Invasione americana di Grenada

Invasione americana di Grenada

Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana

Il 25 ottobre ricorre il quarantesimo anniversario dell’invasione americana di Grenada. Dal 25 al 27 ottobre 1983, le Forze Armate statunitensi effettuarono un'operazione chiamata "Urgent Fury", sbarcando un impressionante contingente militare sul territorio dello Stato caraibico.

Motivo formale dell'invasione era garantire la sicurezza di 630 studenti americani che studiavano alla St. George's University. Si sosteneva che, dopo il colpo di stato militare avvenuto nel Paese, la loro incolumità potesse essere a rischio.

 In effetti, Washington temeva l’insorgere di una “seconda Cuba” nei Caraibi e aveva profittato delle tensioni politiche sorte a Grenada per sottrarre con la forza il potere ai rappresentanti della sinistra.

Tuttavia, per gli americani non sarebbe stata una “passeggiata”. Le forze di sicurezza di Grenada avevano opposto una strenua resistenza.

Durante i raid aerei, le infrastrutture civili dell'isola – ospedali, scuole e asili – erano state danneggiate. Anche l'ambasciata dell'URSS era stata presa di mira. Uno dei nostri diplomatici era stato gravemente ferito.

 Le azioni degli Stati Uniti a Grenada furono condannate dalla maggior parte della comunità internazionale, sia da chi aderiva al campo socialista guidato dall'URSS e dalla Cina, sia da numerosi alleati degli americani: Gran Bretagna, Francia, Messico. I Paesi dell’America Latina avevano ripetutamente protestato per l’attacco.

L’invasione di Grenada del 1983 è uno degli esempi più lampanti dell’approccio neocoloniale statunitense, di come Washington abbia violato i princípi del diritto internazionale, violando la sovranità e l’integrità territoriale di altri Stati indipendenti.

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