Il Corpo Direttivo promuove l’unità (Parte 1)

Il Corpo Direttivo promuove l’unità (Parte 1)

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Il Corpo Direttivo ha sempre preso a cuore la responsabilità di ubbidire al comando di Gesù: “Nutri i miei agnelli. [...] Prenditi cura delle mie pecorelle”. Oggi grazie alla tecnologia sentiamo i fratelli del Corpo Direttivo molto vicini. Ma anche in passato i fratelli sentivano un legame così forte con il Corpo Direttivo? Torniamo al gennaio del 1945. Il fratello Knorr e il fratello Franz iniziarono un viaggio in America Latina per poi concluderlo nel Nordamerica dove parteciparono a dei congressi. Ci vollero 4 mesi. Lo scopo del loro viaggio era visitare le filiali già esistenti, aprirne di nuove e dare un impulso all’opera di predicazione del Regno. In questi viaggi di servizio i fratelli spesso visitavano le filiali, pronunciavano discorsi ai congressi, dedicavano nuovi edifici, facevano visita alle case missionarie in zone remote e partecipavano alle adunanze con le congregazioni locali. E tutto questo nel giro di pochi giorni. Davano istruzioni su come predicare, come tenere le adunanze e aggiornavano i fratelli sull’opera a livello mondiale. E poi dedicavano del tempo per uscire in servizio con loro. In uno di questi viaggi fecero tappa in Guatemala, dove visitarono una piccola congregazione di sole 8 persone. Questi fratelli amavano l’opera di predicazione e so per esperienza che il fratello Knorr aveva particolarmente a cuore i missionari. E infatti dopo aver mandato i primi di loro in America Latina, non vedeva l’ora di sapere come stessero andando le cose e così decise di andare a trovarli. E poi nel corso degli anni nei suoi viaggi faceva in modo di andare a visitare più case missionarie possibile. Voleva parlare con ogni missionario per capire quali sfide stesse affrontando, se c’erano problemi con l’alloggio, per valutare il potenziale di crescita nella predicazione o anche per determinare se aprire una nuova filiale o acquistare delle nuove proprietà. Il fratello Knorr amava i fratelli, in particolare i missionari e i beteliti. E coglieva ogni opportunità, anche solo per 15 o 20 minuti mentre aspettava alla stazione o all’aeroporto, per incoraggiarli e per aiutarli a diventare efficaci nel ministero. Il fratello Knorr era molto preoccupato per i fratelli che vivevano nei paesi dell’Europa colpiti dalla guerra. Lui e il fratello Henschel andarono in Gran Bretagna, in Francia, in Svizzera, in Belgio, nei Paesi Bassi e in Scandinavia nel novembre del 1945. Pensate, erano passati soltanto pochi mesi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le linee ferroviarie e i ponti erano distrutti ed era complicato andare da una città all’altra. Non era certo un viaggio di piacere, era molto stancante, ma lo facevano volentieri spinti dall’amore che provavano per i fratelli. Volevano aiutarli e incoraggiarli ad affrontare quei momenti difficili. Una volta visitati i fratelli in Europa subito dopo la guerra, il fratello Knorr e il fratello Henschel intrapresero un viaggio impegnativo di ben 76.000 km. Visitarono alcuni paesi con pochissimi Testimoni, se non addirittura nessuno. Se in un paese non c’era la filiale, contattavano le congregazioni che si riunivano in case private, partecipavano alle loro adunanze e assistevano agli studi biblici di gruppo che i proclamatori conducevano a casa delle persone interessate. Spesso per le adunanze pubbliche si affittavano dei locali. Il fratello Knorr e il fratello Henschel invitavano per strada le persone al discorso in programma quella sera. E poi il fratello Knorr partecipava a cortei in bicicletta per annunciare i suoi discorsi. Questi eventi attiravano centinaia di persone interessate, anche se in una di queste città il fratello Knorr ricevette un messaggio intimidatorio. Non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Il fratello Knorr e il fratello Henschel fecero un viaggio di servizio in Africa. Una tappa era la Nigeria, dove dovevano pronunciare dei discorsi a 2 congressi. Uno di questi era a 640 km di distanza. Così partirono in auto molto presto, alle 3:30 del mattino. Mentre erano in viaggio, cominciarono ad avere dei problemi con la macchina e persero ben 18 ore. Capirono che non avrebbero fatto in tempo, quindi decisero di tornare alla filiale a Lagos. Ma il viaggio di ritorno, attraverso le strade della foresta e con ulteriori problemi alla macchina, durò 24 ore. Una volta arrivati, fecero un riposino e partirono per la successiva filiale. Il fratello Knorr amava i fratelli e gli piaceva stare con loro. Ricordo molto bene che, dopo aver pronunciato il discorso conclusivo, si mise a salutare l’uditorio. E noi, a nostra volta, per salutarlo sventolammo i nostri fazzoletti per diversi minuti. Ma c’è dell’altro. Lui e il fratello Henschel andarono alla stazione ferroviaria per salutare i fratelli prima che partissero. E urlavano ai fratelli: “Auf Wiedersehen!” o “Gute Reise!” E continuarono così fino alle 10:30 di sera. Non pensavano ai loro interessi, ma agli interessi dei fratelli. Nel 1952 si voleva tenere ad Atene un’assemblea speciale, ma le autorità non concessero il permesso a causa delle pressioni esercitate dalla Chiesa. Comunque il fratello Knorr non voleva perdere l’occasione di incoraggiare i fratelli della Grecia e quindi elaborò un altro piano. Lui e il fratello Henschel avrebbero preso dei taxi per andare a casa dei fratelli e pronunciare discorsi di una ventina di minuti. Si spostarono da una casa all’altra con il rischio di essere arrestati a motivo di queste adunanze, e in un giorno riuscirono a incontrare 905 fratelli. Nel descrivere quella giornata, il fratello Knorr scrisse: “È stata una delle esperienze più belle della nostra vita”. Il fratello Franz andò in Spagna molte volte, ma lì negli anni ’50 la nostra opera era al bando. Lui voleva incoraggiare i fratelli del posto ma allo stesso tempo non voleva metterli in pericolo. Una volta il fratello Franz e il suo autista accostarono la macchina vicino alla casa di un certo fratello Garcia, che li avrebbe ospitati. Quel fratello era un meccanico, quindi con il cofano aperto della macchina chiesero a una persona della zona: “C’è un meccanico da queste parti?” E ovviamente li indirizzò al fratello Garcia, il quale diede un’occhiata all’auto e disse: “Bisogna portare la macchina nella mia officina”. E lì il fratello Franz incontrò i fratelli del posto. Più tardi, quando giunse l’ora di andare all’adunanza, il fratello Franz decise di indossare un cappello e una giacca di pelle di pecora tipici della zona, in modo da non attirare troppo l’attenzione. Erano davvero dei fratelli coraggiosi e amorevoli. Facevano grandi sacrifici mettendo a repentaglio la loro libertà pur di aiutare i Testimoni dei paesi dove l’opera era al bando a mantenere vivo il loro zelo. Infatti a Barcellona il fratello Franz fu arrestato mentre era insieme ai fratelli. Avevano un programma intenso e particolarmente estenuante. Se una delle tappe era un paese dove l’opera era al bando, spesso incontravano dei rappresentanti governativi per chiedere di legalizzare la nostra opera. Il fratello Knorr visitava le filiali per incoraggiare i fratelli e incontrava anche i missionari. Ma negli anni ’50 vista la grande crescita non riusciva più a farcela da solo. Quindi decise di preparare alcuni di noi affinché potessimo aiutarlo a svolgere quel compito e così accertarci che i fratelli stessero ricevendo la giusta cura spirituale e che l’opera nelle filiali venisse svolta in modo uniforme. Nel ’63 durante il viaggio di servizio in Africa il fratello Henschel assistette al congresso a Gbarnga, in Liberia. All’improvviso dei soldati fecero irruzione, arrestarono il fratello Henschel e altri fratelli. Lui venne maltrattato e colpito con il calcio del fucile così forte che pensò di non farcela. Eppure restò lì con i fratelli per incoraggiarli a rimanere fedeli, perché non scendessero a compromessi. E poi quando fu scarcerato, invece di tornare a casa, completò il suo viaggio e visitò altre filiali. Comunque, una volta tornato, non fece mai la parte dell’eroe o del martire. Per lui queste cose erano semplicemente parte del suo servizio a Geova. I rappresentanti della sede mondiale volevano il meglio per i delegati del congresso. Il fratello Knorr e il fratello Henschel andavano a vedere di persona i locali dove poter tenere i congressi e si occupavano anche delle trattative. In anni più recenti il fratello Jaracz visitava gli hotel per verificare che rispettassero determinati standard di qualità e di pulizia. Provava anche i letti. Il fratello Knorr seguiva da vicino la situazione dei fratelli dell’Unione Sovietica. Scrisse molte lettere per incoraggiare i fratelli a essere ubbidienti e a seguire attentamente le istruzioni dell’organizzazione. Una di quelle lettere però finì nelle mani del KGB e venne modificata. Quando il fratello Knorr venne a saperlo, fece riflettere i fratelli sullo spirito della lettera, perché da quello si sarebbe capito se si trattava veramente di una lettera dell’organizzazione o se era stata modificata. Questo perché l’organizzazione promuove l’unità fra i fratelli e non la divisione. Svolgevano tutte queste attività a livello internazionale e allo stesso tempo si occupavano dei loro incarichi alla sede mondiale, seguivano varie questioni legali, organizzavano e partecipavano a congressi in tutti gli Stati Uniti, pronunciavano discorsi alla Scuola di Galaad, ai conferimenti dei diplomi e alle adunanze annuali, ovviamente senza trascurare i loro bisogni spirituali e quelli del loro coniuge, se sposati. I decenni successivi vedranno una crescita ancora più grande, ma ci sarebbero state anche nuove difficoltà. 

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