Il nome della Quarta Teoria Politica è “IMPERIUM”!
di René-Henri ManusardiL’Idea dell’Imperium ci attrae impetuosa: siamo pronti ad essere i suoi nuovi militi? Il sangue dei martiri del Donbass, dei suoi civili, dei suoi filosofi e dei suoi guerrieri che hanno bagnato e che impregnano ogni giorno la terra della Novorossija, ci chiama a raccolta: saremo degni di questa chiamata, di lasciare per sempre le ideologie della Modernità a favore di quell’Idea imperiale che sorge improvvisa nelle nostre coscienze come appello divino, per poter così realizzare il passaggio in continuità ideale dal comunismo e dal fascismo o dal liberalismo di vecchio stampo, verso la gloria dell’Imperium per il Bene della Causa?
“Imperium” è il vero nome della Quarta Teoria Politica (4TP), “Imperiali” lo sono i suoi seguaci. È finita la stagione degli “-ismi” della Modernità: liberal-ismo, comun-ismo, fasc-ismo, coi loro simboli-strumenti usati nella stagione delle ideologie moderne che però ne hanno travisato il senso tradizionale, ossia la squadra e il compasso, la falce e il martello, il fascio e lo swastika. È giunto invece il tempo dell’Imperium con il ritorno ai suoi simboli zoomorfici di valenza etnica ed etno-sociologica: quelli apocalittici escatologici dell’aquila, dell’angelo, del toro, del leone, oltre all’orso, al lupo, al cervo, alla tigre e a tutti quegli animali archetipici che identificano il multipolarismo delle varie Civiltà-Stato nella loro realtà paradigmatica, simboli che si perdono nella notte dei tempi e nell’integrità dello stato primordiale nell’Eden.
Allo stato attuale, l’Eurasiatismo duginiano rappresenta la miglior realizzazione metapolitica della 4TP. E l’Idea Imperiale propria della 4TP sta sempre più prendendo forma nel Donbass, dove la presenza consistente dei Battaglioni ceceni Akhmat, della Brigata San Giorgio e di altri corpi militari eurasiatisti, sono segni evidenti di stimolo ad un passaggio coerente in continuità ideale per i tanti volontari che in questa guerra combattono dalla parte della Russia in compagnie militari locali ancora sotto l’ombra della bandiera sovietica (2TP) o nelle vestigia neopagane del più organizzato Gruppo Wagner (3TP), in parte confluito a dare man forte ai guerrieri ceceni. Nell’aria del Donbass si respira nuovamente l’Imperium, non si rinnega lo storico passato prima zarista e poi sovietico della Santa Madre Russia – si sconfessano solo le violenze e le ingiustizie di questi due regimi. Nella nuova sintesi ideologica favorita dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, che ricorda quella di Giorgio Almirante del “non rinnegare, non restaurare”, si torna a respirare a pieni polmoni l’aria di un nuovo Imperium eurasiatico difensore, moderatore, promotore e protettore dei popoli, delle etnie, delle religioni presenti in tale vastissima Madre Patria.
Questa guerra totale, vissuta in continuità ideale nelle terre del Donbass, sostanziata nella sua dimensione di guerra culturale (Kulturkampf) deve diventare anche il nuovo paradigma – nella sua piena accezione di archetipo e di modello – di lotta diretta e graduale dei popoli dell’Europa occidentale e orientale contro il totalitarismo liberale. Ormai il dado è tratto (alea iacta est) e non si può più tornare indietro, la Russia ha superato il Dnepr andando verso ovest, così noi italiani dobbiamo simbolicamente attraversare il Rubicone promuovendo attraverso i filosofi armati, ossia armati della dottrina della Quarta Teoria Politica, l’astensionismo elettorale e la resistenza civile fatta di non violenza, azioni legali, sciopero fiscale, manifestazioni di piazza. Una serie di azioni mirate a costringere nel medio termine i nostri Governi e il nostro Parlamento a non armare più la guerra in Ucraina e in Terra Santa, e a porsi a fianco del governo di Viktor Orban come mediatore di pace del fratricidio europeo, nonché promuovendo la liberazione territoriale dalla presenza della NATO in Italia e sul continente europeo. Solo queste azioni potranno efficacemente porre freno alla volontà di sterminio del totalitarismo liberale e accelereranno la sua futura sconfitta, in vista di un mondo multipolare e di una reale e realizzabile alba dell’Imperium europeo.
Nella recentissima intervista dei giorni scorsi fatta da Tucker Carlson ad Aleksandr Dugin, la volontà di sterminio del totalitarismo liberale – nei confronti della realtà tradizionale dei Popoli attraverso il nuovo ordine mondiale unipolare, l’egemonia finanziaria del globalismo e il pensiero unico postmoderno distruttore di ogni legame sociale, personale e interiore – è stata resa evidente al popolo americano e di riflesso a tutto l’Occidente, ottenendo tra l’altro parecchi milioni di visualizzazioni in meno di 24 ore. Quello che però sottolinea il prof. Dugin a margine dell’incontro con Carlson, tramite riflessioni scritte sul suo Canale russo di Telegram, è la fatica e l’incredulità dello stesso Carlson, liberale di vecchio stampo e del sogno americano, nel riuscire a comprendere l’evoluzione totalitaria del liberalismo americano. Il prof. Dugin gli ha spiegato che questa degenerazione totalitaria appartiene alla natura intima della stessa ideologia liberale, la quale si è rivelata lentamente nei decenni successivi la sconfitta e la morte storica dei fascismi e dei comunismi, e che ai giorni nostri la stiamo vivendo come deriva in tutta la sua surreale drammaticità.
Penso che per Carlson, secondo i crismi della psicologia dei coaguli operata da Dugin, ossia dello svelamento progressivo della verità per evitare traumi e repulsioni, aspettando che la mente e il cuore si adeguino alla realtà, questa spiegazione sia stata al momento sufficiente. Tuttavia, davanti al satanismo ormai evidente che permea il fluido nero della società americana dal culto luciferino alla droga, dall’aborto alla distruzione della famiglia tradizionale, dal wokismo all’ideologia di genere ecc., reputo che l’intelligenza non comune di Carlson prima o poi qualche domanda in più se la dovrà fare. In quel caso, il nostro giornalista potrà essere illuminato dalla prospettiva apocalittica e angelologica del Soggetto Radicale e della Noomachia, nonché dalla venuta futura dell’Anticristo quale Padrone del Mondo, tutti temi presenti e sviluppati all’interno della 4TP. La realtà dell’Anticristo, tra l’altro, è già una verità molto presente nel mondo americano, di cui ne parlano ampiamente le numerose e affollate Chiese cristiane americane, soprattutto i movimenti pentecostali presenti all’interno di ogni confessione ecclesiale e che quindi Carlson conosce, perché le loro idee hanno tra l’altro una capillare diffusione nella rete multimediale.
Tuttavia, per restare sul lato umano del degrado della società americana e un po’ più coi piedi a terra, al liberale in buona fede e di vecchio stampo Tucker Carlson, sarà utile avere anche una lezione più concreta e meno escatologica di teologia della storia, attraverso la lettura di Sant’Agostino. Questo per riuscire a comprendere perché nel corso della Storia umana qualsiasi tipo di società e di Stato, siano essi basati sui fondamenti della religione o su quelli della laicità, possano venire corrotti dall’afflato satanico e cedere ad esso, promuovendo l’Inferno sulla Terra. A tal proposito, così afferma il grande filosofo di Ippona nella sua immensa Opera “De Civitate Dei contra paganos”, da noi meglio conosciuta come “La Città di Dio”:
«L’amore di sé portato fino al disprezzo di Dio genera la città terrena; l’amore di Dio portato fino al disprezzo di sé genera la città celeste. Quella aspira alla gloria degli uomini, questa mette al di sopra di tutto la gloria di Dio. [...] I cittadini della città terrena son dominati da una stolta cupidigia di predominio che li induce a soggiogare gli altri; i cittadini della città celeste si offrono l’uno all'altro in servizio con spirito di carità e rispettano docilmente i doveri della disciplina sociale» (La Città di Dio, XIV, 28).
Il modello di guerra totale operante nel Donbass, ossia quello di scontro ideologico contro il totalitarismo liberale, deve quindi diventare il nuovo paradigma di quella parte ancora sana della società italiana che si vuol ribellare agli oscuri e transumani signori dell’oro di Davos. Un corpo sociale che speriamo non sia più disposto a cadere nella trappola elettorale e parlamentare di nuove realtà “neo movimentiste” e “neo partitiche”, attraverso cui il Potere esercita la sua egemonia di minoranza attiva, ormai non più occulta ma palese. Favorendo così, come Potere, attraverso queste nuove realtà create da lui stesso, Operazioni Psicologiche di Intelligence, che condurranno sicuramente prima al riflusso e poi all’annientamento di questa nuova fase di neo Populismo multipolare, che per tutti noi è l’ultima speranza di libertà che ci riservano il presente e il futuro.
Quindi, allontaniamoci definitivamente dai reducismi e dai nostalgismi di ogni colore, operando una seria scelta a favore dell’Idea Imperiale, affinché il sangue di Darya Dugina e degli innumerevoli patrioti morti in questa guerra non venga versato inutilmente. Soprattutto, evitiamo di cadere nelle Operazioni Psicologiche (Psy Op) di “regressione” operate abilmente dalle agenzie di intelligence attraverso il mainstream liberale, per far tornare indietro il corso della Storia, utilizzandolo abilmente per i propri fini: lo scontro dialettico anticomunismo contro antifascismo ne è una prova evidente nell’Operazione Militare Speciale che sta avvenendo in Ucraina, dove milizie ucraine neonaziste e anticomuniste vanno a scontrarsi contro la compattezza antinazista della Russia. Il fine di tutta questa Psy Op è infatti uno solo: colpire e disintegrare la Federazione Russa, perché ha osato convertirsi una seconda volta alla Tradizione dei Padri, e perché promuove la lotta multipolare a favore dell’Idea Imperiale multietnica e transnazionale, idea molto somigliante a quell’Europa dei Popoli a cui anche noi fortemente aspiriamo.
Facciamo quindi quadrato attorno alla 4TP, evitando infiltrazioni, penetrazioni, accerchiamenti, false speranze di dialogo con il mainstream, atteggiamento quest’ultimo che ha solo accresciuto proscrizione, paura, disprezzo, falsità e cattiva reputazione alla nostra storia politica. Rinnoviamo le nostre menti lontano dalle luci della ribalta, evitando affermazioni personali, desiderio di visibilità, spingendo avanti le nuove leve incensurate, vivendo leninisticamente nella scienza metapolitica del Passaggio al Bosco, e quindi attuandola fermamente e drasticamente per mezzo del silenzioso operare e dell’anonimato strategico e fattivo – ad imitazione del lavoro combattivo dei nostri militi nelle trincee del Piave o di El Alamein ieri, e del Donbass di oggi – i quali storicamente si sono dimostrati essere sempre vincenti, e sono sicuramente il preludio della futura Vittoria.
Col Potere non si dialoga e coi suoi membri, almeno quelli in buona fede, ci vuole precauzione, circospezione, prudenza, investigazione delle motivazioni reali o false, buone o cattive, in buona o in cattiva fede per le quali desiderano dialogare e confrontarsi con noi, molto spesso simulando false conversioni e tenendo debitamente occultata la loro appartenenza a logge e/o a gruppi di potere.
Impegniamoci invece a costruire con tenacia, sintonia, dialogo, collaborazione e soprattutto coordinamento quella rete, quella struttura, quel modello metapolitico esemplare e operativo simbolizzato dalla Tavola Rotonda, capace di formare, coordinare e far agire gli apostoli e i militi del futuro Imperium.
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IL BARDO DI DASHA/Бард Даши
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