JW Broadcasting Marzo 2022

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Benvenuti al programma di questo mese! Di cosa parleremo insieme? Ecco alcune anticipazioni. La sorella Brown ha perso sua figlia in una terribile tragedia. Ma come l’ha confortata Geova? Per molte persone è difficile lasciarsi alle spalle i pregiudizi razziali ed etnici. Andremo in Grecia e vedremo un bellissimo esempio di amore senza pregiudizi. E la nuova canzone ci ricorderà che se ci prendiamo il tempo per Geova, lo sentiremo più vicino. Questo è JW Broadcasting del mese di marzo 2022. 

Ralph Walls. Nei momenti difficili possiamo sempre contare sul conforto di Geova

Non c’è dubbio che quelli in cui stiamo vivendo sono davvero tempi difficili, come aveva predetto l’apostolo Paolo nella sua seconda lettera a Timoteo al capitolo 3 versetto 1. Chissà quante volte avremo letto Matteo capitolo 24, Marco capitolo 13, Luca capitolo 21 o Rivelazione capitolo 6. Ma chi avrebbe mai immaginato quanto profondamente una pandemia, la criminalità, i disastri naturali o i disordini civili avrebbero influito su di noi economicamente, fisicamente e perfino emotivamente? Sappiamo che molti di voi stanno soffrendo terribilmente. Molti hanno affrontato la perdita di una persona cara, la prigione, violenze, problemi economici oppure malattie, e magari hanno affrontato alcune di queste difficoltà o tutte quante queste difficoltà allo stesso tempo. Fratelli, sorelle, sappiate che preghiamo per voi. Ecco perché il tema che abbiamo scelto per questo programma è: “Nei momenti difficili possiamo sempre contare sul conforto di Geova”. Un passo della Bibbia che i servitori di Geova conoscono bene è 2 Corinti 1:3, 4 che dice: Sia lodato l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della tenera misericordia e l’Iddio di ogni conforto, che ci conforta in tutte le nostre prove, così che noi possiamo confortare chi affronta ogni tipo di prova con il conforto che riceviamo da Dio". L’approfondimento della Bibbia per lo studio, riguardo all’espressione “il Padre della tenera misericordia”, dice: “Il sostantivo greco reso tenera misericordia è qui usato per descrivere la compassione o pietà che si prova verso gli altri. Dio è definito ‘il Padre o la fonte della tenera misericordia’ perché la compassione è un sentimento che ha origine da lui ed è parte della sua natura. Lo spinge quindi ad agire con tenera misericordia nei confronti dei suoi fedeli servitori che soffrono a causa di varie prove”. Riguardo all’espressione “l’Iddio di ogni conforto” aggiunge: “Il sostantivo greco reso ‘conforto’ è affine a un verbo che letteralmente significa ‘chiamare a sé’ e che trasmette l’idea di stare vicino a qualcuno per aiutarlo e incoraggiarlo quando affronta delle prove o si sente avvilito. Dio usa la sua potente forza attiva per dare conforto e aiuto in situazioni che da un punto di vista umano sembrano senza via d’uscita”. Pensate a cosa significa per noi. Geova vuole farci sapere che in qualsiasi situazione lui sarà al nostro fianco e che ci aiuterà ad affrontare qualsiasi prova. È vero, non ha promesso di eliminare tutte le nostre prove. Però ha promesso che quando affrontiamo una difficoltà allevierà il nostro dolore. Queste bellissime parole ci aiutano a vedere Geova proprio lì vicino a noi, soprattutto quando la situazione sembra disperata. Perché non provate ad approfondire questo argomento? Nel vostro studio personale potreste cercare la parola “conforto” nella Guida alle ricerche per i Testimoni di Geova o nella Biblioteca online Watchtower. Vi sentirete ancora più vicini a Geova e capirete quanto siano grandi il suo desiderio e la sua capacità di dare conforto. Sotto ispirazione Paolo parlò anche del modo in cui Geova ci conforta e ci sta vicino. Leggiamo insieme Romani 15:4. Qui dice: “Il conforto delle Scritture”. In questo discorso non abbiamo il tempo di descrivere tutti i modi in cui la Bibbia ci dà conforto, ma vediamo giusto qualche esempio. C’è un passo della Bibbia su cui ultimamente abbiamo riflettuto spesso. Si trova nel libro di Geremia al capitolo 29. Quando Geova ispirò Geremia a scrivere queste parole profetiche, gli ebrei erano stati fatti prigionieri a Gerusalemme e poi deportati in Babilonia. Ovviamente erano scoraggiati ma, anche se si trovavano in esilio, Geova riuscì a trovare il modo di dargli conforto. Notate quello che disse in Geremia 29:10: “Questo infatti è ciò che Geova dice: ‘Quando saranno passati i 70 anni in Babilonia, vi rivolgerò la mia attenzione e manterrò la mia promessa riportandovi in questo luogo’". Geova disse a questi ebrei che sarebbero rimasti in esilio per un periodo di tempo davvero molto lungo, ma gli fece anche capire chiaramente che aveva in mente un futuro diverso per loro. Infatti la seconda parte del versetto dice: Poi al versetto 11 aggiunge: Dio disse agli israeliti che li aspettava un futuro meraviglioso e come sappiamo Geova mantenne quella promessa. Riferendosi proprio a Geremia 29:11 un commentario dice questo: “Nelle Scritture è difficile trovare una promessa rivolta agli ebrei in esilio che esprima in modo così meraviglioso la tenera compassione di Jahve [cioè Geova] e che offra a quegli ebrei una vera ragione per essere ottimisti riguardo al futuro e avere una speranza certa”. Questa promessa infuse coraggio e forza a uomini come Geremia, Ezechiele e Daniele. E Geova rassicurò gli ebrei riconfermando la sua promessa in Geremia 31:17 che dice: “C’è una speranza per il tuo futuro: i tuoi figli torneranno nella loro terra”. E infatti, proprio come Geova aveva predetto, Babilonia venne conquistata dal re persiano Ciro, che poi permise agli ebrei in esilio di tornare in Israele. Dopo 70 anni passati in esilio erano di nuovo a Gerusalemme. Geova mantenne la promessa che aveva fatto al suo popolo. E perché questo ci è di conforto? Pensateci. Geova ha già adempiuto delle promesse, e questo ci rassicura perché adempirà anche quelle che ha fatto a noi, indipendentemente dalle circostanze. Geova ha detto: “Io manterrò la mia promessa”. Non è confortante saperlo? Comunque, la più grande espressione del conforto di Geova è suo Figlio Gesù. Mentre Gesù svolgeva il suo ministero qui sulla terra, diede speranza alle persone, compì opere straordinarie, guarì i malati, fece miracoli potenti e soprattutto insegnò alle persone la verità riguardo al Regno di Dio. E naturalmente il gesto più straordinario che Geova ha fatto per darci speranza è stato sacrificare la vita di suo Figlio. Leggendo la sua Parola ci rendiamo conto che Geova ha cura di noi e che non solo capisce bene quello che stiamo passando, ma desidera anche consolarci e rafforzarci. Il nostro Padre celeste ha specialmente a cuore tutti quelli che si sforzano di fare la sua volontà. Ma visto che è un Dio misericordioso, attira a sé anche le persone sincere che ancora non lo conoscono. Molti si sono avvicinati alla verità quando stavano passando un momento difficile. Hanno conosciuto Geova proprio al momento giusto. È capitato anche a voi? Quella non è stata una coincidenza, è stata la dimostrazione dell’amore di Geova e del suo desiderio di confortarci dandoci una speranza. Cari fratelli e sorelle, ci stiamo avvicinando alla grande tribolazione. Quindi le nostre difficoltà aumenteranno. E durante la grande tribolazione la nostra fiducia in Geova dovrà essere assoluta. Impariamo a riconoscere e accettare i modi in cui Geova ci conforta e ci rafforza. Ricordiamo sempre quello che disse Paolo in 2 Corinti 1:4, magari impariamolo a memoria. Geova è un Dio “che ci conforta in tutte le nostre prove”. Tempo fa abbiamo intervistato 2 fratelli che sono nella famiglia Betel da molti anni, il fratello Gerald Grizzle, un assistente del Comitato del Personale, e il fratello Sam Roberson. Entrambi hanno servito a lungo come sorveglianti prima di trasferirsi qui alla Betel. Il fratello Grizzle serve alla Betel dal 1978 e il fratello Roberson serve qui da quasi 20 anni. Ora assistono il Corpo Direttivo nel fare visite pastorali ai componenti della famiglia Betel degli Stati Uniti. “Visite pastorali alla famiglia Betel?” potreste chiedervi. “Ma che problemi potranno mai avere i beteliti?” Sentiamo cosa hanno raccontato questi 2 cari fratelli. Fratello Grizzle, quali difficoltà affrontano i componenti della famiglia Betel? I fratelli che servono alla Betel non sono diversi dagli altri fratelli di tutto il mondo. Perciò, proprio come dice 1 Pietro 5:9, stanno affrontando “lo stesso tipo di sofferenze” che affrontano tutti i fratelli e le sorelle nel mondo. Non fanno eccezione. Alcuni devono fare i conti con gravi problemi di salute, ma continuano a servire qui alla Betel. Altri invece sono preoccupati per i loro genitori che stanno invecchiando e alcuni di loro sono costretti a lasciare il servizio qui alla Betel per prendersene cura. Altri ancora si trovano ad affrontare momenti di depressione. Ma l’atteggiamento di questi nostri cari fratelli e sorelle è davvero straordinario, perché sono decisi a non permettere ai loro problemi di dominarli. Anzi, la fede che hanno in Geova li spinge a concentrarsi ancora di più sul loro incarico. Grazie per quello che ci hai raccontato. Fratello Roberson, in che modo riuscite ad aiutare questi fratelli? Quando un betelita affronta un momento particolarmente difficile, ci sono 4 cose che facciamo. Primo, preghiamo in maniera specifica per lui e facciamo delle ricerche per trovare dei versetti che fanno proprio al caso suo. E questo prima di visitarlo. Secondo, quando gli facciamo visita lo ascoltiamo davvero. Intendo dire non solo con le orecchie, cerchiamo di ascoltarlo col cuore. Proviamo a sentire quello che sente lui, a immedesimarci in quello che prova. La terza cosa che facciamo è usare la Parola di Dio per ricordargli che non sta affrontando quel momento difficile da solo, e questo è molto efficace. Per esempio recentemente abbiamo fatto visita a un fratello che stava affrontando un problema serio e tra le altre cose abbiamo letto insieme Esodo 3:7, 12. Vi leggo cosa dicono: “Ho visto le sofferenze del mio popolo in Egitto, e ho udito il grido che alza a causa di quelli che lo costringono ai lavori forzati”. E poi qui dice una cosa toccante, davvero molto bella. Geova non dice ‘conosco le pene che soffre il mio popolo’, ma dice “conosco bene le pene che soffre” il mio popolo. E nella prima parte del versetto 12 leggiamo che, per rassicurare Mosè che aveva paura di presentarsi davanti al faraone, Dio gli rispose: “Io dimostrerò di essere con te”. Poche parole ma molto significative, perché qui Geova sta promettendo che gli avrebbe dato prove inequivocabili del suo sostegno e che non li avrebbe mai lasciati soli, nemmeno per un attimo. E queste parole confortano anche noi. La quarta cosa è concludere la nostra visita con una preghiera, e nella preghiera menzioniamo il fratello o la sorella per nome. E in questo modo sente che il conforto viene direttamente da Geova, il Grande Pastore. In 1 Tessalonicesi 5:14 Paolo dice: “Fratelli, vi esortiamo […] a confortare chi è depresso, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti”. Ed è proprio quello che stiamo cercando di fare. Grazie per averci raccontato tutto quello che fate. Fratello Grizzle e fratello Roberson, che effetto ha avuto su di voi confortare altri? Prego, fratello Grizzle. In questi tempi così particolari sento l’amore che Geova prova per il suo popolo. Nel corso degli anni posso dire di aver sperimentato di persona quanto Geova si sia preso cura di me nelle difficoltà. Alcuni anni fa morirono mia madre, mio fratello e anche mio padre, e tutto questo nel giro di un solo anno. E nel 2017 persi anche la mia cara moglie, Bonnie. Avevamo servito Geova insieme per quasi 65 anni. Ma con l’aiuto della preghiera, dello studio personale e con l’amore dei fratelli Geova mi ha davvero confortato. E ora, grazie a questo, riesco a mia volta a incoraggiare gli altri. Molto toccante, grazie fratello Grizzle. Fratello Roberson, e su di te che effetto ha avuto confortare altri? Posso raccontarti un episodio che non dimenticherò mai. Anni fa, mentre io e mia moglie Linda servivamo nella circoscrizione, persi completamente la voce. Dovetti sottopormi ad un intervento alle corde vocali e per 6 settimane non fui in grado di parlare. E per un sorvegliante di circoscrizione è come essere un uccello che non può volare. Ho scritto più in quelle 6 settimane che in tutto il resto della mia vita. Ma in questa situazione e in altri momenti dolorosi simili a quelli che ha raccontato Gerald, Geova ci è sempre stato vicino. Ed è stato bello trasmettere a molti altri fratelli il conforto che abbiamo ricevuto. Vediamo in prima persona quanto i fratelli del Corpo Direttivo abbiano a cuore tutti i servitori di Geova, incluso chi ha grandi responsabilità. Riflettono proprio i sentimenti di Geova, che è “l’Iddio di ogni conforto”. Grazie mille fratelli, le vostre bellissime parole ci hanno incoraggiato. Grazie per l’opera pastorale che svolgete, ma soprattutto per il vostro esempio di perseveranza, e per averci raccontato di come Geova vi ha confortato e di come confortate altri. Grazie di cuore. Il Corpo Direttivo ha disposto che un’opera pastorale come questa sia svolta nelle filiali di tutto il mondo. Ora vorremmo rivolgerci ad alcuni di voi in modo particolare. A causa di preoccupazioni o delusioni, o perché si sono sentiti feriti da altri fratelli, alcuni di voi hanno smesso di associarsi alla congregazione. Altri invece sono stati allontanati dalla congregazione, ma magari ora desiderano ritornare. A tutti voi diciamo: “Permettete a Geova di confortarvi e rafforzarvi. Geova vuole che vi riavviciniate a lui e vi darà il suo aiuto”. Giacomo 4:8 dice: “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi”. Ricordate che Geova vi vuole molto bene. Sentite quello che ci dice in Ezechiele 34:16: “Cercherò quella smarrita, ricondurrò quella dispersa, fascerò quella ferita e rafforzerò quella debole, ma annienterò quella grassa e quella forte. La pascerò con il giudizio”. Per alcuni che si sono riavvicinati a Geova, la cosa più difficile in assoluto è stata varcare la soglia della Sala del Regno. Ricordate però che sarà Geova a prendersi cura di voi, siete le sue pecore, guarirà le vostre ferite. Infatti nello stesso capitolo al versetto 12 Geova dice: Avrò cura delle mie pecore come fa un pastore che, trovate le sue pecore disperse, le pasce. Le libererò da tutti i luoghi nei quali erano disperse in un giorno di nuvole e di fitta oscurità". Non siete una causa persa, ma solo una pecora che ha perso la strada. Ed è questo che lo schiavo fedele e saggio pensa di voi. Non dimenticatelo mai. Fratelli, sorelle, ricordiamo che a prescindere da quanto sia difficile la nostra situazione possiamo sempre contare sul conforto di Geova.

Durante questo programma ascolteremo le storie di fratelli e sorelle che hanno ricevuto il conforto di Geova. Mentre li ascoltiamo, soffermiamoci sui modi in cui Geova li ha aiutati e pensiamo a come anche noi possiamo aiutare altri. Ascolteremo per primo Maombi Vianney. 

Maombi Vianney. Geova mi ha salvato

Sono nato in Congo. Io e la mia famiglia siamo dovuti fuggire perché c’era la guerra. Una cosa che non riesco a dimenticare è il rumore delle bombe e degli spari dietro di noi mentre scappavamo. E poi le persone che gridavano. Ogni giorno vivevamo con la paura che ci accadesse qualcosa. Potevamo morire da un momento all’altro. Io e mia mamma eravamo gli unici sopravvissuti della nostra famiglia. Ed è anche per questo che siamo andati via. Siamo dovuti andare in Ruanda. Sono cresciuto in un campo profughi e la vita lì non era per niente facile. La cosa più brutta era vedere le persone soffrire la fame. E poi, dato che non avevo un fratello maggiore che potesse difendermi, gli altri ragazzini mi picchiavano. Mi sentivo completamente indifeso. Nonostante tutta quella situazione così triste, sapevo che da qualche parte c’è un Dio che si interessa delle persone. E allora iniziai a pregare. Per avvicinarmi a lui cominciai a frequentare una chiesa cattolica. Un giorno, quando avevo 7 anni, vidi 2 donne, che poi venni a sapere erano testimoni di Geova. Rimasi colpito dal loro bellissimo sorriso. Notai che avevano la Bibbia in mano e mi diedero un volantino che parlava del Paradiso. Scoprire che c’è una speranza, una speranza per il futuro, che ci attende qualcosa di bello e che la vita ha uno scopo, beh, mi ha riempito il cuore di gioia. In seguito incontrai un bambino che aveva un libro dei Testimoni. Quando lo aprii notai un versetto, Esodo 20:4, e lì viene detto che non dobbiamo adorare altri dèi. Quando lessi quelle parole ero scioccato. Rimasi colpito ed ero anche molto deluso di me stesso, perché avevo capito che stavo facendo qualcosa di sbagliato. Non stavo adorando il vero Dio. Da quel momento in poi lasciai la Chiesa Cattolica e chiesi a Dio di aiutarmi a trovare i Testimoni di Geova, di aiutarmi a trovare una Sala del Regno. Quando finalmente andai all’adunanza, alla mia prima adunanza, l’unità che c’era nel popolo di Geova mi toccò il cuore. Alla fine tutti vennero ad abbracciarmi. Mi dimostrarono un affetto che non avevo mai visto prima. E poi la cosa più importante è che avevo imparato che Dio ha un nome, Geova. Il suo nome è speciale, e conoscerlo mi diede la forza e la gioia di cui avevo bisogno. Nell’esatto momento in cui ho cominciato a pregare Geova usando il suo nome, beh, proprio in quel momento, lui è diventato reale per me, come un fratello maggiore, anzi anche di più. Perché quando pregai Geova per la prima volta usando il suo nome, quel giorno tutti i ragazzini che mi picchiavano improvvisamente volevano essere miei amici, ed era il giorno dopo la mia prima adunanza. Era come se Geova avesse messo un muro tra me e i miei nemici. Geova era al mio fianco, mi proteggeva. E capii subito in quell’istante che era lui il mio Dio, e che non l’avrei lasciato per niente al mondo. L’avrei servito con tutto me stesso. Nel 2011 lasciammo il Ruanda e ci trasferimmo negli Stati Uniti. Chiesi a una signora se conosceva i Testimoni di Geova e lei mi disse che li conosceva. Così li contattò per me. E finalmente ero di nuovo con i miei fratelli e sorelle. Mi battezzati nel 2012. Adesso ero ufficialmente un testimone di Geova. Facevo parte del popolo di Geova. Nel periodo in cui mi battezzai arrivavano sempre più profughi negli Stati Uniti. Sapevo cosa avevano passato, sapevo quello che avevano vissuto perché lo avevo vissuto anch’io. Geova mi ha dato l’opportunità di confortare queste persone. Ero nelle tenebre e la vita era davvero difficile. Ma Geova ha fatto così tanto per me. È come se mi avesse tirato fuori da quelle tenebre dicendomi: “Figlio mio, vieni fuori”. Mi ha chiamato dalle tenebre alla luce. Quando servi Geova e confidi in lui, quando Geova diventa il tuo rifugio, allora vedi chi è veramente.

Se state affrontando delle difficoltà e volete conoscere meglio Dio, sicuramente la storia di Maombi può darvi speranza. Geova sa quello che state passando ed è lui ad avvicinare a sé chi ha un cuore sincero. Avete notato che Maombi dopo aver ricevuto conforto si è sentito spinto ad aiutare altri? Nel prossimo video vedremo quanto può essere potente l’amore che mostrano i fratelli e le sorelle.

DeJanerio Brown. Devastata da una tragedia, confortata dalla speranza

LaQuita lavorava per il comune di Virginia Beach. Era riuscita ad ottenere un orario di lavoro che le permetteva di uscire di più in servizio. Quel giorno era un venerdì. Sia io che mia mamma avevamo fatto delle visite mediche e siamo tornate a casa, ci siamo messe comode, stavamo per mangiare qualcosa, quando è squillato il telefono. Era un nostro parente. Voleva sapere se avevo visto il telegiornale. Ho provato subito a chiamare mia figlia al telefono, ma c’era la segreteria. Mi son detta: “Proviamo a mandarle un messaggio”, e le ho mandato un messaggio, ma lei non ha risposto. Verso le 10, 10 e mezza di sera alla fine ci hanno dato conferma che purtroppo LaQuita era morta in quella sparatoria. Quello è stato il giorno più brutto della mia vita. Il giorno dopo alle 7 del mattino hanno incominciato ad arrivare i fratelli, e per tutto il giorno la casa è stata piena di amici che ci hanno rafforzato e incoraggiato. E questo ci ha aiutato davvero tanto. Ci ha aiutato a non pensare troppo a tutto quello che era appena successo. L’amore che ci hanno mostrato è stato straordinario, qualcosa di unico. Ed è stato questo ad aiutarci ad affrontare quei momenti, avere vicini i nostri fratelli, la nostra famiglia spirituale. Il comune di Virginia Beach si è offerto di farsi carico di tutti i funerali delle vittime. Ci sarebbero state tante persone al funerale, quindi ci hanno dato la possibilità di usare il teatro dell’opera a Norfolk. Alla fine i fratelli si sono occupati di tutto. Il comune non ha dovuto pensare a nulla, solo a darci il locale. Le autorità sono rimaste colpite davvero tanto, proprio per come si è tenuto tutto il funerale. Tutto si è svolto nel giro di un’ora. Erano presenti le autorità e c’erano diversi giornalisti delle testate locali. Quei giornalisti volevano parlare, continuavano a insistere. E allora 2 miei fratelli si sono occupati di rispondere alle loro domande con l’aiuto di 2 fratelli arrivati dalla Betel. Così non ho dovuto preoccuparmi di questo e mi hanno tolto davvero un bel peso. Ricevo ancora tantissimi bigliettini e continuano ad arrivarmi messaggi dai fratelli. Mi incoraggiano tanto. Il mio versetto preferito adesso è Isaia 41:10 in cui Geova dice: In tutto questo periodo ho sentito Geova davvero vicino. Era proprio come se fosse accanto a me e mi dicesse: “Starai bene. Ce la farai, ti aiuterò io”. E lo sta facendo. Mi sta aiutando ogni giorno. Una tragedia può capitare a tutti, quindi anche a me. Ed è proprio quello che è successo. Questo pensiero mi aiuta a non perdere l’equilibrio. E penso a come Geova capovolgerà tutta questa situazione. Quello che spero di più al mondo è vedere come Geova cancellerà tutto il male che è stato fatto. Lo ha promesso, e io sono sicura che lo farà, che realizzerà questa promessa. Non vedo l’ora. So che presto riabbraccerò mia figlia.

La prima parte di Isaia 43:2 dice: “Quando attraverserai le acque io sarò con te, e quando guaderai i fiumi non sarai sommerso”. Sui fedeli servitori di Geova potrebbero abbattersi tragedie imprevedibili. Potremmo soffrire terribilmente, ma rialzarsi è possibile. Sappiamo che apparterremo per sempre a Geova, “il Padre della tenera misericordia”. Geova è sempre vicino a noi, ma abbiamo tutti delle vite piene di impegni. Il nostro nuovo video musicale mostrerà i risultati positivi che otteniamo quando troviamo il tempo per Geova. 

Trova il tempo per Geova

♪ Sembra proprio che il tempo non basti mai. ♪ ♪ Succede anche a me. ♪ ♪ Sappi però che se tu lo vuoi, se lo vuoi, ♪ puoi trovare il tempo: ♪ ♪ non permettere che ♪ ♪ questa vita porti via da te ♪ ♪ il tempo per Geova. ♪ ♪ Confidarsi con un amico ♪ ♪ può unire di più. ♪ ♪ Puoi fare così    anche con Dio. ♪ ♪ Se lo vuoi, tu puoi trovare il tempo: ♪ ♪ non permettere che ♪ ♪ questa vita porti via da te ♪ ♪ il tempo per Geova. ♪ ♪ Se vuoi tu puoi immaginarti già lì, nel Paradiso che verrà. ♪ ♪ E niente ti distrarrà! ♪ ♪ Tu puoi, tu puoi, ♪ ♪ se lo vuoi, ♪ ♪ trovare il tempo: ♪ ♪ non permettere che ♪ ♪ questa vita porti via da te ♪ ♪ il tempo per Geova. ♪ ♪ Se vuoi, ♪ ♪ se vuoi, ♪ ♪ se vuoi, ♪ ♪ se vuoi, ♪ ♪ tu puoi. ♪ ♪ Se vuoi, ♪ ♪ tu puoi, ♪ ♪ tu puoi. ♪ “Se lo vuoi, tu puoi trovare il tempo”. 

“Se lo vuoi, tu puoi trovare il tempo”. Un video davvero incoraggiante! Siete il vostro critico più severo? A volte potremmo scoraggiarci per i nostri errori o limiti, che siano veri o presunti. Vediamo allora come può aiutarci il nuovo episodio della serie “Vivere secondo i princìpi biblici”. 

“Tutti sbagliamo molte volte”

I miei genitori mi hanno sempre detto: “Prega per le tue mete spirituali. Metticela tutta e lascia che Geova faccia il resto”. È quello che ho provato a fare, e devo dire che le benedizioni di Geova non si sono fatte aspettare. Sono anche stato invitato a partecipare al progetto di costruzione di una filiale e ne ero molto entusiasta all’inizio. Non mi fraintendete. Era un privilegio essere lì, ma era più dura di quanto avessi pensato. C’erano un sacco di cose nuove da imparare. E devo ammettere che volevo fare bella figura con il mio responsabile. Quindi mi sono dato da fare. Forse però ho esagerato un po’. -Vedi lassù? Va tirato giù tutto quanto. -Ok. -Pensi di riuscire a finire in giornata? -Certo, inizio subito. Young e Jin possono darti una mano con la piattaforma aerea. Jin è molto esperto, ti darà qualche dritta. Ok. Non sembrava molto complicato. E poi avevo fatto il corso, sapevo come si faceva. Se aspettavo loro non ce l’avrei mai fatta a finire in giornata. L’avevo combinata grossa, era un bel danno. E adesso altri dovevano sistemare il disastro che avevo fatto. -Ian, stai bene? -Sì, sto bene. Verresti un attimo nel mio ufficio, per favore? Sì. Mi sentivo un completo fallimento. Capita a tutti di sbagliare. A volte si tratta di piccoli errori… I fratelli che mi avevano parlato erano stati molto gentili. Ma continuavo a ripetermi: “Cosa ci faccio qui? Perché non me ne vado a casa?” È interessante quello che dice Giacomo 3:2. Dice che “tutti sbagliamo molte volte”. Ma la domanda è, quando sbagliamo o per così dire cadiamo, e questo succederà di sicuro, cosa dobbiamo fare poi? Sì, sentiamo Jake. Quando papà mi ha insegnato ad andare in bicicletta sono caduto un sacco di volte. È stato difficile, ma ho continuato a rialzarmi e a riprovare. E adesso vado anche veloce. Quindi quando cadi ti devi rialzare. È proprio così, grazie. Hai fatto un bellissimo commento. -Dato che siamo imperfetti… -E bravo Jake, giusto. Dovevo mettere da parte il mio orgoglio e rialzarmi. Ho capito che dovevo concentrarmi sul mio incarico e non su me stesso. E invece di provare a fare tutto da solo, le mie aspettative adesso erano più realistiche su quello che potevo e non potevo fare. Avevo ancora molto da imparare. Quindi mi sono dato da fare. E dopo un po’ ho anche potuto insegnare qualcosa ai nuovi volontari. Geova mi ha insegnato una lezione molto importante e gli sono grato. Nella corsa per la vita nessuno di noi passerà il traguardo senza mai cadere. Quello che conta è rialzarsi e continuare a correre.

Alcuni fanno fatica a fare amicizia con persone di un altro paese o di un’etnia diversa. Ma imitando l’imparzialità di Geova possono farcela. Il risultato? Grande gioia. Vediamo un esempio di questo nel prossimo video. 

Un amore senza barriere

Il 18 settembre 2020 il ciclone Ianos, un raro ciclone mediterraneo, ha colpito la Grecia e ha inondato un insediamento rom a Mavrika, alle porte della città di Karditsa. Le autorità locali hanno collaborato con le squadre di emergenza per evacuare i più di 1.000 rom che abitavano lì. Ma una famiglia di 7 persone che studia con i Testimoni di Geova non è stata evacuata. Pioveva molto forte, il livello dell’acqua si stava alzando rapidamente. Ho preso mia moglie sottobraccio e mio figlio sulle spalle. Con grande difficoltà abbiamo raggiunto una casa vicina. Non potevamo contattare le autorità. Eravamo terrorizzati e non avevamo altra scelta che stare lì. Non sapevamo cosa fare. Eravamo spaventati e preoccupati, non c’era mai successa una cosa del genere. Il livello dell’acqua era salito molto e abbiamo aspettato in piedi per ore. Ho chiesto a mio padre di pregare per noi e lui l’ha fatto, molte volte. C’erano tante persone nella casa, sia giovani che anziane. Avevano paura e piangevano. La famiglia ha iniziato a mandarci dei messaggi video per chiederci aiuto. Si vedeva che avevano tanta paura. Volevamo aiutarli, ma non c’era modo di raggiungerli perché la zona era inaccessibile. L’unica cosa che potevamo fare era pregare Geova per loro e mandare messaggi per incoraggiarli. Provavamo una grande angoscia. I bambini piangevano, io pregavo Geova implorandolo di darmi pace interiore. Ho gettato il peso dell’ansia che provavo su Geova. Subito mi sono sentito calmo e sereno. Ho sentito il suo spirito che mi sosteneva e mi dava la forza per tutta quella notte. La situazione era davvero critica. Avevano sofferto molto ed erano tutti infangati. Non potevo lasciarli lì, dovevo assolutamente aiutarli. I fratelli ci hanno dato un posto dove stare. Abbiamo riposato e ci siamo tranquillizzati. Poi ci hanno dato anche da mangiare. Ho ringraziato Geova perché ci istruisce e si prende cura di noi. È il nostro Salvatore. Quando ho assistito alla prima adunanza dopo l’alluvione, mi sono sentito calmo di nuovo. Ho cercato di mantenere le mie abitudini, studiare, frequentare le adunanze, preparare i commenti. Provavo gioia e soddisfazione. I miei documenti come la carta di identità, erano al sicuro durante l’alluvione. I nostri vicini non erano preparati, ma noi grazie alle istruzioni di Geova avevamo gli zaini per le emergenze. Circa una settimana dopo siamo potuti tornare a Mavrika. Le case erano in condizioni disastrose, piene di fango. Il comitato di soccorso ci ha aiutato immediatamente. Fratelli e sorelle che si trovavano a 300 chilometri di distanza ci hanno inviato generi di prima necessità. I fratelli ci hanno mostrato amore in modi pratici. Si sono dati da fare e ci hanno aiutato perché ci amano. Vedere questo mi ha stupito e commosso. Siamo un popolo unito. E tutto questo ha dato lode e gloria a Geova. Quando siamo arrivati là per dare una mano, i vicini rom erano molto sorpresi. Ci hanno chiesto se potevamo aiutare anche loro. Abbiamo risposto che dovevamo aiutare prima la nostra famiglia, i nostri fratelli. Erano molto perplessi perché consideravamo i fratelli rom la nostra famiglia, anche se non eravamo dello stesso gruppo etnico. Quello che è successo ci ricorda quello che dice Efesini 4:16. Il versetto dice che ogni giuntura del corpo dà il suo contributo, e così hanno fatto i fratelli. Abbiamo collaborato insieme per dare aiuto ai nostri fratelli che si trovavano in difficoltà. Geova mi sta istruendo e mi sta aiutando, mi fido davvero di lui. Ho sperimentato la sua benedizione di persona, ho visto quanto è stato buono con me. In questo mondo triste Geova mi dà gioia. Io so che lui sceglie le persone in base a quello che hanno nel cuore. Tutta la gloria appartiene a Geova!

Pensate, tutti e 7 i componenti della famiglia Tsakiris studiano la Bibbia. 5 di loro sono sordi e stanno studiando col gruppo di lingua dei segni. Quando si è abbattuto il ciclone circa 20 persone, inclusa la famiglia Tsakiris, erano in una zona inaccessibile ai soccorsi. All’inizio altri rom incolparono la famiglia Tsakiris dicendo che il disastro era avvenuto perché studiavano con i Testimoni di Geova. Ma dopo aver visto tutto l’aiuto che la famiglia ha ricevuto dai fratelli, hanno detto: “La vostra è la vera religione. Voi vi volete bene davvero”. La serie “La mia vita da adolescente” ha aiutato molti giovani Testimoni a valutare bene che scelte fare. Il nuovo episodio di questa serie parla delle amicizie. Ascolteremo un fratello e una sorella che con l’aiuto dei princìpi biblici sono riusciti a prendere decisioni sagge. Sappiamo bene che questo è possibile, ma quello su cui ora vogliamo concentrarci è il come. Come hanno fatto a passare dalla conoscenza dei princìpi biblici alla pratica? 

La mia vita da adolescente | La Bibbia può aiutarmi?

Quando sono nato i miei genitori erano già testimoni di Geova. Quindi fin da piccolo studiavo la Bibbia, andavo alle adunanze e uscivo in servizio. Sono cresciuta come testimone di Geova. Sapevo che seguire la guida della Bibbia era la cosa migliore per me. E in più, dato che i miei genitori si sono sempre dati molto da fare nelle attività spirituali, ripensandoci mi rendo conto che non volevo assolutamente deluderli. Seguire i princìpi biblici non è un peso, non è così difficile. Anzi, se ce la mettiamo tutta per fare quello che dice la Bibbia, chi ci guadagna alla fine siamo noi. Ma a volte mi chiedevo come sarebbe stata la mia vita se non fossi stata Testimone. Il fatto è che mi divertivo davvero un sacco con i miei compagni di scuola. Tutto sommato a scuola me la passavo bene, è stato un bel periodo. Andavo d’accordo con i compagni e anche con gli insegnanti. Sì, direi che mi divertivo a scuola. I miei genitori mi dicevano sempre di non legare troppo con i miei compagni di classe. Ma secondo me i miei compagni si comportavano bene, erano brave persone, quindi non capivo perché i miei fossero così preoccupati. Alle superiori molti dei miei compagni andavano in chiesa e poi anche molti miei insegnanti erano persone religiose. Un giorno è successa una cosa e tutta la scuola è venuta a sapere che ero testimone di Geova. Sapevo che alcuni potevano avere dei pregiudizi sui Testimoni, ma non mi aspettavo che tutti cambiassero improvvisamente atteggiamento nei miei confronti. Ho iniziato a passare più tempo con i miei compagni di classe, ma più stavo con loro, più mi rendevo conto che vivevamo vite completamente diverse. Loro parlavano dei posti in cui erano andati nel weekend o delle ultime cose che avevano comprato. Tutto quello che avevo fatto io invece era uscire in servizio o andare alle adunanze. Mi sembrava di perdermi qualcosa. Mi sentivo molto solo ed escluso da tutti. Sapevo dentro di me che i princìpi biblici erano giusti e per il mio bene, ma devo dire che in quella situazione io cominciavo a non esserne più così sicuro. Iniziavo a pensare che la mia vita non fosse interessante come quella dei miei compagni. Quindi quando parlavano di quello che volevano fare nella vita, non me la sentivo di dire quello che avrei voluto fare io. Così ho iniziato a chiedermi come mi sarei dovuto comportare in quella situazione. Una cosa che mi è servita molto è stato parlarne coi miei genitori. Un giorno all’adorazione in famiglia abbiamo deciso di trattare questo argomento. Abbiamo letto Matteo 5:11: Ma come si fa a essere felici se si è perseguitati? Mi sono detto: “Io in questa situazione non sono mica felice”. Con mia mamma abbiamo letto Marco 8:38. Mi è rimasta impressa la parte del versetto che dice che se ci vergogniamo di Gesù anche lui si vergognerà di noi. Mi sono resa conto che c’erano stati dei momenti in cui in fondo mi ero vergognata di essere Testimone. In quel periodo un fratello ha fatto un discorso pubblico nella nostra congregazione e ha letto Matteo 19:29. Lì viene detto che chiunque lascia quello che considera importante per amore di Geova “riceverà cento volte tanto”. Così ho deciso di provare a lasciare da parte quello che consideravo importante e vedere come Geova mi avrebbe ricompensato. Dato che mi sentivo così, i miei genitori mi hanno aiutato a passare più tempo insieme a fratelli e sorelle che svolgevano vari tipi di servizio a tempo pieno. Stare in loro compagnia mi ha fatto bene. Sentirli parlare della loro vita mi ha aiutato a capire che direzione volevo dare alla mia. Una cosa veramente bella della decisione che ho preso è stata poter conoscere tanti fratelli e sorelle. Mi sono reso conto che c’erano tante persone che la pensavano come me e avevano i miei stessi obiettivi. Erano quelli i miei veri amici. Quando con i miei compagni di classe si è parlato di nuovo dei nostri obiettivi per il futuro, non ho più avuto paura di dire quello che volevo fare io. Grazie all’aiuto dei miei genitori sono riuscita a essere coraggiosa. Ho avuto la prova che Geova mantiene le sue promesse. Ho scelto di vivere secondo i princìpi della Bibbia, ho messo Geova al primo posto e lui mi ha ricompensato. Proprio come mi aveva promesso, ho ricevuto 100 volte tanto. Adesso sono davvero felice e sono certa che se quando devo prendere una decisione metto in pratica gli insegnamenti della Bibbia, alla fine le cose andranno sempre per il meglio. 

Questi ragazzi conoscevano bene quello che dice la Bibbia, ma ne hanno compreso il vero valore solo quando hanno messo in pratica i princìpi che contiene. Il programma di questo mese ci ha ricordato che nei momenti difficili possiamo sempre contare sul conforto di Geova. I servitori di Geova, come la sorella Brown e sua figlia, possono affrontare vere e proprie tragedie. Ma qualsiasi cosa dovesse succederci, “sia che viviamo, sia che moriamo, apparteniamo a Geova”. La Bibbia ha confortato Maombi, che non ha mai smesso di cercare Dio. E non dimentichiamo che quando siamo imparziali e mostriamo amore, tutti noi possiamo essere fonte di conforto. Per concludere il programma di questo mese, andiamo a trovare i nostri fratelli e sorelle che vivono in Alaska. Lo stato dell’Alaska si trova nella punta nord-ovest dell’America Settentrionale. Un terzo del suo territorio si trova a nord del Circolo Polare Artico. In alcune zone le temperature possono precipitare fino a 54 gradi sotto zero. Vivono poche persone in questa terra di ghiacciai, permafrost e tundra, che però è l’habitat naturale di orsi, caribù, alci, balene e molte specie di pesci. Visitiamo la congregazione di Kuskokwim a Bethel. Sì, questo paesino si chiama proprio Bethel, e i 22 proclamatori di questa congregazione predicano in un territorio che comprende 13 paesini raggiungibili con delle imbarcazioni. Ma quando cambia la stagione, cambia anche il mezzo di trasporto. Visto che in molti villaggi mancano le strade, tra i mezzi preferiti ci sono le motoslitte e i fuoristrada. Questa strada in realtà si trova su un fiume ghiacciato. Qui vediamo un gruppo di fratelli in viaggio verso il villaggio di Kwethluk. Per ragioni di sicurezza, di solito i fratelli viaggiano su 2 o più veicoli, nel caso uno di questi si rompa o resti bloccato. Qui in estate ci sono fino a 19 ore di luce durante il giorno, ma con l’arrivo dell’inverno possono essere anche meno di 6. In questa congregazione servono 9 pionieri regolari e 5 pionieri speciali, e in totale si conducono 85 studi biblici ogni mese. Oltre alla congregazione di lingua inglese c’è anche un pregruppo di lingua yupik. Le slitte trainate dai cani fanno parte della cultura yupik. E infatti qui ogni anno si tengono molte gare di cani da slitta. Questo ragazzo sta indossando un capo d’abbigliamento tradizionale chiamato qaspeq. Molti alle adunanze commentano in yupik e poi qualcuno traduce i loro commenti in inglese. Anche se molti di questi proclamatori non parlano bene yupik, quando predicano usano pubblicazioni e video tradotti in questa lingua. Normalmente chi si battezza lo fa alle assemblee o ai congressi che si tengono nella città di Anchorage. Ma questa studente della Bibbia si è dedicata a Geova durante la pandemia di COVID-19. Nonostante le temperature molto basse, si è battezzata in questo fiume, che è nella zona dove è cresciuta. I fratelli e le sorelle della congregazione Kuskokwim a Bethel in Alaska mandano il loro affettuosi saluti ai fratelli e alle sorelle di tutto il mondo! Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting. 

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