I cristiani: cittadini responsabili

I cristiani: cittadini responsabili

Paolo E. Castellina

La società umana, ad ogni livello, per funzionare deve darsi delle regole che ne garantiscano l'armonioso funzionamento. Senza regole che siano fatte rispettare, essa ben presto si autodistruggerebbe, e questo perché la natura umana tende all'irresponsabilità. Secondo i principi stabiliti da Dio, la società umana deve essere governata. Il come è discutibile, ma il principio rimane. Ce lo insegna l'Apostolo in Romani 13:1-7. Consideriamone le implicazioni.

"Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna. I magistrati infatti non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie; ora vuoi non temere l'autorità? Fa' ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa, perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male. Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell'ira ma anche per ragione di coscienza. Infatti per questo motivo pagate anche i tributi, perché essi sono ministri di Dio, dediti continuamente a questo servizio. Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l'imposta a chi dovete l'imposta, il timore a chi dovete il timore, l'onore a chi l'onore” (Romani 13:1-7).

In un tempo come il nostro, in cui più o meno giustamente ci si lamenta delle autorità civili e del dover pagare le imposte, le affermazioni e le esortazioni che l'Apostolo fa in questo testo, ci rammentano principi tanto importanti quanto trascurati. Questo testo, di fatto, come altri di questa stessa lettera, è tale da suscitare in noi una marea di obiezioni. Anche in questo caso, dobbiamo fare molta attenzione a noi stessi: siamo di fronte, che ci piaccia o meno, ad una parola ispirata da Dio, anch'essa regola della nostra fede e della nostra condotta. Anche questa parola la dobbiamo onorare, comprendere e, sottomettendoci ad essa, applicarla diligentemente.

Le espressioni dell'Apostolo sono ancora più sorprendenti perché originariamente rivolte a cristiani che vivevano a Roma, capitale di un impero, sede di un sistema che, secondo gli standard moderni, era sicuramente ingiusto, oppressivo, violento ed iniquo, idolatra e corrotto! Forse che l'Apostolo in nome di Dio, esorta i cristiani a onorare e sottomettersi ad un tale sistema perché stabilito da Dio, a non opporvi resistenza, a non farvi opposizione e a sostenerlo pagando diligentemente le imposte richieste? L'Apostolo non propone una sottomissione acritica, incondizionata e servile alle autorità civili comunque siano giunte al potere. I primi cristiani si distinguevano perché si sottomettevano prima di tutto a Dio e poi alle autorità. Quando queste due autorità (Dio e lo Stato) si dimostravano in contraddizione e conflitto, avrebbero ubbidito prima di tutto a Dio resistendo alle autorità e subendo per questo atroci persecuzioni. Essi però onoravano il principio della legittimità delle autorità civili come strumento stabilito da Dio per il mantenimento dell'ordine sociale e della legittimità del pagamento delle imposte per permettere al sistema di funzionare. I principi cristiani, quindi, si oppongono a concetti come l'anarchia o il liberismo assoluto.

Il Nuovo Testamento non propone né discute particolari forme di governo, ma stabilisce la legittimità, in linea di principio, dell'ordinamento civile, dello Stato in quanto tale, al quale il cristiano, sebbene non acriticamente, è tenuto a sottomettersi. Ecco quindi, ancora una volta, la necessità di analizzare attentamente le nostre obiezioni pure a questo testo per verificare se esse sorgano da considerazioni legittime o piuttosto dalla stessa fondamentale e peccaminosa ribellione che ci porta a resistere a quanto Dio stabilisce come giusta regola del nostro comportamento, individuale e sociale.

Quali sono, dunque, i principi che questo testo stabilisce? (1) Dio vuole che la società umana sia governata (ed abbia “autorità superiori”) e quindi regolata. È così che Dio, nella Sua provvidenza, mette un freno, contiene ai mali prodotti dal peccato che altrimenti ci distruggerebbero in breve tempo. (2) La magistratura (che include polizia ed esercito) è, infatti, intesa da Dio per il nostro bene, “per infliggere una giusta punizione a chi fa il male” e, come tali, i “magistrati” sono “ministri di Dio”. (3) Rispettare ed ubbidire alle autorità è una questione di coscienza, del vivere in questo mondo in modo responsabile. (4) L'imposizione delle tasse è legittima. Attraverso di esse viene sostenuta l'organizzazione della società e promosso l'ordine.

Dobbiamo quindi rendere a ciascuno quel che gli è dovuto. “Allora Gesù disse loro: "Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (Marco 12:17). Gesù paga le imposte richieste [il modo in cui lo fa è curioso, ma il principio rimane]: “...Ma, per non scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su. Aprigli la bocca: troverai uno statère. Prendilo, e dàllo loro per me e per te" (Matteo 17:27).

PREGHIERA

Ti ringrazio, o Signore, perché, nella Tua provvidenza, Tu limiti in questo mondo gli effetti del peccato attraverso lo Stato ed i suoi organi. Aiutami ad essere un cittadino responsabile che onora i Suoi doveri verso lo Stato, così come li onoro con Te. Nel nome di Cristo. Amen.

23 Dicembre 2018 - Quarta domenica di Avvento

Letture biblicheMichea 5:2-5; Ebrei 10:5-10; Luca 1:39-55; Salmo 80:1-7

Purifica la nostra coscienza, Onnipotente Iddio, visitandoci giorno per giorno, affinché il tuo Figlio Gesù Cristo, alla sua venuta, possa trovare in noi una dimora preparata per lui; che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, un solo Dio, ora e per sempre. Amen.

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