Il Cicalante Eletto in Salsa Internazionale

Il Cicalante Eletto in Salsa Internazionale

Manlio Amelio

Continua da... Graziosi Giullari Parassiti – Telegraph...


Riforme, si comincia dalla struttura....

– e poi...

Salgo lassù, vado a trovare Popol, amico mio. Non lo vedevo da un po'. Abita sulla sommità di Montmartre. Popol è un vecchio Montmartrois, mica è venuto dalla sua Corrèze per scoprire il marchingegno. È stato preconcepito nei giardini della Galette, una sera del 14 luglio, è la Montmartre dei suoi « meno di 9 mesi ». Per questo è un « puro tra i puri ». So che gli piace molto il bourgueil, gliene porto una bottiglietta, tanto per metterlo di buon umore. Voglio che mi parli! È pittore, tutto dirvi, all'angolo del vicolo Girardon. Imbratta quando non piove troppo, quando piove troppo diventa troppo scuro nel suo studio. Quando fa bello, poi, allora si sta meglio fuori, sulle panchine del viale Junot a guardare gli uccellini, gli alberelli come crescono, come si affrettano per non crepare, dallo smog. Si prende il sole come vecchi passeri.

Popol, ce ne ha messo per trovare la condizione buona, favorevole ai suoi imbrattamenti, fra troppa ombra e troppo sole. E un mutilato, Popol, un grande mutilato della grande guerra, ha dato una gamba intera per la difesa della Patria.

Subito di primo acchito lo informo che sono diventato antisemita e non così per ridere, ma ferocemente, fino ai coglioni!... da far fuori tutti i giudei! falangi, in fitte coorti, in battaglioni... da mandarli alla carica contro Hitler, (Il Putìn di Mosca.... Ah ah... ha ah ah...) riprendere la Saar, loro da soli!...

— Cazzo! mi fa... Sarà dura!... Sono tutti al potere, gli Ebrei... Non possono andarsene così!... Non pensarci nemmeno! Sarebbe l'anarchia!... Il disordine! Sono persone indispensabili! La tua crociata non si presenta bene!... Farai fatica a buttarli fuori!... I giudei sono come le cimici... Quando ne scovi una nel letto, vuol dire che ce ne sono diecimila in corridoio! Un milione in tutta la casa... Non vale la pena insistere... Ti farai stendere, sciagurato!... Non sai dove metti le mani! Non conosci il « cattivo caffè »?... Fai l'eroe! spaccone! ti risveglierai su un marmo... Una di queste sere, ti cadrà una bella tegola sulla zucca mentre ritorni dall'ambulatorio... che pioverà giù dalle case... Puoi comprarti un cappello di zinco, una borgognotta... Sei fesso ad agitarti, vecchio pazzo!.. È l'età critica che ti ammazza... È la bicicletta che non ti fa bene! Non sei fatto per la velocità... ti fa delirare... Ti avevo detto di far ben attenzione... Non hai più l'età, per la verità... a quarantatré anni (è geloso, non può più montare in bici a causa della sua gamba)... a meno che tu non voglia fare come Hitler... Ma non sei il tipo tirolese... Non puoi fare yode yode lai oh oh... Ti faresti fischiare senza uno né due! Vuoi diventare un piccolo Barrès? un Bolivar? una Giovanna d'Arco? Annunzio? Gli Ebrei, amico mio, sono dei furbi, saresti distrutto, Ferdinand, miserabile vermiciattolo!... prima di aver detto uff!... ti faranno dare una passata... mica loro!... ma dai tuoi stessi fratelli di razza... Te lo predico! Ne sanno una più del diavolo! Sono dei fachiri al cento per cento... Hanno tutto l'Oriente in tasca... Passano... promettono... cianciano... inghiottono tutto... Non rendono mai nulla!... Se ne vanno più lontano, partono coi tuoi quattrini e la tua anima... Tu non ti ci raccapezzi più! Sono gli ebrei erranti, amico mio, cittadini del mondo! Gran truffatori! la chiave per tutto! Ti vuotano le tasche e il cervello, ti spogliano, ti succhiano il sangue... Ti riscatterai a brandelli! tu che li nutri, gli stessi, sempre! Nelle Belle Arti hanno preso tutto! tutti i primitivi! il folclore! Copiano tutto, truccano! e riscodellano con un guadagno enorme! è la salsa ebrea! I critici, tutti ebrei, massoni, intonano un coro, urlano al genio! È normale, tutto regolare in un certo senso: sono padroni, tiranni, proprietari assoluti di tutte le Scuole, di tutte le Belle Arti del mondo, soprattutto in Francia. Tutti i professori, tutte le giurie, le gallerie, le esposizioni sono ora completamente giudaiche. Non val la pena di reagire... io, se avessi il tuo becco, giocherei a pallone con loro... Al tuo posto, mi farei massone... È il battesimo per un Ariano! questo ti laverebbe un pochino... Ti farebbe un pochino negro... Ti farebbe meno peccatore... Diventar bianco non bisogna più in Francia è « diventar nero » che bisogna... L'avvenire è dei negri! Porco Dio!...

— Ah! scatto io, Popol! mi strazi! mi spaventi! Credevo di trovare un amico! Un vero soldato per la mia causa! E tu mi consigli di sparire... Diventava troppo grave la cosa per discuterla all'aperto... Rientriamo, faccio io...

Continuavo il mio ragionamento in fondo al suo studio. Dopo tutto, mi era indifferente avere il mondo intero contro di me, nella crociata antisemita. Ma ci avrei tenuto a Popol! un compagno di guerra conta comunque... Lo esorto ancora un po'...

— Come, tu Popol... tu cali le brache?... Un vero Decorato al Valor Militare sui campi di battaglia... ti sembra tutto regolare?... Che per ogni Francese nativo, crepato sotto le pallottole nemiche dalle Fiandre a Verdun, ci si faccia oggi inondare da diecimila giudei, tutti gran cucù, razzisti a morte, insaziabili?... Dovremmo forse travestirci, farci sopportare come zerbini? al suono dell'Internazionale?... come vasi da notte?... come trombe da silenzio?...

— E del proletario che ne fai? mi risponde lui...

Resterà al verde, come sempre. È alcolizzato e becco. Il comunismo non è altro che un vocabolo per riunioni, una gigantesca staviskeria. Hai visto adesso i cori rossi, ci danno tutto rimesso a nuovo il « Canto della partenza » in salsa internazionale... Ti dice niente?... Domani, tutti i carnai del mondo offriranno del « Kasher » al posto di tutti gli inni favoriti... Già sento « sulla strada » Blaoum proporre dell'Ariano ripieno « alla carmagnola »!... Qualunque rivoluzione, appena iniziata, subito si volge in favolosa Topazeria. I grandi antenati del '93 furono tutti avidi a gara... Pazzi frementi di ben impinguarsi... Tutti hanno rovistato nella cassa, « sgraffignato » il patrimonio. E a mani basse, né più né meno della Gente di Corte... Le idee, le apostrofi, le più variopinte, vivaci dottrine non servono, è provato, mai, in definitiva, se non a strapparsi di mano gli schiavi, sbalorditi davanti alle baracche, sgomenti di aver da scegliere, in mezzo ai violenti spettacoli, tra quelle bocche spalancate... Chi monta la più bella turlupinatura nella gran fiera del mondo, si prenderà la maggior parte di folla della scena. Tutti entreranno... Tutti che piombano, si precipitano, le masse!... Non tutti sapete, gente, come siete disgraziati a star fuori! I cardini ruotano su se stessi, le catene ricadono, il gioco è fatto... Buonanotte poveri merli!... Eccoceli per tre... quattro secoli dieci, venti... secondo la consistenza delle pareti... Questo padrone stronzo come un altro, tutti ugualmente impostori, furfanti, isterici e vigliacchi... Più o meno sadici. Ma crescono in carognaggine proporzionalmente alle esperienze... Ne approfittano, si istruiscono fanno paragoni... Atene... Roma il '93... i Romanov... Gli Ebrei, studiano molto... complottano senza tregua... I « ciarlatani » della Comune ebraica sono pronti... Battono la grancassa... Proletari! fratelli miei martirizzati, proletari dei mille paesi del mondo... io sono maturo per liberarvi!... Me lo sento perfettamente! per darvi ogni comodità... Riprendo un po' la frusta per difendervi meglio, figli miei! La sicurezza dei vostri vecchi giorni!... Passate a vedere all'interno!... Un bel movimento!... Non abbiate timore! Sentite sgozzare qualcuno dietro la parete? È un'illusione dei vostri sensi! È una bieca calunnia fascista! Forza! Forza! Affrettiamoci! Affrettiamoci tutti! Perché ho in mano un grosso lucchetto, una chiave enorme?... Ma è un regalo che voglio farvi... È per volervi ancora più bene!... perché ritorniate alla vita... Forza! Forza!... cinema!... ne avrete tutti i giorni...

L'Ebreo internazionale ci farà rimpiangere Schneider, Thiers, Wendel e Gengis-Khan... L'Ebreo sarà il peggiore dei padroni, più informato, più bilioso, più minuzioso, vi garantisco, compietamente sterile, « monroviano » nella costruzione, incapace di edificare qualcosa salvo le prigioni (vedere la Russia). Dove non ha rivali, è nello sbalordire l'Ariano, nel fargli inghiottire i rospi, nel farlo saltare come vuole dalla galera al macello, senza più resistenza, il notabile occidentale, ostinato, ubriacone, credulone e becco. È uno schiavo nato per Ebrei, cotto a puntino, rincretinito fin dalle scuole elementari dalle frasi fatte e poi dall'alcool, più tardi castrato dall'istruzione obbligatoria... Per essere sicuri che non si risolleverà più, che non avrà mai più musica, che non canterà mai più la sua personale arietta non-ebrea, gli si buca l'anima, proprio come si bucano gli occhi ai piccioni, perché non possa più scappare. Lo si finisce con il vino. Cosa può diventare al massimo?... Schupo, guardia, manovale... Cane più o meno. Cioè cane di Ebrei. Nessun satrapo ariano dura, non può durare. Sia gli uni che gli altri non brandiscono, per esaltare i loro armenti di bufali, che mistiche mediocri, regionali, trite e ritrite, difensivistiche... Vedrete Hitler! La misura dei mondo attuale sono mistiche mondiali di fronte a cui bisogna prevalere o scomparire... Napoleone l'aveva capito. Il gran segreto della giungla, di tutte le giungle, la sola verità degli uomini, delle bestie e delle cose. « Essere conquistatori o conquistati », solo dilemma, ultima verità. Tutto il resto non è che impostura, falsificazione, bufale, tritume elettorale. Napoleone ha fatto tutto il possibile, prodigi, perché i bianchi non cedessero l'Europa ai negri e agli asiatici. Gli Ebrei lo hanno vinto. Dopo Waterloo il dado è tratto. Ora il colpo non è più lo stesso, non sono in casa nostra gli Ebrei. Siamo noi ad essere in casa loro. Dall'avvento della Banca Rothschild, gli Ebrei hanno ripreso ovunque il sopravvento... Pisciano anch'essi sulle parole. Essere ovunque, vendere tutto, possedere tutto, distruggere tutto, e l'uomo bianco per prima cosa! Ecco un programma consistente!... Più tardi si faranno molti altri progressi, ben più ammirevoli... Si farà a meno dell'oro, basteranno ordini precisi per la massa degli schiavi. Gli Ebrei non mostrano i loro capi... Tessono la loro trama nell'ombra... Esibiscono solo i fantocci i ciarlatani, le « dive »... La passione ebrea, così unanime, così terebrante, è una passione da termitaio. Durante l'avanzata dei parassiti, tutti gli ostacoli sono rosi, assottigliati, invischiati poco a poco, fin nell'intimo delle fibre... ignobilmente decisi nel peggio, merdoso magma di bava imputridita e di mandibole... fino alle calamità totali, al crollo definitivo, al vuoto ebreo.

Ci si può domandare perché i giornali di destra, di sinistra, o di centro, non raccontano mai niente degli Ebrei. In quanto ebrei, voglio dire attivamente ebrei, attentamente ebrei, specificamente ebrei e razzisti ?...

Bagatelles pour un massacre pagina 61. 1937...

Quando si decidono a parlarci degli Ebrei, poiché ci si trovano costretti, per caso, lo fanno con infiniti riguardi, un lusso inaudito di precauzioni, di abbaglianti preamboli, con diecimila adulazioni da invertiti: « Questo grandissimo artista israelita era ansioso di riceverci... una bella ascendenza semitica...il grande, geniale e filantropico finanziere della nobile razza dei Rothschild... Il veemente idealismo, la travolgente fiamma, quel fuoco nero che si scopre nelle pupille, a fior d'anima, in questo giovane poeta che l'ardore messianico consuma... ».

Tutte queste miserabili circonlocuzioni, queste servilità canine voglion dire in parole povere: « Attento! mio caro giornalistucolo, mio caro fragile cronista! Attento! gli individui che vedi là, davanti a te, sono altrettanti Ebrei!... Fai dunque ben attenzione! terribilmente... Appartengono alla razza più potente dell'universo... di cui tu non sei fin dalla nascita che uno dei domestici... Per una parola storta possono farti saltare dall'impiego... farti crepare di fame senza appello... ».

Bagatelle per un massacro pag. 265.... Guanda 1981....

« In quale momento, Signor Ebreo, desiderate che mi cali le brache? Avrete la bontà di dirmelo? ». Questo è il significato di quei preamboli sciropposi, il senso profondo di quelle strazianti molluscherie.

Durante tutto l'affare Staviskij in tutte le redazioni del mondo è passata una parola d'ordine che doveva costar cara un giorno, una consegna formale... Lo han chiamato turco, quel piccolo ebreo aranoico, perfido straniero, meteco, spia orientale, avventuriero polacco, parrucchiere, apolide, dentista, paracadutista, magnaccia, tabetico, pescatore di merluzzi... qualunque cosa per confondere, distrarre ma mai la parola giusta EBREO... Eppure non era altro... Solo grazie alla forza della sua ebreitudine aveva potuto riuscire in tutte le sue truffe... Come Loewenstein, come Barmat, come la signora Simpson, come Bigore, come tutta la finanza e il resto...

Osservate un pochino... in ogni occasione del genere: la stessa fanfara... Rodomontate della destra, schiamazzi confusi della sinistra, casotto al centro, sgonfiamento ovunque... Il gioco è fatto! Ottimamente condotto... Se arrischiaste una parolina contro la grande invasione giudaica, la colonizzazione delle vostre chiappe, voi tutti, tanti quanti siete, giornali! Putridi smargiassi! venduti inchiostro compreso, fino all'ultimo carattere, vi strangolerebbero così bene che in otto giorni perfino il nome che inalberate sarebbe dimenticato!... Perfino il colore delle vostre pagine... Più un annuncio! Più un teatro! in cinque minuti sareste liquidati, dispersi, spazzati via... Più un credito, più un permesso, più un articolo, e dopo un po' più una notizia, più una chiamata al telefono, il vuoto!... L'Ebreo può fare il deserto intorno a qualsiasi business, banca, industria, teatro o giornale... Ford, che li ha in orrore, benché potentissimo, ha dovuto tapparsi il becco. Sarebbe saltato in otto giorni!... L'Ebreo sgancia o non sgancia!... oro!... Pompa o non pompa più. Se non pompa più, l'uomo crepa. Per quanto coraggioso, per quanto stoico si possa immaginarlo.

O finte campagne! O furibondi compromessi! O bisognose tartuferie! O brontolii da vecchi lacchè!... Bestemmiate! Maledite! Sacramentate! Tagliate in due la luna! Fate scoppiare le bolle comuniste! Date fiato alle trombe!... Che importanza può avere? Nessuna! Tutti i padroni assoluti del mondo sono in ogni caso giudei! di New York, Hollywood, Milano, Praga, Berlino, Mosca... Stessa roba... a dispetto di ogni apparenza, gli stessi compari, la stessa cosmica farsa... Allora cosa gliene potrà fottere a loro che i barbari in gabbia si agitino, se le diano, scuotano ceppi e catene, per questo, per quello per delle coglionerie? Si deve stringere un po' di più i loro ferri e poi basta!... ogni tanto. Le rivoluzioni servono a questo... servono solo a questo... temprare un po' meglio la ferraglia penitenziaria, i graziosi braccialetti blindati, « balle » pazzesche...

Ma! dicono i giudei, una costituzione? un'altra? Siamo lo stesso noi giudei a tenere il manico! li comunismo? ma affare fatto!... Diventeremo tutti « Commissari » il giorno che le Borse chiuderanno... Le Borse, all'inizio sarà dura ci sono delle fessure ci sono dei gentili che si servono ancora delle libertà che si intrufolano nelle rendite...

Questo deve assolutamente cessare... Si sopprimeranno questi abusi!... Tutto rientrerà nell'ordine, nel perfetto gregge... Cioè i reddituari mangeranno merda assieme agli altri cani... L'oro! siamo noi, Ebrei! L'Ebreo d'oro! E poi chiuso! Il mondo è nostro!... mica è per i minchioni... Nostro di noi giudei, i paranoici più ruminanti dell'universo! che siamo voraci a mille per uno... Il nuovo trucco è già pronto la terrificante « macchina a soldi »!... Assolutamente, interamente ebrea per la transizione politico-finanziaria, con guardie mongole... Tutti gli editti sono pronti. Basterà promulgarli.. Circolano già nelle Logge, sono molto ammirate:

« 1° Tutto l'oro delle vere democrazie, dei veri governi del Popolo sarà ormai strettamente riservato agli scambi internazionali; 2° La valuta in biglietti, in assegni non avrà più corso all'estero; i contrassegni saranno riservati agli scambi interni ».

Ecco cosa raccontano gli editti dell'Avvenire... e questo in parole povere vuol dire:

« A partire da oggi, solo gli Ebrei potranno viaggiare... ». Soli o con la loro famiglia, o meglio ancora con le loro piccole indigene, gran bocchinare, grandi idolatre, piccoli intimi ostaggi del letto, astuzie coloniali...

Con questo trucco l'oro diventa proprietà unica degli Ebrei, dei politici, dei commissari ebrei, dei quadri ebrei, degli artisti ebrei... Capito? Da questo momento gli indigeni ricevono per il loro lavoro stipendi per dire piccoli salari « da barzelletta », « buoni » totalmente dipendenti dall'arbitrio dei padroni ebrei, è la moneta per l'interno, moneta debole, detta nazionale, per l'acquisto del chilo di pane, della bara, di qualche bastoncino di cioccolato...

I signori ebrei, sempre ansiosi, perseguitati, saranno in perpetuo viaggio da un capo all'altro del pianeta, del loro pianeta... Non si fermeranno più... Da New York a Yokohama, tra cugini e fratellini ebrei, da Trebisonda al Camciatca, tra instabilità e angosce, andranno firmando accordi e mercati... preparando le deportazioni, gli invii di nuovi schiavi, i rinforzi di stachanovisti. Eccola la « libertà » di cui ci parla sempre Dorgelès... 80.000 leghe sotto gli Ebrei. Gli indigeni angariati, domati dalla fame, dal freddo, dalla guerra, dalla pazzia, addomesticati fin nel sangue, nelle midolla, fino alla radice del cetriolo, non avranno certamente più alcun diritto al minimo passaporto! Di che?... di che?... Sfileranno all'interno delle frontiere, nei loro colossali canili, ogni muta rinchiusa tra le proprie sbarre, sfileranno sotto le bandiere, a ritmo di musica, in rantolanti corali, portatori di cartelli magici, di effigi delle loro ciurme, di enormi sentenze, slogan ebrei... Non mi lambicco il cervello per prevedere gli avvenimenti... Non ho bisogno d'inventare... Basta andare in Russia per rendersene conto come funziona la bella Avventura... Il nostro avvenire sta là, per intero, si mostra ai nostri sguardi, non si nasconde affatto!... Gli Ariani non sono curiosi... Restano a casa propria, fanno lo scopone, si abbronzano sulle spiagge, sbevazzano, se la fanno nei boschetti. Mentre gli Ebrei, loro, si spostano, vanno tutti dai Soviet, per rendersi conto, per ispirarsi... il 98% dei turisti che vanno in Urss ogni anno, da tutti i paesi del mondo, sono Ebrei... Ministri, agitatori, marchese, ingegneri, spie, pellicciai, gioiellieri, banchieri, grandi autori, baldracche, critici d'arte, attori, tutti ebrei...

Vanno ad annusare il vento d'Asia... a fiutare la magnifica rivincita. Quelli che non sono giudei, del viaggio, sono quanto meno massoni, grandi democratici, grandi demagoghi, i nostri più zelanti traditori insomma, propagandisti sfrenati, ferventi organizzatori per la Pace! tutti occhi chiusi, bacati, venduti, assorbono tutto, tutto quel che gli si dice... molli, avidi, cupidi, troiame fottuto...

Quanto al piccolo clan refrattario, i rospi borbottanti di sempre, gracidano giusto il necessario... Ce ne vuole!... Se non esistessero, questi putridi, bisognerebbe farli venire a pagamento... Loro che 1.  provocano, giustificano certe misure, certi rigori... Certi decreti, per esempio: « Tutti i discorsi antisemiti saranno passibili da oggi della pena di morte »... Ecco un editto come si deve. E scommetto che di qui a poco ne vedremo di simili attaccati sui nostri muri... Quanto a me, faccio il necessario.

1981 edezione Guanda... da pagina 69 a76

Devo dire che con il Popol ci siamo trovati lo stesso d'accordo, abbiamo concluso: Sono dei vampiri! dei porci incredibili, bisogna rispedirli da Hitler! in Palestina! in Polonia! Ci fanno un danno immenso! Non possiamo più tenerli qui!... Oltretutto Popol, tra parentesi, aveva appena subito un duro scacco, il suo capolavoro rifiutato di netto, dalla Città, un magnifico paesaggio, per l'Esposizione, tutti gli Ebrei avevan fatto furore, lui solo restava in bianco... Ma per costituire la mia crociata Popol, pur coraggioso, pur valoroso, non poteva comunque bastare... Bisognava che reclutassi ancora... Perciò lo avverto:

— Aspettami! ritorno subito... Faccio solo un salto fino a Bezon, vado a svegliare mio cugino, Gustin Sabayote... Vado a scuoterlo dal suo torpore... Bisogna che ci segua... È celibe anche lui... Dunque libero in teoria... Abita a sinistra del municipio... Un attimo!...

Quando lo trovo, stava in cucina, Gustin, occupato a sbucciar pisellini... Ha solo un vizietto Gustin, fuma la pipa di continuo... Non mi perdo nei preamboli... lo informo in un batter d'occhio... Gliela canto... Mi risponde:

— Ferdinand, eccoti diventato un fanatico, insomma parla pure, ma ti avverto, ti metto in guardia, gli Ebrei sono molto intelligenti... ci son solo loro in Francia che leggono i libri, che si documentano, che si informano, sono armati di sapere, ora occupano tutti i posti, tutti i permessi sono nelle loro mani, sanno rendersi popolari, fanno del bene oltretutto, al popolino, le 40 ore, gli conviene... e poi le vacanze... Ti farai sbattere in galera... Ti farai sbranare senz'altro...

— Intelligenti cosa?... insorgo io. Sono razzisti, hanno tutto l'oro, han preso tutte le leve, si aggrappano a tutti i comandi... È questa la loro intelligenza?... C'è poco da lustrarsi!... Pedinano che è un piacere, eliminano, disgustano, perseguitano, danno la caccia a chi può rivaleggiare, dar loro la minima ombra... È la loro crociata contro di noi, la crociata a morte... È questa la loro intelligenza!... Tutti i lavori interessanti se li intascano loro.. se li accaparrano, espellono di brutto o a fuoco lento tutto quel che non è autentico ebreo... luridamente ebreo... ebraizzato... filogiudeo... inculato da ebreo... È la grande tecnica del cuculo... Per fare un esempio ad hoc, per illustrare a puntino le cose, se Einstein non fosse giudeo, se Bergson non fosse circonciso, se Proust fosse soltanto bretone, se Freud non avesse il marchio... non si parlerebbe molto né degli uni né degli altri... non sarebbero certo quei geni che fanno sorgere il sole!... Te lo posso assolutamente garantire... al giorno d'oggi, la minima scorreggia d'Ebreo, diventa una cannonata! una meravigliosa rivelazione, amico mio, all'istante! per effetto automatico dell'armatura ebrea del mondo... milioni di telefoni che si mettono in moto... Povera loffa montata in miracolo! e al galoppo!... Che sia la pittura di Cézanne, Modi, Picasso o di chi altro i film del signor Benhur, la musica di Tartinowskij, diventa subito un avvenimento... L'enorme pregiudizio favorevole, mondiale, anticipa, preludia ogni intenzione ebrea... Ebrei tutti i critici dell'universo, tutti i cenacoli... tutte le informazioni! Tutte le agenzie ebraiche del mondo si mettono, al minimo mormorio, al minimo sussulto di produzione giudaica, a vomitare le folgori del tuono... e la pubblicità parlata, razzista, ebrea, fa meravigliosamente da eco... Tutte le trombe si stappano da un capo all'altro dei continenti, salutano, intonano, strepitano, canticchiano meravigliosi Osanna! al sublime inviato dal cielo! Ancora un Ebreo incomparabile! della tavolozza! dello schermo! dell'archetto! della politica! immensamente più geniale! più rinnovatore incontestabilmente di tutti i geni del passato (evidentemente tutti Ariani). L'epilessia subito 'impadronisce in tromba dei grotteschi gentili, esultano in coro quei cornuti, si gettano violentemente nel coro, con tutta la forza della loro coglioneria, si farebbero ammazzare tutti seduta stante!... per il trionfo del nuovo idolo ebreo!... Per mandarli in estasi basta offrir loro ancora un po' di merda ebrea in cui avvoltolarsi... Non sono tanto difficili... Hanno perso ogni istinto... Non sanno più fare la differenza tra vivo e morto... tra « l'organico » e il velleitario, la cartapesta e l'acqua pura, tra le lucciole e le lanterne, il falso e l'autentico... Non lo sanno più... Hanno succhiato troppe porcherie da molti secoli e evi ormai, per potersi ritrovare nell'autentico... Si appagano solo di imitazioni... Prendono la candeggina per acqua di fonte e la trovano molto migliore! infinitamente superiore! Sono ritmati dall'impostura. Evidentemente, di conseguenza, guai! casino! per l'indigeno che potrebbe farsi notare per una qualità originale, per una musichetta tutta sua... per un piccolo soffio di tentativo! diventerà subito sospetto, detestato, inesorabilmente odiato dai suoi fratelli di razza. È la legge dei paesi conquistati che nulla possa mai scuotere il torpore dell'orda schiava... Tutto deve rapidamente risprofondare in ruminazioni da ubriachi... Sono loro, i fratelli di razza, che si incaricano col massimo rigore dell'ostruzionismo metodico, della denigrazione, del soffocamento. Appena un indigeno si mette in mostra... gli altri della stessa razza insorgono, ci manca poco che lo lincino... Nelle galere, le peggiori sevizie sono i forzati stessi a farle... tra di loro, mille volte più crudeli della ciurma più abominevole...

I fratelli di razza sono ben ammaestrati... Per l'alcolizzato abituale, l'acqua di fonte diventa un veleno. La odia con tutta l'anima... Non la vuole più vedere sul tavolo... vuole della merda in bottiglia... nei film, nei libri, a teatro, nelle canzoni d'amore, nella piscia... Capisce solo Ebreo... solo quel che esce dalla fogna ebrea... se ne delizia, va in estasi... E nient'altro!... Gli Ariani, i Francesi soprattutto, non esistono più, non vivono più, non respirano più che sotto il segno dell'invidia, dell'odio reciproco e totale della maldicenza assoluta, fanatica, massima, del pettegolezzo forsennato, più meschino, della chiacchiera delirante, dell'alienazione denigrante, del giudizio basso, sempre più basso, più bifolco, più accanitamente vile e codardo... Perfetti schiavi, agenti provocatori fanatici, informatori, ipocriti, doppiogiochisti di questure e di caffè, perfettamente ammaestrati dalla polizia ebrea, dalla stampa ebrea, dai comitati del gran potere ebreo... Più alcun senso razziale di mutuo aiuto. Più nessuna mistica comune. Gli Ebrei nuotano adorabilmente in quelle putride acque... Questa enorme beceraggine permanente, questo reciproco tradimento di tutti contro tutti li incanta e li soddisfa... La colonizzazione fila come l'olio. Sulla venalità meschina, assoluta, del fondo contadino francese, gli Ebrei se la godono, sfruttano, fanno aggiotaggio che è un piacere... Si buttano su questa carogneria strabiliante come la iena sulle budella in decomposizione... Questo putridume è la loro festa, il loro elemento provvidenziale... Solo in piena cancrena trionfano...Diligenti, ondeggianti, ossequiosi, informati, orientali, vischiosi, segreti, sempre pronti a infrollire, a spingere verso una putredine più grande... più spugnosa, più intima ancora... Hanno buon gioco! Ottimo gioco! Corrompere più largamente... più intimamente... Non hanno mai incontrato sulle strade del loro trionfo orde di lacchè più servili, più sature di odi reciproci, abbrutite da secoli di alcool e di polemiche intestine. Tagliare, frugare in questa turba francese, estrarne tutto il sugo, tutto l'oro, il profitto, la potenza, per un Ebreo è un gioco da ragazzi!... Lo schiavo gli si presenta vacillante, tutto pesto, in catene... Basta metterli sui propri passi. Il bianco, il Francese soprattutto, detesta tutto quello che gli ricorda la propria razza... Non ne vuol sapere ad ogni costo... Tutto ciò che non ha il marchio ebreo, che non puzza di ebreo, non ha al giorno d'oggi per l'Ariano gusto, realtà, sapore. Gli occorre, esige l'impapocchiamento ebreo, la pomata ebrea, l'orpello ebreo, la truffa ebrea, l'impostura ebrea, il livellamento ebreo, ovunque quel che chiama il progresso, progresso ebreo... Tutto quanto è semplice, diretto, come la sua genuina natura occidentale, lo porta al sospetto, all'odio, immediatamente... Insorge, va in collera, non ha tregua fin quando non ha fatto sparire queste evocazioni, dalla sua vista questi fantasmi che lo irritano. La verità, la semplicità lo offendono... Un totale rovesciamento degli istinti estetici... Si è arrivati, con la propaganda e la pubblicità, a fargli rinnegare il suo proprio ritmo... Quel che più cerca ora al cinema, nei libri, nella musica, in pittura, è la smorfia, l'artificioso, l'alambiccato, la contorsione afro-asiatica... Bisogna andare ancora più lontano lungo la via capitolare... Supponete che ame, povero gentile, capiti un bel giorno, Dio me ne guardi! di pubblicare un qualche romanzetto... di schizzare un qualche esile ritratto... di modulare una qualche arietta... di redigere una breve dissertazione, mettiamo sul « Bilboquet », le sue regole, o qualche studio approfondito sull'origine delle verruche... se non sono che un semplice autoctono... neanche massone di terz'ordine... chi mi leggerà?... chi mi ascolterà?... Certamente non i miei fratelli di razza... Venerano troppo la loro ignoranza, la loro fannullaggine, la loro idiozia pretenziosa... Ma certamente tutti gli Ebrei che si aggirano nei paraggi... Se il mio piccolo o grosso lavoro contiene qualche autentica sostanza emotiva, lirica, sarà da loro prontamente scorticato, deglutito... Gli Ebrei sono piuttosto mal dotati per le arti, biologicamente, dal fondo stesso della loro natura. Cercano di fare dell'arte, in Europa quanto meno ci riescono male e di sponda... Devono supplire, barare, saccheggiare di continuo, succhiare i vicini, gli autoctoni per sostenersi... Gli Ebrei mancano disastrosamente di emozione diretta, spontanea... Parlano invece di provare... Ragionano prima di sentire... In breve, non provano niente... Si vantano... Come tutti gli afro-asiatici il loro sistema nervoso, atavicamente è di zinco e tale rimane, grossolano, volgare e molto ordinario per dirla tutta, a dispetto di tanti sforzi e di enormi pretese... Precoci e rozzi, ma senza eco. Sono condannati, nel caso se la passino sotto i nostri climi, a prodigarsi in smorfie, in tam-tam, in imitazioni, come i negri e come tutte le scimmie... Non sentono niente direttamente, e assimilano ben poco in profondità donde quell'infinito inculare le mosche, quell'iper-rovistio tutto a bluff, quelle forsennate didattiche, quelle analisi sfrenate, tutta quella pomposa masturbazione dottrinaria, al posto dell'umanità diretta, dell'autentica ispirazione... Sarebbero da compiangere, se non rompessero tanto i coglioni. Sono più fumo che arrosto, malgrado tutto quello sbattersi frenetico, universale, sempre lì a impapocchiarci di nuovo, a dimostrarci tutto il contrario.

Come tutti i grandi insensibili, solo le broccaggini gli passano spontaneamente per il cervello.

Torniamo ai nostri polli, quando gli Ebrei saranno passati, dicevo, per i miei lavoretti, e avranno estratto, spillato tutto quanto gli può tornar utile, io sarò completamente fuori gioco, camuffato, rivenduto, volgarizzato sotto le loro penne, giudaizzato mio malgrado, sotto i loro nomi, etichette, di mille altri piccoli Ebrei internazionali, ancor più ladroni se possibile, sempre più faccia di tolla, tutti uno più sornione, più bravo, più geniale dell'altro... La pagherò cara, mi giocheranno il tiro dell'oblio totale, dell'umiliazione a oltranza, del soffocamento, della minimizzazione con tutti i mezzi in circolazione, del caricellamento, della negazione, dell'estrazione se possibile...

Il processo grugnifagico ebreo completo... D'altronde, bisogna pure confessarlo... i miei fratelli di razza, all'occasione, si mostreranno di sicuro centomila volte più abietti di qualsiasi giudeo... Credo che non abbiano uguale in tutto il mondo nel vomitar fiele sull'onesto lavoro. Il Francese, in particolare, si stacca nettamente dall'insieme ariano per il suo odio irremissibile, inespiabile, per tutto quanto, anche da lontano, gli ricorda qualche lirismo. Allora, non si contiene più dal furore oscuro! il sangue gli va agli occhi... Che fallimento... Che rimbambimento! dalle caverne... Che disastro! Che ignobile involuzione nell'inerzia e nella merda... Se ci vedessero i Cromagnon, quei sublimi incisori! che vergogna!... Niente e ai nostri giorni più odioso, più umanamente odioso, più umiliante che vedere un Francese moderno, un letterato, scorticare beffardamente un libro, un'opera... qualsiasi bestia in confronto appare più nobile, patetica e profondamente commovente. Ma guardate questo smargiasso fifone così indecente di sufficienza, osceno di zoticaggine millantata, di tracotanza ostinata, com'è pesante... Cosa gli si può ancora spiegare? rispondere?... Sa tutto!... È incurabile! Se si è preso il diploma allora non è più nemmeno avvicinabile... Il pavone neanche è suo cugino... Tutto quel che può somigliare anche vagamente a un'intenzione poetica, gli diventa un insulto personale... Ah! però! però' ce ne fottiamo di lui? Da quel disgraziato diploma esce mille volte più selvaggio, più irrecuperabile di uno zulù... Tutto lo slancio, lo spirito, le penne di pavone, il figarotismo, tutta la propria tradizione di piroette, la piccante rivolezza, tutte le leziose contorsioni da culo rifatto, le ritrova solo al momento di adulare l'Ebreo, il proprio aggrottato padrone. Di colpo allora si arrende, si dà, si sorpassa. Tutto quel che bolle di dolciastro in fondo alla sua carcassa fifosa gli spunta fuori di colpo, sotto la penna... Mi sono imbattuto l'altro giorno, sfogliando una rivista d'arte, in uno di quei pezzi di sublime merda, nelle chiacchiere di uno di quegli immondi. Si trattava di pittura, cito pressappoco a memoria:

« Ah! esclamava quel buon'annulla, è già un bel pezzo che, in Francia perlomeno, i nostri più eminenti critici non fanno più distinzione nei loro giudizi tra artisti francesi nati nel nostro paese, e i nostri cari artisti di origine straniera! (leggi gli Ebrei). Parigi deve loro talmente tanto! Lo Splendore di Parigi! (ebreo). Dato che ci hanno adottati, ebbene, adottiamoli anche noi! Che diventino francesi uguale! (come no! ma mica a Verdun!) con gli stessi diritti! Fraternità artistica innanzitutto!... al di sopra di tutte le frontiere! Nelle Belle Arti, più patria! Un solo cuore unanime per tutti!... Più pregiudizi razziali! Fraternità culturale!... Chi pensasse... ecc... ecc... ».

Sicuro! Sicuro! Stronzo! Quando i tuoi padroni ebrei, la prossima volta, ti comanderanno di passargli una bella slinguata sul buco del culo... di masticare caghetta... senza che ti resti sullo stomaco, sicuro che troverai nuovi slanci ancora più impetuosi se possibile, per comunicare la tua ebbrezza... Ti sento fin d'ora: « Ma la merda ebrea, miei cari fratelli, per un palato davvero francese, ma è una finezza senza pari! Un nettare inaudito! genuino! un paradiso! Ah! il misero! Ah! compiangete il tapino! Chi se ne sta col muso in disparte! Chi si trattiene! Chi non si slancia risoluto!... a divorate l'adorabile stronzo... la squisita geniale cacca ebrea! Ma è un ritardato mentale! la divina merda "due volte francese"! adottata!... Che si deve sempre preziosamente, devotamente preferire a qualsiasi altra delizia... a qualsiasi altra celeste dimora! ».

To be Continua in...

 By Manlio Amelio in Exquisite-Cadavre avec Louis-Ferdinand Celine et i Sostenitori dei Cicalanti-Eletti-Badroni... oppure... L'Archetipi-Politici-Ebraici...

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