Harry Potter

Harry Potter

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Temi[modifica | modifica wikitesto]


La serie vive un'evoluzione nell'ambito dei temi trattati. Dagli aspetti prettamente adolescenziali come le ribellioni, la fiducia in se stessi, la curiosità, la scoperta dell'amore, l'impulsività e i relativi errori si passa a elementi molto più maturi come il potere politico, le strumentalizzazioni mediatiche, il razzismo, l'immaturità e le paure degli adulti, l'oppressione del più debole, la vecchiaia e i suoi errori, la depressione e la morte. In questo contesto, all'inizio, la magia si presenta ludica e affascinante, per poi diventare un'arma temibile e insidiosa.[senza fonte]

La morte rappresenta, a detta della stessa Rowling, uno dei più fondamentali temi della saga.[43] Il confronto del protagonista con la morte viene presentato sin dai primi capitoli, con il riferimento alla sua condizione di orfano, causata dall'assassinio dei genitori da parte di Voldemort. Nel corso della saga, Harry vive la morte dei genitori, sacrificatisi per lui, come un vuoto da colmare, per poi riuscire, tramite il suo vissuto e le sfide che affronta, a rasserenarsi. Il suo mentore Silente gli offre numerosi insegnamenti sulla morte, spiegandogli inoltre che con l'approccio corretto, «la morte non è che una nuova, grande avventura». Il rapporto confidente di Silente con la morte viene mostrato quando, dopo essere stato maledetto dall'anello di Orvoloson Gaunt, organizza efficacemente la sua dipartita.[44] Le ultime quattro lettere del nome dell'antagonista Voldemort, mort, fanno riferimento alla parola latina che sta per "morte". Il desiderio di immortalità di Voldemort ricopre un ruolo fondamentale nel primo libro, nel quale provoca la morte di un unicorno, simbolo di purezza e innocenza, e dei coniugi Flamel, che devono rinunciare alla pietra filosofale,[45] per poi essere associato agli Horcrux nel corso degli ultimi libri.[46] Nel corso dell'opera, Harry diventa testimone della morte di numerosi personaggi, il primo dei quali è Cedric Diggory, nel Calice di fuoco;[47] Harry prova l'esperienza del lutto in particolare dopo la morte del suo padrino Sirius Black nell'Ordine della Fenice, relativamente alla quale vive una fase di iniziale negazione dell'accaduto, di senso di colpa, di rabbia e infine di accettazione.[48] L'iscrizione che Harry trova nella tomba dei genitori nell'ultimo romanzo è un riferimento a un passo della Prima lettera ai Corinzi che recita «L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte», che erge Harry a figura salvifica, pronto a sacrificare la sua vita e ad andare incontro alla morte per la salvezza dei suoi cari.[49]

I temi sociali rivestono un ruolo fondamentale nell'opera. L'identità familiare è alla base di una solida gerarchia sociale nel mondo nel quale è ambientata la saga. Il ruolo della famiglia nella crescita dei personaggi viene reso evidente soprattutto nei personaggi della famiglia Weasley e nell'accoglienza offerta dalla Tana,[50] in opposizione ai Dursley e nel loro rigetto di qualunque elemento considerato estraneo al loro desiderio di conformazione e alla loro interpretazione della normalità.[51] Atteggiamenti classisti vengono adottati dai Malfoy nei confronti dei Weasley,[52] mentre le difficoltà vissute da Remus Lupin in quanto lupo mannaro si ricollegano ai pregiudizi nei confronti dei malati di HIV.[53] Il mondo magico presentato nell'opera non è esente da pregiudizi di matrice razziale, evidenti soprattutto nelle idee della purezza di sangue e nel rigetto di nati babbani e maghinò condivise da una cospicua parte della comunità magica.[54] I Mangiamorte, nel loro vestiario e nei loro crimini contro singole famiglie babbane, ricordano il Ku Klux Klan.[55] Voldemort, coerentemente alle idee del suo antenato Salazar Serpeverde, avvia nei Doni della Morte una campagna di epurazione della comunità magica, obiettiva a realizzare una società purosangue. La natura mezzosangue di Voldemort, il cui padre era un babbano, esprime l'intenzione dell'autrice di dimostrare come l'intolleranza delle persone porti queste ultime a proiettare sugli altri quello che considerano essere i propri difetti, per poi tentare di distruggerle.[56]

Nei libri viene affrontato anche il tema della brama di potere, evidente, oltre che in Voldemort, nei rappresentanti del Ministero della Magia, massima autorità istituzionale del mondo magico britannico. I Ministri della Magia succedutisi nel corso dei libri esprimono maggiore preoccupazione per quanto riguarda l'ascendente che hanno sull'opinione pubblica, rimanendo incuranti delle reali emergenze. Cornelius Caramell si rifiuta di ammettere e di avvisare la comunità magica del ritorno di Voldemort, preferendo screditare Harry e Silente nel corso dell'Ordine della Fenice, mentre Rufus Scrimgeour fa arrestare vari innocenti, come Stan Picchetto, pur di dimostrare alla comunità l'efficienza del Ministero nell'opporsi ai Mangiamorte. Harry, comprese le dinamiche corrotte del Ministero, si rifiuta di farsi usare da questo per ottenere il sostegno popolare.[57]


Influenze culturali e analogie[modifica | modifica wikitesto]


Miniatura francese di Merlino del XIII secolo

In Harry Potter si trovano moltissime citazioni, dalla mitologia celtica a quella greca, dall'alchimia alla criptozoologia.[58] Il numero sette, in particolare, ricorre spessissimo: non a caso anche la storia principale è divisa in sette volumi. Tale numero è ritenuto magico (e talvolta simbolo del divino) da molte tradizioni e leggende fantastiche.[59][60] La scrittrice ha in particolare citato numerosi riferimenti alla letteratura classica e moderna e al folclore britannico che hanno influito nella creazione dell'opera.[61] Molti critici hanno rilevato analogie tra i libri della Rowling e Le cronache di Narnia di C. S. Lewis,[62] Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, il Ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin, i romanzi di Diana Wynne Jones[64] e di Jill Murphy, Queste oscure materie di Philip Pullman[65] e il romanzo Lunedì inizia sabato dei fratelli Strugackij.[N 3] Numerosi elementi della saga di Harry Potter sono stati paragonati a quelli del ciclo arturiano; la figura di Silente è stata paragonata a quella di Merlino; Silente funge da mentore per Harry, come Merlino lo è per re Artù, ed entrambi sono potenti e saggi maghi anziani.[66] Similitudini sono state individuate anche tra Silente e Gandalf.[67]

La Rowling ha incluso nella sua saga elementi folcloristici e mitologici delle tradizioni di molti Paesi. Nel primo volume compaiono troll, ispirati alle omonime figure della mitologia scandinava, unicorni, ispirati agli omonimi cavalli bianchi con un corno in testa, che nella simbologia cristiana sono simbolo di purezza e castità,[N 4] e centauri, per i quali la scrittrice adotta le tradizionali qualità associate alle omonime creature della mitologia greca, ossia l'irascibilità da una parte e la saggezza dall'altra. Sempre nel primo libro vengono presentati la pietra filosofale e lo Specchio delle Brame. Il primo elemento, che da il nome al titolo del primo libro, è ispirato all'omonima sostanza leggendaria alchemica in grado di regalare l'immortalità e la ricchezza, la cui leggenda si collega a Nicolas Flamel, alchimista vissuto a Parigi nel XIV secolo ed esistente anche nel mondo della saga; la pietra filosofale è l'elemento sulla quale è incentrata la trama del primo libro e che spinge Voldemort a impossessarsene per conquistare l'immortalità. Nello Specchio delle Brame si riflettono invece i simbolismi e le credenze che nel corso dei secoli hanno permeato gli specchi, in particolare il potere di vedervi riflessa la propria anima, consentendo una più profonda conoscenza interiore della propria persona e delle proprie aspirazioni, oltre a costituire una solida prova del proprio carattere. Come spiegato da Silente, lo Specchio delle Brame può rivelarsi pericoloso dal momento che può portare alla follia chi vi si specchia, che si perde nel compiangere l'irraggiungibilità dei propri sogni e desideri, dimenticandosi della sua vita reale, similmente a quanto avvenuto nel mito di Narciso, nel quale il protagonista muore di dolore nella consapevolezza di non poter raggiungere la propria immagine riflessa.[68]


Miniatura di un basilisco, rappresentato nel Bestiario di Aberdeen

Nella Camera dei segreti, l'autrice prende ispirazione dagli elfi della mitologia scandinava nel creare gli elfi domestici e dal basilisco dei bestiari medievali per il mostro della camera dei segreti. Fanny, la fenice di Silente, si ricollega alla fenice della tradizione greco-romana, secondo la quale la creatura dopo essere morta rinasceva dalle proprie ceneri, secondo un ciclo di morte e rinascita che si perpetuava per l'eternità; secondo la mitologia indiana, la fenice sarebbe acerrima nemica dei serpenti; entrambe le tradizioni si riflettono nel libro della Rowling, nella quale Fanny viene presentata risorgere dalle proprie ceneri e successivamente raggiungere Harry per combattere il basilisco. Il riferimento al ciclo di morte e rinascita è evidente nelle potenti proprietà curative delle lacrime di Fanny, che guariscono Harry dalle ferite e dal veleno di basilisco. L'attraversamento Foresta Proibita, sede di alcune tra le più pericolose creature magiche, costituisce invece una prova di iniziazione per provare il proprio coraggio, elemento comune a molte fiabe della tradizione europea, come Cappuccetto Rosso o La bella addormentata.[69]

Nel Prigioniero di Azkaban, l'ippogrifo è ispirato all'omonima creatura, mentre il professor Remus Lupin si rivela un lupo mannaro; la licantropia provoca a Lupin una vita difficile a causa delle forti discriminazioni che deve affrontare nella società magica, tema che si ricollega anche alla caccia alla quale erano soggetti i malati di ipertricosi nel medioevo. Nel terzo libro, importante ruolo viene ricoperto dal Patronus di Harry, che, come per quello di entrambi i genitori, assume la forma di un cervo, considerato nemico dei serpenti, legati a Voldemort e alla casa di Serpeverde, e che nell'iconografia cristiana rappresenta la fedeltà a Dio.[70] Il contrasto con la figura del serpente si ricollega al ruolo che l'animale riveste nella tradizione cristiana, nella quale rappresenta il male. Nel Calice di fuoco vengono introdotti giganti e draghi, figure presenti nell'immaginario comune. Il Marchio Nero, simbolo dei Mangiamorte, è invece riconducibile al marchio del diavolo.[71] I folletti sono ispirati ai goblin del folclore germanico.[72] L'arte delle pozioni, importante branca della magia del mondo di Harry Potter, nasce dalle antiche tradizioni delle pozioni e della medicina popolare, mentre gli inferi derivano dagli zombi della tradizione vudù di Haiti.[73] La legilimanzia deriva dall'arte dell'illusionismo.[74]

L'Ordine della Fenice, che da il titolo al quinto volume, è associabile agli ordini cavallereschi, con i quali condivide un obiettivo di protezione (l'Ordine della Fenice intende proteggere il mondo magico da Voldemort). Importante elemento per tutta la saga che viene presentato nell'Ordine della Fenice è la profezia di Sibilla Cooman, la quale, nell'esprimerla, cade in uno stato di trance, ricordando la Pizia dell'Oracolo di Delfi. Il tema della profezia che scatena gli eventi della saga dal momento che Voldemort vi ci ripone piena fiducia ha analogie con il Teorema di Thomas, secondo il quale «se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze», ripreso da Robert K. Merton nel suo enunciato della profezia che si autoavvera.[74] Per l'ultimo capitolo della serie, la Rowling crea una leggenda originale, quella dei Doni della Morte, i quali danno il nome al libro. Nel mondo di ambientazione della saga, quella dei Doni della Morte rappresenta una fiaba, che ha come valore fondante la condanna dell'avidità. In particolare, il Mantello dell'Invisibilità può essere ricollegato all'Unico Anello del Signore degli Anelli, che oltre a rendere invisibile il possessore, accresce in quest'ultimo la brama di potere.[72]


Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]
The Elephant House, uno dei pub di Edimburgo, dove l'autrice scrisse il primo romanzo

Nel 1990, la Rowling era su un treno diretto da Manchester a Londra, quando le venne in mente per la prima volta l'idea di Harry Potter. Nel corso dei successivi sei anni, la Rowling si impegnò nello scrivere il primo libro e a impostare la trama dei libri successivi.

La Rowling completò Harry Potter e la pietra filosofale nel 1995. Il libro venne rigettato da un primo agente e da un primo editore. In seguito al secondo tentativo, la scrittrice venne sostenuta dall'agente Christopher Little, il quale si impegnò a proporre il libro a varie case editrici, le quali rigettarono il libro in quanto ritenuto troppo lungo.[N 5] Dopo che dodici editori rifiutarono il libro nel corso di un anno, Little riuscì a convincere Barry Cunningham, direttore editoriale della Bloomsbury Publishing,[76] che nell'agosto 1996 offrì alla Rowling un anticipo di un equivalente di 6500 dollari per la pubblicazione.[76] Nello stesso anno, lo Scottish Arts Council riconobbe il potenziale della scrittrice e le concesse una somma di 4000 sterline. Nonostante l'affermazione della Rowling secondo la quale ella non avesse come destinataria una fascia d'età particolare, gli editori inizialmente si rivolsero alla fascia di bambini dai nove agli undici anni.[77] Alla vigilia della pubblicazione, gli editori chiesero all'autrice di adottare uno pseudonimo più neutro, per facilitare l'appello ai bambini maschi, temendo che non sarebbero stati interessati a leggere un romanzo scritto da una donna. L'autrice adottò quindi lo pseudonimo J. K. Rowling (Joanne Kathleen Rowling), in riferimento al nome della nonna.[78][79]

La Bloomsbury pubblicò il primo romanzo in Regno Unito il 26 giugno 1997, con una tiratura di 500 copie.[76] I diritti per l'edizione statunitense vennero acquisiti editato dalla Scholastic nell'aprile 1997 alla Bologna Children's Book Fair per 105000 dollari, la somma più alta conferita per uno scrittore per bambini esordiente. Per la fine del 1997, il libro riuscì a vendere 70000 copie in Regno Unito. Nel 1998, il romanzo vinse tra i maggiori premi dedicati alla letteratura per bambini.[81] Negli negli Stati Uniti d'America il libro raggiunse le librerie l'1 settembre 1998,[N 6][82] vincendo svariati premi. Per la fine dell'anno, il libro vendette 190000 copie.[83] Il secondo capitolo della saga, La camera dei segreti, venne pubblicato in Regno Unito il 2 luglio 1998 e negli Stati Uniti il 2 giugno 1999. Il terzo capitolo, Il prigioniero di Azkaban, fu reso disponibile al pubblico in Regno Unito l'8 luglio 1999 e negli Stati Uniti l'8 settembre 1999.[84] A questo punto, i libri di Harry Potter erano divenuti dei best seller mondiali, con oltre 30 milioni di copie vendute, stampate in 27 lingue.[83] Il calice di fuoco uscì l'8 luglio 2000 in entrambi i paesi.[85] L'Ordine della Fenice, il più lungo della saga, comprese 766 pagine nella versione britannica e 870 pagine in quella statunitense.[86] Il romanzo venne pubblicato in lingua inglese in tutto il mondo il 21 giugno 2003.[87][85] Il principe mezzosangue uscì il 16 luglio 2005,[85] vendendo nove milioni di copie nelle prime ventiquattro ore.[88] Il settimo e ultimo capitolo, I Doni della Morte, raggiunse le librerie il 21 luglio 2007,[85] vendendo undici milioni di copie nelle prime ventiquattro ore.[89][90]


Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]


La traduzione russa di Harry Potter e i Doni della Morte in vendita a Mosca, 2007

I romanzi sono stati tradotti in oltre ottanta lingue,tra le quali l'albanese, l'azero, il ceco, l'ebraico, il gallese, l'hawaiano, l'hindi, il latino, il tedesco, il thailandese e il vietnamita.[1][91][92] Il primo volume è stato tradotto in greco antico, divenendo l'opera più lunga in questa lingua dai romanzi di Eliodoro di Emesa nel III secolo.[93] Per motivi di segretezza, soprattutto per quanto riguardò il primo libro, la traduzione di un determinato libro poteva iniziare solo dopo che fosse stato pubblicato l'originale in lingua inglese, generando quindi attese di diversi mesi prima che le traduzioni fossero disponibili.[94] Ciò portò a vaste richieste delle edizioni in inglese anche in paesi non anglofoni; notevole l'edizione anglofona del quinto libro della saga in cima alla lista dei best seller in Francia.[95]

Numerosi processi di traduzione hanno dovuto affrontare difficoltà nel trasporre rime, indovinelli, acronimi, inflessioni dialettali ed elementi culturali propri del mondo britannico presenti nella saga. Numerosi acronimi e parole inventate dalla Rowling sono stati semplicemente traslitterati senza trasmetterne il valore semantico originale in lingua inglese, mentre per altri si è ricorso a traduzioni o alla coniatura di parole nuove, come nel caso delle case di Hogwarts e di vari altri elementi presenti nella saga.[96][97] Nel caso della traduzione francese, il nome di Hogwarts è stato reso Poudlard.[98][99][100] Nel caso di alcuni elementi tipici della cultura britannica presenti nella saga, che sarebbero potuti non presentarsi familiari per un pubblico straniero, alcuni traduttori hanno deciso di sostituirli con aspetti della cultura del pubblico destinatario, come nel caso della traduzione ebraica, nella quale ad esempio i riferimenti culturali alle tradizioni natalizie sono stati sostituiti con quelli alla Hanukkah.[101] Per l'inflessione dialettale di Rubeus Hagrid, che nell'originale è inglese della West Country, si è fatto ricorso in molti casi ad accenti tipici delle lingue di destinazione.[102]

Nel caso degli acronimi, come "G.U.F.O." (in originale O.W.L., che significa "gufo"), si è tendenzialmente proceduto affinché mantenessero il valore semantico originario, mentre per altri non si è sempre fatto, come per "M.A.G.O." (in originale N.E.W.T., che significa "tritone").[102] Nel caso degli incantesimi, i cui nomi nella versione originale derivano dal latino, che per gli anglofoni presenta una certa familiarità dal punto di vista lessicale, nonché culturale, in alcune traduzioni si è deciso di far riferimento ad altre lingue antiche, come nel caso della traduzione hindi che ha preso come riferimento il sanscrito. Per alcuni nomi come quello di Notturn Alley (in originale Knockturn Alley) o del pensatoio (in originale Pensieve) o dei nomi di alcuni personaggi, molti traduttori hanno tradotto mantenendo il valore semantico.[98]

Una delle sfide principali nei processi di traduzione fu relativo all'anagramma al vero nome di Lord Voldemort, presentato nella Camera dei segreti, che nell'originale era Tom Marvolo Riddle (che anagrammato diveniva I am Lord Voldemort). Molti traduttori, soprattutto dell'Asia orientale, hanno optato per lasciare intatto l'anagramma nell'originale inglese, mentre altri hanno cambiato almeno parte del nome del personaggio per mantenere il senso dell'anagramma nella lingua di destinazione:[98] Marvolo è ad esempio diventato Orvoloson nella prima traduzione in italiano,[103] Sorvolo in spagnolo[99] e Vandrolo in ebraico;[98] in altre lingue il nome è stato cambiato maggiormente, come nel francese Tom Elvis Jedusor o nell'olandese Marten Asmodom Vilijn.[99]


Traduzione italiana[modifica | modifica wikitesto]


La Salani affidò la traduzione italiana dei primi due libri a Marina Astrologo. Anche la traduzione italiana dovette effettuare scelte sulla trasposizione di nomi e neologismi. La Rowling dette un importante contributo, spiegando il percorso mentale che l'aveva portata a scegliere i nomi dei personaggi. I Weasley Wizard Wheezes sono divenuti "Tiri Vispi Weasley", mentre la Ton-Tongue è stata tradotta come "Mou Mollelingua". Per quanto riguarda i nomi dei personaggi, il cognome di quello che nella versione anglofona era Severus Snape è stato reso "Piton",[N 7] la McGonagall divenne "McGranitt",[N 8] Filch divenne "Gazza" e Longbottom divenne "Paciock".[N 9] La traduzione della Pietra filosofale venne ai tempi effettuata senza conoscere l'evoluzione dei temi e del tono che avrebbe caratterizzato i successivi libri e che avrebbe generato un vasto seguito anche tra gli adulti. Venne così tenuto un approccio che prendeva in considerazione un pubblico di bambini. A partire dal Prigioniero di Azkaban, la traduzione venne effettuata da Beatrice Masini.[N 10][104]

Nella traduzione italiana delle prime edizioni dei primi tre libri, una delle quattro case di Hogwarts (Ravenclaw) venne tradotta come "Pecoranera" e l'aquila presente sullo stemma è stata sostituita con un montone, ma con l'uscita del quarto volume della serie i traduttori della Salani hanno deciso di adottare il nome "Corvonero", più fedele al testo originale, che contiene il termine raven.[105]





«Abbiamo dovuto scegliere di adottare un nome più fedele al testo originale, in quanto lo stemma di Hogwarts sarà presente su altri prodotti oltre al libro. La discrepanza fra l'animale-simbolo presente sullo stemma e il nome della Casa sarebbe stata quindi altrettanto (se non più) evidente rispetto a quella fra i due nomi.[105]»




(Adriano Salani Editore)


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