Inceneritore a Modugno, tutti i nomi di NewO: un sistema di scatole cinesi dietro il piano

Inceneritore a Modugno, tutti i nomi di NewO: un sistema di scatole cinesi dietro il piano

La Repubblica Bari - di Chiara Spagnolo

https://www.modugnoa5stelle.it/newo-e-amiu-vogliono-fare-un-inceneritore-a-modugno/

Il fronte del no in assemblea a Modugno: "Vanno accertati i rischi sanitari". Il progetto per la zona industriale di Bari-Modugno parte da San Severo, la città del presidente del cda, dove ritorna dopo una serie complicata di giri. Nel frattempo è uscita la Delante limited di Hong Kong


C’è un sistema di società che stanno l’una dentro l’altra dietro la NewO, ovvero la spa — ancora inattiva e con zero dipendenti — che vuole realizzare un co-inceneritore nella zona industriale tra Bari e Modugno. Un sistema che nasce a San Severo e lì ritorna dopo una serie complicata di giri. Nella cittadina foggiana in cui ha costruito la sua fortuna Vincenzo Chirò, 58enne presidente del consiglio di amministrazione di NewO, che nel 1996 cominciò il suo cammino con la Kappamarmi fino ad arrivare alla Chirò Industria Marmi, passando per Banca Apulia e Veneto Banca (di cui è stato consigliere e per questo coinvolto in vicende giudiziarie).

Chirò è uomo che gli affari li ha sempre fiutati a distanza e forse non a caso, nel 2014, ha cominciato a pensare a questo progetto dell’ossicombustore, puntando dritto verso Bari dalla sua San Severo, cittadina in cui all’epoca era assessore comunale l’attuale governatore Michele Emiliano.


L’iter

È tuttora in corso, con la Via (Valutazione di impatto ambientale) appena rinnovata dalla Regione e l’Aia (Autorizzazione integrata) al centro di una conferenza di servizi in cui vengono rimessi in discussione molti punti che sembravano fermi. Innanzitutto dall’Arpa, che ha sollecitato chiarimenti sull’origine dei rifiuti da trattare e sulla produzione delle perle vetrose, e poi dai Comuni, che chiedono alla Regione di rivalutare quelle autorizzazioni concesse alla NewO quando si supponeva che l’ossicombustore avrebbe chiuso il ciclo pubblico dei rifiuti, trattando materiale proveniente dall’attiguo impianto dell’Amiu.

Il grande equivoco

Puglia Sviluppo ha ammesso il progetto a finanziamento pubblico da 10 milioni di euro sulla base di un progetto che prevedeva il trattamento dei rifiuti solidi urbani, dei quali Amiu sarebbe stato il principale fornitore. Ma è stata proprio Amiu, nel 2018, a comunicare di non avere mai stretto accordi in tal senso con NewO: non un contratto, non una delibera del cda, nulla che potesse confermare quella intenzione. All’epoca il presidente era Sabino Persichella e prima era stato per anni direttore generale dell’azienda dei rifiuti quell’Antonio Di Biase che, dopo un passaggio da direttore tecnico dell’Ager, oggi è amministratore delegato della Oxoco, licenziataria mondiale della tecnlogia flameless che dovrebbe essere usata dalla NewO. Che sia stato lui a sponsorizzare l’ipotetico accordo fra Amiu e la società foggiana non è scritto ufficialmente da nessuna parte. Di certo, in seguito sia Amiu sia Ager hanno certificato che quell’accordo non esisteva. Di Biase (anche lui foggiano), intanto, è stato coinvolto in un’inchiesta della Procura di Bari per presunta corruzione e turbativa d’asta insieme con il capogruppo del Pd alla Regione, Filippo Caracciolo, e alcuni imprenditori. I pm hanno chiesto il suo rinvio a giudizio per aver turbato una gara da 26 milioni per la costruzione di un impianto dei rifiuti ad Andria e per essersi poi fatto inserire nel gruppo di lavoro di Caracciolo in Consiglio regionale.

Chi c’è dietro la NewO

Le visure camerali sono state effettuate nei giorni scorsi, da amministratori e cittadini che hanno ripreso la battaglia dopo che Repubblica ha reso nota la notizia della proroga della Via. Alla Regione e a Puglia Sviluppo, infatti, i Comuni hanno chiesto verifiche attente sulla proprietà e sull’ammissibilità al finanziamento pubblico. La NewO è stata iscritta nel registro delle imprese nel 2014 ed ha come oggetto la raccolta dei rifiuti e la costruzione e gestione di impianti. Il presidente del cda è Vincenzo Chirò, le consigliere sono Adriana Mazzilli (di San Severo) e Luciana Leo (di Brindisi). Il collegio sindacale è presieduto da Giorgio Sannoner e composto da Michele Cicerale e Giovanni Palasciano, nonché dai supplenti Michele Battaglia e Giuseppe Morano.


Le scatole cinesi

La NewO ha un capitale sociale di 5 milioni di euro, dei quali 4 milioni 950mila della Chirò Marmi e 50mila della Afk. La Felice Chirò è a sua volta composta da Afk (al 49 per cento) e da Arepo (al 51). Ma gli incroci non finiscono qui, perché Afk, in realtà, riporta ad Arepo per l’89 per cento e alla società Luciana Leo per il restante 11. Significa che Arepo (una fiduciaria a sua volta integralmente detenuta da Banca Profilo) controlla quasi totalmente la NewO e diventerebbe proprietaria del co-inceneritore. In passato al posto della Arepo c’era la Delante limited di Hong Kong, come si evince dalla documentazione presentata a Puglia Sviluppo nel 2017 per la verifica di ammissibilità del progetto. Ma la presenza di una società extraeuropea fra gli investitori aveva sollecitato molte perplessità sul fatto che il progetto fosse finanziabile attraverso fondi comunitari.


https://bari.repubblica.it/cronaca/2023/03/24/news/inceneritore_a_modugno_tutti_i_nomi_di_newo_un_sistema_di_scatole_cinesi_dietro_il_piano-393564242/

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