I  combattimenti sono in una situazione di stallo, ma nessuno ne trae vantaggio. Si va verso una guerra più grande.

I  combattimenti sono in una situazione di stallo, ma nessuno ne trae vantaggio. Si va verso una guerra più grande.

Daniele Angrisani (traduzione articolo di Meduza)
Obici M777 in azione sul fronte nel Donbass.

Nei 40 giorni trascorsi dalla cattura di Lysychansk e degli insediamenti circostanti, l'esercito russo non è stato in grado di avanzare nemmeno di 10 chilometri in alcuna direzione del fronte di 1.000 chilometri che va da Kharkiv a Kherson. 

Ma neppure l'esercito ucraino, che, come affermano da tempo le autorità di Kyiv doveva lanciare una grande controffensiva estiva, è stato in grado di avanzare granché di più. 

La capacità delle due parti di condurre importanti operazioni offensive che influenzino l'esito della guerra è sempre più discutibile; quindi la situazione attuale può essere tranquillamente definita una situazione di stallo. 

Le attuali linee del fronte non sono chiaramente adatte a nessuna delle due parti ed in queste condizioni un accordo di pace è impossibile. 

Si possono distinguere due esiti: o il conflitto sarà congelato (nel qual caso sia Mosca che Kyiv possono considerarsi perdenti), oppure una delle parti troverà una via d'uscita da questa situazione di stallo. 

Quest'ultima opzione, se realistica, potrebbe però portare a un'escalation ancora maggiore.

▪️ Cosa è successo sui fronti nell'ultimo mese? L'esercito russo non sta facendo alcun progresso? E quello ucraino?

Gli ultimi sviluppi possono essere descritti come una prolungata pausa operativa.

🔹 Nella direzione principale dei combattimenti estivi, l'esercito russo, dopo la ritirata delle forze ucraine da Lysychansk, si è imbattuto nella loro nuova linea di difesa nei pressi di Bakhmut, Soledar e Seversk. 

Non sono stati in grado di sfondare questa linea di colline in oltre un mese di combattimenti, anche se le truppe russe si sono avvicinate  ai sobborghi di Bakhmut e Soledar. 

Il ritmo di avanzamento qui non supera le poche centinaia di metri al giorno.

🔹 A sud-ovest di Bakhmut, la PMC Wagner si è impadronita a fine luglio della centrale termoelettrica di Uglegorsk, che era rimasta semideserta per più di un mese. 

Ma a metà agosto i mercenari sono riusciti a marciare solo per circa cinque chilometri verso Bakhmut.

🔹 Le truppe dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk hanno occupato la maggior parte dell'insediamento di Peski, vicino all'aeroporto di Donetsk. 

Ciò è stato probabilmente facilitato dal fatto che il comando ucraino ha spostato parte dell'artiglieria da quest'area ad altre direzioni, mentre la DPR, allo stesso tempo, ha ricevuto ulteriore artiglieria. 

L'avanzata separatista a Peski, insediamento che l'esercito ucraino si era bene preparato a difendere per più di otto anni, non ha superato i due chilometri durante le poche settimane dell'offensiva.

🔹La controffensiva ucraina verso Kherson non è mai iniziata. I corrispondenti occidentali che hanno visitato Mykolaiv di recente dicono di non aver visto alcun segno di un'imminente offensiva. 

I militari ucraini intervistati sul posto temono che i rinforzi russi trasferiti a Kherson dai pressi di Lysychansk consentano invece all'esercito russo di lanciare un'offensiva.

🔹 L'unica cosa che le parti sono riuscite a fare è stato il lancio di missili nelle retrovie dell'altra parte. 

L'esercito ucraino, che ha ricevuto sistemi missilistici a lungo raggio e ad alta precisione da Stati Uniti e Gran Bretagna, sembra aver superato l'esercito russo nelle ultime settimane in termini di efficacia dei suoi attacchi. 

Ad esempio, nei pressi di Kherson, tutti e tre i ponti sul fiume Dnieper che rifornivano le truppe russe sono stati resi inagibili. Tuttavia, le truppe russe hanno organizzato diversi attraversamenti in traghetto.

Non è ancora chiaro se queste saranno sufficienti a rifornire il gruppo rinforzato, che però non soffre di carenza di munizioni: i militari ucraini lamentano anzi un aumento del fuoco di artiglieria da parte russa.

▪️ Quindi la guerra ha raggiunto una situazione di stallo?

La "nebbia di guerra" e il fatto che il potenziale di mobilitazione degli avversari sia tutt'altro che esaurito rendono difficile dirlo.

Da un lato, tutto ciò che sappiamo sulla mobilitazione dei due eserciti indica che essi non sono stati in grado di costituire riserve sufficienti durante l'estate. Le ragioni sono radicalmente diverse.

▪️ E la mobilitazione da parte russa?

🔹 L'esercito russo in Ucraina continua a essere a corto di uomini. Il gruppo assomiglia sempre più a un guazzabuglio piuttosto che a formazioni complete: i resti dei gruppi tattici di battaglioni sono separati da formazioni non completamente equipaggiate in tempo di pace. 

Tra questi: i mercenari di PMC Wagner, coloro che sono stati mobilitati nelle due Repubbliche non riconosciute del Donbass ed i "volontari" delle regioni russe che hanno ricevuto un addestramento rapido e superficiale prima di finire in prima linea.

🔹 Il reclutamento di "volontari" per grandi somme di denaro, per quanto si può giudicare dai rapporti delle regioni, ha fornito risultati modesti. 

Non tutte le regioni hanno potuto formare "battaglioni di volontari"; le dimensioni di ogni unità di questo tipo sono ridotte (spesso sono più simili a compagnie); il numero di regioni russe che hanno formato più di un battaglione non supera le 15 unità.

🔹 Questo significa che solo poche migliaia di "volontari" sono andati o andranno al fronte nelle prossime settimane. A questi va aggiunto un numero imprecisato di mercenari appena assunti da PMC Wagner e da altre unità "private" di mercenari.

🔹 Dato il basso valore di combattimento dei "battaglioni volontari", è probabile che non vengano utilizzati come unità separate, ma come "colonne di marcia" per compensare le perdite delle unità da combattimento dell'esercito russo.

▪️ E la mobilitazione da parte ucraina?

🔹 L'esercito ucraino, nonostante alcune difficoltà nel processo di mobilitazione, non sembra avere problemi di organico.

🔹 Tuttavia, coloro che sono stati mobilitati devono essere addestrati e armati. L’addestramento richiede tempo, la seconda cosa richiede forniture ininterrotte da parte degli alleati, poiché le scorte e la capacità di produzione dell'Ucraina sono quasi esaurite.

🔹 Ma le forniture di armamenti (per quanto efficaci rispetto a quelle russe) non sono ancora sufficienti a formare diverse decine di nuove brigate (e a riarmare quelle esistenti) - vale a dire ciò che è esattamente serve per un'offensiva su larga scala.

▪️ Cosa potrebbe accadere?

In queste condizioni, si può prevedere che l'esercito russo continuerà a spremere lentamente l'esercito ucraino dal Donbass, sfruttando il suo vantaggio in termini di artiglieria e munizioni.

Questo mentre l'esercito ucraino cercherà di fermarli, contrattaccando in altre aree e colpendo i depositi di munizioni e le comunicazioni. 

La "spremitura" potrebbe richiedere mesi. D'altra parte, sia i comandanti russi che quelli ucraini chiaramente non utilizzano tutte le loro forze: ad esempio, dopo la cattura di Lysychansk, alcune delle forze russe impiegate hanno lasciato il fronte "a rotazione". 

È probabile che, parallelamente al reclutamento aperto di "battaglioni di volontari" e al rifornimento delle PMC con nuovi mercenari, sia in corso anche il reclutamento di nuovi contractor nelle unità attive.

L’intento è quello di consentire al comando russo di inviare finalmente al fronte formazioni complete - brigate e divisioni, piuttosto che pezzi di esse.

Il comando ucraino ha finora inviato al fronte solo alcune brigate di non più di 20 mila uomini addestrate dopo l'inizio della guerra (più i rinforzi alle brigate e ai battaglioni della difesa militare già esistenti).

Si tratta di un numero molto esiguo se si considera che, secondo i dati ufficiali, sono stati arruolati nell'esercito centinaia di migliaia di uomini.

Va detto inoltre che anche una parte (probabilmente più della metà) delle armi ricevute dall'Occidente non ha ancora raggiunto il fronte. Tutto ciò potrebbe significare che le parti potrebbero prepararsi a un'intensificazione delle ostilità in parallelo.

La probabilità di una tale escalation (e di un aumento delle risorse coinvolte da entrambe le parti) aumenta con il passare del tempo.

Il Cremlino potrebbe decidere di dichiarare una vera e propria mobilitazione che, in teoria, consentirebbe di inviare in Ucraina anche un esercito di un milione di uomini (invece delle attuali centinaia di migliaia). 

A sua volta l'Occidente potrebbe rispondere con un ulteriore aumento degli aiuti militari a Kyiv. E viceversa: la leadership russa potrebbe rispondere a un forte aumento delle forniture con la mobilitazione.

▪️ Quindi si può dire che l'escalation è inevitabile?

Non inevitabile, ma è molto probabile, perché congelare il conflitto sulle posizioni attuali non conviene né al Cremlino né all'Ucraina.

▪️ Perché il congelamento del conflitto non è vantaggioso per le autorità russe?

Lo storico militare Igor Kurtukov ha descritto le conseguenze di un simile scenario per il Cremlino. 

Dalla sua analisi risulta che aver mandato in rovina la regione di Luhansk (nella sua interezza), pezzi delle regioni di Donetsk, Kherson, Kharkov e Zaporozhye (e un piccolo pezzo della regione di Miykolaiv) le autorità russe hanno pagato con un peggioramento della situazione su tutti gli altri "fronti":

🔹 Il Paese è sottoposto a sanzioni, che non solo ostacoleranno lo sviluppo economico ma, cosa probabilmente più importante per il Cremlino, non permetteranno il riarmo dell'esercito;

🔹 L'esercito ha dimostrato chiaramente la sua debolezza, che gli impedisce di essere usato come grimaldello in politica estera; il congelamento del conflitto renderebbe questa debolezza evidente anche a tutta la popolazione russa;

🔹 L'unità della NATO - e, più in generale, dell'Occidente - non solo è intatta, ma si è anche rafforzata. Il confine con la NATO, che ora considera ufficialmente la Russia il suo principale avversario, è aumentato in modo significativo (grazie all'imminente ingresso della Finlandia nel blocco). 

Il contingente militare statunitense in Europa sta crescendo e i membri europei della NATO, che da decenni non rispettano i loro impegni di spesa militare, stanno finalmente pianificando di aumentarli. 

L'Alleanza ha dimostrato efficacia nel preservare la sovranità non solo dei membri, ma anche di importanti partner che hanno subito aggressioni (anche se con una cessione "temporanea" di parte del loro territorio);

🔹 L'Ucraina non è "smilitarizzata" - al contrario, il suo esercito si è in gran parte riarmato con moderne armi occidentali e ha imparato a usarle. Ovviamente, questo processo continuerà;

🔹 La linea del fronte con un'Ucraina ostile (anche se "congelata") è cresciuta, ed il cuscinetto formale sotto forma di repubbliche non riconosciute non esiste più, poiché la Russia le ha riconosciute e di fatto annesse. 

Ciò significa che il Cremlino dovrà spendere ancora più risorse per il confronto "congelato" con Kiev di quanto non facesse prima della guerra;

🔹 Non è neppure detto che in uno stato di conflitto congelato i bombardamenti sul territorio occupato si fermino, e questo distruggerà la narrazione del Cremlino, che a febbraio ha giustificato la guerra con il desiderio di "salvare la popolazione del Donbass" dai bombardamenti.

Tutto questo (senza neppure includere le ingenti perdite militari) rappresenta una perdita netta, che sarebbe molto difficile da dichiarare una vittoria persino dalla macchina di propaganda russa.

Il Cremlino potrebbe probabilmente dichiarare una vittoria la conquista completa del Donbass (anche senza occupare l'intera costa ucraina del Mar Nero). Tali idee sono state avanzate dalla delegazione russa durante i negoziati di marzo. 

Probabilmente è questo che il Cremlino ha in mente quando parla di "pace alle nostre condizioni".

▪️ Perché il congelamento del conflitto non è vantaggioso per le autorità ucraine?

Agli stessi negoziati di marzo, i rappresentanti ucraini hanno partecipato alla discussione delle condizioni descritte (pur rifiutandosi pubblicamente di accettarle).

In quel momento, l'esercito russo si trovava a 30 km dal centro di Kyiv, sulla circonvallazione di Kharkiv, e continuava a cercare di avanzare verso Odesa.

Ora la minaccia immediata alla statualità ed indipendenza ucraina è almeno rimandata, quindi Kyiv si rifiuta persino di sentire parlare di concessioni territoriali su larga scala.

🔹 Kyiv ha recentemente fissato come obiettivo ambizioso della guerra "la completa liberazione dell'Ucraina", compresa la Crimea;

🔹 Non è del tutto chiaro se l'Ucraina stia considerando (come ha fatto in aprile) un'opzione più morbida con l’”obiettivo intermedio" di ripristinare la linea del fronte precedente alla guerra, seguito da "sforzi diplomatici per la restituzione di tutti gli altri territori" (una tale opzione potrebbe essere dichiarata una vittoria).

Tuttavia, nessuna di queste opzioni può essere accettata dal Cremlino (perlomeno finché c'è Putin al potere). 

La teoria politico-militare, basata sulla teoria dei giochi, non lascia alcuna possibilità di tregua a lungo termine finché esiste una tale differenza nelle valutazioni delle parti sull'esito accettabile del conflitto.

Di conseguenza, sono possibili solo due scenari.

1️⃣ Una guerra lunga ed estenuante, senza un modo chiaro per entrambe le parti di raggiungere i propri obiettivi politici, fino a quando non decideranno che la fine delle ostilità offre maggiori vantaggi rispetto alla sua continuazione nel tentativo di cambiare radicalmente la situazione sul fronte a loro favore. 

La storia conosce già precedenti del genere. Ad esempio, tra la guerra di Corea, che ha raggiunto un apparente stallo all'inizio degli anni Cinquanta, e il congelamento del conflitto sono trascorsi due anni. 

Ma va detto che in quel caso l'armistizio è stato favorito dal fatto che entrambe le parti sembravano non aver perso nulla (a parte la vita di milioni di soldati e civili) rispetto alla situazione prebellica.

2️⃣ Escalation del conflitto. Come già detto, il Cremlino potrebbe aumentare il coinvolgimento del Paese nella guerra dichiarando una mobilitazione generale. 

Di conseguenza, l'Occidente, da cui l'esercito ucraino dipende quasi interamente per le sue forniture, potrebbe aumentare drasticamente le forniture di armi, sia a spese di vecchi equipaggiamenti provenienti dai depositi, sia a spese di equipaggiamenti provenienti dall'arsenale dei propri eserciti.

È molto probabile che sia il Cremlino che la NATO siano orientati nelle loro azioni da quelle del proprio nemico, temendo un'escalation incontrollata e persino un'intensificazione del conflitto oltre i confini dell'Ucraina. 

Ma se si renderanno conto di non poter raggiungere obiettivi politici accettabili senza un serio impegno supplementare, la probabilità di un'escalation diventa molto alta.

▪️ E dove porterebbe una simile escalation?

L'esito è imprevedibile. È possibile immaginare un'ampia gamma di opzioni:

🔹 Una parte può smettere di accumulare risorse per ragioni politiche (il che significa che dovrà inevitabilmente accettare la perdita di territorio nei colloqui di pace);

🔹 Tale accumulo di risorse può diventare inaccettabile per entrambe le parti (in questo caso, sia per il Cremlino che per l'Occidente), il che porterà a una nuova situazione di stallo;

🔹 È anche impossibile escludere uno scenario in cui gli obiettivi politici del Cremlino cambieranno - ad esempio nel caso in cui per qualche motivo Putin, per il quale la presa dell'Ucraina era principalmente un progetto personale, non rimanga più al potere.

Gli esperti militari discutono anche le opzioni più estreme, tra cui lo scontro diretto tra Russia e NATO. Il rinomato think tank statunitense The RAND Corporation ha identificato diverse possibili catene di eventi (o interpretazioni errate degli eventi) che potrebbero portare a tale scontro.

🔹 Nel caso in cui l'Occidente oltrepassi una "linea rossa" nota solo al Cremlino (probabilmente tracciata nel punto in cui la leadership russa vede la possibilità di una sua sconfitta in guerra), il Cremlino potrebbe colpire catene logistiche e magazzini al di fuori dell'Ucraina con missili operativi-tattici.

🔹 C'è un'altra "strada": la leadership russa può decidere che un attacco della NATO al Paese è imminente (ad esempio, se vede il ridispiegamento di truppe e sistemi d'attacco nell'Europa orientale o sente appelli all'intervento diretto nei media e nella società occidentali). 

In questo caso, secondo gli esperti, sono probabili non solo attacchi convenzionali, ma anche attacchi nucleari tattici.

Il Centro statunitense per gli Studi Strategici ed Internazionali ha testato questa teoria in un gioco che coinvolge diverse squadre (composte da esperti "specialisti della sicurezza") che "giocano" per gli Stati Uniti e la Russia. 

Avevano il compito di prendere decisioni in risposta alle azioni del "nemico", soppesando i benefici (indebolire il nemico e rafforzarsi) e i rischi del confronto.

La partita è iniziata con una situazione di stallo nella guerra. L'obiettivo era trovare una via d'uscita vantaggiosa dallo stallo (rafforzando la propria posizione negoziale) e non farla trovare all'avversario. 

I team sono stati incaricati di scegliere le loro opzioni, che sono state valutate in termini di livello di beneficio e di rischio di escalation.

I risultati del gioco hanno rivelato che, mentre tutti i partecipanti si erano impegnati a ridurre i rischi di un'intensificazione del conflitto e di una sua diffusione oltre i confini dell'Ucraina, in realtà sono diventati più inclini a prendere decisioni con il rischio di un'escalation e di un'espansione geografica della guerra per paura di perdere.

Ciò significa, secondo gli autori dello studio, che la guerra in Ucraina sarà l'inizio, e non la fine, di "una nuova fase acuta del confronto tra grandi potenze in Eurasia".


➡️ Link originale dell’analisi (in russo): https://meduza.io/feature/2022/08/16/boevye-deystviya-zashli-v-tupik-no-zamorozka-konflikta-ne-vygodna-ni-moskve-ni-kievu-politicheskie-tseli-podtalkivayut-storony-k-bolee-masshtabnoy-voyne

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