Il nucleare si può considerare energia rinnovabile!

Il nucleare si può considerare energia rinnovabile!

Avvocato Atomico

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Quando si parla di energie rinnovabili tutti pensano immediatamente al solare, all’eolico, all’idroelettrico, al geotermico o alle biomasse, certamente non all'atomo, ma qual è precisamente il criterio in base al quale qualcosa si può definire "rinnovabile"?

La definizione non ha a che fare solo con la capacità di un certa risorsa naturale di rigenerarsi, ma anche con la rapidità con cui si rigenera, rapportata alla rapidità con cui noi la consumiamo.

Le biomasse, ad esempio, sono ovviamente considerate rinnovabili, dal momento che le piante ricrescono. D'altra parte è evidente che, se ogni anno vengono abbattuti più alberi di quelli che vengono piantati, nel giro di poco tempo le biomasse si esauriscono.

La stessa cosa vale per l’energia geotermica: il pozzo geotermico richiede tempi lunghissimi per potersi formare, e se il vapore estratto dal sottosuolo è maggiore di quello che si forma, il giacimento si svuoterà, esattamente come avviene per i combustibili fossili.

Considerazioni simili possono essere fatte anche per l’idroelettrico: ogni anno le precipitazioni metereologiche portano una certa quantità (finita) di acqua in alta quota, e se il bacino idroelettrico viene svuotato rapidamente per produrre molta energia in poco tempo, sarà necessario aspettare la successiva stagione piovosa per poter generare nuova potenza (ci sono esempi di fiumi che sono stati prosciugati da uno sfruttamento troppo intensivo, anche se è successo soprattutto a causa dell'irrigazione e non della produzione di energia).

La risorsa da cui si ricava l'energia nucleare è l’Uranio, il quale è presente nelle miniere, ma anche e soprattutto negli oceani: la quantità di Uranio disciolta nel mare è pari a 4,5 miliardi di tonnellate, e da sola sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico mondiale per millenni. Tuttavia questo valore non è costante: l’interazione tra gli oceani e le rocce della crosta porta ad una continua immissione di Uranio nei mari.

Ipotizzando un mondo alimentato unicamente dall’energia nucleare in cui tutto l’Uranio di cui si ha bisogno viene ricavato dal mare, la quantità estratta dagli oceani sarebbe comunque inferiore a quella che viene immessa nell'acqua dalla crosta terrestre (almeno per quelli che sono i consumi energetici mondiali di oggi).

Certo, la quantità di Uranio sulla Terra non è infinita, ma lo stesso discorso vale anche per il calore del nucleo terrestre e per il Sole: tra miliardi di anni non ci saranno più, ma restano comunque risorse rinnovabili rispetto a quelle che sono le tempistiche e i consumi umani.

Il processo di estrazione di Uranio dall'acqua di mare ad oggi è ancora costoso, ma in futuro sicuramente diventerà più conveniente, e le tecniche di estrazione sviluppate fino ad ora sono tra l'altro a bassissimo impatto ambientale.

Per quanto dunque la parola "rinnovabile" oggi sia usata per definire le energie solare, eolica, mareale, geotermica e da biomasse, tecnicamente la definizione si applica anche all'Uranio.

-Fulvio

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