Il Granpasso

Il Granpasso

@Creepyland

Era un pomeriggio inoltrato e io stavo tornando a casa. Ero quasi uscito dal bosco quando ho visto un cespuglio scuotersi e ho sentito dei passi silenziosi, muoversi rapidamente.


Ho pensato che si trattasse di un cervo, non ce n’erano molti in zona e io ho sempre desiderato vederne uno, così ho seguito il rumore, che mi portò in una radura del bosco in cui non ero mai stato. Quando la creatura camminò dentro la radura, rimasi scioccato. Era almeno 4 metri e mezzo di altezza e aveva una pelliccia nera, ispida e folta. Il suo muso assomigliava vagamente a quello di un cane e aveva due occhi a mandorla, vuoti e neri. Le sue zampe erano lunghe ed esili, e terminavano in una punta aguzza. 


Non avevo mai visto una creatura come quella prima d’ora e notificai del sangue tra le sue fauci. Si fermò per un momento, per prestare ascolto a cosa ci fosse lì vicino, poi aveva diretto lo sguardo su di me. Nel momento in cui aveva puntato gli occhi su di me, ho capito che era stato un errore seguire quello strano rumore. Sembrava che la creatura potesse vedere dentro la mia anima. Corsi più veloce che riuscii in una direzione, anche se mi sembrava che anche dopo ore di corsa, non riuscivo più a trovare la fine del bosco. Sapevo di aver seguito quella creatura per pochi minuti, ma ore di corsa non riuscivano a farmi tornare indietro. Mi ero perso. 


Mi ero guardato alle spalle per controllare se non c'era la creatura e ho visto che non mi stava seguendo. Mi sono rilassato un po’, ma ero comunque teso dal fatto che non ero riuscito ancora a trovare un’uscita. Poi, ho sentito una voce davanti a me e mi sono precipitato verso di essa. Finalmente ero riuscito a emergere dalla foresta su un sentiero battuto. 


La voce era quella della polizia. Mia madre corse verso di me e mi abbracciò da dietro. Io urlai, credendo che fosse la creatura. Dovevo essere stato dentro il bosco per un bel po’, tanto da impensierire mia madre. 


Tornai a casa e dimenticai tutto del mostro e della foresta che non terminava mai. 


. . . 


Mi sedetti sul letto e misi gli occhiali per guardare l’orologio. 2:39 lessi. Mi stavo chiedendo che cosa mi avesse svegliato in quel momento, poi decisi che era stato soltanto un incubo, ma non riuscivo a ricordarmelo. Ho provato a riaddormentarmi, ma qualcosa continuava a sfuggirmi. Andai a prendere un bicchiere d’acqua e sentii qualcosa tamburellare. Ho guardato fuori dalla finestra, ma era troppo buio per vedere qualcosa. Mi sono convinto che era un ramo che sbatteva contro la finestra. Ho bevuto il mio sorso d’acqua e sono saltato nel letto. Mi sono addormentato, per poi risvegliarmi di soprassalto da un incubo.   


Sono stato inseguito dalla bestia all’infinito, finché con estrema rapidità questa non è balzata in aria per un metro e si è fermata davanti a me. 


. . . 


Ho controllato l’orologio. Erano le 9:34. Avevo fatto ancora un incubo. “Fantastico,” ho pensato “ho sprecato un paio d’ore della mia giornata e mi sono spaventato a morte”. Scesi le scale e andai a fare colazione, ma stranamente non c’era nessuno. “Probabilmente, sono andati a lavorare presto.” Mi sono detto, ma sentivo che qualcuno o qualcosa mi stava osservando. 


Sapevo di non avere un angelo custode, perché se ce lo avessi avuto la creatura non avrebbe mai posato lo sguardo su di me. Ho pensato a lungo alla creatura e che forse, poteva aver rapito i miei genitori, o peggio, poteva averli uccisi. Mi ero connesso e avevo iniziato a fare delle ricerche. Ero riuscito a trovare solo poche informazioni sulla creatura. 


Si chiamava “Granpasso”. Cacciava gli animali e strappava loro gli arti, per poi banchettare sui loro cadaveri. Se un umano li inseguiva, loro avrebbero continuato a cacciare quella persona finché non fosse morta. 


Il fatto che i Granpassi non si fermassero fino a quando non si era morti, era inquietante.


Avevo fatto altre ricerche fino all’ora di pranzo e avevo trovato che nessuno, dopo aver visto il mostro, era sopravvissuto per più di un paio di mesi dopo il primo incontro. Ho trovato anche un paio di altri nomi con cui la gente chiama quella cosa, ‘Trampoliere’ o ‘Granpasso delle foreste’. Era arrivato il momento in cui i miei genitori tornavano a casa dal lavoro per la pausa pranzo, ma non vidi nessuno. Chiamai al lavoro e mi dissero che non si erano visti. Allora, chiamai il 911 per segnalare le persone scomparse. 


Dopo che la polizia lasciò casa mia, decisi di farla finita. Mi incamminai dentro la foresta e seguii le tracce che avevo lasciato nel fango in quella radura. Il granpasso se ne stava in piedi, alto e possente, sopra la carcassa di una mucca decapitata. C’erano sangue e interiora sparse ovunque, attorno quella carcassa. Avevo iniziato a sentire i conati di vomito, ma sono riuscito a parlare alla creatura: “Se ti do la mia vita, tu lascerai andare i miei genitori?” avevo urlato all’orribile animale. Mi lanciò una rapida occhiata e cominciò a strisciare lentamente verso di me. 


Non fece alcun rumore quando mi si avvicinò. Quando mi fu abbastanza vicino, si lanciò su di me, proprio come nel mio incubo, ma io non scappai.


. . . 


I mesi erano passati e le notizie del ragazzino assassinato avevano iniziato a tacere. 


Nessuno aveva visto me o i miei genitori dopo l’omicidio. Il granpasso continua ad aggirarsi nei boschi, in cerca di un nuovo pasto. Se entri nel bosco a pomeriggio inoltrato, allora preparati, e non seguire strani rumori.

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