IUS SOLI, UN’ARMA DI CONQUISTA

IUS SOLI, UN’ARMA DI CONQUISTA

Salvatore Clemente

di Lorella Presotto, 10 marzo 2017


Molte persone fanno fatica a districarsi col linguaggio latino e non comprendono esattamente su quali parametri si basa il riconoscimento di cittadinanza.

Intanto cos’è la cittadinanza? La cittadinanza è il riconoscimento delle istituzioni dello Stato di appartenere a quella determinata collettività.

La cittadinanza può essere riconosciuta alla nascita oppure nel caso di uno straniero dopo diversi anni di residenza sul suolo nazionale.

La cittadinanza comporta obblighi e diritti, ed è un segno di riconoscimento identitario ben preciso. In particolare chi è cittadino di un determinato paese ha l’obbligo di accettare indiscutibilmente le leggi dello Stato.

L’incognita della cittadinanza risiede nel “metodo di riconoscimento”, soprattutto per quello che è il “riconoscimento alla nascita”.

Se il riconoscimento di cittadinanza viene dato al “nascituro figlio di cittadini dello Stato in cui nasce” (es. il bimbo nasce in Italia da genitori italiani), il metodo di riconoscimento della cittadinanza viene definito IUS SANGUINIS ovvero il diritto cade in linea retta da genitori al figlio. Lo stesso vale anche quando un solo genitore sia autoctono (ovvero con cittadinanza di quello stato).

Se invece il riconoscimento di cittadinanza “viene dato a qualsiasi bambino che nasce nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori,” il metodo di riconoscimento della cittadinanza viene definito IUS SOLI.


LA DIFFERENZA STA QUINDI NON NEL RICONOSCIMENTO ALLA NASCITA, MA IN CHI SONO I GENITORI.

Uno dei paesi che sin dalla propria costituzione riconosce la cittadinanza sulla base dello “ius soli” sono sicuramente gli Stati Uniti d’America.

Gli attuali cittadini, i c.d. Statunitensi non sono originari del continente nord americano. Gli autoctoni, ovvero quelli originari del continente sono i pellerossa, che sono nelle riserve, annientati nei secoli dai continui sbarchi di coloni, che li hanno espropriati delle loro terre.

E’ chiaro, gli Stati che si sono formati sulla sopraffazione del popolo autoctono non potevano che applicare il diritto di cittadinanza fondato sullo “ius soli”, viceversa nessun individuo approdato in quelle terre avrebbe potuto essere riconosciuto cittadino americano attraverso il riconoscimento “ius sanguinis”, dato che nessuno di loro era nato da genitori autoctoni.

Se i coloni non avessero invaso gli Stati Uniti, oggi i cittadini americani sarebbero solo i pellerossa, e non i bianchi provenienti dal continente europeo. I pellerossa probabilmente invece di abitare nelle riserve, vivrebbero nelle città.

E’ ovviamente chiaro che una società basata sulla conquista dei territori, non poteva alla sua base riconoscere la cittadinanza per diritto di sangue (ius sanguinis) perché avrebbe disconosciuto sé stessa. Ed è questo il motivo storico per cui negli Stati Uniti la Cittadinanza si acquisisce per nascita indipendentemente dallo status quo dei genitori.

L’Italia vanta una storia di almeno cinquemila anni. Nonostante più volte nei secoli essa sia stata invasa, è sempre riuscita a liberarsi e a ripristinare la propria cultura.

L’Italia insieme alla Grecia, vanta anche una storia del diritto millenaria [a differenza degli USA il cui diritto è stato importato dalla Gran Bretagna – diritto anglosassone di common law].

Sebbene il diritto anglosassone di common law abbia subìto alcune influenze dal diritto romano, esso si differenzia in modo sostanziale da quello continentale europeo e soprattutto da quello Italiano.

Orbene, nel diritto italiano, così profondamente legato alla dottrina giuridica continentale e al diritto greco-romano, il cittadino è colui che non solo nasce in suolo italico, ma nelle cui vene scorre il sangue delle tradizioni, degli usi, dei costumi e delle leggi italiche, lo ius sanguinis appunto.

E’ chiaro che la denominazione “sangue” è una metafora, che serve però a distinguere chi, non solo nasce in un determinato territorio, ma anche e soprattutto sia depositario del diritto di eredità di una cultura millenaria.

E’ con questo metodo che l’Italia ha mantenuto nei secoli la propria individualità, e difeso la propria cultura da possibili penetrazioni.

E’ CHIARO DUNQUE CHE LA DIFFERENZA TRA LO “IUS SANGUINIS” E LO “IUS SOLI” E’ FONDAMENTALE. ED E’ ATRESI’ CHIARO QUANTO SIA PERICOLOSO CONFONDERE I DUE TERMINI.

Mentre il primo, lo ius sanguinis, tende a difendere l’identità nazionale da qualsiasi penetrazione culturale straniera; il secondo, “lo ius soli”, apre completamente le porte a qualsiasi altra cultura, che poi può portare danni irreparabili alla struttura dello Stato e alla stessa collettività.

Un esempio storico inoppugnabile è la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Fu proprio a causa delle infiltrazioni e dei matrimoni tra romani e soggetti dei territori conquistati che l’Impero d’Occidente cadde nel 476, ben mille anni prima dell’Impero d’Oriente (che cadde nel 1453), il quale invece rimase fortemente sigillato nella propria identità, rifiutando qualsiasi infiltrazione.

L’Impero Romano di Occidente fu rovesciato proprio da coloro che avevano acquisito la cittadinanza per matrimonio. Essi rovesciarono il potere di Roma, non essendosi mai riconosciuti in quella romana, e meditando la vendetta.


È QUELLO CHE PUÒ ACCADERE IN QUALSIASI PAESE CHE DISPENSI LA CITTADINANZA SENZA SCRUPOLI. Quando i cittadini stranieri in possesso di cittadinanza diverranno di numero maggiore rispetto agli autoctoni, essi pretenderanno di imporre la loro cultura, di rovesciare i fondamenti giuridici dello Stato, e si andrà incontro ad un fenomeno di meticciamento culturale, un popolo che sarà, o imbrigliato in una cultura che non gli appartiene, oppure ancor peggio in piena crisi identitaria.

Pensiamo a quello che sta accadendo attualmente, con i flussi migratori. Se ci fosse il riconoscimento di cittadinanza basato sullo ius soli, qualsiasi donna partoriente proveniente da qualsiasi parte del mondo che mettesse piede sul suolo italico, vedrebbe riconosciuta la cittadinanza al proprio figlio.

In pochissimi anni il numero di italiani autoctoni scenderebbe rispetto al numero di italiani riconosciuti, con grave pericolo dell’identità nazionale.


PENSATE ALL’UTILIZZO DEL BURQA, ALLE RAPPRESENTANZE SOCIALI. In men che non si dica gli stranieri riconosciuti diverrebbero la maggioranza e imporrebbero i loro usi e costumi, pretenderebbero nuove leggi, diverse, imporrebbero religioni, taglierebbero diritti.

NON È UNA LEZIONE DI CIVILTÀ CHIEDERE AD UN POPOLO DI ABBASSARE LE DIFESE E RINUNCIARE ALLA PROPRIA IDENTITÀ.

E’ piuttosto un obiettivo: quello dei mondialisti. Gente priva di scrupoli, per cui contano solo il denaro e i mercati. Le c.d. Elites finanziarie.

Un popolo quando è in crisi identitaria non ha forza di ribellarsi, inoltre lo scontro rimane nelle basse fasce e non rischia di dilagare verso le fasce alte, quelle dirigenziali.

IN QUESTO MODO I POTENTI OTTENGONO LA “GOVERNABILITÀ”.


LA MESCOLANZA DI RAZZE ED ETNIE PORTA ANCHE AD UNA COMPETITIVITÀ ESAGERATA PER LA SOPRAVVIVENZA, ad un surplus di mano d’opera e quindi la disponibilità per le elite di avere mano d’opera a bassissimo costo.

Aumentare il numero della popolazione attraverso lo ius soli comporterà dei vantaggi solo e soltanto per le elite.

Non più popoli con proprie identità, ma tante etnie sempre in lotta fra loro, fino a sopraffarsi l’un l’altra e sbriciolare tutta la storia dei secoli precedenti.


NON SI PUÒ PENSARE DI DIFENDERE LA PROPRIA CULTURA APRENDO LE PORTE ALL’INVASIONE.

L’invasione uccide. E come se il contadino permettesse che un gregge di pecore entrasse nel campo seminato: dopo il passaggio del gregge il campo non frutterà più. Invece il contadino, se vuole che quel campo produca frutti, deve proteggerlo con una staccionata, così il gregge è costretto ad aggirare il campo e il raccolto sarà salvo.

La storia è piena di esempi di antichi popoli e culture scomparsi a causa dell’invasione incontrollata di altri e ci deve insegnare.

Un conto è accogliere lo straniero in difficoltà, una tantum, un altro è aprire le porte ad una immigrazione incontrollata riconoscendo diritti prima ancora di conoscere come quei diritti saranno utilizzati.


LA CITTADINANZA VA MERITATA, NON PUÒ ESSERE REGALATA, SOLO PERCHÉ LA MAMMA HA MESSO PIEDE SUL SUOLO ITALICO.

Non si tratta di discriminazione, di razzismo, come molti vogliono far credere, ma di semplice riconoscimento delle diversità.

La storia di ogni popolo fa la differenza, e le differenze sono una ricchezza.

E’ solo grazie alle differenze che tutti i popoli possono sopravvivere e portare avanti la loro identità nel rispetto delle altre.

E’ l’essere diverso l’uno dall’altro che ci rende speciali, non il suo contrario.

NO IUS SOLI, NÉ ORA NÉ MAI.


(Fonte: http://www.imolaoggi.it/2017/03/10/ius-soli-unarma-di-conquista/)

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