano l’idea di “abbassarsi” e andare a predicare di casa in casa. In effetti si stavano opponendo a Dio, e presto gli angeli li separarono dai fratelli leali. Di molti di loro non si è più saputo nulla. Persino nei paesi dove c’è una certa libertà di religione chi combatte contro Dio prova a impedirci di assolvere il nostro incarico. “Dovete avere un permesso per andare di casa in casa. Non potete offrire riviste per la strada. Voi Testimoni siete una setta pericolosa”. Hanno persino emanato leggi per fermare la nostra opera. A meno che quei legislatori non cambino, in futuro le cose si metteranno molto male per loro. Geova ha parlato: “Mentre andate, predicate”. Questa grande opera sarà portata a termine, che ci aiutino o si oppongano a noi. Come abbiamo detto, può sembrare che quelli che si oppongono a Dio riescano a farla franca, ma non rimarranno impuniti. Non potrei esprimerlo meglio di come fece Davide nel Salmo 37:1, 2: "Non indignarti a causa dei malvagi, e non essere invidioso di chi fa il male. Si seccheranno rapidamente come erba, e come erbetta verde appassiranno". Perciò quando sentiamo parlare di potenti oppositori che sembrano intoccabili, ricordiamoci di questi concetti. Può sembrare che questi uomini abbiano successo per un po’, ma visto che stanno combattendo contro Dio, sono più da compatire che da temere. Sono schierati dalla parte sbagliata. Stanno combattendo una battaglia già persa.

Grazie, fratello Splane, per il tuo discorso incoraggiante: “Chi combatte contro Dio perde sempre”. È stato davvero rassicurante per tutti noi. Confidare in Geova quando si affronta un problema dopo l’altro non è facile, ma questo può raffinarci. Ascoltate in che modo la sorella Sigrid Detoffolli ha imparato questa preziosa lezione.

Sigrid Detoffolli. “Nullatenenti eppure possediamo tutto”

La Seconda guerra mondiale andava avanti ed era sempre peggio. C’era stato ordinato di abbandonare la nostra casa, dovevamo andare via. Le persone possono fare cose davvero orribili. Avevamo paura. Se ti guardavi intorno, vedevi in giro un mucchio di oggetti, un mucchio di cose. E tutti buttavano via altre cose ancora, e nessuno era interessato a raccoglierle. Le uniche cose che tenevano erano quelle essenziali che avrebbero potuto salvargli la vita, come il cibo. Allora non avevo idea di come avrei usato la mia vita, ma di una cosa ero sicura: non l’avrei usata per diventare ricca, per lavorare e basta. Per cosa poi? Non mi ero ancora dedicata a Geova all’epoca, comunque sapevo chi era Geova e lo pregavamo. Sono sicura che ci abbia aiutato. Nel 1946 scoprimmo che mio padre era vivo e che anche mia sorella era viva. Eravamo davvero felici di essere di nuovo tutti insieme. A quel tempo mio padre si trovava vicino a Berlino. Ed è lì che decidemmo di stabilirci. Mio padre trovò il libro L’Arpa di Dio e iniziò a studiare la Bibbia con mia sorella e con me. Con il tempo mio padre formò una congregazione che si riuniva a casa nostra. Man mano che conoscevo meglio Geova e che imparavo sempre più cose sul Paradiso, volevo parlarne a tutti. Sapevo che questo sarebbe stato lo scopo della mia vita. Sentii parlare della Scuola di Galaad e mi dissi: “Ecco! È lì che voglio andare. Voglio essere una missionaria e parlare alle persone del Paradiso”. L’opera dei Testimoni nella Germania dell’Est venne proibita nel 1950, ma già da mesi il governo ci teneva sotto controllo. Mio padre si occupava di far arrivare le pubblicazioni per la congregazione. Molte volte mi fece attraversare la foresta in bicicletta con le pubblicazioni. È interessante che quando ti trovi in queste situazioni, quando potresti andare in prigione, non ti preoccupi. Confidi in Geova e vai avanti. E questo è quello che fece la mia famiglia. Un giorno mio padre andò alla filiale e gli dissero: “Max, c’è un congresso a Berlino e se decidi di venire non portare la Bibbia, il libretto dei cantici… non portare niente”. Quando mio padre tornò a casa da quell’incontro ci disse: “Se decidiamo di andare, teniamo conto che forse non torneremo più qui”. Io dissi: “Voglio andare!” E anche mia madre disse la stessa cosa. Quindi eravamo tutti d’accordo di andare a quel congresso. Questo significava essere pronti a lasciare di nuovo tutte le nostre cose. Mi infilai due vestiti, uno sopra l’altro, prendemmo le nostre biciclette e partimmo. Poco dopo la nostra partenza, la polizia venne a casa nostra perché ci stava cercando. Fu un’occasione davvero speciale e un privilegio partecipare a quel congresso a Berlino. Quindi ringraziammo tutti Geova per essere stati lì, per aver ricevuto il cibo spirituale e per essere stati incoraggiati. Dopo quel congresso ci fu concesso ufficialmente lo status di rifugiati e prendemmo un aereo diretto verso la Germania dell’Ovest. Mio padre disse: “E così per la seconda volta abbiamo perso tutte le cose che avevamo qui in Germania. Forse è meglio se ci trasferiamo negli Stati Uniti”. Così saremmo stati di nuovo insieme a mia sorella che viveva lì. Dissi: “Perfetto, sarò più vicino a Galaad!” E poi ebbi il privilegio di frequentare la 29ª classe della Scuola di Galaad. Venni invitata a servire in Brasile. Era proprio un paradiso! Lì conobbi mio marito, che allora era il mio sorvegliante di circoscrizione. Dopo il matrimonio iniziai a viaggiare con lui e fu un’esperienza meravigliosa. I soldi non potrebbero mai comprare tutte le benedizioni che ho. La vita è la cosa più importante che c’è, perché non importa quanto possiedi, non puoi renderla più lunga. Dopo aver imparato che Geova ha dato suo Figlio per salvarci da tutte le cose orribili che accadono, cos’altro potremmo fare se non usare la nostra vita per servirlo? Confida in Geova e fai tutto quello che puoi per servirlo di cuore. Lui non ti lascerà mai.

Quello che ha passato la sorella Detoffolli è simile a quello che stanno passando molti altri fratelli nel mondo proprio ora. Il prossimo video che vedremo insieme si basa su storie vere che hanno vissuto alcuni dei nostri fratelli.

‘Nessun’arma avrà successo’ (Parte 1)

Sono passati tre giorni da quando le bombe sono iniziate a cadere. Quando i combattimenti si sono avvicinati ci siamo nascoste, ma non so quanto ancora riusciremo a rimanere qui. Alcuni in congregazione stanno pensando di lasciare il paese. La mamma ha detto che ci proveremo anche noi quando i bombardamenti diminuiranno, ma sembra che non finiscano più. Geova, ci sei ancora? Luda, questo lo puoi finire. Ne abbiamo ancora un po’. Sempre a scrivere come tuo padre. Grazie mille, nonna. Lo so che sei preoccupata per i fratelli e le sorelle. Ti ricordi la scrittura del giorno di oggi? “Nessun’arma fabbricata contro di te avrà successo”. Proprio così. Quando la nostra opera era vietata, Satana ha fatto di tutto per distruggere la nostra fede, e per decenni. Ma non abbiamo mai smesso di predicare. Sai perché? Uhm, no. Niente potrà mai impedire a Geova di amare il suo popolo. I nemici ci hanno provato, ma ci hanno solo fatto avvicinare di più a lui. Geova si è preso cura di noi allora e continua ancora a farlo. Anche se dovessimo perdere la vita, la morte è un’arma che non avrà successo grazie alla risurrezione. Luda! È ora. Dobbiamo andare. Adesso! C’è voluta una vita per arrivare alla stazione. Un po’ per volta i treni hanno lasciato la città. C’erano tante persone, tanta paura. Molti fratelli erano stati arrestati perché non volevano combattere, ma alcuni erano lì con noi. I soldati ci controlleranno i documenti. Mettiamoci in fila. Le ore sembravano giorni. Non sapevamo se saremmo riusciti a prendere un treno. La sezione 4 è chiusa. Fai salire gli ultimi e rimanda gli altri al rifugio. Ricevuto. Non c’è più posto! Tu: da te in poi tornate al rifugio. Adesso! Non vi preoccupate, possiamo riprovarci domani. Andiamo, da questa parte. Luda, Geova si prenderà cura di noi. È solo un ritardo, non è una sconfitta. Dai, andiamo. Vado a vedere come stanno gli altri. Vi mando un messaggio appena so qualcosa di più. A che cosa stai pensando? Vorrei che papà fosse qui con noi. Lo so, tesoro. Tuo padre ti voleva tanto bene. Manca tanto anche a me. Sai, Luda, quando mi sento triste penso alla promessa che ci ha fatto Geova, che si prenderà cura di noi. Te la ricordi? Sì. Ehm, Salmo 68:5, “padre degli orfani”. Voglio fidarmi di lui. Sì, puoi farlo. I treni non partono più, i bombardamenti hanno distrutto alcuni binari. Cosa? Siamo in trappola? No. Non ti preoccupare, tesoro. I fratelli lo sanno che siamo qui. Geova non si dimenticherà di noi. Facciamo una preghiera. Sofia! Anna! Luda! Siamo qui. Petrov, siamo qui. Mi dispiace di averci messo così tanto. Avrete saputo dei treni. Ma non vi preoccupate, ci sono buone notizie. Non siamo potute partire, ma i fratelli che vivevano in una parte sicura della città ci hanno accolto a casa loro. Ho capito che una guerra non può fermare Geova. Lui troverà sempre un modo per prendersi cura dei suoi servitori. Niente può separarci dall’amore di Geova. Non so dove Geova ci guiderà, ma ho piena fiducia in lui.

Luda ha confidato in Geova e non ha permesso al timore o allo scoraggiamento di prevalere. Cosa intendiamo con il termine “prevalere”? Ascoltiamo attentamente ciò che dice il fratello Harold Corkern in questa adorazione mattutina.

Harold Corkern. Satana non può ingannare i giusti (2 Cor. 2:11)

Il verbo utilizzato nel versetto di oggi è “prevalere”, nella nota in calce “ingannare”. Cosa ci viene in mente quando pensiamo a questi due verbi, prevalere e ingannare? Beh, “prevalere” significa “avere il sopravvento, dominare”. Mentre “ingannare” significa “raggirare, fuorviare, indurre in errore”. Quindi dobbiamo prestare molta attenzione in ogni momento, perché il nostro nemico, il Diavolo, è là fuori pronto a ingannarci, a sviarci, a prevalere su di noi in ogni occasione possibile. E per farlo utilizza diverse tattiche. Infatti la Bibbia in Efesini 6:11 descrive queste tattiche come “le insidie del Diavolo”. Il contesto della scrittura di oggi ci aiuta a capire questo punto parlando di due di queste tattiche. Vi invito ad aprire la vostra copia della Bibbia in 2 Corinti capitolo 2. Nella prima lettera che l’apostolo Paolo scrisse ai corinti si legge che la congregazione era stata influenzata da un uomo. Satana aveva prevalso su di lui, lo aveva spinto a commettere grave immoralità sessuale. Ma non solo quest’uomo stava peccando, la congregazione tollerava la sua condotta. Quindi, che cosa disse Paolo senza mezzi termini? ‘Dovete consegnare quell’uomo a Satana’. “Allontanate la persona malvagia di mezzo a voi”. La congregazione ubbidì a quel comando e alla fine quest’uomo che aveva avuto una condotta immorale si pentì sinceramente. Ma ora il problema non era più il permissivismo e il tollerare una condotta malvagia. Qual era il problema? Ora la congregazione doveva perdonare quell’uomo. Leggiamo 2 Corinti capitolo 2. Iniziamo dal versetto 6: “Per quest’uomo è sufficiente il rimprovero che la maggioranza di voi gli ha fatto. Adesso dovreste piuttosto perdonarlo benevolmente e confortarlo, così che non sia sopraffatto da una tristezza troppo grande”. Chi c’è dietro questa tristezza troppo grande? Versetto 11. Qui dice: “Affinché Satana non prevalga su di noi, dato che non ignoriamo i suoi stratagemmi”. Quindi il Diavolo usa alcune tattiche legate alla tentazione dell’immoralità sessuale, sia all’essere permissivi sia all’essere duri, non disposti a perdonare, senza misericordia. Entrambe queste tattiche sono molto efficaci nell’allontanare i servitori di Geova dal loro Padre celeste. Ma parlando di tentazioni che riguardano l’immoralità sessuale, consideriamo per un attimo un’altra tattica che usa il Diavolo. Satana può convincere le persone ad assaggiare o giocare con cose che potrebbero essere impure, o che sono impure, ma senza subire danni permanenti, oppure serie conseguenze. Potrebbero addirittura fare qualcosa di impuro, ma dal momento che non succede niente di brutto, potrebbero concludere che va tutto bene. Ma quello che dimenticano è un principio che non può cambiare riportato in Galati 6:7: “Non illudetevi, […] l’uomo raccoglie ciò che semina”. Per spiegare questo punto, come il Diavolo può usare un’esca e catturare qualcuno convincendolo che in realtà non finirà in nessun tipo di guaio, vi racconterò un episodio che è successo molti anni fa. C’era un gruppo di ragazzi che si trovava sulla riva di un lago a pescare. Guardando in acqua, questi ragazzi vedevano dei pesci enormi, erano pesci bellissimi. Provarono ogni tipo di esca, provarono con i vermi sugli ami e anche con esche artificiali, ma quei grandi pesci non abboccavano. Poi passò di lì un uomo di una certa età e disse ai ragazzi: “Datemi un verme”. Prese il verme senza l’amo e lo gettò vicino a dove nuotavano quei grossi pesci. Uno di loro venne e mangiò il verme. Poi l’uomo disse: “Gettatene un altro, ma senza l’amo”. E gettato, il pesce lo mangiò. Alla fine disse: “Ora mettete il verme sull’amo e gettatelo”. E il pesce abboccò. Che cosa impariamo? A volte il Diavolo ci getterà delle esche che potranno sembrare piacevoli. “Non c’è niente di male, non c’è niente di pericoloso”. Ma possiamo star certi che con il Diavolo l’amo c’è sempre, c’è sempre l’amo che può causarci danni spirituali, emotivi, mentali e anche fisici. Può costarci letteralmente la vita, se veniamo ingannati e arriviamo a pensare che l’impurità non può farci del male. Ma a parte le tentazioni e i piaceri che ne derivano, il Diavolo proverà a usare anche il dolore e la sofferenza. Per esempio, pensiamo a quello che accadde a Giobbe. Perse tutte le sue cose materiali, perse i suoi figli, si ammalò gravemente. Questo gli causò ogni sorta di dolore fisico ed emotivo, non certo piacere. E poi, oltre a quello che stava passando, vennero i suoi cosiddetti amici a confortarlo. Questi lo accusarono di essere malvagio e di avere avuto cattive intenzioni. Misero addirittura nella sua mente, o perlomeno ci provarono, il dubbio che Geova non poteva essere contento di lui. Quello che i suoi amici gli dissero, le parole che gli rivolsero, furono una delle prove più dure che Giobbe dovette affrontare. Parlando proprio di questo, La Torre di Guardia del 15 agosto 2002 spiegava il fatto che una prova difficile può venire dai nostri compagni di fede. Diceva così: “Satana si serve ancora dei consigli errati o dei commenti sconsiderati di amici e compagni di fede. Lo scoraggiamento causato dall’interno della congregazione può demoralizzare più della persecuzione causata dal di fuori”. Poi questo articolo continuava parlando di un fratello che serviva come anziano che era stato nell’esercito e aveva combattuto, aveva visto cose terribili. Diventato fratello, si trovò di fronte a critiche e parole avventate. Fu ferito da alcuni compagni di fede nella congregazione. Che cosa disse riguardo alle prove che vengono dall’interno? Disse questo: “È la cosa più difficile che abbia mai dovuto sopportare”. Quindi, cosa può fare il Diavolo? Può sfruttare quello che i nostri fratelli dicono o fanno, lui può giocarci, può approfittarsene per farci smettere di servire il nostro Dio, Geova. Ovviamente sono tante “le insidie” del Diavolo e questa mattina abbiamo parlato solo di alcune di queste. Ma cosa possiamo fare per proteggere noi stessi? Giacomo 4:7 dice: “Sottomettetevi perciò a Dio; ma opponetevi al Diavolo”. E quando facciamo questo dobbiamo ricordarci sempre le parole che ci insegnò Gesù nella preghiera modello in cui disse: “Liberaci dal Malvagio”. Perché è così importante? Perché noi portiamo il nome di Geova e per lui è importante proteggere il suo nome. Inoltre, ci ama moltissimo. È nostro Padre. E come ogni padre amorevole, se vede uno dei suoi figli attraversare una prova terribile dove qualcuno sta cercando di ucciderlo, Geova interviene immediatamente. Che cosa prova Geova per noi? Apriamo la nostra copia della Bibbia nel libro di Malachia. Vediamo, vediamo insieme quanto Geova si prende cura di noi e perché interviene così velocemente quando imploriamo il suo aiuto per essere liberati dal malvagio. Malachia 3:17 dice: “‘E saranno miei’, dice Geova degli eserciti, ‘nel giorno in cui produrrò una speciale proprietà. Mostrerò loro compassione, proprio come un uomo mostra compassione al figlio che lo serve’”. Questo versetto descrive un’amicizia speciale. Geova tiene davvero tanto a noi. Altre traduzioni della Bibbia traducono il termine “speciale proprietà” con queste espressioni: “particolare tesoro”, “la mia proprietà più preziosa”, “i miei tesori”. “I miei tesori!” Geova ci ama tanto. E pone dei limiti alle prove che il Diavolo può metterci davanti sempre in base a quella che è la sua volontà in quel momento. Per esempio, ricordate quando nel caso di Giobbe fuoco scese dal cielo e consumò tutto il gregge di pecore di Giobbe e anche alcuni dei suoi servitori? Fu il Diavolo a causare quel fuoco, e Geova glielo permise. Ma poi in 1 Re capitolo 18 si parla di una prova sul monte Carmelo. C’erano due tori e l’idea era di rendere chiaro con il fuoco chi fosse il vero Dio, Geova o Baal. Gli adoratori di Baal gridarono al loro falso Dio dalla mattina alla sera ma il fuoco non si vide. Nemmeno una scintilla. Geova non permise a Satana di bruciare neanche un toro, al contrario di quello che era accaduto alle pecore nel caso di Giobbe. Geova ha il controllo. E oggi permette che accadano alcune cose. Ma possiamo star certi che anche se permette al Diavolo di causarci dolore fisico, emotivo, di perseguitarci o di uccidere alcuni di noi, per mezzo di suo figlio Cristo Gesù, Geova ha trovato il modo di cancellare le opere del Diavolo per sempre. Quindi qualsiasi cosa accada, se restiamo leali a Geova e stiamo in guardia contro le insidie del Diavolo, Satana non prevarrà contro di noi. Il popolo di Geova non subirà mai alcun danno permanente a causa degli inganni e degli stratagemmi del nemico. Tutti noi vogliamo stare svegli, vogliamo stare attenti alle tattiche del Diavolo e supplicare Geova di liberarci. Così possiamo essere sicuri che il nostro amorevole Padre celeste non ci abbandonerà mai.

Satana può perfino usare i membri della nostra famiglia ben intenzionati per scoraggiarci dal servire Geova. Se questa è la vostra situazione, sono certo che troverete il prossimo episodio della serie “Dove sono oggi” particolarmente incoraggiante.

Dove sono oggi | Karen Malone. La mia lunga e dura lotta per trovare la vera fede

Mi chiamo Karen Malone, e sono nata nell’Iowa, ma sono cresciuta un po’ ovunque perché mio padre era un militare. È davvero toccante pensare a come Karen è diventata una sorella, perché la sua famiglia non era nella verità. Anzi, le hanno anche fatto opposizione. Una volta conosciuto Geova, decisi che lo scopo della mia vita sarebbe stato servirlo per sempre, e volevo essere felice mentre lo facevo. Conobbi Karen alla Betel. In quel periodo lei era pioniera speciale nel Tennessee, io servivo alla Betel e lei era venuta in visita. Ci sposammo dopo circa un anno. E dopo altri nove mesi tornammo alla Betel. Nel 1980 lasciammo la Betel. Infatti quell’anno nacque nostra figlia. Questo ci cambiò la vita. Ma è giusto dedicare le tue energie, il tuo amore e il tuo tempo a qualunque incarico Geova ti affidi. In settimana Karen portava i nostri figli in servizio e lo rendeva un momento divertente. Questo per lei era importante. Faceva sempre in modo che il ministero di campo per i bambini fosse una cosa piacevole. Bisogna imparare a fiorire dove si viene piantati, ovunque sia. In ogni nuova congregazione non aspettavamo che fossero gli altri ad avvicinarci. Cercavamo di prendere l’iniziativa e fare nuove amicizie, ovunque fossimo. E quella diventava la nostra casa. Cercavamo di mostrare il nostro amore agli altri. Se avevano bisogno di un pasto cucinavamo per loro, oppure li aiutavamo con le pulizie. Facevamo da baby sitter, cercavamo di dare una mano. Nella vita ci sono tanti problemi che possono toglierci la pace, ma è una nostra scelta lasciarglielo fare. Quindi non glielo permettiamo. Siamo stati invitati a tornare alla Betel nel 2007, e siamo qui da allora. Sono stata assegnata a un bellissimo reparto che si occupa di assistenza sanitaria, composto da persone molto preparate. Per fiorire dove ero stata piantata, là di fronte a quei due schermi, ho dovuto pregare tanto. Ricordo di essere andata in bagno a piangere e di aver detto a Geova: “Tu puoi dividere il Mar Rosso, quindi aiutami a trasferire queste informazioni da qui a qui”, perché non ci capivo niente. E la cosa fantastica è che due bravissime sorelle con cui collaboro ancora, Bonnie e Zulma, mi hanno aiutato e mi hanno insegnato tante cose. Mi piace la frase “Se non puoi cambiare le circostanze, cambia il tuo atteggiamento”. Ho pregato tanto per riuscire a farlo e Geova ha risposto dandomi delle sorelle che sono state davvero di grande aiuto. Quando ho iniziato a studiare la Bibbia ho capito che ci sono dei versetti che ci insegnano la verità e altri che ci aiutano a rimanere nella verità. Questi li chiamo i miei “versetti del cuore”. Sono quelli che uso per riflettere e per meditare quando le cose si fanno difficili. Ogni volta che c’era qualcosa che mi privava della gioia ripensavo a questi “versetti del cuore” e così riuscivo a dire: “No, non vincerai Satana”. Il mio versetto preferito che meglio riassume tutto questo è Proverbi 27:11. Lo conosciamo tutti. Dice: "Sii saggio, figlio mio, e rallegra il mio cuore, perché io possa rispondere a chi mi accusa". Questa è la cosa più importante. Si tratta del nome di Geova e di dare una risposta al Diavolo. Pensiamo alla sua sovranità e non a noi stessi. Io e Jeffrey amiamo essere genitori e ci è piaciuto tanto essere pionieri insieme. Amiamo ogni dono che abbiamo ricevuto. Dico sempre ai miei figli che ogni giorno è un regalo di Dio, e il modo in cui lo viviamo è il nostro regalo per lui. La verità è difficile solo se facciamo di testa nostra. Ma se ascoltiamo Geova e facciamo quello che ci chiede, lui ci benedirà in modi meravigliosi. Il giorno più bello che possiamo vivere oggi, e tutti ne abbiamo vissuti di bellissimi, non è nulla in confronto al primo giorno che vivremo nel nuovo mondo. È straordinario pensare che tutto quello che dobbiamo fare oggi è prendere buone decisioni, e potremmo essere lì!

Siamo davvero molto felici che Karen non solo abbia trovato una famiglia spirituale che la sostiene, ma che anche lei ne sia parte attiva. La nostra famiglia spirituale ci può dare molta gioia e pace, come vedremo nel video musicale di questo mese.


♪ S’insinua a volte l’ansia dentro noi, ♪ ♪ perché questa vita ♪ ♪ è piena di guai. ♪ ♪ Certi giorni sono proprio bui, ♪ ♪ ma una luce brilla ♪ ♪ per noi. ♪ ♪ È Geova che ♪ ♪ ci dà pace, ♪ ♪ un fiume che ♪ ♪ scorre e va. ♪ ♪ La pace che ci dà ♪ ♪ è pioggia fresca su di noi: ♪ ♪ ci disseterà. ♪ ♪ La sua pace è per sempre ♪ ♪ e limiti non ha. ♪ ♪ Perciò pregheremo Geova Dio. ♪ ♪ Lui non ci lascia mai, ♪ ♪ ci ascolterà. ♪ ♪ Versiamo il nostro cuore, e ci darà ♪ ♪ l’amore suo, ♪ ♪ la sua lealtà. ♪ ♪ È Geova che ♪ ♪ ci dà pace, ♪ ♪ un fiume che ♪ ♪ scorre e va. ♪ ♪ La pace che ci dà ♪ ♪ è pioggia fresca su di noi: ♪ ♪ ci disseterà. ♪ ♪ La sua pace è per sempre ♪ ♪ e limiti non ha. ♪ ♪ È Geova che ♪ ♪ ci dà pace, ♪ ♪ un fiume che ♪ ♪ scorre e va. ♪ ♪ La pace che ci dà ♪ ♪ è pioggia fresca su di noi: ♪ ♪ ci disseterà. ♪ ♪ La sua pace è per sempre ♪ ♪ e limiti non ha. ♪

Che cosa possiamo fare nel ministero quando sembra che nessuno sia a casa? Come vedremo nel prossimo episodio della serie “Il ferro affila il ferro”, ci potrebbero essere molte occasioni da cogliere intorno a noi per dare testimonianza.

“Il ferro affila il ferro” | Contattare più persone possibile

Ciao, sono Victor Anibaba, e questo è “Il ferro affila il ferro”. Questa serie da un po’ di tempo oramai ci sta dando tanti consigli su come essere più efficaci in diversi aspetti del ministero. Ad esempio su come iniziare conversazioni, fare buon uso di domande e su come migliorare nel fare visite ulteriori. Ma questi suggerimenti funzionano solo se riusciamo a trovare persone con cui poter parlare e in alcuni casi questa può essere la sfida maggiore. Vi è mai capitato di avere delle giornate così nel ministero, in cui sembra proprio che non ci sia nessuno con cui parlare? Che bello sapere che le nostre pubblicazioni sono piene di suggerimenti che ci aiutano a contattare più persone possibili quando predichiamo. In questo episodio vedremo tre suggerimenti che si sono rivelati estremamente efficaci. Primo suggerimento: essere buoni osservatori. Ci potrebbero essere molte opportunità nel ministero per parlare con le persone, se sappiamo dove guardare. Per esempio, pensiamo alle situazioni che abbiamo appena visto nel video. È vero che non c’era nessuno a casa, ma non c’era davvero nessuno con cui parlare? Guardiamo. - Ciao! - Ciao. Che bello il tuo cane! - Come si chiama? - Si chiama Mia. E così, in modo naturale, ecco iniziata una conversazione. Che dire invece della coppia che stava tornando alla macchina? - Si dimostrano buoni osservatori […] - Buongiorno. […] e così anche loro riescono a dare testimonianza. Se siamo buoni osservatori troveremo molte occasioni per conversare. La cosa importante è rimanere concentrati sul nostro obiettivo, che è dare testimonianza. E questo possiamo farlo sia di casa in casa che mentre andiamo da una casa all’altra. Siamo arrivati al suggerimento numero due, ed è questo: essere preparati. Quante volte avete incontrato nel vostro territorio qualcuno che non parlava la vostra lingua? Vedete, io sono cresciuto a Londra e questo capitava molto spesso. Ma al giorno d’oggi non troviamo solo nelle grandi città un insieme di lingue e di culture, oggi è tutto il mondo ormai a essere cosmopolita. Cosa possiamo fare quindi per essere davvero ben preparati? Non abbiamo il dono di parlare in altre lingue come i cristiani del I secolo alla Pentecoste, ma c’è un dono che abbiamo ricevuto. L’app JW Language. Grazie a questa app possiamo imparare frasi molto semplici in decine di lingue diverse. Diamole un’occhiata. È progettata per essere molto semplice da usare. Per prima cosa impostiamo come lingua principale quella che parliamo. Poi impostiamo come lingua di destinazione quella che stiamo imparando. Dopodiché, sotto “Suggerimenti per la predicazione”, scegliamo “Saluti e presentazioni” per imparare come dire un semplice “salve”. O anche “piacere di conoscerla”. Dobryi den’. Pryyemno poznayomytys’a. Uhm, mi è uscita male. Meglio se la riprovo. Dobryi den’. Pryyemno poznayomytys’a. Beh, devo ancora lavorare sul mio accento, ma avete capito come funziona. Con un po’ di pratica possiamo riuscire a fare domande semplici e persino a introdurre e spiegare un versetto biblico. E funziona davvero. Vediamo un esempio. Buongiorno, stiamo facendo brevi visite alle persone […] Arabo? Che modo meraviglioso di dare testimonianza ad ancora più persone! E se ci sembra troppo complicato imparare un’intera presentazione in un’altra lingua? Possiamo fare qualcosa di più semplice. Impariamo un saluto. Si tratta solo di poche parole, ma non sottovalutiamo mai il potere di salutare qualcuno nella sua lingua con un sorriso sincero. Di sicuro può invogliare una persona ad ascoltarci e può permetterci di tornare a visitarla con qualcuno che parla la sua lingua. E questo ci porta al nostro terzo suggerimento essere scrupolosi e coltivare l’interesse, il che prima di tutto significa provare a contattare chi inizialmente non abbiamo trovato in casa provando in orari diversi o in giorni diversi. E se non riusciamo a trovarli nemmeno così, potremmo provare a dare testimonianza per lettera o per telefono. Questi metodi si sono dimostrati molto efficaci durante la pandemia e anche ora possono permetterci di raggiungere le persone che non troviamo in casa. A prescindere dal modo in cui abbiamo contattato una persona, mi raccomando, non dimentichiamoci di lei e torniamo il prima possibile. Torniamo da chiunque abbia mostrato interesse. Contattare tutte le persone del nostro territorio può essere davvero difficile. Ma i tre suggerimenti che abbiamo visto oggi 1) essere buoni osservatori, (2) essere preparati, e (3) essere scrupolosi e coltivare l’interesse che mostrano le persone, possono aiutare tutti noi a compiere pienamente il nostro ministero. Se lo faremo, allora staremo imitando Gesù, che voleva dare a chiunque l’opportunità di conoscere Geova.

Questi sono davvero degli ottimi suggerimenti. Non vedo l’ora di usarli durante la prossima campagna per il nostro congresso di zona. Vi piacerebbe scoprire che cosa possiamo aspettarci dal programma del nostro congresso?

Un invito per te: congresso del 2024 dei Testimoni di Geova “Annunciamo la buona notizia!”

Ora più che mai abbiamo bisogno di buone notizie, ma non di buone notizie che vengono dall’uomo. Geova Dio, l’unico che può darci vera speranza, ci dà una buona notizia riguardo a suo Figlio, Gesù Cristo. Ma che cos’è questa buona notizia? Puoi fidarti? E può aiutarti già da ora? Il congresso dei Testimoni di Geova di quest’anno, “Annunciamo la buona notizia!”, rafforzerà la tua fiducia in Dio e in suo Figlio. La buona notizia del Regno di Dio ti aiuterà ad affrontare le difficoltà della vita ora e ti preparerà per vivere in eterno in futuro. Questa sì che è una buona notizia!

Non vediamo proprio l’ora di assistere al nostro congresso di zona. Il programma di questo mese ha rafforzato davvero tanto la nostra fede. Abbiamo imparato che chiunque combatta contro Dio è schierato dalla parte sbagliata, sta combattendo una battaglia già persa. Mostriamo il nostro desiderio di collaborare con Dio mantenendo la pace nella congregazione e dando il nostro meglio nella predicazione. Grazie al video di Luda, ci è stato ricordato che Geova non abbandona mai chi lo serve lealmente. E nel nostro video musicale abbiamo visto in che modo la pace e la forza appartengono a coloro che si affidano a Geova. Ma abbiamo ancora una sorpresa in serbo per voi. Siamo felici di annunciare una nuova serie di video per i più piccoli. Questa serie si intitolerà “Impara dagli amici di Geova”. Questi brevi video animati aiuteranno chi sta imparando a leggere da solo a conoscere i personaggi della Bibbia che amavano Geova. Troverete presto questi episodi su jw.org. I saluti di questo mese vengono da un posto conosciuto come “patria dei veri uomini” o anche “terra degli uomini integri”. Di quale paese stiamo parlando? Il nome di questo paese unisce 2 parole, “integrità” nella lingua moré e “patria” o “terra” in lingua diula. È il Burkina Faso, un paese dell’interno dell’Africa occidentale. Il primo proclamatore del Burkina Faso arrivò dal Ghana nel 1959. Nel 1972 arrivarono i primi di una lunga serie di coraggiosi missionari. E solo 2 anni dopo furono formate le prime congregazioni nella capitale Ouagadougou e a Bobo-Dioulasso, nella parte occidentale del paese. La temperatura media diurna si aggira intorno ai 30 gradi centigradi, ma può essere ancora più alta durante la stagione secca. Spesso, quando si riceve un ospite a casa, gli si dà il benvenuto offrendogli un bicchiere d’acqua. Infatti un modo di dire comune in lingua moré è “sãan la koom”, che letteralmente significa “l’ospite è acqua”. I servitori di Geova si impegnano tanto per portare l’acqua della vita, cioè la verità della Bibbia, ai quasi 23 milioni di persone che vivono nei villaggi sparsi tra la savana e le foreste. Nel marzo del 2023 in Burkina Faso si è raggiunto un nuovo massimo di 684 pionieri ausiliari. Oggi in Burkina Faso ci sono più di 2.000 proclamatori. Ed è un bel numero. Infatti dobbiamo tenere presente che spostarsi da un villaggio all’altro è molto difficile e che nel paese si parlano 66 lingue indigene. 2 uffici di traduzione decentrati producono pubblicazioni in lingua moré e in lingua diula. E nel 2023 è stata una grandissima gioia per i fratelli ricevere l’edizione completa della Traduzione del Nuovo Mondo in lingua moré. I fratelli e le sorelle della congregazione Kamboincé Moore e della congregazione Tampouy Moore mandano i loro affettuosi saluti a tutti i fratelli nel mondo. Speriamo che il programma di questo mese vi sia piaciuto. E grazie, Zaki, per il tuo grande aiuto. L’ho apprezzato davvero tanto. È stato un piacere. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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