I nostri pensieri sono quelli di Dio o degli uomini? (Matt. 16:23)

I nostri pensieri sono quelli di Dio o degli uomini? (Matt. 16:23)

Robert Luccioni

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“I tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini”. E i nostri pensieri? Quando possono diventare particolarmente pericolosi? Il versetto di oggi è preso dal racconto riportato in Matteo capitolo 16 versetti da 21 a 23. Leggiamolo insieme. Dice: “Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, soffrire molto da parte degli anziani, dei capi sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e il terzo giorno essere risuscitato. Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a rimproverarlo, dicendo: ‘Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai’. Ma voltandogli le spalle, lui disse a Pietro: ‘Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini’”. Qui dice che “da quel momento” Gesù cominciò a spiegare gli eventi che si sarebbero verificati di lì a poco. Da questi versetti e dai racconti paralleli capiamo che spiegò quello che sarebbe accaduto, dove sarebbero andati, quello che sarebbe successo a lui e forse anche agli apostoli. E cosa disse Pietro? In pratica disse: “No, no, Gesù, ti sbagli. Non dire così. Stai esagerando, vedrai che non succederà nulla”. Ora, anche se fu Pietro a essere rimproverato, il racconto parallelo di Marco 8 indica che forse anche gli altri apostoli la pensavano così. Trovavano difficile credere a quello che Gesù stava dicendo. Qual era il problema? Non erano uomini malvagi, erano uomini spirituali. Ma il problema era che in quel momento i loro erano ragionamenti umani, pensieri degli uomini, e non capivano che Gesù stava esprimendo i pensieri di Dio. Gesù corresse subito il loro modo di pensare. In quel momento cruciale aveva bisogno di Pietro e degli apostoli non davanti a lui come pietre d’inciampo, ma dietro di lui per sostenerlo. Gesù aveva bisogno di essere sostenuto, non di essere distratto. E gli apostoli recepirono il messaggio, infatti niente indica che Gesù abbia dato ancora consigli al riguardo. Anzi, in Luca 22:28 Gesù li lodò e disse: “Voi siete quelli che sono rimasti con me nelle mie prove”. Impararono una lezione molto importante. La lezione era: fidatevi di Geova e fidatevi del canale che Geova sta usando. Solo così i loro pensieri sarebbero stati quelli di Dio. E impararono anche che era necessario farlo soprattutto mentre si avvicinavano alla fine del ministero di Gesù e le pressioni aumentavano. Che dire di noi? I nostri pensieri sono i pensieri degli uomini o sono i pensieri di Dio? Tutti noi facciamo fatica a volte. Almeno, io sì. Sono sicuro che a volte Gesù vorrebbe proprio dirmi: “Senti Robert, guarda che i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini!”, perché non sempre reagisco in modo giusto. Credo capiti a tutti. Ma dobbiamo stare attenti, perché le circostanze e le pressioni a volte possono farci vedere le cose soltanto da un punto di vista umano, non quello di Dio. In alcuni casi potrebbe essere particolarmente pericoloso. Se ci pensiamo, è facile fidarci di Geova e dei suoi rappresentanti quando le cose vanno bene. È anche facile fidarci di Geova e del canale che sta usando quando le cose sono ovvie. Ma non è sempre facile quando le cose sono poco chiare o quando la situazione è complicata. Pensiamo a quando la nazione di Israele si stava preparando per lasciare l’Egitto. Leggiamo insieme Esodo 11:3. Dice: “Geova fece in modo che il popolo incontrasse il favore degli egiziani. Lo stesso Mosè era arrivato a godere di grande considerazione nel paese d’Egitto tra i servitori e il popolo del faraone”. La cosa interessante è che a quel tempo gli israeliti e gli egiziani avevano già visto 9 piaghe: era più che ovvio che stava succedendo qualcosa e molti erano disposti a seguire Mosè, a fare quello che diceva. Al capitolo 12 Mosè dà delle istruzioni: “State a casa!”, “Mangiate questo!”, “Cucinatelo così!”, “Mangiatelo in questo modo!” Notate il versetto 50 del capitolo 12: ‘Gli israeliti fecero proprio come Mosè aveva comandato’. A questo punto erano sicuri che sarebbe arrivata la decima piaga. Non viene detto che qualcuno obiettò o discusse con Mosè: totale ubbidienza e sottomissione. E invece quando le cose diventarono meno chiare, più complicate? Quando per esempio sembrava che fossero in trappola di fronte al Mar Rosso? Prendiamo il capitolo 14, versetti 11 e 12: “E dicevano a Mosè: ‘Ci hai portato a morire qui nel deserto perché in Egitto non ci sono tombe? Che cosa ci hai fatto portandoci fuori dall’Egitto? Non parlavamo proprio di questo quando in Egitto ti dicemmo di lasciarci servire in pace gli egiziani? Per noi è meglio servire gli egiziani che morire nel deserto!’” Che differenza! Come se dicessero: “Che cosa ci hai fatto? Non sai quello che stai facendo! Moriremo tutti!” Cominciarono a vedere le cose da un punto di vista umano, non quello di Dio. Cosa impariamo? Impariamo che, quando le pressioni aumentano, dobbiamo continuare ad accertarci che i nostri pensieri siano quelli di Dio. Dobbiamo continuare a fidarci del canale che Geova sta usando. Beh, gli eventi di questi ultimi mesi ci hanno ricordato e ci hanno dimostrato quanto velocemente il mondo possa cambiare: un momento va tutto liscio e il momento dopo c’è il panico e il caos. Abbiamo visto che anche la nostra vita può cambiare velocemente: un momento siamo con la congregazione, lavoriamo, andiamo in vacanza, viaggiamo per degli incarichi, e poi improvvisamente tutto si ferma. Come abbiamo reagito? È incoraggiante vedere come tutti voi fratelli e sorelle vi siete adattati ai cambiamenti e vi siete subito attivati per seguire le istruzioni date dall’organizzazione. Continuate così. Fidatevi di Geova. Fidatevi del canale che Geova sta usando. Ma, come abbiamo detto, è relativamente facile farlo quando le cose sono ovvie, proprio come in questo periodo. Ma se le cose diventano meno chiare, più complicate? Sappiamo dalle profezie bibliche che a un certo punto in futuro è così che andranno le cose e sarà in quel momento che dovremo stare ancora più attenti a non fare affidamento su pensieri o ragionamenti umani. Non possiamo fidarci dei ragionamenti umani. Ma possiamo fidarci della guida di Geova. A questo riguardo mi vengono in mente 2 attacchi che subì Gerusalemme. C’è una differenza interessante tra questi 2 episodi. In entrambi i casi la situazione era complicata, poco chiara: gli israeliti erano in trappola, sembravano spacciati. Ricordate quando gli assiri mossero contro Gerusalemme al tempo di Ezechia? Le istruzioni date tramite il profeta Isaia erano molto chiare e cioè: “Non chiedete aiuto all'Egitto e non arrendetevi agli assiri”. Ricorderete dal film e dal racconto biblico che questo sembrava illogico. Volevano chiedere aiuto all’Egitto. In effetti alcuni lo fecero. Altri pensavano: “Se ci arrendiamo, gli assiri non ci faranno del male”. Ma Geova era stato chiaro, quindi ubbidirono alle istruzioni e sopravvissero. Quando furono i babilonesi ad attaccare Gerusalemme le istruzioni di Geova tramite Geremia erano di nuovo molto chiare: “Non chiedete aiuto all’Egitto, ma... ...arrendetevi ai babilonesi”. Anche questo sembrava illogico. Erano così arrabbiati che volevano uccidere Geremia. Volevano chiedere aiuto all’Egitto e alla fine lo fecero. Non volevano arrendersi ai babilonesi, forse persino pensando al tempo di Ezechia quando il comando era di non arrendersi. Cosa fecero? Non seguirono le istruzioni, con conseguenze tragiche. Cosa impariamo? In entrambi i casi, la sopravvivenza dipendeva dal fidarsi del canale che Geova stava usando e dal seguire le istruzioni, anche se sembravano illogiche o contrarie all’opinione comune. Applichiamolo a noi. Noi non sappiamo a cosa porterà la situazione che stiamo vivendo. Potrebbe trattarsi solo di un altro evento di rilevanza storica, oppure no. Quello che sappiamo è che questi eventi mostrano che da un momento all’altro il mondo può capovolgersi e la gente può sentirsi “mancare per il timore”. E sappiamo anche che, proprio come Gesù aveva bisogno del pieno sostegno degli apostoli mentre si avvicinava alla fine della sua vita, anche oggi, mentre ci avviciniamo alla fine, il Corpo Direttivo, i Comitati di Filiale, i fratelli con incarichi di responsabilità hanno bisogno del nostro sostegno. Non vogliamo essere pietre d’inciampo, ma dare tutto il nostro appoggio. Quindi, cari fratelli e sorelle, continuate a fare quello che avete fatto finora. Mantenete la calma. Restate uniti. Fidatevi di Geova e fidatevi del canale che Geova sta usando. In questo modo i nostri pensieri saranno quelli di Geova e non quelli degli uomini.

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