Imparare una nuova lingua (Nee. 13:24)

Imparare una nuova lingua (Nee. 13:24)

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Di solito la lingua che impariamo da bambini diventa la nostra lingua del cuore e la impariamo in famiglia. Infatti, nella maggioranza dei casi, la persona da cui apprendiamo principalmente la nostra lingua del cuore, che viene anche chiamata lingua materna, è nostra madre. E questo ovviamente succedeva anche in Israele ai giorni di Neemia. Ma in questo caso le madri erano donne pagane che insegnavano ai figli la loro lingua e probabilmente le loro credenze. Questo perché alcuni ebrei, anche influenti, avevano sposato donne pagane. Leggiamo insieme il passo di Neemia 13:23, 24. Neemia 13:23, 24. Dice: “In quei giorni vidi inoltre giudei che avevano sposato donne asdodite, ammonite e moabite. Metà dei loro figli parlava asdodita e metà le lingue degli altri popoli, ma nessuno di loro [notate] parlava la lingua dei giudei”. E come dicevamo prima, è molto probabile che queste madri parlassero ai figli della loro terra, della loro cultura, della loro religione e degli dèi pagani che adoravano. Ma Esdra e Neemia diedero al popolo consigli e indicazioni. E così quegli ebrei decisero di mandare via le loro mogli insieme ai loro figli. Interessante, vero? Per alcuni padri non sarà stato facile vedere i propri figli andare via. Ma quei bambini conoscevano solo la lingua delle loro madri pagane. Non sapevano nulla dell’ebraico né di come adorare Geova. E il motivo per cui furono mandati via era quello di proteggere gli ebrei dal pericolo di essere gradualmente influenzati dalla religione e dalla cultura delle loro mogli fino a perdere la loro identità. Al tempo di Neemia parlare ebraico era essenziale. E meno male che non è più così oggi, non dobbiamo tutti imparare l’ebraico. Ma indipendentemente dalla lingua che parliamo, Geova nella sua sapienza ci invita a imparare la lingua pura, la verità su di lui e sul suo proposito. Se ci pensate, è un po’ l’opposto di quello che è successo con la torre di Babele. Sappiamo che Geova intervenne e confuse i costruttori della torre che cominciarono ad avere lingue e anche strutture mentali diverse. E così, non riuscendo più a lavorare insieme, ognuno se ne andò per la sua strada. Perciò oggi in tutto il mondo si parlano migliaia di lingue diverse. Ma Geova nella sua sapienza sta riunendo tutti coloro che mostrano amore per il suo nome e per la verità. Ed è proprio quello che dice Sofonia. Sofonia 3:9 parla della “lingua pura”: “E in quel tempo cambierò la lingua dei popoli in una lingua pura, perché tutti loro possano invocare il nome di Geova”. E questo si sta verificando proprio ai nostri giorni. Le persone che imparano la verità entrano a far parte dell’unito popolo di Geova, e il versetto dice che lo avrebbero servito “spalla a spalla”. È davvero straordinario il modo in cui Geova sta usando la lingua pura affinché persone di diverse lingue e culture lo adorino insieme in unità! Oggi molte persone che parlano lingue diverse si trasferiscono in altri paesi. Se ci pensate, è incredibile! Ci sono grandi città piene di persone di lingue diverse e persino in piccoli villaggi si trovano persone che parlano lingue diverse. Queste persone devono essere aiutate a conoscere la verità nella loro lingua del cuore. È davvero bello vedere che molti beteliti hanno imparato un’altra lingua per insegnare la verità ad altre persone. Nella Betel degli Stati Uniti, nella nostra filiale, pensate, ci sono più di 2.500 beteliti che servono in gruppi e congregazioni di lingue diverse, per essere precisi 24 lingue diverse. Quindi molti beteliti [e il numero che vi dicevo prima include anche i pendolari] stanno facendo davvero tanto per aiutare le persone del territorio a conoscere la verità. E non sarebbe bellissimo se chi di noi vuole imparare una nuova lingua riuscisse a impararla proprio come fa un bambino? Un bambino la assimila senza alcuno sforzo e comincia a parlarla. Un ricercatore, John Brierley, ha detto che “il cervello dei più giovani sembra essere programmato per imparare le lingue quasi come un computer”. E inoltre fa notare che “anche l’anatomia cerebrale fa pensare che il bambino nasca con una capacità biologica di parlare programmate in anticipo”. E infatti, l’articolo di Svegliatevi! che riporta le sue parole parla di cervello programmato per imparare le lingue. Mi dispiace dirvi che purtroppo, col passare degli anni, potrebbe iniziare a esserci qualche problemino di programmazione nel nostro cervello. Ma... ...se ci mettiamo in gioco e decidiamo di trasferirci nella congregazione dove si parla quella lingua, cioè la lingua che vogliamo imparare, dobbiamo ricordare che i bambini della congregazione possono essere di grande aiuto con la lingua. Di solito sono anche molto schietti. “Come parli strano! Perché non riesci a pronunciare bene questa parola? È così facile!” ‘Beh, per te certo che è facile, è la tua lingua!’ Ma i bambini sono così, non si rendono conto di quanto sia difficile per un adulto, che ha nel cervello profondi solchi creati dalla sua madrelingua, e adesso fa un’enorme fatica a pronunciare le vocali e le consonanti in un ordine in cui non era abituato a pronunciarle. Ci vuole senso dell’umorismo e bisogna ascoltare i bambini. E poi non preoccupatevi troppo di dover parlare una nuova lingua senza far sentire il vostro accento. Tutti hanno un accento quando parlano, chi più chi meno. Alcuni suonano meglio rispetto ad altri, ma ce l’hanno tutti l’accento. Anche chi dice di non averlo ha il suo accento, e si sente. Anche se parliamo la stessa lingua si può capire se una persona viene dal nord, dal sud, dal centro o da una qualsiasi altra zona. Quando pronuncia le parole si sente un accento o una cadenza. Ricordo com’era alcuni anni fa per i missionari che venivano assegnati nel campo. Dovevamo seguire un programma per imparare la nuova lingua. Era un programma specifico, articolato in questo modo: il primo mese dovevi studiare 11 ore al giorno per 30 giorni. Devo dire che sembrava di essere ai tempi della torre di Babele, perché era una cosa molto impegnativa. Poi il secondo mese dovevi studiare la nuova lingua 4 ore al giorno e predicare per 130 ore. E il terzo mese dovevi dedicare 150 ore al ministero e studiare la lingua tutte le volte che potevi. Chi sta cercando di imparare una nuova lingua troverà utili suggerimenti riportati nell’edizione di marzo 2007 di Svegliatevi! e anche nell’edizione di gennaio 2000. Ci sono 4 punti: 

• 1) motivazione, 

• 2) umiltà, 

• 3) pazienza e 

• 4) pratica. 

1. “Motivazione. Dovete avere un incentivo, un motivo per raggiungere l’obiettivo”. Ed è proprio così, più siete motivati più risultati otterrete. E noi abbiamo la più forte delle motivazioni, insegnare agli altri la verità, lodare il nostro Dio, Geova, edificare la congregazione di cui facciamo parte. 

2. Che dire dell’umiltà? Allora, “non pretendete troppo da voi stessi” se state imparando una nuova lingua. “Sbagliare è inevitabile”. E se state aspettando di parlare perfettamente la lingua prima di iniziare a fare commenti o di pronunciare un discorso, beh, mi sa che aspetterete per un bel po’. Probabilmente sarà solo dopo Armaghedon che raggiungerete questo obiettivo. Quindi non abbiate paura di fare errori e continuate a impegnarvi per imparare la lingua. 

3. Pazienza. Un fratello dice: “I primi 2 anni sono stati duri per me, e a volte avrei voluto rinunciare. Comunque” aggiunge “diventerà più facile” con il passare del tempo e diventa anche piacevole. 

4. E il numero 4, pratica. “Un programma regolare vi aiuterà a diventare scorrevoli nella lingua che state imparando. Cercate di esercitarvi ogni giorno, anche solo qualche minuto”. È interessante quello che dice un libro, “poco e spesso” è meglio di “molto ma di rado”. Quindi è importante che siate regolari nel fare pratica con la nuova lingua. 

Comunque, la maggior parte dei beteliti qui negli Stati Uniti serve nel campo di lingua inglese e questi fratelli sono davvero una benedizione per la loro congregazione. I fratelli sono contenti di avere beteliti che danno il buon esempio e si impegnano per incoraggiare i componenti della congregazione. Quindi la decisione di servire in una congregazione di lingua inglese o di un’altra lingua è strettamente personale.  Qualunque sia la decisione, c’è una cosa importante che tutti dobbiamo ricordare se vogliamo rimanere forti spiritualmente e svolgere il nostro incarico alla Betel al meglio. Ed è questa: dobbiamo ricordare sempre che la lingua che più di tutte merita la nostra attenzione è la “lingua pura”, la lingua che Geova Dio ha dato al suo popolo.

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