“I mansueti erediteranno la terra” (Sal. 37:11)

“I mansueti erediteranno la terra” (Sal. 37:11)

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Geoffrey Jackson

“I mansueti erediteranno la terra”. Conosciamo tutti molto bene queste parole di Salmo 37:11, non è vero? Le abbiamo usate molte volte nel ministero per dare ad altri una speranza per il futuro. Ma cosa può significare per un cristiano essere mansueto? Per capirlo meglio analizziamo insieme le parole del Figlio di Dio, Gesù Cristo, riportate in Matteo 5:5. Matteo 5:5, ecco quello che Gesù disse: “Felici [notate] i miti, perché erediteranno la terra”. Avrete notato che in questo versetto, essendo tradotto dal greco, viene usato un termine leggermente diverso, miti. Ma l’approfondimento della Bibbia per lo studio fa un commento molto interessante: “Il termine greco originale non racchiude in sé il concetto di codardia o debolezza. Nella Settanta questo stesso termine greco compare a fronte di uno ebraico, che può essere tradotto ‘mansueto’ o ‘umile’”. Anche se ovviamente Gesù parlava in ebraico, qui il Vangelo in greco riporta un termine che nella nostra traduzione viene reso “miti” e la parola “mite” ci aiuta a capire il significato della parola “mansueto”. Una persona mite non è irascibile, ma non è neanche fredda o insensibile, significa solo che è equilibrata nel modo in cui reagisce a certe situazioni. Il libro Perspicacia dice che essere mansueti o miti “permette di sopportare i torti con pazienza e senza irritazione, risentimento o desiderio di vendetta”. Quindi è questo che vuol dire essere mansueti. L’articolo da cui è tratto il commento ci ricorda che nessuno in questo mondo malvagio nasce mansueto, è qualcosa che dobbiamo sviluppare ed è qualcosa su cui dobbiamo continuare a lavorare. Ad esempio, la scrittura di oggi parla di Mosè. Come avete notato, il versetto non dice soltanto “Mosè era mansueto” o non dice soltanto “Mosè era il più mansueto”. Ma piuttosto dice: “Mosè era di gran lunga il più mansueto”. Questo è molto interessante, tutti vorremmo che si dicesse questo di noi. Però poi la Bibbia dice che proprio verso la fine dei 40 anni nel deserto, Mosè perse la sua mansuetudine. Che cosa lo portò ad arrivare a quel punto? Fu il comportamento delle persone intorno a lui, lo portarono all’esasperazione, sembrava che rifiutassero sempre di ascoltare Geova Dio. Quindi che cosa possiamo imparare noi oggi? La nostra mansuetudine può essere messa alla prova in modo simile, può essere messa a dura prova quando interagiamo con gli altri. O anche in questi tempi difficili in cui stiamo vivendo, in cui sappiamo che c’è una grande carenza di cibo e medicine. E forse vediamo le persone al supermercato con i loro carrelli della spesa pieni di cose di cui probabilmente non hanno davvero bisogno, mentre noi magari facciamo fatica a comprare tutto quello che ci serve. Anche questo può mettere alla prova la nostra mansuetudine. Oppure guardare la televisione e ascoltare quello che dicono i leader mondiali, di cosa discutono i politici può mettere alla prova la nostra mansuetudine. O essere vittime di pregiudizi e ingiustizie nella nostra vita. Tutte queste situazioni potrebbero essere un po’ come la situazione di Mosè. Potrebbero mettere alla prova la nostra mansuetudine. Ma a questo punto la domanda è: “Cosa ci aiuterà a rimanere mansueti? Cosa ci aiuterà a sviluppare la mansuetudine?” La prima cosa da fare, ed è una cosa fondamentale, è rafforzare la nostra fiducia in Geova e riporre la nostra speranza in lui. Torniamo allora alle parole che abbiamo citato all’inizio, tratte dal Salmo 37. Leggiamo il contesto pensando a quello che abbiamo appena detto sulle situazioni che potremmo affrontare ora o anche in futuro e che potrebbero mettere alla prova la nostra mansuetudine. Quindi Salmo 37, leggiamo i versetti 7-11: “Attendi Geova in silenzio [e notate]; aspettalo fiducioso”. Ecco la chiave per rimanere mansueti. Sì, aspettare Geova. Poi continua dicendo: “Non indignarti per coloro che riescono nei loro inganni. Allontana l’ira e abbandona il furore; non indignarti e non fare il male, perché i malvagi saranno spazzati via, ma quelli che sperano in Geova erediteranno la terra. Ancora un po’ e i malvagi non ci saranno più; guarderai verso il luogo in cui erano, e non li troverai. Ma i mansueti erediteranno la terra e proveranno immensa gioia nell’abbondanza di pace”. Quando leggiamo queste parole, in particolare nei tempi in cui stiamo vivendo, non assumono forse un significato più profondo? È chiaro, per mostrare mansuetudine dobbiamo confidare pienamente in Geova nostro Dio, dobbiamo lasciare le cose nelle sue mani. Alcuni problemi, come sappiamo, verranno risolti solo da Geova in futuro. Quindi con questo in mente diamo un’occhiata alla lettera ai Romani. Prendiamo insieme il capitolo 12 di Romani. Noterete che un pensiero simile a quello del Salmo 37 è riportato anche qui in Romani capitolo 12. Seguitemi nella lettura dei versetti 17-19: “Non rendete a nessuno male per male. Proponetevi di fare ciò che è eccellente dal punto di vista di tutti. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti. Miei cari, non vendicatevi, ma fate posto all’ira; infatti è scritto: ‘La vendetta è mia; io ripagherò’, dice Geova”. Quando dice “fate posto all’ira”, cosa significa? Più volte è stato spiegato che qui si fa riferimento all’ira di Geova, in altre parole è un suo diritto correggere tutte le cose brutte che stanno accadendo. Piuttosto che cercare presuntuosamente di prendere in mano la situazione e correggere il torto o reagire in modo negativo alle cose brutte che accadono intorno a noi, dobbiamo accettare che alcune cose vanno lasciate nelle mani di Geova. Lasciamo che sia lui a correggere la situazione. Quindi questo è il primo punto, rafforzare la nostra fiducia in Geova. Dobbiamo assicurarci che la nostra speranza sia in lui. Il secondo punto è impegnarsi a sviluppare l’umiltà. Infatti se diamo un’occhiata al libro di Sofonia, al capitolo 2, versetto 3 lì viene detto che dobbiamo “cercare l’umiltà” e si parla degli “umili della terra”. E le note in calce a quel versetto menzionano la “mansuetudine” e i “mansueti”. È ovvio quindi che l’umiltà è collegata strettamente alla mansuetudine e alla mitezza. In che modo? Essere umili significa rispettare gli altri. E naturalmente questo include rispettare Geova e lasciare che sia lui a fare ciò che va fatto, invece di cercare di risolvere il problema a modo nostro. E per concludere prendiamo insieme Proverbi capitolo 6. In Proverbi 6:1-3 si parla di una persona che si trova in una situazione difficile, una persona che ‘si è fatta garante per il suo prossimo’, ma le cose sono andate male. E cosa consiglia di fare il versetto 3? “Fa’ questo, figlio mio, e liberati, ora che sei caduto nelle mani del tuo prossimo”. Come dovremmo reagire in una situazione del genere? Continua dicendo: “Va’, umiliati e imploralo con insistenza”. È interessante notare che il verbo ebraico qui reso “umiliarsi” significa letteralmente “calpestarsi”. Cosa impariamo quindi? Quando ci troviamo di fronte a una prova come accadde a Mosè, che cosa dovremmo fare? Dobbiamo calpestarci! Teniamo a bada il nostro temperamento. Riponiamo la nostra fiducia e la nostra speranza in Geova e in questo modo senz’altro lui ci considererà persone mansuete.

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