JW Broadcasting Giugno 2022

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William Malenfant

Cari fratelli e sorelle, è un grande piacere darvi il benvenuto al programma del mese di giugno 2022 di JW Broadcasting! A causa della pandemia di COVID-19, tutti gli studenti che hanno frequentato la precedente classe di Galaad venivano dagli Stati Uniti. Però questa volta siamo stati molto felici che il Corpo Direttivo abbia deciso che 24 fratelli e sorelle vaccinati e provenienti da 13 paesi fossero invitati alla 151ª classe della Scuola di Galaad. Il 12 marzo 2022 questa classe piena di entusiasmo ha raggiunto il traguardo, si è diplomata. In che modo questa scuola è stata utile agli studenti? Come useranno quello che hanno imparato in questi 5 mesi di studio? E poi dove verranno assegnati? Per saperlo, guardate la prima parte del conferimento dei diplomi della 151ª classe della Scuola di Galaad.

Siete pronti ad affrontare quello che verrà

La 151ª classe. Sembrate emozionati, ed è normale. Questo è un giorno davvero speciale per voi, un giorno che sicuramente non dimenticherete mai, così come non dimenticherete il tempo passato qui a Galaad. E siamo felicissimi di essere qui con voi, perché il programma che è stato preparato sarà molto utile a tutti e ci incoraggerà tanto. Comunque, anche se come abbiamo detto il programma di oggi incoraggerà tutti, è stato preparato pensando specialmente a voi. Per ogni discorso i fratelli hanno pregato e pensato a cosa dire per poter incoraggiare voi studenti. Perciò mentre ascoltate i discorsi siate certi che i fratelli hanno questo obiettivo in mente. Ad ogni modo tutti noi che seguiremo questo programma trarremo preziose lezioni. A fine giornata ripenserete a questa occasione che avrà dato onore a Geova e vi avrà fatto percepire il suo amore. E siamo sicuri che non lo dimenticherete mai. Negli ultimi 5 mesi di scuola vi è stato chiesto di individuare i princìpi contenuti in molti episodi della Bibbia. Vi siete impegnati molto per riuscirci, non è vero? E avete scoperto anche modi nuovi per farlo, per vedere le Scritture come qualcosa che Geova ci chiede di esaminare con attenzione, così da riuscire a mettere in pratica nella nostra vita quello che impariamo. Quei racconti riguardavano servitori di Geova che si sono affidati a lui e con il suo aiuto sono riusciti a fare la sua volontà. E anche voi vi siete affidati a lui. Avete esaminato princìpi utili alla vita di un cristiano, avete esaminato princìpi utili a organizzare l’opera, avete esaminato princìpi utili per insegnare ad altri, e così via. Nel conferimento di oggi faremo qualcosa di simile. Tenendo questo in mente, ecco il titolo di questo breve discorso introduttivo. C’è un aspetto su cui vorrei concentrarmi, ecco il titolo: “Siete pronti ad affrontare quello che verrà”. Avete notato che non è una domanda? “Siete pronti?” È un’affermazione: “Siete pronti ad affrontare quello che verrà”. Ma cosa ci spinge ad affermare questo con sicurezza? Il fatto di aver visto la vostra fede e aver visto il vostro profondo amore per il nostro Padre celeste Geova e per suo Figlio. Avete confidato in Geova e avete fatto bene, perché ora siete pronti per diplomarvi. Qualcuno pensava che non ce l’avrebbe fatta, ma eccovi qua. E adesso vi state diplomando alla 151ª classe della Scuola di Galaad. Che bello! Senz’altro adesso sentirete ancora più vostre le parole dell’apostolo Paolo che si trovano in Filippesi 4:13, dove dice: “Per ogni cosa ho forza [grazie a chi?] grazie a colui che mi dà potenza”. E noi sappiamo bene chi è. Durante gli ultimi mesi di scuola Geova sicuramente vi ha aiutato e voi siete riusciti ad avere ottimi risultati. Siamo davvero orgogliosi di voi, Potete stare certi che Geova è molto felice di vedere che lo amate tanto e che è stato questo amore che vi ha spinto a dare il vostro meglio durante questo corso. Geova è stato al vostro fianco. Non dimenticate mai il modo in cui vi ha aiutato. Tenetelo a mente. Questo vi permetterà di andare avanti ovunque vi troviate nel servizio che renderete a Geova nei mesi e negli anni a venire. In effetti tutto quello che avete imparato, tutto quello che impariamo ci sarà di grande aiuto in futuro. Per esempio, quando in futuro vi verrà affidato un incarico che vi sembrerà troppo grande, troppo difficile per voi, vi ricorderete in che modo Geova vi ha aiutato mentre eravate qui. Prima di venire qui alla Scuola di Galaad avevate già sperimentato l’aiuto di Geova nella vostra vita, ma dopo i 5 mesi passati a scuola lo avete sperimentato ancora più chiaramente. E sicuramente questo ha aumentato la vostra fiducia in lui ancora di più. Questa fiducia vi permetterà di affrontare le sfide, le prove future, perché sarete sicuri che Geova vi aiuterà. Tutti voi vi state preparando sempre meglio ad affrontare quello che vi aspetta. In buona parte siete già preparati, ma lo sarete sempre di più, così come lo saremo tutti noi mentre ricordiamo e riflettiamo su quello che Geova ha fatto, come aiutare voi studenti a completare la scuola. Facciamo qualche esempio delle cose che vi aspettano, che dovete essere pronti ad affrontare. Oggi vi verrà consegnato il diploma e presto partirete per i vostri incarichi. Cercate sempre di ricordare le parole che Gesù disse ai suoi discepoli quando insegnò la preghiera modello: “Non farci cadere in tentazione, ma liberaci dal Malvagio”. Ora fate caso a queste 2 parole, “tentazione” e “Malvagio”. Sono strettamente legate, vero? Tentazione e Malvagio. Satana, cioè “il Malvagio”, non è contento che abbiate frequentato Galaad. E non ci sono dubbi che Satana odia questa scuola e tutte le cose buone che ha permesso di fare negli anni, l’onore che ha dato a Geova, il bene che ha fatto al suo popolo e alle persone nel campo. Ma allora quali ostacoli, quali tentazioni potrebbe usare Satana per cercare di farvi cadere adesso che vi siete diplomati a Galaad? Beh, vediamone alcune, che poi sono tentazioni comuni a tutti noi. Per esempio, se non state attenti, potreste iniziare a pensare di essere arrivati, di aver fatto abbastanza nel servizio. Non permettete mai che questo accada. Non sentitevi mai arrivati. Continuate a porvi delle mete. Impegnatevi per piacere a Geova ogni giorno di più in tutto quello che fate. E sono proprio i princìpi che troviamo scavando nella Bibbia che ci aiutano a farlo. Però fate attenzione. Il vostro giusto desiderio di porvi delle mete non dovrebbe farvi cadere nella tentazione successiva, ovvero la tentazione di cedere all’orgoglio. Potrebbe succedere. Potrebbe succedere se un fratello o una sorella si dimenticasse di chi è veramente il merito per i risultati che ha raggiunto, cioè di Geova. Chi se ne dimentica potrebbe diventare ambizioso, voler apparire migliore degli altri. Non permettiamo mai che nel nostro cuore nascano questi pensieri. Non dovremmo permetterlo per nessuna ragione. Anzi, dovremmo sempre combattere l’orgoglio. E il modo migliore per riuscirci è ricordare che tutto quello che facciamo deve sempre dare onore a Geova. Se teniamo questo a mente, faremo le cose nel modo che piace a lui, nel modo giusto, a prescindere dalle situazioni in cui ci troveremo. Quindi riflettiamo su quello che fa per noi e su come ci ha rafforzato. Abbiamo fiducia che continuerà a farlo e lo farà sempre per voi. Ma non dimentichiamo che la gloria va a Geova. La persona più importante è lui. E tutto quello che facciamo deve essere motivato dal nostro amore per lui. E ovviamente l’amore che proviamo per Geova ci spinge ad amare anche gli altri, come fa lui. Se una persona dimentica che le benedizioni che ha le ha grazie a Geova, potrebbe pensare di essere più importante di quello che è, come fece il re Saul. Ricorderete il suo esempio. Credere di essere importante gli fece perdere l’approvazione di Geova e la sua benedizione. Le persone come Saul smettono di avere fede in Geova e smettono di essere umili. Cosa possiamo dire della vostra fede, della vostra umiltà? Beh, noi abbiamo visto queste belle qualità in voi ed è per questo che siamo sicuri che siete pronti ad affrontare quello che verrà. Grazie all’aiuto di Geova e alla vostra fede riuscirete a superare qualsiasi ostacolo il Malvagio, “il Tentatore”, metta davanti a voi, e la vostra umiltà vi aiuterà a non cedere e a rimanere integri. Riuscirete a sconfiggere il Tentatore. Oltre ad aiutarvi a resistere alle tentazioni, quello che avete imparato a Galaad vi permetterà di sostenere l’opera di Geova per il bene del suo popolo e di chi ascolterà il messaggio del Regno. In effetti non è questo il motivo principale per cui tutti noi che serviamo Geova veniamo istruiti da lui e dalla sua organizzazione? Quindi dovunque vi troverete non dimenticate l’obiettivo della bella esperienza che avete vissuto durante la scuola. Confidate nell’aiuto di Geova e di suo Figlio. Usate quello che avete imparato per il bene delle filiali e dei territori in cui servirete. Ricordate che con l’aiuto di Geova, colui che dà potenza, siete pronti per affrontare quello che verrà.

Comunque parleremo ancora di questo nella parte conclusiva del programma. Ora ascolteremo una serie di bellissimi discorsi che incoraggeranno ognuno di noi, rafforzeranno la nostra fede e la nostra fiducia in Geova e metteranno in risalto il suo meraviglioso proposito. Il primo discorso che adesso ascolteremo verrà pronunciato dal fratello Gerrit Lösch, membro del Corpo Direttivo. Il titolo che ha scelto è: “Sviluppiamo l’amore che non viene mai meno”.

Gerrit Lösch. Sviluppiamo l’amore che non viene mai meno

Vi piace quando gli altri vi fanno sentire amati? Certo! Tutti abbiamo questo desiderio. Sentirsi amati è un bisogno che hanno tutti gli esseri umani. Essere amati fa bene ai bambini, agli adolescenti, ai coniugi. E fa bene anche ai beteliti e agli studenti di Galaad. Quando sentiamo l’amore degli altri siamo felici. E quando siamo noi ad amare? Sappiamo che l’amore è altruista, e quindi l’amore rende felice la persona che lo riceve ma rende felice anche la persona che lo dà. L’amore è la ragione per cui esistiamo. Siamo frutto dell’amore altruista di Geova. E non ci ha solo dato la vita, ma ci ha dato anche il privilegio di poterlo amare. E lui non ha bisogno di ricevere il nostro amore, perché Geova è al di sopra di tutto e tutti. Però lo apprezza davvero tanto. Lui ama essere amato da noi. Ci ha creato con la capacità di amare lui, ma anche di amare le persone. A noi piace fare del bene agli altri, amiamo mostrare il nostro amore. Sapete da quanto tempo esiste l’amore? È sempre esistito. In effetti l’amore non ha avuto un inizio. Perché? Perché “Dio è amore”. E sappiamo bene che Dio esiste da sempre e così anche l’amore di Dio esiste da sempre. Non c’è mai stato un momento nella storia in cui esisteva Dio e il suo amore no. Geova non solo ha amore, Geova è la personificazione stessa dell’amore. E Geova ci ha creato a sua immagine. Ecco perché abbiamo lo straordinario privilegio di imitare il suo amore. Nel mondo i libri, i film, le canzoni parlano spesso dell’amore. Ma di che tipo di amore? In genere dell’amore romantico, un tipo di amore che spesso non dura. Il sincero amore per Dio e per il prossimo oggi è una cosa davvero rara. La profezia riguardo agli “ultimi giorni” riportata in 2 Timoteo 3:2 si è proprio avverata. Spesso oggi le persone sono egoiste, il meismo e l’egotismo sono all’ordine del giorno. Molti libri e riviste spingono a concentrarsi su sé stessi. La gente pensa: “Prima ci sono io e poi ci sono ancora io, e dopo magari vediamo se c’è posto per gli altri”. In 2 Timoteo 3:2 Paolo scrisse anche che le persone avrebbero amato il denaro. In quella stessa profezia disse anche che la maggior parte delle persone sarebbero state “amanti dei piaceri piuttosto che di Dio”. Per molti il divertimento e lo sport sono diventati la cosa più importante della loro vita. Inoltre in 1 Giovanni 2:15 si dice che ci sono 2 tipi di amore contrapposti, l’amore per Geova e l’amore per il mondo. Più forte sarà il nostro amore per Geova, più riusciremo a combattere e sconfiggere l’amore per il mondo. In Matteo 22:37 Gesù diede molta enfasi all’importanza di amare Dio al massimo delle nostre possibilità. In che modo il nostro amore per Geova può crescere? Dobbiamo coltivare il terreno del nostro cuore dove è stato piantato il seme della verità del Regno. E cosa fa crescere l’amore tra 2 persone? Una cosa fondamentale è la comunicazione. Noi parliamo con Geova Dio attraverso la preghiera e Geova a sua volta parla con noi tramite la Bibbia e la sua organizzazione. Se studiamo la Bibbia, la leggiamo ogni giorno e assistiamo alle nostre adunanze, il nostro amore per lui crescerà sempre di più. L’amore ha bisogno di crescere. E non è importante quante cose conosciamo, ma quanto amore proviamo per queste cose. Capire a livello mentale non è sufficiente, dobbiamo anche coinvolgere il nostro cuore. Ci vuole impegno per far crescere l’amore. Come una pianta cresce se innaffiata, così l’amore cresce se innaffiato con l’acqua della verità. In Filippesi 1:9 Paolo dice: L’amore cresce gradualmente. Non basta provare solo un po’ di amore, dobbiamo essere pieni di amore. E Geova Dio ci ha dato l’esempio. Ha mostrato il suo amore provvedendo il riscatto. Nel racconto di Matteo capitolo 18, Gesù paragona Geova a un re che fu disposto a perdonare un debito di 60 milioni di denari, o 10.000 talenti d’argento. Questo ci dà un’idea di quanto sia grande il suo amore per noi. Gesù espresse il suo amore essendo disposto a morire per i nostri peccati. Questo ci spinge a ricambiare il suo amore. Più siamo stati perdonati, più ci sentiamo spinti ad amare. Ma non è necessario essere stati perdonati per provare amore. Gesù amava Geova intensamente, ma nel suo caso non c’era nemmeno un peccato che doveva essere perdonato. Eppure amava Geova e amava tutti noi. La notte prima di morire, in Giovanni 14:31 disse: “Io amo il Padre”. Non proviamo anche noi gli stessi sentimenti? E allora come possiamo contraccambiare l’amore che Geova prova per noi? Possiamo farlo servendolo con tutto noi stessi, con tutto il nostro cuore, e questo include predicare e insegnare la verità. Adesso vi chiedo una cosa. Il motivo principale per cui predichiamo è l’amore per il prossimo, vero o falso? Potremmo pensare sia vero, ma in realtà non è così. Il motivo principale che ci spinge a predicare è l’amore per Geova. E l’obiettivo più importante che abbiamo è lodare Geova. Vogliamo rendergli gloria e contribuire a rivendicare la sua sovranità. L’amore per il prossimo viene subito dopo. Ed è importante mostrare amore anche ai nostri fratelli. In una congregazione ad esempio diverse sorelle si sono organizzate per preparare ogni giorno da mangiare per un fratello tetraplegico. Questo ci fa capire che l’amore non si dimostra solo con la predicazione. Ci ricorda un po’ quello che fece il buon samaritano, che si prese cura dell’uomo ferito che era stato assalito e derubato. Il samaritano non predicò a quell’uomo vittima dei briganti. Semplicemente con altruismo gli mostrò amore. Gesù fece capire che l’amore per il prossimo dovrebbe essere esteso anche ai nostri nemici. Infatti in Matteo 5:44 disse: Il nostro amore sarà reso perfetto se riusciamo ad amare anche i nostri nemici. Geova dà il sole e la pioggia persino a chi ci perseguita. Un fratello andò a trovare in ospedale il marito di una sorella che era contrario alla verità. L’uomo apprezzò davvero tanto il gesto gentile del nostro fratello. Pensate a quello che sopportò Gesù. Anche se non ce n’era motivo, fu odiato, perseguitato, maltrattato e ucciso. Aiutate le persone a sviluppare profonda gratitudine per quello che Gesù fece per noi. Spiegate a chi mostra interesse che grazie al riscatto Geova può perdonare i nostri peccati e può darci la possibilità di vivere per sempre. Quando parlate del riscatto non fatelo vedere solo dal punto di vista legale dicendo: “Vedi, è un po’ come una bilancia. Su un piatto della bilancia c’è Adamo e sull’altro invece c’è Gesù. La giustizia di Dio richiedeva che Gesù desse la sua vita per riscattare quello che Adamo aveva perso”. È importante che lo studente mediti a fondo e sviluppi amore e profonda gratitudine per quello che fece Gesù. Prendetevi il tempo di ricordare allo studente quello per cui passò Gesù prima di essere messo a morte. Aiutatelo a immaginare Gesù mentre veniva flagellato fino al punto che la sua carne veniva ridotta a brandelli. Aiutatelo a immaginare Gesù mentre veniva schernito. Dopo averlo picchiato e torturato, i soldati in modo sarcastico gli dicevano: “Salve, re dei giudei!” e poi gli sputarono addosso e lo presero a schiaffi. E non è tutto. Poco dopo i soldati gli conficcarono grossi chiodi nelle mani e nei piedi per metterlo al palo. Mentre il palo veniva alzato il peso del corpo iniziò a lacerare le ferite, e a quel punto il dolore di Gesù si fece ancora più lancinante. Eppure lui non rimproverò quei soldati, al contrario disse: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Meditare su quello che ha fatto Gesù per noi fa crescere ancora di più l’amore che proviamo per lui, non è vero? In Efesini 3:19 Paolo disse: “L’amore del Cristo […] oltrepassa la conoscenza”. E non è il nostro amore verso Cristo a oltrepassare la conoscenza, ma è l’amore che lui ha mostrato a farlo e che, per così dire, riesce a toccare le corde del nostro cuore. Quando riflettiamo su questo, il nostro amore per Gesù si rafforza e di conseguenza noi ci sentiamo spinti a contraccambiarlo in qualche modo. Infatti in 2 Corinti 5:14 si legge: “L’amore del Cristo ci costringe”. Dopo aver menzionato i doni dello spirito, come quello di guarire o di parlare in altre lingue, in 1 Corinti 12:31 Paolo disse: “Ora vi mostro una via che non ha uguali”. A cosa si stava riferendo? Si stava riferendo alla via dell’amore. In che senso questa via non ha uguali? Nel senso che i doni dello spirito, tra cui quello della profezia, sarebbero stati eliminati, ma l’amore invece sarebbe rimasto. Non può essere eliminato perché Geova Dio è eterno. Il suo amore non verrà mai meno, non finirà mai, ma continuerà a esistere per sempre, per tutta l’eternità. Ecco perché Paolo scrisse: “Rimangono queste tre cose: fede, speranza e amore. Ma la più grande di tutte è l’amore”. Scrisse anche che “l’amore non viene mai meno” e che l’amore “sopporta ogni cosa”, come hanno fatto i fratelli durante la Seconda guerra mondiale e come fanno oggi i fratelli in Russia e in altri paesi. Ci sono molti governi che in questo momento stanno facendo di tutto per ostacolarci. Questo non ci sorprende visto che stiamo vivendo nel tempo della fine. E più si avvicina la grande tribolazione, più le cose peggioreranno. Anche le condizioni del mondo in generale stanno peggiorando. E poi c’è la pandemia di COVID-19, che è costata la vita a molte persone. Ma noi Testimoni continuiamo a perseverare e a camminare nella via che non ha uguali, la via dell’amore che non viene mai meno. E così potremo vivere per sempre, potremo amare per sempre ed essere amati per sempre.

Grazie, fratello Lösch, per averci fatto riflettere su quanto è grande l’amore che Geova prova per noi e per averci ricordato come possiamo mostrare amore con tutto il nostro cuore verso Geova e gli altri. Adesso sentiremo il prossimo discorso in programma che verrà pronunciato dal fratello Gaius Glockentin, assistente del Comitato Editoriale, e il tema del suo discorso è: “Quanto spesso andrete a Silo?”

Gaius Glockentin. Quanto spesso andrete a Silo?

Erano senza parole quando vennero a sapere che sarebbe andata via di casa per servire Geova a tempo pieno. E invece di dedicarsi ai propri obiettivi, sogni e speranze era disposta a fare tutto quello che le veniva detto. Che sacrificio! Erano molto orgogliose di lei. E iniziarono subito a pensare a cosa potevano fare per sostenerla. Di chi stiamo parlando? Prendete con me Giudici 11 e scopriamo insieme chi erano e cosa fecero. Cari studenti di Galaad, quello di cui si parla qui vi sarà molto di aiuto mentre svolgerete i vostri incarichi. Leggiamo insieme Giudici 11:40: “Di anno in anno, quattro giorni all’anno, [notate qui] le giovani israelite andavano a lodare la figlia di Iefte il galaadita”. Le giovani israelite andavano al santuario di Geova a Silo per incoraggiare e lodare la figlia di Iefte. Con le loro lodi rafforzavano questa servitrice di Geova a tempo pieno. Non è quello che volete fare anche voi? Ecco il perché di questa domanda: quanto spesso “andrete a Silo”? Sarete di incoraggiamento per gli altri? Rafforzerete l’organizzazione lodando regolarmente i fratelli e le sorelle? In questo discorso considereremo le seguenti domande: Che tipo di lodi rafforzano davvero gli altri? Come potete imitare le giovani israelite? E perché è così importante lodare spesso gli altri? Iniziamo con la prima domanda. Che tipo di lodi rafforzano davvero gli altri? Consideriamo insieme l’esempio di Gesù riportato in Marco capitolo 5. Qui Gesù loda la donna spaventata e malata che gli aveva toccato le vesti. Mentre leggiamo Marco 5:34, cercate di identificare 5 caratteristiche che rendono una lode efficace. Marco 5:34: “Lui le disse: ‘Figlia, la tua fede ti ha sanato. Va’ in pace, guarita dalla tua dolorosa malattia’”. Avete notato cosa ha reso efficace questa lode? Primo, una lode efficace è specifica. Gesù lodò la donna per quello che aveva fatto. La sua fede l’aveva spinta ad agire. Secondo, una lode efficace è sincera. La fede di quella donna era eccezionale, autentica. Avete notato che Gesù non usò quell’occasione per darle dei consigli anche se lei aveva violato la Legge? Questo avrebbe fatto sembrare la lode poco sincera. Terzo, una lode efficace è personale. Gesù si rivolse a lei chiamandola “figlia”. Questo termine sottolinea quanto si interessasse di lei. Quarto, una lode efficace non è fatta solo di parole. Gesù capì i bisogni di quella donna e fece qualcosa di pratico per lei: la guarì. E quinto, una lode efficace è altruistica. Gesù non lodò la donna per fare buona impressione, ma si interessava sinceramente di lei e voleva farla sentire bene. Potete fare lo stesso anche voi? Torniamo a Giudici capitolo 11 e riguardiamo il versetto 40. Quindi Giudici 11:40. Ora risponderemo alla seconda domanda: come potete imitare le giovani israelite? Qui il versetto 40 inizia con le parole “di anno in anno”. Quindi questo significa regolarmente, ripetutamente. Le giovani israelite lodavano la stessa persona più e più volte. Mentre svolgete i vostri incarichi con altri alla Betel, nel ministero oppure nella congregazione, potete più e più volte lodarli? Per esempio, potreste lodarli per il loro zelo, per il loro impegno o per l’amore che mostrano? Potreste mandargli un messaggio incoraggiante del tipo “Sei stato bravissimo”, “Molto bene”, “Grande”, e magari aggiungere anche un breve commento. Messaggi di questo tipo non richiedono molto tempo e impegno, ma possono significare molto. Una volta non è abbastanza, fatelo più e più volte. Non pensate che quella persona si cominci poi a montare la testa. Nella Bibbia Geova esprime il suo apprezzamento e loda le persone che ama, e lo fa ripetutamente. Lodare gli altri più e più volte è una bellissima cosa. Poi il versetto continua dicendo che “le giovani israelite andavano a lodare la figlia di Iefte il galaadita” 4 giorni all’anno. Stare lontano dalla famiglia era certamente un sacrificio per loro. Qualcun altro doveva assolvere le loro responsabilità. Dovevano viaggiare fino a Silo, e probabilmente portavano anche dei doni. Ora, questo esempio non ci ricorda forse che lodare altri a volte comporta dedicare loro il nostro tempo e le nostre energie, e anche fare dei sacrifici? Certo. Per chiamare qualcuno o andarlo a trovare ci vogliono tempo ed energie. Passare del tempo con i fratelli e le sorelle è un modo per dargli onore. Partecipare insieme al ministero, collaborare con loro per un progetto o chiedere loro dei consigli li fa sentire bene, li fa sentire apprezzati. E già questi sono modi per lodarli. Ne vale assolutamente la pena. Anche il tempismo è importante. Proverbi 15:23 dice: “Quant’è buona una parola detta al momento giusto!” E qual è il “momento giusto” per lodare qualcuno? Nel capitolo 11 di Giudici viene detto che la figlia di Iefte ricevette subito il sostegno di cui aveva bisogno. Quindi in generale una lode ha più valore se viene fatta appena se ne presenta l’occasione, anche se inizialmente potrebbero essere solo poche parole. Prima lo facciamo, meglio è. Quando una persona riceve un riscontro positivo, le sue insicurezze e i suoi dubbi spariranno più velocemente e così quella persona si sentirà meglio e più felice. Quindi non aspettate troppo tempo. Lodate il prima possibile. Questo ci porta alla nostra terza e ultima domanda: perché è così importante lodare spesso gli altri? Mentre svolgerete i vostri incarichi, sarete circondati da tante “figlie di Iefte”, fedeli servitori di Geova a tempo pieno che fanno tanti sacrifici per lui. Questo auditorium ne è pieno e tra questi ci siete anche voi. Tutti voi conoscerete tanti fratelli e sorelle nelle congregazioni. E alcuni di loro saranno insicuri, preoccupati, a volte credono di non avere alcun valore. Fanno del loro meglio per rimanere fedeli nonostante le difficoltà, lottano contro le loro imperfezioni, affrontano le conseguenze dei loro errori e a volte sono scoraggiati per le loro ricadute. Hanno bisogno di essere lodati. Tutti noi ne abbiamo bisogno, perché le lodi accrescono la nostra autostima, la fiducia in noi stessi e ci motivano all’azione, rafforzano il nostro desiderio di continuare a fare del bene e ci incoraggiano a continuare a dare il nostro meglio. Quindi “andate a Silo” più spesso possibile. C’è un altro aspetto da tenere sempre a mente. La verità è che quando stiamo a stretto contatto con i fratelli e le sorelle, vediamo i loro difetti e i loro errori. Cosa farete in questi casi? Ignorerete quella persona? O proverete a imitare il nostro Padre Geova, che cerca il buono in ognuno di noi? Prendete l’abitudine di vedere il buono negli altri e poi lodateli per le loro buone qualità. E quale sarà il risultato se riusciremo a sviluppare questa buona abitudine? Quest’abitudine ci cambierà. Saremo conosciuti non come persone che si lamentano, ma come persone che lodano. Una persona che loda gli altri si concentra su quello che c’è di buono, riesce a vedere gli altri nel modo in cui li vede Geova. Chi è abituato a lodare è felice perché sa notare tutte le cose belle che ha attorno. Se avrete la reputazione di essere persone che lodano e non che si lamentano, svolgerete il vostro incarico al meglio perché gli altri saranno contenti di collaborare con voi. Cari studenti della 151ª classe della Scuola di Galaad, fate in modo che lodare gli altri diventi parte di voi, della vostra personalità, qualcosa che vi venga naturale fare. Quindi quanto spesso “andrete a Silo”? “Andate a Silo” tutte le volte che potete. 

Ti ringraziamo, fratello Glockentin. Il tuo discorso sembrava quasi una continuazione del discorso del fratello Lösch. Abbiamo ricevuto degli ottimi consigli, validi per tutti noi, che ci aiutano a tenere a mente il bisogno di incoraggiare gli altri e lodarli spesso. Anche il prossimo discorso è sulla stessa lunghezza d’onda. Si intitola “Geova vede i vostri sforzi”. Lo pronuncerà il fratello Luther Georges, membro del Comitato di Filiale degli Stati Uniti.

Luther Georges. Geova vede i vostri sforzi

Come vi sentite quando dopo esservi impegnati per fare qualcosa, una persona che rispettate molto vi dice: “Ben fatto, bravo”? Questa cosa vi fa pensare che i vostri sforzi siano stati riconosciuti e apprezzati, non è vero? Immaginate però, cari fratelli e sorelle della 151ª classe di Galaad, di iniziare il vostro incarico e di impegnarvi molto per assolverlo al meglio e di dare tutto voi stessi per incoraggiare e aiutare altri, ma di non trovare qualcuno vicino a voi che vi dica in modo esplicito: “Bravo, ben fatto”. Come vi sentireste? Significherà forse che i vostri sforzi non siano stati apprezzati e riconosciuti? Per rispondere a queste domande esamineremo primo, che cosa disse Gesù riguardo all’argomento. Secondo, cosa possiamo imparare da alcuni esempi della Bibbia. E terzo, come questo vi riguarda personalmente. Anche se è normale voler ricevere da altri l’approvazione per il proprio impegno, Gesù ci aiuta ad avere un concetto equilibrato in Matteo capitolo 6. Per favore prendete Matteo capitolo 6 e notate il versetto 3. Matteo 6:3: “Ma tu, quando fai doni di misericordia, non far sapere alla tua mano sinistra quello che fa la destra”. Che cosa voleva dire Gesù? Questi “doni di misericordia” erano delle donazioni a favore dei poveri e con queste parole Gesù stava dicendo in pratica ai suoi discepoli di non seguire il cattivo esempio degli ipocriti capi religiosi dell’epoca, perché facevano sapere di aver fatto dei doni di misericordia solo per essere lodati dagli altri. E quale sarebbe stato il risultato di seguire il consiglio di Gesù che abbiamo appena letto? È Gesù stesso a spiegarlo nel versetto 4. Dice: “Così che i tuoi doni di misericordia siano fatti in segreto”. Adesso pensate un attimo ai vostri doni di misericordia, i gesti gentili, gli incarichi teocratici svolti, tutte cose che avete fatto in segreto. Pensate per esempio a tutte le volte che avete telefonato a un fratello o a una sorella che stava male per dirgli che gli volevate bene e che eravate preoccupati, e avete anche pregato insieme. O magari avete usato parecchio del vostro tempo per aiutare e incoraggiare qualcuno più giovane. O forse vi siete spesi molto per incoraggiare e aiutare in modi pratici fratelli e sorelle che si trovavano nel bisogno. E tutto questo l’avete fatto in segreto. Ma Gesù disse che c’è qualcuno che voi rispettate molto che si è accorto di tutto questo. Guardate qui in Matteo 6:4. Qui nella seconda parte si legge: “Il Padre tuo che vede in segreto”. Il punto è che Geova Dio, che risiede nei cieli, ovviamente non è visibile a noi esseri umani, ed è questo quello che significa che lui vede in segreto. Quindi le vostre buone azioni vengono riconosciute e approvate da Geova Dio. Come facciamo a essere sicuri di questo? Ci sono tanti esempi nella Bibbia di uomini e donne di fede, giovani e anziani. Le loro buone azioni e la loro sincera devozione vennero riconosciute e approvate da Geova. Un esempio è Abdia. Abdia era il responsabile del palazzo del malvagio re Acab. 1 Re capitolo 18 spiega che nascose in segreto, con discrezione e cautela 100 profeti di Geova per evitare che venissero uccisi dalla malvagia regina Izebel. Come vediamo nell’immagine, Abdia provvide pane e acqua a questi profeti che aveva nascosto nelle caverne in 2 gruppi da 50 e fece tutto questo senza essere visto dagli altri. Geova che vede in segreto approvò quest’uomo di fede così generoso e compassionevole? Sì, e ne siamo certi perché Geova ha fatto scrivere nella Bibbia la storia di Abdia, così che le persone potessero leggere del suo coraggio. Un altro esempio è la giovane ragazzina israelita di cui non conosciamo il nome, menzionata in 2 Re capitolo 5. I siri l’avevano presa prigioniera portandola via dalla sua famiglia che serviva Geova. Come vediamo da questa immagine, anche se era circondata da persone che non adoravano Geova parlò con coraggio di Eliseo, il profeta di Dio, alla moglie di Naaman. Grazie a quello che disse la ragazzina israelita, Naaman non solo guarì miracolosamente dalla lebbra ma diventò anche un adoratore di Geova. Il coraggio di questa ragazzina contribuì a lodare Dio. È vero, noi non sappiamo come si chiamava, ma Geova invece sì e in segreto notò il suo coraggio e la approvò. Quindi questi 2 esempi insieme a molti altri riportati nella Bibbia vi assicurano che le vostre buone azioni vengono notate da Geova Dio. Ma riflettete su un’altra cosa. Geova non si limita a vedere in segreto, lui fa molto di più. Tornate di nuovo per favore in Matteo 6:4. Questa volta leggeremo tutta la seconda parte. Qui dice: “Allora il Padre tuo che vede in segreto ti ricompenserà”. Spesso Geova ci ricompensa in modi totalmente inaspettati, in modi di gran lunga migliori e più significativi rispetto al riconoscimento che potremmo mai ottenere dalle persone intorno a noi. Potremmo chiederci in che modo Geova ci ricompensa. Ovviamente lo fa in tanti modi, però adesso ci concentreremo in particolare su 3 di questi. Un modo è menzionato in Matteo 5:7. In Matteo 5:7 Gesù disse: “Felici i misericordiosi, perché sarà loro mostrata misericordia”. Quindi se mostriamo amore e misericordia agli altri Geova ci mostra misericordia perdonandoci e permettendoci di stringere con lui un’intima amicizia. Un secondo modo in cui Geova ci ricompensa è riportato in Marco 10:29, 30. Qui Gesù promise che avremmo ricevuto “cento volte tanto” rispetto a qualsiasi cosa avremmo sacrificato per servire Geova. E una prova tangibile di quanto siano veri questi versetti è proprio la nostra famiglia spirituale che continua a crescere sempre di più. Un terzo modo in cui ci ricompensa è attraverso la meravigliosa promessa della vita eterna nel suo nuovo mondo. E per quanto riguarda quei giusti che hanno compiuto azioni buone ma si sono addormentati nella morte prima della fine di questo sistema, Gesù in Luca 14:14 ci assicura che saranno ricompensati con la risurrezione. E a quel punto anche loro potranno sperimentare appieno come Geova approva e benedice chi compie azioni giuste. Quindi adesso siete pronti per il vostro nuovo incarico e ognuno di voi avrà modo di continuare a fare doni di misericordia e a mostrare il suo amore per Geova. E sarà proprio grazie al suo aiuto che sarete in grado di affrontare qualunque situazione si presenti. Tutto questo potrebbe passare inosservato. Ma anche se forse gli altri non se ne accorgeranno e non vi diranno “bravo, ben fatto” tutte le volte che farete qualcosa di buono, che mostrerete amore, spirito di sacrificio, perseveranza, ricordate che potete avere la certezza che il nostro Padre Geova riconosce e apprezza tutto quello che farete. Come promise Gesù: ‘Geova che vede in segreto vi ricompenserà’.

È stato bello, fratello Georges, riflettere sul fatto che, a prescindere da tutto quello che può succedere, gli sforzi che compiamo per fare il bene a Geova non passano inosservati. Adesso sentiremo il fratello Richard Chilton, uno degli insegnanti della Scuola di Galaad. Il titolo del suo discorso è: “Chi verrà in mia difesa?”

Richard Chilton. Chi verrà in mia difesa?

Vorrei cominciare raccontandovi la storia di un fratello che viveva alla Betel di Patterson. Aveva perso di recente una persona cara, aveva perso un genitore, in un terribile incidente. Aveva un disperato bisogno di parlare con qualcuno di quello che stava passando e di come si sentiva. Era in un momento di disperazione e cercava di venirne fuori, aveva bisogno di aiuto. Così chiamò un suo caro amico che viveva alla Betel di Wallkill. Sfortunatamente però in quel momento quel suo caro amico non aveva la possibilità di parlare con lui. È capitato anche a voi di trovarvi in una situazione di questo tipo, cioè di sentire che non ce la facevate più e che avevate bisogno di aiuto? Al salmista è capitato. Leggete insieme a me le sue parole nel Salmo 94 e notate che cosa si chiede. Salmo 94:16. All’inizio del versetto fa una domanda. Qui il salmista si chiede: “Chi verrà in mia difesa?” “Chi verrà in mia difesa?” Chi mi difenderà? E poi più avanti risponde alla sua stessa domanda ai versetti 17 e 19: “Se Geova non fosse venuto in mio aiuto, la mia vita avrebbe presto avuto fine”. “Quando ero sopraffatto da inquietanti pensieri, tu [Geova, tu] mi consolavi e mi coccolavi”. Quando anche noi ci troviamo in difficoltà e chiediamo aiuto in preghiera a Geova, in che modo lui viene in nostra difesa? E in che modo noi possiamo imitarlo, essendo pronti a correre in aiuto dei nostri fratelli? Andiamo indietro nel passato e vediamo insieme un esempio. In Israele al tempo dei giudici viveva un ricco proprietario terriero. Il suo nome era Boaz. Boaz ubbidiva alla legge di Geova. Infatti si assicurava che nei suoi campi venisse lasciato qualcosa, così che gli afflitti e i poveri potessero spigolare. Un giorno notò una donna che spigolava nei suoi campi. Boaz non sapeva chi fosse quella donna, ma poi venne a sapere che si trattava di quella straniera, Rut, di cui fino a quel momento aveva solo sentito parlare. Che cosa fece Boaz a quel punto? Notate come Boaz corse in sua difesa in Rut 2:8. Rut capitolo 2, iniziamo dal versetto 8: “Quindi Boaz disse a Rut: ‘Ascolta, figlia mia. Non andare a spigolare in un altro campo, non andare da nessun’altra parte; resta vicino alle mie serve’”. E poi il versetto 9 continua: “Guarda in quale campo mietono e va’ con loro. Ho comandato ai mietitori di non darti fastidio”. E poi conclude: “Quando hai sete va’ pure alle giare e bevi l’acqua che hanno attinto”. Avete notato? È evidente che Boaz protesse Rut. Corse in sua difesa, si prese cura di lei. Ce lo possiamo immaginare mentre si preoccupa, protegge e difende questa donna che aveva bisogno di aiuto. E quando Rut, come leggiamo al versetto 10, chiese il motivo per cui Boaz stava aiutando una straniera, notate un secondo modo in cui Boaz corse in sua difesa. Rut 2:11: “Boaz le rispose: ‘Mi è stato riferito nei dettagli tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e che hai lasciato tuo padre, tua madre e il paese dei tuoi parenti per venire a vivere in mezzo a un popolo che prima non conoscevi. Geova ti ricompensi per quello che hai fatto, e ci sia per te un perfetto salario da Geova, l’Iddio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a cercare rifugio’. Lei allora disse: ‘Che io possa continuare ad avere il tuo favore, o mio signore! [E notate] Tu mi hai confortato e hai rassicurato la tua serva, sebbene io non sia neppure una delle tue serve’”. Quando Boaz parlò in modo rassicurante a Rut, la nota in calce dice che parlò “al suo cuore”. In che modo? Le parole di Boaz non furono vaghe, non la lodò in modo generico. Usò parole specifiche, le disse cose legate alla sua situazione. Boaz rassicurò Rut, le disse che Geova l’amava per tutti i sacrifici che aveva fatto e che non l’avrebbe dimenticata. Le parole rassicuranti e incoraggianti di Boaz convinsero Rut che non aveva proprio nulla di cui preoccuparsi. Ma Boaz fece più che rassicurarla solamente a parole. Notate il terzo modo in cui corse in suo aiuto in Rut 4:9. Boaz agì immediatamente per fare in modo che l’eredità del suo parente che era deceduto, Elimelec, non andasse ad altri, ma restasse in famiglia. Capitolo 4, versetto 9: “Boaz disse agli anziani e a tutti gli altri: ‘Oggi voi siete testimoni [ecco il punto] che acquisto da Naomi tutto ciò che apparteneva a Elimelec e tutto ciò che apparteneva a Chilion e a Malon. Prendo inoltre in moglie Rut la moabita, vedova di Malon [e poi spiega per quale motivo lo fa] per ripristinare il nome del defunto sulla sua eredità, così che il suo nome non sia cancellato tra i suoi fratelli e dalla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni’”. Geova si servì di Boaz e fece in modo che corresse in difesa di Rut e Naomi in 3 modi principali. Primo, protesse e si prese cura di chi era sotto la sua responsabilità. Secondo, si espresse sempre usando parole rassicuranti. E terzo, agì immediatamente. Quando vide che c’era bisogno, non perse tempo. Le protesse, le rassicurò e fece qualcosa di pratico. Quindi che dire di voi e di me? Non dovremmo forse anche noi fare la stessa cosa per chi ha bisogno di aiuto? E quale sarà il risultato? Per rispondere a questa domanda, torniamo per un momento al fratello di cui abbiamo parlato all’inizio. Ecco come si conclude la sua storia. Il mattino dopo, a inizio giornata alla Betel, il fratello che aveva subìto un lutto ricevette una chiamata dalla reception di Patterson. E sapete chi era? Era l’amico che viveva a Wallkill. Quella mattina si era alzato presto, era partito dal complesso di Wallkill e aveva guidato per più di un’ora per arrivare a Patterson prima delle 8. Era anche riuscito a prenotare una sala riunioni. Aveva fatto tutta quella strada ed era lì ad aspettare il suo amico perché voleva chiedergli di persona: “Come posso aiutarti?” È successo 22 anni fa. Ma posso dirvi una cosa, non ho mai dimenticato quello che questo amico ha fatto per me quando è corso in mia difesa in quel giorno. Grazie a quel gesto, grazie a quello che ha fatto, mi sono sentito rassicurato, mi sono sentito protetto e mi sono sentito amato. Quindi la domanda che vogliamo fare a voi 24 studenti, anzi la domanda che vogliamo fare a tutti quelli che stanno seguendo questo programma è: che cosa siete disposti a fare per correre in difesa di qualcuno che ha bisogno? Non abbiamo alcun dubbio. Siamo certi che ognuno di voi sarà pronto a rispondere, quando qualcuno vi chiederà aiuto, e a dire: “Eccomi, correrò in tua difesa. Come posso aiutarti?”

Grazie mille, fratello Chilton. È stato rassicurante sentire che quando facciamo qualcosa per aiutare gli altri, Geova ci amerà ancora di più, e gli altri correranno in nostra difesa quando ne avremo bisogno. Ora ascolteremo un altro insegnante della Scuola di Galaad, il fratello Trent Lippold. E il tema del suo discorso è il seguente: “Io lo sono di più”.

Trent Lippold. Io lo sono di più

L’apostolo Paolo non era un uomo che tendeva a vantarsi, ma in un’occasione si sentì spinto a farlo, almeno un po’. La troviamo nel libro di 2 Corinti al capitolo 11. Prendiamo insieme 2 Corinti capitolo 11, leggiamo il versetto 23. Qui si legge: “Sono ministri di Cristo? Rispondo come un pazzo: [notate cosa dice] io lo sono di più”. Di cosa si stava vantando l’apostolo Paolo? Di essere un ministro di Cristo. E cosa aveva da vantarsi nello specifico riguardo all’essere ministro di Cristo? In questo versetto l’apostolo Paolo disse: “Io lo sono di più”. Possiamo apprezzare come la nostra traduzione mantenga l’intensità del testo greco e renda questa frase in questo modo: “Io lo sono di più”. Ecco il vanto di Paolo. Ma perché poté dire che lo era di più? Su che cosa si concentrava? Lui disse: “Di più nelle fatiche”. E poi dai versetti 23 a 27 fa quasi un riassunto di tutto quello che gli successe, che dovette passare, mentre compiva l’opera come ministro di Cristo. E come ministri di Cristo tutti dobbiamo concentrarci sull’opera che compiamo. In che modo fare questo vi aiuterà a compiere bene il vostro incarico? Vediamo un esempio dalla Bibbia. Lo troviamo nel libro di Luca al capitolo 8. Luca 8:1-3. Qui si legge: “Qualche tempo dopo Gesù viaggiava di città in città e di villaggio in villaggio predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio. Con lui c’erano i Dodici e alcune donne che erano state liberate da spiriti malvagi e guarite da malattie: Maria detta Maddalena, da cui erano usciti sette demòni, Giovanna moglie di Cuza (amministratore di Erode), Susanna e molte altre. Queste donne li servivano con i loro beni”. Qui ci sono Gesù, i Dodici e alcune donne, donne che si davano da fare per servire gli altri. Ma in che senso? Preparavano da mangiare, lavavano i piatti e rammendavano i vestiti? Forse sì, ma non è detto che facessero solamente questo. Queste donne servivano gli altri aiutandoli ad assolvere il loro incarico, mentre loro stesse assolvevano il proprio incarico come seguaci di Cristo. Che cosa sappiamo del passato di queste donne? Luca ne menziona 3 e dice che “erano state liberate da spiriti malvagi e guarite da malattie”. C’è Maria, “da cui erano usciti sette demòni”, “Giovanna moglie di Cuza (amministratore di Erode) [e] Susanna”. Pensiamo al loro passato. C’è Maria, che era stata liberata da 7 demòni. Chissà come questo avrà influito sulla sua personalità. E di Giovanna invece che cosa sappiamo? Giovanna era la moglie di Cuza, amministratore di Erode. In altre parole, Giovanna viveva nel palazzo di Erode, era un’aristocratica. E poi si parla di Susanna. Di Susanna non si dice molto, a parte il fatto che forse era una delle donne che era stata curata da una malattia. Chissà che tipo di persona era e come riuscivano a collaborare queste donne così diverse tra loro. L’esempio di queste donne può aiutarci a svolgere bene il nostro incarico. Infatti, se ci pensate, quando leggiamo questi racconti nei Vangeli non le troviamo mai a bisticciare, a discutere riguardo a posizioni, ruoli o incarichi, al contrario di altri in quel gruppo. Perché? Perché queste donne si concentravano sul loro ministero, sull’opera che dovevano svolgere, servivano gli altri e si aiutavano a vicenda. E questo è davvero un ottimo esempio per voi e anche per me. Ricordate che in Isaia 11:6 è profetizzato: “Il lupo starà con l’agnello”, ‘il leone con il vitello’. Quindi non incontrerete tutti agnelli. Nei vostri incarichi troverete fratelli con caratteristiche diverse dalle vostre e dovrete collaborare con questi fratelli, proprio come fecero quelle donne. Quindi che cosa farete? Non dimenticate che proprio alcune di quelle qualità che li rendono così diversi da voi saranno esattamente quello di cui avrete bisogno per riuscire a portare a termine il vostro incarico. Quindi non incontrerete tutti agnelli, ma sono comunque tutti fratelli e sorelle. Se a Geova sta bene che all’interno della sua famiglia spirituale ci siano persone dalle caratteristiche diverse, deve star bene anche a noi. Avere amici diversi da noi arricchisce la nostra vita. Qui Luca si stava riferendo ad avvenimenti che ebbero luogo intorno alla Pasqua del 31 E.V. Pensate a queste donne. Queste stesse donne erano insieme a Gesù sul Golgota. Queste donne poi andarono alla sua tomba e probabilmente erano con gli apostoli dopo la sua risurrezione. Sono tutti particolari che indicano che queste cristiane perseverarono in circostanze difficili. Restarono vicine a Gesù. Che cosa le aiutò? Torniamo al versetto 2. Qui si dice che queste donne “erano state liberate da spiriti malvagi e guarite da malattie”. Avevano sicuramente una profonda gratitudine per quello che Gesù aveva fatto per loro. Di certo glorificarono Dio per quello che Gesù fece per loro. Ma la loro gratitudine le motivò, le spinse anche a perseverare, a perseverare e a vivere una vita di rinunce e di sacrifici per servire altri. Quindi siate sempre grati a Geova, perché questo vi aiuterà a perseverare. Forse in futuro qualcuno che amate si ammalerà o morirà. Meditate su tutto quello che Geova ha fatto per voi. Meditate anche sulle piccole cose, quelle che fa ogni giorno, quei piccoli regali che vi fanno stare bene, forse anche solo la pace che provate nel vostro cuore e nella vostra mente. La gratitudine è importante, è una qualità che vi aiuterà a perseverare nel vostro incarico. Un’altra cosa che impariamo da queste donne è che non si lasciarono facilmente scoraggiare da chi era intorno a loro. Prima abbiamo parlato degli altri discepoli. Quando loro abbandonarono Gesù, le donne rimasero vicino a lui. Sul Golgota gli apostoli non c’erano, o almeno non tutti. Ma le donne non lo abbandonarono, rimasero lì. La forte fede permise a queste donne di perseverare. Fratelli, sorelle, non lasciatevi scoraggiare facilmente dagli altri. Possiamo immaginare che per quelle donne stare coi discepoli era come stare in famiglia. E a volte oggi nelle famiglie qualcuno sceglie di abbandonare Geova, anche se siamo vicini alla fine. È importante avere una fede forte. Come quelle donne, non lasciatevi scoraggiare, restate vicino a Geova. Luca deve essere rimasto colpito da queste cristiane. Infatti dei 4 evangelisti lui è l’unico che le ha menzionate tutte e 3 per nome. E se ci pensate, Luca è stato un compagno di viaggio di Paolo. Partirono insieme da Troas all’incirca nel 50 E.V. e viaggiarono per anni. Chissà se nelle loro conversazioni avranno parlato di queste donne. E magari avranno anche parlato di quanto è importante concentrarsi sul servire gli altri e non lasciarsi distrarre dalle altre cose. È possibile che abbiano parlato dell’importanza di mantenere l’unità, collaborando con chi ha una personalità diversa, e di come la profonda gratitudine può aiutarci a perseverare. Non lo sappiamo, ma una cosa la sappiamo: quando Paolo era in prigione a Roma e scrisse la sua lettera agli ebrei, ai fratelli che erano in Giudea e a Gerusalemme, Luca era con lui. E vi ricordate cosa scrisse Paolo in Ebrei 6:10? “Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete dimostrato per il suo nome servendo i santi”. Geova non aveva dimenticato quelle donne. E Geova non dimenticherà neanche voi. Mettete in pratica quello che avete imparato. E così alla domanda: “Sono ministri di Cristo?”, anche voi come l’apostolo Paolo sarete in grado di rispondere con le parole: “Io lo sono di più”.

Grazie, fratello Lippold, per averci parlato di questi personaggi biblici. Vogliamo concentrarci ancora di più sull’opera che compiamo come ministri di Cristo. 

È stato davvero un bel programma! E questa era solo la prima parte. Nel corso di questo mese su jw.org saranno disponibili anche la seconda e la terza parte. Quindi mi raccomando, non perdetevele. Prima di concludere il programma di questo mese faremo insieme un piccolo viaggio fino alle isole São Tomé e Príncipe. Situate nel Golfo di Guinea, al largo della costa occidentale africana, queste isole sembrano dei puntini sulla cartina geografica. Grazie al clima caldo e umido, che è tipico delle isole São Tomé e Príncipe, lussureggianti foreste pluviali coprono i pendii delle montagne, la cui cima più alta supera i 2.000 m di altezza. Queste isole tropicali sono circondate da spiagge orlate di palme. E ogni sera gli abitanti locali hanno l’opportunità di ammirare tramonti suggestivi. Le persone di São Tomé e Príncipe sono abituate a lavorare duramente. Non è difficile per esempio vederle lavare i panni lungo il fiume Abade. Le piantagioni di palme danno lavoro a tante persone delle isole. Infatti si producono olio di palma, vino di palma e molti oggetti di artigianato locale. Di certo sono lavori che richiedono tempo e fatica. Su queste isole si può gustare una grande varietà di frutta come guaiava, frutto della passione, papaya, mango, e molti piatti locali sono a base di pesce. Ma c’è un’altra caratteristica che contraddistingue São Tomé e Príncipe. Le persone qui sono cordiali e amichevoli e hanno un profondo rispetto per la Parola di Dio. Infatti non è raro vederle leggere la Bibbia sotto il portico di casa. Durante la pandemia i fratelli e le sorelle si sono adattate alle circostanze e hanno continuato a predicare scrivendo lettere, che poi consegnavano quando era possibile farlo. I 933 proclamatori delle 14 congregazioni locali stanno conducendo 1.705 studi biblici. E durante la pandemia alcune persone che studiavano si sono battezzate. Purtroppo avere una connessione Internet è molto costoso. Ma alcuni fratelli e sorelle, insieme a persone che sono interessate alle verità bibliche, riescono comunque ad assistere alle adunanze, alla Commemorazione e al congresso, visto che vengono trasmessi sull’unico canale televisivo locale. E proprio grazie a questo, ogni settimana molti chiedono di studiare la Bibbia con noi. Quanti sono stati i presenti alla Commemorazione del 2021? Sono stati ben 5.794. Pensate, più di 6 volte il numero dei proclamatori! In queste immagini state vedendo alcuni componenti della congregazione di São Marçal. I 131 proclamatori che fanno parte di questa congregazione conducono 190 studi biblici. Questi fratelli e sorelle, così gioiosi e fedeli, insieme a tutti gli altri fratelli di São Tomé e Príncipe vi salutano con tanto affetto. E noi ricambiamo di cuore i loro saluti. È stato bello stare con voi anche questo mese. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting. 

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