Gelsemium: quando il panico si fa impotenza.

Gelsemium: quando il panico si fa impotenza.

Ennio Martignago
Preparazione di un fiore di Gelsomino (gelsemium sempervirens)

Entriamo nel vivo dei nostri discorsi con quello che personalmente reputo il rimedio principe per gran parte dei malesseri diffusi in questo nostro periodo. So che molto, se non tutto, è ancora da spiegare della teoria e delle metodologie ma garantisco che ci arriveremo piano piano, in tanto all'interno delle descrizioni dei rimedi durante le quali ripeteremo molte volte modalità e accorgimenti comuni, ma anche gli approcci alla materia e le differenze di punti di vista. Però è certo anche vero che oggi come oggi le persone hanno urgenza di risposte operative e queste hanno diritto di priorità.

Faremo così in modo di equilibrare le necessità aventi pari diritto, ma per oggi parleremo di un fiore molto comune: il Gelsomino.

Strano come un fiore così diffuso, perfino nei tè che ci offrono ai ristoranti cinesi, possa avere un influsso così potente. Ancora più significativo che il suo potere cresca quanto maggiore è la sua diluizione, quella che noi più correttamente chiameremo "dinamizzazione", ovvero serie notevolmente ripetute di succussioni a mano a mano che si riducono le proporzioni di materia iniziale al punto che molto presto la parte di massa chimica scompare per lasciare posto alla dynamis del rimedio.

Gelsemium Sempervirens è un perfetto esempio di come funziona l'Omeopatia Hahnemaniana. Samuel Hahneman studiando per la sua tesi di laurea gli effetti della China ebbe modo di osservare come i benefici che si ottenevano a dosaggi bassi permettessero di affrontare malanni in tutto e per tutto simili a quelli che i dosaggi più alti avrebbero creato. Da lì nacquero, innanzitutto la possibilità per l'epoca inconcepibile di produrre preparati utilizzabili di prodotti altrimenti mortali, come Arsenico, Antimonio e così via; ma anche lo sviluppo di un originale protocollo per lo studio degli effetti delle più svariate sostanze opportunamente dinamizzate.

È così che ricorderemo come il Gelsemium che si utilizza in omeopatia sia una pianta molto velenosa che interviene sul sistema nervoso centrale provocando vertigini, perdita dell’eloquio, debolezza della vista o rigidità muscolare, fino ad un’eventuale paralisi respiratoria che può anche portare alla morte.


Diciamo fin da subito che per l'approccio che più mi si confà gli effetti sullo psichismo di Gelsemium non si riscontrano se non a partire dalla nona dinamizzazione (9 CH).

Il questi casi sono forse più utili preparati composti, come il caso di Gelsemium Homaccord della casa Heel.

Tuttavia, sono solito trascurare anche le medie dinamizzazioni (quelle che secondo i francesi sono già altissime come la 15 o la 30 CH) per passare direttamente alla duecentesima (hahnemaniana o korsacoviana che sia — differenza tecnica che spiegheremo molto più in là).

Per quelli più impazienti prescriveremo una dose unica 200 ogni 15 giorni, versando i globuli sotto la lingua per farli sciogliere lentamente a bocca pulita come, per esempio, 20-30 minuti prima di colazione e del lavaggio dei denti.

Prenderemo in considerazione dinamizzazioni maggiori solo successivamente e solamente nel caso di una più spiccata risonanza con il rimedio.

Per trattamenti più precisi e continuati (come nel caso di un sostegno per le sintomatologie neurologiche con tremori e tensioni — si pensi al Parkinsonismo), invece, si potrebbe procedere come segue: si versi il contenuto della dose in un contenitore sterile, come ad esempio una siringa da 5 ml e si aggiunga dell'acqua; si colpisca almeno un centinaio di volte il recipiente pieno su un supporto stabile (un tavolo o l'altra mano) stringendolo molto stretto come se gli si volesse trasmettere la nostra energia interiore, all'inizio almeno fino a che tutti i globuli non si siano sciolti (se non basta si sospenda l'operazione e la si ripeta dopo qualche ora).

Una volta preparata la prima diluzione dinamizzata si assumerà tutto il liquido come descritto per la dose unica in precedenza, salvo che ovviamente non lo si scioglierà e quindi verrà consumato molto prima.

Nel recipiente (la siringa) deve rimanere più o meno una goccia del preparato che si è inghiottito (per le korsacoviane si dice che basta la parte infinitesimale che rimane sulle pareti del recipiente); tanto basterà per aggiungervi altra acqua e ripetere il centinaio di succussioni dopo aver consumato e prima dell'assunzione successiva, proseguendo così per i giorni che servono (a seconda delle situazioni, da un mese ad un tempo indefinito).

Stereotipo mentale di Gelsemium (fonte: https://www.similasan.swiss/)

Gelsemium, il cui alcaloide, il principale principio attivo della pianta, la gelsemina è un parente stretto della stricnina costituisce a tutti gli effetti il rimedio di più esteso spettro del trio degli stricnoidi cui appartengono a tutti gli effetti altri principi ad alto psichismo, ossia Ignatia e Nux Vomica di cui tratteremo molto presto. Tutte queste piante hanno la caratteristica di provocare delle reazioni tetaniche, una forte tensione della muscolatura, di quella striata come pure dei visceri, ma ognuna di esse ha la sua peculiarità. E se la tensione di Nux è quella del lavoratore soprattutto del mondo degli affari che se sfoga la sua frustrazione sta meglio Ignatia ha l'agitazione confusa del mal d'amore, la tensione di Gelsemium la potremmo chiamare, coerentemente con la torsione del lenzuolo o altro, strizza!

Gelsemium è, infatti, l'antidoto per il terrore indotto come accade in questi anni in cui l'anticipazione distopica di orrori in grado di generare un'acuta ansia, depressione e confusione a tutti i livelli della società, talmente diffusa da poter essere considerato un progetto cospirazionista (si pensi anche solo all'insistenza di film e serie TV sulla fine del mondo e sul mondo del dopo-bomba).

Gelsemium potrebbe riscattare come suo il detto "nessuna nuova buona nuova": se arriva della posta saranno bollette o più probabilmente multe; se il partner gli dice "Dobbiamo parlare", di sicuro vorrà lasciarlo; se il capo lo chiama è perché vuole licenziarlo…

La vita è un continuo esame e la sua tensione è, più o meno continuamente e con maggiore o minore intensità, quella dell'esaminando.

Va da sé che Gelsemium sarà un rimedio elettivo per gli attacchi di panico, considerando in questo caso l'abbinamento con il Rescue Remedy di Bach.

Il terrore, il timore e il timor panico di Gelsemium, rende costoro paralizzati e progressivamente impotenti ad affrontare il quotidiano di fronte al quale sono lillipuziani al cospetto del Leviatano. La naturale conseguenza di un tale vissuto è una mortificazione senza vie d'uscita. …di certo Fantozzi aveva un forte lato Gelsemium!

Anche se tutte le nevrosi fobiche ad ampio spettro sono Gelsemium (che da questo punto di vista trova sinergie fra i fiori di Bach con Aspen e Walnut), va considerato che una vita trascorsa con questa costante spada di Damocle sulla testa difficilmente non finisce per sfociare in una certa depressione ansiosa o nevrosi depressiva (scartando quindi le depressioni maggiori). Questo lato del rimedio è stato poco considerato e quindi è fra i meno sfruttati, mentre può offrire dei risultati davvero eccellenti, specie se abbinati ad altri rimedi, come ad esempio Hypericum perforatum 5 CH fino a 9 CH, Hypericum cum Auro culto o Primula cum Auro culta assieme a molti fiori di Bach come Sweet Chestnut, Larch, Gentian, Mustard e i due che si diceva prima fra i tanti.

Fra le cose che Gelsemium non può trascurare ci saranno l'attività fisica e la concentrazione sulla respirazione (Training Autogeno, Qigong o Chi Kung, Pranayama…).

Le strategie psicoterapiche più immediate da prendere in considerazione saranno le tecniche di desensibilizzazione, da quelle ipnotiche, all'EMDR e le submodalità della Programmazione Neurolinguistica, anche se come sempre la struttura su cui si innestano sintomatologie come queste è spesso variegata e va rivista di caso in caso.

Gelsemium Sempervirens


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