Imitiamo donne dalla forte fede - Anna
GDSNel terzo discorso di questo congresso il fratello Noumair ha chiesto: “Vi è mai capitato di avere problemi economici? Vostro figlio sta lottando contro l’influenza dei compagni o viene bullizzato? Vi è stata diagnosticata una malattia grave?” E la lista potrebbe continuare, volendo. I vostri colleghi di lavoro vi prendono in giro? Avete uno scontro di personalità con qualcuno? I vostri familiari vi offendono? Mentre affrontiamo diverse difficoltà, faremo bene a ricordare le parole di Paolo. Lui disse: “Non sferro i miei colpi in modo da colpire l’aria”. E allora come possiamo affrontare le difficoltà di questo sistema? Prendiamo 1 Samuele al capitolo 1. Anna aveva 2 problemi, e questi problemi erano come “boom! boom!”, un gancio dietro l’altro, sferrati per mandarla al tappeto. Vediamo il primo nel capitolo 1, versetto 2: “[Elcana] aveva due mogli: una si chiamava Anna, l’altra Peninna”. Era poligamo e Peninna disprezzava, odiava Anna. E qual era il secondo problema? Il versetto continua: “Peninna aveva figli, mentre Anna non ne aveva”. Anna era sterile, e in quella cultura questa era una vera e propria disgrazia per una donna. Ma che cosa faceva Peninna di crudele, di cattivo? Leggiamo il versetto 6: ‘Per di più l’altra moglie mortificava continuamente Anna, deridendola’. Lo faceva di proposito “perché Geova non le aveva dato figli”. E alla fine del versetto 7: “Peninna la derideva al punto che lei piangeva e non mangiava”.
Mentre guardiamo il prossimo video, facciamo uno sforzo per metterci nei panni di Anna e vediamo come la fede ha dato una svolta alla situazione.
Non riuscivo a mangiare, non riuscivo a dormire. Avevo paura che quello che desideravo non si sarebbe mai realizzato. Non c’era nessuno che mi capiva, ma Geova sì. E io gli ho detto tutto quello che provavo.
Sapevo che il “Dio di giustizia” avrebbe fatto qualcosa per me nel momento giusto e nel modo giusto. Geova ha risposto alla mia preghiera in modo straordinario. E non posso dimenticare che è stato lui a farmi questo regalo.“Non c’è roccia pari al nostro Dio”.
Avete visto il dolore sul viso di Anna nella prima immagine? Nell’immagine successiva era serena e tranquilla ed esprimeva la sua fede in Geova, la sua Roccia. Dalla disperazione alla serenità. Cosa era successo? Dai versetti 10 e 11 capiamo che Anna dimostrò fede in diversi modi. E anche noi possiamo fare lo stesso di fronte ai nostri “boom! boom!”, un colpo dopo l’altro di prove e delusioni. Versetto 10: “Anna, profondamente amareggiata”, cosa fece? “Si mise a pregare Geova piangendo a dirotto”. Era profondamente amareggiata, ma pregò. Lei piangeva a dirotto, ma pregò Geova.
Quando siete profondamente amareggiati, quando siete scossi, trovate un posto tranquillo, anche solo nella vostra mente, e aprite il vostro cuore a Geova. E in quale altro modo Anna mostrò fede?
In quella stessa preghiera, Anna chiese a Geova di benedirla, ma promise anche di dargli qualcosa in cambio. Versetto 11: “E fece questo voto: ‘O Geova degli eserciti, se presterai attenzione al dolore della tua schiava e ti ricorderai di me, se non dimenticherai la tua schiava e le darai un figlio maschio, io lo darò a te, oGeova, per tutti i giorni della sua vita, e sulla sua testa non passerà il rasoio’”.Così Anna voleva dare suo figlio a Geova. Sarebbe stato un nazireo, dalla nascita e per tutta la vita. Che donna dalla fede straordinaria!
Cos’altro avrà rafforzato la fede di Anna? L’esempio di donne fedeli vissute prima di lei e che avevano circostanze simili. Vi ricordate di Rachele e di sua sorella Lea? Entrambe erano sposate con Giacobbe. E come Anna, anche Rachele non aveva figli. E c’erano problemi fra le 2 a motivo di questo. Evidentemente Anna meditò su quell’esempio e vide in che modo Geova aveva ricompensato la fede di Rachele. E questo rafforzò la sua fede. Qual è un altro modo in cui Anna mostrò fede? Nonostante fosse abbattuta al punto che piangeva e non riusciva a mangiare, , non abbandonò le sue abitudini spirituali. Il versetto 7 dice che andava al tabernacolo “tutti gli anni”, regolarmente. I versetti da 13 a 16 dicono che fu giudicata male dal sommo sacerdote, ma lei non lasciò le sue abitudini spirituali. Ora, come abbiamo detto all’inizio, i colpi che riceviamo dalla vita sono diversi da quelli di Anna. Ma anche noi oggi possiamo avere una forte fede come l’aveva lei.
Adesso nel prossimo video, anche se in una situazione diversa, notiamo come una sorella mostra una fede simile a quella di Anna.
Dal tono della sua voce ho capito che la dottoressa stava per darmi una brutta notizia.
Non me l’aspettavo proprio che la mia salute sarebbe peggiorata così in fretta.
Ho cercato di far finta che tutto andasse bene e che io stessi bene, ma non era vero.
Pregare Geova, anche solo sapere che mi ascoltava e mi capiva, è questo che mi ha aiutato ad andare avanti.
Che cosa stessi passando non lo sapeva nessuno, nemmeno i miei amici.
Mi sentivo come Anna, non mi sentivo capita. Ma Anna aveva fede cheGeova l’avrebbe aiutata. E Geova ha aiutato Anna, e ha aiutato anche me.Ma soprattutto mi ha ricordato che non sono da sola ad affrontare questa malattia.
La situazione di questa sorella era diversa, ma è stata rafforzata dall’esempio di fede dato da Anna.
A prescindere dalle difficoltà che stiamo affrontando noi, come possiamo imitare la fede di Anna? Ci sono molti modi. Prendiamo 1 Pietro 5:9. Satana cerca di colpirci e di mandarci al tappeto. Ma non siamo soli, ci sono altri che affrontano i nostri stessi problemi. 1 Pietro 5:9: “Ma voi prendete posizione contro di lui, saldi nella fede, sapendo che tutti i vostri fratelli nel mondo stanno affrontando lo stesso tipo di sofferenze”. Meditiamo su come Geova ha aiutato i suoi fedeli servitori, sia oggi che in passato. Inoltre, 1 Samuele 1:12 dice che “Anna pregò a lungo davanti a Geova”. Anche noi troviamo sollievo con preghiere ferventi, continue e specifiche. Colossesi 4 dice: “Siate costanti nella preghiera”. Quando preghiamo Geova lasciamo le cose nelle sue mani, lui ci aiuterà. E ricordiamo che Anna era ‘profondamente amareggiata, piangeva a dirotto’. Però poi aprì il suo cuore a Geova e come dice il versetto 18, lei “se ne andò e mangiò, e dal suo viso sparì la tristezza”. E dopo essere stata benedetta da Geova, Anna si mostrò grata. Si rivolse di nuovo a lui, pronunciando la bellissima preghiera che è riportata in 1 Samuele capitolo 2. Infine, come Anna, anche se siamo scoraggiati, dobbiamo mantenere buone abitudini spirituali.
Se lasciamo che i nostri problemi ci paralizzino, è come se ci mettessimo di fronte a Satana a farci dare pugni in faccia. Rimaniamo attivi spiritualmente, concentrati sulle attività teocratiche. E, come Paolo, sferriamo i nostri colpi, non colpiamo l’aria, combattiamo contro Satana e le sue tattiche. Se faremo tutte queste cose, la nostra amicizia con Geova sarà ancora più forte. E così Geova ricompenserà la nostra fede, come ha fatto con Anna.
Il fratello Harold Corkern, assistente del Comitato Editoriale, tratterà la prossima parte di questo simposio: “Imitiamo donne dalla forte fede. La ragazzina israelita”.