Gioiamo per gli atti di salvezza di Geova | Nagalingam Ganeshalingam

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Interviste e storie di vita > Di fronte alle prove

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A causa della guerra civile dovemmo rifugiarci in una zona più sicura del paese, e al nostro arrivo i soldati ci portarono in campi profughi e ci trattennero per verificare la nostra identità. Nei campi vivevamo in tende, e faceva un caldo terribile lì dentro. Era tutto molto difficile. Anche solo per prendere l’acqua, dovevamo stare in fila per 4 o 5 ore ogni giorno. Durante la guerra il nostro figlio più grande fu ucciso. Fu una tragedia per noi. Non potevamo far altro che pregare Geova e cercare conforto nelle Scritture. Un giorno vennero i fratelli del comitato di soccorso e ci dissero che ci sarebbe stato un congresso. Avevano chiesto ai responsabili del campo di darci il permesso per andare. Per 4 giorni, mattino e sera, andammo dai responsabili del campo a chiedere l’autorizzazione per andare al congresso, ma non ci dicevano mai se ce l’avrebbero data o no. Poi un pomeriggio, con nostra grande sorpresa, ci diedero l’autorizzazione per stare fuori dal campo per 5 giorni. Erano mesi che eravamo rinchiusi in quel campo senza poter andare da nessuna parte. Che bello! Potevamo andare al congresso. Non ce lo saremmo mai aspettato! Avevamo dei vestiti, ma niente che andasse bene per i 3 giorni di congresso. I fratelli fuori del campo però ci aiutarono tantissimo: si presero cura di noi e ci diedero tutto quello di cui avevamo bisogno per il congresso. Non sapevamo ancora dove avremmo dormito né come arrivarci, ma quando scendemmo dal treno trovammo lì i fratelli pronti ad accoglierci a braccia aperte. Ci incoraggiarono molto! La vita nel campo profughi era difficile, ma andare a quel congresso fu come partecipare a un banchetto. Fu bellissimo mangiare alla tavola di Geova. Non scorderemo mai quei momenti. Alla fine del programma un fratello del Corpo Direttivo pronunciò un discorso speciale per tutti quelli che venivano dai campi profughi. Ci incoraggiò moltissimo! Il congresso ci aiutò ad avere più coraggio, e ne avevamo bisogno nel campo. Avevamo sofferto molto, ma il congresso ci diede conforto e ci aiutò ad affrontare le prove che ci si sarebbero presentate. Io e mio figlio adesso siamo servitori di ministero e mia moglie è pioniera regolare da 17 anni. Non ha smesso nemmeno quando eravamo nel campo profughi. Abbiamo visto che Geova non ci abbandona mai. Si prende cura di noi e ci sostiene sempre.

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