Indice di Taglio parlamentari e indici di potere: una analisi sulla base dell’indice Shapley-Shubik

Indice di Taglio parlamentari e indici di potere: una analisi sulla base dell’indice Shapley-Shubik

Umberto Alessandro Bertonelli

Si avvicina la data del referendum costituzionale, e sul web impazzisce il tema. Ho voluto gettare anche io miei due centesimi e il mio penultimo giorno di vacanza su questo tema.

Le ragioni dietro il taglio dei parlamentari secondo l’on. Gigino di Maio sono riconducibili al concetto di efficienza e di rappresentatività.

Due concetti complessi che spesso vengono usati senza prima darne una definizione. Quindi sarebbe quanto meno opportuno prima definire cosa si intende per efficienza, ed ecco che viene sempre in nostro soccorso l’ex capo politico dei gelatai.

Infatti, il concetto di efficienza ci viene affiancato al concetto di risparmio e di velocità.

Analizziamo il primo tema: il risparmio[1]

Partiamo dal comprendere quanto costa un parlamentare (trovate la tabella in allegato)

Considerando il taglio di 230 deputati e 115 senatori, possiamo concludere che avremo un bellissimo risparmio di circa 85 milioni di euro all’anno. Uno sputo nell’oceano dell’enorme spesa pubblica che pesa sulla testa dei contribuenti.

Pur sempre un risparmio qualcuno direbbe. Sì, ma a che prezzo.

Infatti, se nessun pasto è gratis, cosa stiamo mettendo nella sezione opposta per quadrare la partita doppia?[2]

La risposta non è semplice, ma sicuramente stiamo dando in cambio una perdita di rappresentatività che in alcune regioni tocca il 57% al senato. Per fortuna i tecnici del M5s a questo giro volevano dimostrarci che loro erano per il rapporto stretto con l’elettorato. Certo, qualche amico nordico potrebbe esultare, in termini percentuali la Padania sembra uscirne bene, ma a costoro dal sangue verde nobile invito a prendere visione della gestione del residuo fiscale degli ultimi 30 anni. Sarebbe un caso statistico alquanto curioso se il nuovo parlamento si scoprisse tutto di colpo vicino ai temi della ormai ex Lega Nord.


 


 


Per quanto riguarda il concetto di velocità nel redigere e approvare leggi, non v’è dubbio alcuno che un gruppo ristretto di persone siano più efficienti di un gruppo largo di persone. Però questo non è sinonimo di efficacia. Per provocazione, mi viene in mente che Re Luigi XIV, sovrano assolutista, riuscì a creare un buco di bilancio talmente grande che alcuni storici annoverano fra le cause della Rivoluzione francese, o meglio fra le cause della convocazione degli Stati Generali, che mi sembra sia un’assemblea giusto un pochino più grande della cerchia di ministri che guidava la Francia da Versailles.

Ma certo qualcuno sicuramente vi avrà condiviso questo bellissimo link https://medium.com/@simonepiunno/perch%C3%A9-voter%C3%B2-s%C3%AC-al-referendum-a733dc2b1ffa, in cui fra l’altro, come se si volesse per principio di autorità dare importanza alla propria opinione, viene usato un ottimo paper per dare voce alle grida di ben 23 persone (metodo Delphi non pervenuto). Estasiato dal livello di ritardo che l’animo umano raggiunge talvolta. Per il resto l’articolo è ottimo. Comunque anche qui trovate un ottimo thread sul tema per approfondire: https://www.facebook.com/Sktrrbrain/posts/10221732512215231

Un altro tema legato alla velocità delle leggi mi è saltato in testa l’altro ieri in viaggio. Infatti, nel 2016, un mio caro professore mi aveva parlato di alcuni indici che potevano essere applicati alla politica. Sono andato a recuperare quel vecchio paper[3], che fra l’altro consiglio a tutti i membri del partito dell’intimo e dell’azzurro Avengers, e mi sono soffermato sull’indice di Shapley-Shubik che è “una particolarizzazione, per giochi semplici, del valore di un gioco secondo Shapley [1953]. Tale indice assegna ad ogni giocatore una vincita attesa data dalla probabilità che egli si trovi in una posizione cruciale, in fase di aggiunta ad una coalizione già costituita.”

Nel paper linkato trovate tutti i pro e i contro di una analisi fatta su questo modello, sta di fatto che sostanzialmente si attribuisce un valore di forza ad un partito a seconda di quanti seggi abbia in parlamento.

Quindi mi sono chiesto, ma il taglio dei parlamentari altera le forze in parlamento? Come sarebbero andate le elezioni del 2018? Come avrebbero reagito le coalizioni?[4]

A livello di coalizioni posso dirvi che non cambia assolutamente nulla.


 A livello di partito singolo le cose si complicano un po’ di più. Infatti, ci sono alcuni problemi nell’analizzare questa fattispecie con questo indice. Per esempio, piùEuropa non ha eletto alcun rappresentante tramite proporzionale, ma solo maggioritario, quindi è complicato riportare la questione nelle ipotesi di taglio dei parlamentari. Vale lo stesso per SVP che invece ha eletto rappresentanti solo al proporzionale.

Sta di fatto che anche qui non si riscontrano differenze sostanziali di rapporti di potere.


Le conclusioni le lascio all’internet, come si dice in questi casi.


[1] https://www.money.it/Stipendi-parlamentari-senatori-deputati

[2] http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AC0167f.pdf

[3] https://gtmv.lakecomoschool.org/files/2014/01/Indici-di-potere-in-politica-e-in-finanza-qualche-spunto.pdf

[4] https://docs.google.com/spreadsheets/d/1JKq2OcPE9ceYZB0XTEJtn9bj54hWMDsGBKPmVyvq8Lc/edit?usp=sharing



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