Il nome di Geova è santificato (Matt. 6:9)

Il nome di Geova è santificato (Matt. 6:9)

Ronald Curzan

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Matteo 6:9
“Voi dovete dunque pregare così: “‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome'"

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Avete mai chiesto a un bambino: “Dov’è Geova?” Subito indica il cielo. Carino, vero? È bello che i genitori gli abbiano insegnato alcune cose basilari, come il nome di Geova. Ma se facessimo la stessa domanda a un adulto: “Dov’è Geova?”, e lui indicasse il cielo, non sarebbe altrettanto carino. La domanda in realtà è molto profonda. Chiedersi “Dov’è Geova?” significa chiedersi: “Quanto è importante Geova nella mia vita?” “Dov’è Geova quando prendo decisioni? Qual è la sua volontà? Cosa vorrebbe che facessi?” La domanda quindi è: “Che posto ha Geova nella mia vita?” In effetti è proprio questo che stava dicendo Gesù Cristo nella preghiera modello. Quando preghiamo Geova ci sono cose a cui dovremmo dare la priorità. Se mettessimo prima i nostri interessi, le nostre preoccupazioni, non staremmo seguendo le priorità che Gesù ci ha indicato. Al primo posto c’è la santificazione del nome di Geova, e poi il suo Regno e la sua volontà. Quando era sulla terra non ci sono dubbi che Gesù mise Geova al primo posto nella sua vita. Tutto quello che fece e disse, come trattava gli altri, ruotava tutto attorno alla santificazione di Geova. Gesù non solo ci ha dato la preghiera modello, l’ha vissuta ogni giorno. È sempre stato coerente con quella preghiera, e ha insegnato ai suoi seguaci a fare altrettanto, a sforzarsi di mettere sempre Geova al primo posto nella vita, nelle piccole decisioni così come in quelle più importanti. Ci diede la preghiera modello perché ci servisse da modello, appunto, da guida, non per ripeterla parola per parola, ma per seguirne i concetti e il loro ordine di importanza. Per Gesù la santificazione del nome di Geova era così importante che ricordava regolarmente ai suoi discepoli come avrebbero dovuto pregare, e per quali cose avrebbero dovuto pregare. La nota in calce a Matteo 6:9 definisce l’espressione “sia santificato” come “considerato sacro”, “trattato come santo”. E ci è molto utile per capire che cosa significa santificazione. Ma la Bibbia per lo studio ci aiuta a capire ancora di più questa espressione con la spiegazione che troviamo in un approfondimento. La Bibbia per lo studio dice: “Questa espressione sottintende la richiesta che tutte le creature, sia esseri umani che angeli, considerino santo il nome di Dio. Inoltre include la richiesta che Dio agisca per santificarsi liberando il suo nome dal disonore a esso arrecato sin dalla ribellione della prima coppia umana nel giardino di Eden”. Verso la fine del suo ministero, Gesù poté dire a Geova con umiltà e convinzione le parole riportate in Giovanni 17:26: “Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere”. Queste sono le parole che vorremmo poter dire anche noi che imitiamo Gesù, il nostro modello. Non abbiamo dubbi che Gesù mise Geova al primo posto. Era la sua priorità. La santificazione del nome di Dio era la cosa più importante. Ma santificare il nome di Dio, per voi e per me, va al di là delle parole. Va al di là di quello che diciamo in preghiera. Ha a che fare con le nostre azioni. Ogni giorno dobbiamo chiederci: “Dov’è Geova nella mia vita, quando prendo delle decisioni, nel modo in cui tratto gli altri e in quello che faccio per lui?” Geova deve essere davvero contento di guardare tutti voi che state ascoltando questo programma e di vedere come in effetti lo state mettendo al primo posto. State semplificando la vostra vita. State santificando il suo nome nel vostro incarico e in congregazione, con le vostre azioni e con i pensieri. Molti di noi stanno servendo Geova da molti anni, o molti decenni. Eppure, per prendere buone decisioni, dobbiamo continuare a chiederci che posto ha Geova nella nostra vita, anche se abbiamo alle spalle molti anni di servizio. Il popolo di Geova del passato, il popolo di Israele, avrebbe dovuto essere santo. Avrebbe dovuto essere santificato, cioè separato per fare la volontà di Dio. Ma il problema era che molte volte fecero quello che volevano. Notate cosa disse in proposito il profeta Geremia in Geremia 2:5, 6 e che domanda pose al popolo. Geremia 2 dal versetto 5 dice: “Questo è ciò che Geova dice: ‘Quale colpa trovarono in me i vostri antenati per allontanarsi da me così tanto e seguire idoli senza valore, divenendo loro stessi senza valore? [Ecco il punto:] Non chiesero: “Dov’è Geova?”’” È una domanda semplice, ma profonda. E notate il versetto 8: “[Perfino] i sacerdoti [che avrebbero dovuto essere santi, guidare il popolo] non chiesero: ‘Dov’è Geova?’ Quelli a cui era affidata la Legge non mi conoscevano, i pastori si ribellarono contro di me, i profeti profetizzarono nel nome di Baal e andarono dietro a quelli che non potevano aiutarli”. Geova non era parte della loro vita. Facevano quello che volevano loro, non quello che voleva Geova. Comunque, una cosa è seguire la guida di Geova quando tutto va bene, quando le cose vanno come avevamo previsto, un’altra è quando arrivano i problemi, le situazioni difficili. È qui che sta la prova. Nel corso dei secoli molti servitori di Dio hanno dimostrato di essere integri e fedeli nonostante le grandi difficoltà che sono piombate loro addosso. Vi viene in mente un personaggio biblico in particolare che ha vissuto problemi di ogni tipo, situazioni terribili, eppure è rimasto fedele? State pensando a Giobbe? Abbiamo parlato tanto di questo personaggio. Giobbe era un uomo di fede e sappiamo come è finita la sua storia. Ma durante le sue sventure fu davvero messo alla prova e perse di vista la cosa più importante. Divenne miope. Si concentrò su di sé. È come se avesse sostituito le finestre della propria casa con degli specchi: riusciva a vedere solo sé stesso, riusciva a vedere solo i propri problemi. Geova quindi usò il giovane Eliu per ricordare a Giobbe che doveva guardare le cose da un altro punto di vista. Leggiamo Giobbe capitolo 35. Giobbe 35 dal versetto 9. Eliu qui disse: “La gente grida quando è gravemente oppressa; invoca sollievo dal dominio dei potenti. Ma nessuno dice: ‘Dov’è Dio, il mio grande Creatore [...]?’” Quello che stava tentando di fare qui era ricordare a Giobbe il quadro completo, gli ricordava di guardare la situazione dal punto di vista di Geova. Aiutò per così dire Giobbe a togliere gli specchi e a guardare fuori dalle finestre, a vedere Geova, a vedere il quadro completo, a vedere la sua piccolezza di fronte alla grandezza di Geova. Andiamo a vedere al capitolo 42 cosa risponde Giobbe dopo aver ascoltato con umiltà queste parole ed essere stato corretto. In Giobbe 42:3 dice: “Ho parlato, ma senza capire”. E al versetto 5: “I miei orecchi avevano sentito parlare di te, ma ora ti vedo davvero con i miei occhi. Perciò ritiro quello che ho detto; mi pento nella polvere e nella cenere”. Come Giobbe, anche noi potremmo aver vissuto prove molto intense o esperienze dolorose. Ho un caro amico che è arrivato alla Betel più o meno quando sono arrivato io. Ci siamo sposati entrambi nello stesso periodo e purtroppo sua moglie è venuta a mancare alcuni anni fa. Quello stesso mese sapete cosa ha fatto? Ha ceduto alla depressione? Ha mollato tutto? Ha fatto il pioniere ausiliario. Allora gli ho chiesto: “Come sei riuscito ad avere tutta questa forza e determinazione?” Mi ha risposto: “Beh, l’ho vista in questo modo: Paolo disse che siamo ‘uno spettacolo per gli angeli e per gli uomini’. E io devo dimostrarmi leale come Giobbe. Sono stato buttato su un palcoscenico. Su in balconata ci sono Geova, Gesù, gli unti risuscitati e gli angeli che mi stanno guardando. Davanti a me in platea ci sono il mondo e tutti i fratelli e le sorelle. Giù nella buca d’orchestra ci sono Satana il Diavolo e i demoni. Ed eccomi qua. Le luci si accendono. Tutti mi stanno guardando. Cosa faccio? Scappo? Mi nascondo? Oppure come Giobbe dimostro di essere leale?” E così ha fatto e continua a fare. E noi? Quando attraversiamo momenti difficili, come è successo a Giobbe, ci chiediamo: “Dov’è Geova?” Dimostriamo la nostra lealtà con quello che facciamo, sostenendo il Regno e santificando il nome di Geova? Tutto questo è al primo posto nella nostra vita? Lo è ogni giorno? Dobbiamo chiedercelo tutti i giorni. Anche quando facciamo un discorso, quando abbiamo a che fare con i fratelli e le sorelle al lavoro o nella congregazione dobbiamo sempre chiederci: “Dov’è Geova?” Questo cambierà il modo in cui vediamo e trattiamo gli altri, e anche come vediamo noi stessi. Quindi, le parole di Gesù ci aiutano a capire che, nelle nostre preghiere e nel modo in cui agiamo a seguito delle nostre preghiere, dobbiamo avere una priorità: dobbiamo sempre mettere Geova al primo posto nella nostra vita, sapendo che lui ascolterà tutte le altre nostre richieste e ci risponderà.

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