I nostri fratelli provano pace nonostante... la depressione

I nostri fratelli provano pace nonostante... la depressione

Interviste e storie di vita > Di fronte alle prove

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Mia madre dice spesso che mi è sempre piaciuto prendermi cura degli altri, sin da quando ero piccolina. Sono fatta così, fa parte del mio carattere. È che non mi piace vedere la gente soffrire. Mi fa stare male. Mi ricordo che... mi ricordo che la prima volta che ho iniziato a lavorare come infermiera piangevo letteralmente tutti i santi giorni. Davvero! Non era solo perché ero infermiera da poco ed ero inesperta. Era anche che combattevo con la mia depressione. Ero così triste. Avevo bisogno che Geova mi aiutasse a capire perché mi sentivo così e mi ricordo che nel 2009 uscì quell’articolo sulla depressione. Allora mi sono detta: “Ok, Geova, mi stai dicendo: ‘È questo quello che hai’. Ma adesso che ho capito qual è il mio problema, devo anche capire come posso gestirlo”. Così ho cambiato alimentazione, ho iniziato a fare più esercizio fisico. Buone abitudini alimentari e movimento fanno davvero bene. Ho anche iniziato a scrivere un diario. L’ho diviso in varie sezioni, una per ogni sintomo della mia depressione. In ogni sezione mettevo scritture, mettevo articoli e mettevo anche immagini. Le immagini possono dire davvero tanto anche senza parole. Ad esempio che Geova ci ascolta e che si prende cura di noi. Fare più movimento, cambiare alimentazione, leggere le pubblicazioni o scrivere un diario sono tutte cose che hanno fatto la differenza e mi hanno aiutato molto. Poi però, a un certo punto è come se non avessero funzionato più. Un giorno mi stavo preparando per andare in Sala, e stavo bene. Mi sono vestita e sono andata verso la porta. Ma niente, non ci sono riuscita perché sono stata travolta da una tristezza e da una paura paralizzanti. E lì sono crollata, ho iniziato a piangere, a piangere. Ero totalmente devastata. Terribile. La mia depressione era peggiorata. È stato così difficile per me avvicinare i fratelli e chiedere aiuto. Ma mi sono resa conto che se non l’avessi fatto, sarebbe successo qualcosa di brutto. Così pensai: “Sai cosa? Chiederò ai fratelli di farmi una visita pastorale”. Perché fino a quel momento non avevo mai parlato con gli anziani della mia depressione. Tra di loro c’era in particolare un fratello che combatteva con il mio stesso problema. E lui mi ha suggerito: “Hai mai pensato di rivolgerti ad uno specialista?” Ma consultare uno specialista era proprio quello che non avevo mai voluto fare. Pensavo di non averne bisogno e… ma a volte arrivi ad un punto in cui ci vuole proprio un aiuto esterno. È così, da sola non ce la puoi fare. In generale, c’è chi ti fa sentire a disagio come se la depressione fosse qualcosa di cui vergognarsi o fosse sbagliato consultare uno specialista. Ma mi sono anche resa conto del fatto che cercare l’aiuto di un medico rientrava tra le cose che potevo fare io per servire meglio Geova, per fare la mia parte. Non vale per tutti la stessa cosa, ma io avevo bisogno di farlo. E devo dire di essere contenta di averlo fatto, perché ammetto di non essermi mai sentita così bene. Mai, davvero. All’inizio si riempì un piano, poi un altro piano ancora, e alla fine tutto l’ospedale, ogni piano. C’erano pazienti COVID dappertutto. Da quando sono infermiera, in tutti questi anni non ho mai vissuto niente di così tragico, e ho perso tanti bravi colleghi che erano con me in prima linea ad aiutare quei pazienti. Sono morte così tante brave persone. È vero che prendevo le mie medicine, ma con tutto quello che stava succedendo non bastava. Mi domandavo: “Che ci sto a fare qui se non riesco, non riesco a salvare nessuno?” È stato a dir poco devastante, davvero devastante. Ricordo che in quei giorni, con le lacrime agli occhi, riuscivo solo a pregare Geova, dando voce al mio dolore. Quello che gli chiedevo era che mi desse la sua pace. Riuscire ad aiutare altri che lottano con la depressione è una cosa che mi fa sentire felice, perché è come se Geova mi stesse usando per dare una mano ad altri. E sapete, è così bello riuscire di nuovo a sorridere, a gioire delle piccole cose, a godermi la creazione, a tornare a essere felice. Ecco, felice anche solo di essere in vita o… ecco, questo.

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