"Il Vangelo della Famiglia: Gioia per il Mondo". Proposta catechetico-musicale. IL GRANDE SOGNO DI DIO.

"Il Vangelo della Famiglia: Gioia per il Mondo". Proposta catechetico-musicale. IL GRANDE SOGNO DI DIO.

Chiara Pozzoli

Il Grande Sogno di Dio

Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2,49)

La bellezza dell'amore

Parlare dell'amore in tutte le sue tonalità è ciò a cui invita anche AL, ribadendo l'importanza del combattere quell'analfabetismo emotivo alimentato anche da una certa reticenza ad affrontare i tanti aspetti dell'amore.

Guida all'ascolto dell'opera musicale

Questo brano di Händel (1685 - 1759) parla dell'uomo e della donna uniti da quel misteriosissimo legame che assume i tre volti dell'eros (desiderio: AL 120) della filia (amicizia: AL 123) e dell'agape (carità: AL 90-120). L'aria molto celebre è tratta dal Serse (1737) di Händel e riprende un episodio raccontato da Erodoto che fa riferimento all'innamoramento simbolico di Serse per un bellissimo platano. Nell'opera di Händel, l'albero è metafora dell'amore appassionato e della scelta che esso implica. Serse infatti si ristora all'ombra di un platano maestoso e subito dopo, attraverso il suo canto, resta ammaliato dalla bella Romilda. Qui parte il conflitto che anima la vicenda in cui il sovrano dovrà scegliere, all'interno di un intricata vicenda, a chi unirsi.

Il testo di Händel si presta a molteplici letture simboliche, che fanno riferimento al tema dell'amore umano, cantato in tutte le sue tonalità, nello spirito del Cantico dei Cantici, in cui è proprio l'immaginario simbolico naturale degli animali (la colomba, il cerbiatto, il cavallo), delle piante (il melo), dei fiori (il narciso), e dei profumi (la mirra), che viene utilizzato per cantare la bellezza dell'amore. In particolare, cogliamo l'assonanza tra il nostro tema e la chiusa del Cantico, in cui la protagonista afferma di aver trovato e di saper donare all'altro, - l'amato, il diletto- la pace (Ct 8,10), così come canta Serse parlando dell'ombra del platano. (AL 151-152; 284-285).

 La buona notizia

In Ombra mai fu si fa riferimento al “linguaggio del corpo”, che lungi dall'essere un campo neutro disponibile per tutte le interpretazioni, ha un suo modo simbolico di comunicare che oggi si è perso. Nell'epoca in cui basta un social network per decretare l'amicizia, il corpo è presentato come una realtà plasmabile e riscrivibile a piacere, come indica la sfida del gender riportata nel n. 56 di AL. In realtà il corpo è portatore di un linguaggio simbolico capace di manifestare i diversi momenti con cui la libertà mette in relazione le persone. Per questo motivo, una stretta di mano, un abbraccio, un bacio, le carezze, fino all'unione piena dei corpi, manifestano una propedeuticità naturale, che va rispettata per gioire del corpo in modo vero e autentico. Altrimenti si rischia di mentire con il corpo, fatto e pensato invece per celebrare la verità dell'incontro con l'altro. Alle domande piene di apprensione educativa, poste dal pontefice: “chi parla oggi di queste cose? Chi è capace di prendere sul serio i giovani? Chi li aiuta a prepararsi seriamente per un amore grande e generoso?”, crediamo che si possa rispondere, se non esaustivamente, certamente in modo significativo, proprio riprendendo e valorizzando l'antica tradizione di ascolto della musica sacra, che continuamente ripropone la forza del linguaggio simbolico, nelle opere e nei temi che tratta. In essa poi trova un' eminente palestra formativa la necessità rimarcata nel n 285 di aiutare i giovani a riconoscere e valorizzare la differenza dell'altro, nell'accettazione gioiosa di sé. La musica è infatti costitutivamente armonizzazione di differenze, essendo imbastita di queste relazioni. L'alternarsi di musica e silenzio, di alti e di bassi, di assoli e coralità e di tutte le altre forme con cui si manifesta sono un'educazione implicita quanto profonda ad assimilare il gusto per l'armonia delle diversità.



Fonte: www.laityfamilylife.va

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