Geova ama chi dona con gioia (Esd. 8:34)

Geova ama chi dona con gioia (Esd. 8:34)

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Anthony Morris

Oggi parleremo un po’ di soldi. È vero, la nostra organizzazione non obbliga nessuno a fare donazioni, ma questo non significa che nell’organizzazione di Geova quello dei soldi è un argomento tabù. Ne abbiamo sempre parlato. Certo, bisogna farlo con equilibrio. Già molti anni fa La Torre di Guardia ha trattato l’argomento. Diceva: “Non abbiamo mai ritenuto giusto sollecitare offerte per la causa del Signore come consuetudine”, riferendosi alla cristianità. “Riteniamo che il denaro raccolto mediante varie forme di elemosina nel nome del nostro Signore sia offensivo, non accetto a lui, e che non rechi la sua benedizione né sui donatori né sull’opera compiuta”. Questo era valido allora ed è valido anche oggi. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci obblighi a fare donazioni, lo facciamo perché siamo felici di contribuire per l’opera del Regno. Ma non vorremmo giungere alla conclusione che non si possa mai parlare di soldi. Dato che viviamo in questo sistema è un argomento di cui è necessario parlare. In fondo lo dice anche la Bibbia: “Il denaro soddisfa ogni bisogno”. Il libro Il Regno di Dio è già una realtà! menziona 3 ragioni per cui siamo così felici di dare. Sono davvero dei bei punti. La prima ragione che viene menzionata è che vogliamo fare ciò che è gradito a Geova. E nella seconda lettera ai Corinti c’è un principio che ci aiuta molto bene a spiegare alle persone che noi non obblighiamo nessuno a fare donazioni, ma di tanto in tanto è necessario parlare di questo argomento. In 2 Corinti 9 si parla proprio di questo, ovvero si parla delle donazioni, del dare. E qui al versetto 7 troviamo delle parole ispirate che riflettono il pensiero di Geova. 2 Corinti 9:7: “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. Ecco il motivo per cui doniamo. Siamo felici di dare a Geova, ad esempio quando l’organizzazione ci fa sapere che è sorta una necessità. All’adunanza annuale abbiamo visto un rapporto sull’aumento dei disastri naturali. L’organizzazione di Geova ha speso milioni di dollari per aiutare i fratelli che sono stati colpiti dai disastri. Fare donazioni è una responsabilità individuale. E come dice il versetto, ciascuno deve farlo “come ha deciso nel suo cuore, non di malavoglia” o come dice la nota in calce “con riluttanza”. Quindi noi non mettiamo in difficoltà le persone forzandole o dicendo loro: “A te i soldi non mancano, perché non dai di più?” Non è affar nostro, è una decisione personale. Ognuno fa come ha deciso nel suo cuore. Quando parliamo di soldi, non lo facciamo mai per mettere pressione, per far sentire gli altri in obbligo a fare donazioni, perché a quel punto lo farebbero di malavoglia. Non è così che si comporta la nostra organizzazione. Certo, la cristianità, beh, loro sono esperti nel chiedere soldi. Noi invece amiamo Geova e vogliamo essere il tipo di persone che Geova ama. Infatti avete notato che belle parole in questo versetto? “Dio ama chi dona con gioia” o come dice un’altra traduzione: “Dio ama chi ama dare”. Ed è proprio così. Noi desideriamo che Geova ci ami. Quindi siamo felici di usare i nostri soldi per sostenere l’opera del Regno, indipendentemente da quanto riusciamo a dare. Ecco un primo motivo che ci spinge a donare. Lo facciamo perché amiamo Geova. Il secondo motivo è davvero interessante, perché ci fa capire cosa abbiamo nel cuore, e lo troviamo in un principio della legge mosaica. Prendete insieme a me il libro di Deuteronomio. Deuteronomio capitolo 16. E anche se è vero che queste parole sono state scritte per gli ebrei di quel tempo, sono valide anche per noi oggi. Leggeremo Deuteronomio 16:16, 17: “Tre volte l’anno tutti i tuoi maschi devono presentarsi davanti a Geova tuo Dio nel luogo che sceglierà: alla Festa dei Pani Azzimi, alla Festa delle Settimane e alla Festa delle Capanne”. Ora notate: “Nessuno di loro deve presentarsi davanti a Geova a mani vuote. Il dono che ciascuno porterà dovrà essere in proporzione alla benedizione che Geova tuo Dio ti avrà dato”. Riflettiamo su questi versetti. Geova voleva che durante l’anno, quando andavano alle feste, gli israeliti ricordassero queste parole: ‘Nessuno deve presentarsi a mani vuote’. Non dice che solo i ricchi o quelli che avevano avuto una buona annata dovevano dare qualcosa, lasciando intendere che i poveri potevano non farlo. Anche se era la nazione di Geova, alcuni avevano problemi economici. Eppure nessuno doveva presentarsi a mani vuote. Questo principio vale per tutti noi, a prescindere dalle nostre circostanze, sia che serviamo alla Betel o altrove. Geova non approva che i suoi servitori si presentino a mani vuote. Cosa spingeva gli israeliti a non presentarsi a mani vuote? E cosa spinge noi oggi a non presentarci a mani vuote? Il versetto 17 dice una cosa molto profonda: “Il dono che ciascuno porterà dovrà essere in proporzione alla benedizione che Geova tuo Dio ti avrà dato”. Ecco il punto. Qui ci dice quello che gli israeliti dovevano fare nel corso dell’anno, ed è esattamente quello che dobbiamo fare sempre anche noi. Riflettere sulle benedizioni di Geova, su tutto quello che ci dà. E dobbiamo prenderci del tempo per pensarci. “Il dono che ciascuno porterà dovrà essere in proporzione alla benedizione”. Se riflettiamo su tutto quello che riceviamo, ci sentiremo spinti a dare. Questo è un concetto profondo, qualcosa su cui vogliamo riflettere. Quando si tratta di donazioni, non vogliamo presentarci a mani vuote, vogliamo farle regolarmente. Non vogliamo pensare: “Beh, faccio così tanto per Geova”. Come abbiamo detto, il denaro è necessario per soddisfare ogni bisogno. E di questo dobbiamo prenderne atto, anche se magari non abbiamo molto. Infine la terza ragione ha a che fare con l’amore che proviamo per Gesù. Prendete insieme a me, per favore, Giovanni al capitolo 14, il Vangelo di Giovanni al capitolo 14. Siamo felici di dare, di fare donazioni, perché amiamo profondamente Gesù. Notate cosa disse lui stesso in Giovanni 14:23. Giovanni 14:23: “Gesù rispose: ‘Se uno mi ama ubbidirà alla mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo da lui e dimoreremo presso di lui’”. È interessante che Gesù dica “se uno mi ama”. Fa capire che dipende da ognuno di noi amarlo. Noi non siamo come quelli della cristianità, che dicono di amare Gesù ma che in realtà non lo conoscono. Sinceramente, come fanno ad amarlo se non sanno neanche che persona sia? Devono prima avere un’accurata conoscenza. Ma se conosciamo la verità, se siamo servitori dedicati e battezzati, se amiamo veramente Gesù, allora ubbidiremo alla sua parola. E lo faremo promuovendo l’opera, non solo usando il nostro tempo e le nostre energie, ma saremo felici di usare anche i nostri soldi per sostenere quest’opera. Ad essere onesti, non è un mistero che servano soldi per portare avanti le filiali oppure l’opera di predicazione e tutti gli altri progetti teocratici iniziati negli ultimi anni. Ci vogliono soldi. Non possiamo andare dai fornitori, prendere quello che ci serve e dirgli: “Noi siamo un’organizzazione senza scopo di lucro” e aspettarci che ci diano le cose gratuitamente. Non funziona così. Si aspettano di essere pagati per le cose che acquistiamo da loro, che ci servono per l’opera del Regno. Ricapitolando, siamo felici di fare donazioni perché amiamo Geova, vogliamo fare ciò che gli è gradito, perché apprezziamo tutto quello che fa per noi e perché amiamo Cristo Gesù. Ecco perché vogliamo dare a Geova tutto quello che possiamo. Quanto diamo e quando lo diamo è una decisione personale, Geova lascia che siamo noi a scegliere. Perciò non vogliamo mettere altri in difficoltà, non vogliamo far intendere che dovrebbero dare di più. Ognuno decide per sé. E se abbiamo poco economicamente, ricordiamo la vedova. Lei non si presentò a mani vuote quando andò al tempio. Era povera, non diede molto. Ma Geova e Gesù la apprezzarono perché diede tutto quello che poteva. Quindi anche se siamo poveri, Geova si aspetta che contribuiamo economicamente. E siamo felici di farlo perché amiamo Geova, perché amiamo Gesù e perché siamo grati per tutto quello che Geova ci dà giorno dopo giorno.

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