Fede: esempi positivi e negativi - Imitiamo Mosè, non il faraone

Fede: esempi positivi e negativi - Imitiamo Mosè, non il faraone

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Per una quarantina di anni Mosè aveva goduto di una vita comoda e privilegiata. Era stato infatti adottato dalla figlia del faraone. Tra i vantaggi che aveva c’erano molti beni materiali e un’istruzione elevata. Quale effetto poteva avere tutto questo sul modo di pensare di Mosè, sul suo atteggiamento? Possiamo averne un’idea da un episodio che si verificò quando Mosè aveva circa 80 anni. È narrato nel libro di Esodo al capitolo 5. Lì viene riportata una conversazione in cui il faraone rivolge queste parole a Mosè: “Chi è Geova che io debba ubbidire alla sua voce [...]? Non conosco affatto Geova”. Certo, il faraone non poteva dire parole più vere. Quel sovrano non conosceva per nulla Geova e di conseguenza non poteva aver fede in lui. Era davvero superbo. Dalle sue parole era evidente che non aveva alcun rispetto per Geova. Essendo il faraone, si considerava un dio, e questo era anche il pensiero comune degli egiziani. L’atteggiamento di Mosè fu in qualche modo condizionato dal pensiero degli egiziani, dalla loro cultura? No. Mosè era totalmente diverso dal faraone, era un uomo di grande umiltà, era un uomo di fede. A 40 anni prese una decisione che rispecchiava la profondità di quella fede e che cambiò la sua vita per sempre.

Perché l’esempio di Mosè, il suo esempio di fede, dovrebbe interessare tutti quanti noi? Perché proprio come Mosè anche noi oggi ci troviamo in situazioni in cui dobbiamo fare delle scelte. E queste scelte riveleranno la qualità della nostra fede.

Per esempio, notate ora come un anziano si trova ad affrontare una prova di fede. Guardiamo insieme il seguente video. 

Mentre siamo via ci penserà Danny a portare avanti l’attività. Ho messo in programma solo qualche lavoretto. Sono sicuro che se la caverà bene.
Finalmente è arrivato il momento del nostro congresso! Ho organizzato le cose perché potessimo andarci tutti insieme. Ma certe cose non sono proprio prevedibili.
- Pronto?
Danny era nel panico, 2 dei miei più grossi clienti lo avevano chiamato per dei problemi seri.
- Che guaio!
Non posso permettermi di perderli. 

Prendiamoci alcuni minuti per considerare insieme quello che le Scritture dicono sulla fede di Mosè e vediamo insieme 4 modi in cui possiamo imitarlo. Apriamo la Bibbia in Ebrei capitolo 11. 

1. Iniziamo a leggere dal versetto 24. Ebrei 11:24: “Per fede Mosè, quando fu adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone e scelse di essere maltrattato con il popolo di Dio invece di godersi i piaceri momentanei del peccato”. Quindi la prima cosa che Mosè fece fu rifiutare il modo di pensare orgoglioso ed egoista del mondo in cui viveva. Lui scelse di essere maltrattato con gli israeliti, che erano schiavi, invece di conformarsi a un contesto culturale che non teneva conto di Geova. Cosa lo spinse ad agire così? Dalle parole del versetto 24 capiamo che Mosè era un uomo di fede. E fu proprio la fede a guidare le sue decisioni, non la cultura né le pressioni della comunità, ma la fede.

2. Ed ecco la seconda cosa. Leggiamo al riguardo il versetto 26: “Perché considerava il disonore del Cristo una ricchezza più grande dei tesori dell’Egitto; teneva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa”. Ecco, Mosè ricevette un incarico, un compito da Geova, e lo considerò molto più importante di qualsiasi altra cosa l’Egitto avesse da offrire. Si lasciò alle spalle tutte le comodità dell’Egitto e si schierò dalla parte di Geova, deciso ad agire in armonia con la sua volontà.

3. Ed ecco la terza cosa. Mosè vedeva le cose in modo spirituale, teneva lo sguardo fisso sulla ricompensa. Mosè riusciva a vedere oltre la realtà dell’Egitto, poteva vedere l’adempimento delle meravigliose promesse fatte da Geova ad Abraamo e ai suoi discendenti. Questa sua mentalità spirituale si vede bene dal versetto 27: “Per fede lasciò l’Egitto senza temere l’ira del re, perché rimase saldo [notate] come se vedesse colui che è invisibile”. Certo, Mosè poteva vedere il faraone, ma guardava oltre. Con gli occhi della fede riusciva a vedere anche Geova. Mosè aveva una fortissima amicizia con Geova. Che dire di noi? La profondità di un’amicizia tra 2 persone si può misurare dal tipo di dialogo che c’è tra di loro. Preghiere regolari e sentite e un profondo studio della Bibbia costituiscono 2 modi che una persona ha per comunicare con Geova. Man mano che conosciamo meglio Geova e che la nostra fede diventa più forte e più radicata, ecco, le nostre scelte saranno un riflesso di quella fede. E questo poi andrà a influire sulle nostre parole e azioni.

4. Ed eccoci così alla quarta cosa. Notate le parole iniziali del versetto 27: “Per fede [Mosè] lasciò l’Egitto”. La sua fede era davvero solida e fu evidente nelle parole e nelle azioni. Certo, possiamo dire che Mosè era un uomo d’azione, infatti lasciò l’Egitto. Ma era anche un uomo pronto a esprimere le sue convinzioni. Per esempio, quando Mosè e gli israeliti si trovavano sulle rive del Mar Rosso, con il faraone e il suo esercito dietro di loro e il Mar Rosso davanti, quindi apparentemente senza via d’uscita, in che modo Mosè rafforzò il popolo? “Non abbiate paura. Restate saldi e vedete la salvezza [di] Geova”. Quanta forza e coraggio diedero le sue parole agli israeliti!

Anche noi oggi possiamo rafforzare chi ci sta intorno, che sia nell’opera di predicazione, in famiglia oppure in altri contesti. Quando la nostra fede è evidente in tutto quello che diciamo e in tutto quello che facciamo, siamo una benedizione per quelli intorno a noi. Certo, è molto importante che rimaniamo umili come lo fu Mosè, sempre pronti a seguire le istruzioni di Geova e i consigli che ci dà tramite la sua Parola e la sua organizzazione.

Torniamo ora all’anziano che abbiamo visto nel video. Vediamo insieme in che modo quel fratello imita l’esempio di Mosè nel prendere una decisione. 

- Ok, intanto tu cerca i pezzi che io fra un po’ ti richiamo. Ci vorrà tutto il weekend.
- Vuoi che noi andiamo e tu lo recuperi più avanti?
- Sì, e devo avvisare che non posso fare l’usciere.
Ma cosa mi perderei a non andarci?
- Come si legge in Ebrei 11:26, Mosè “considerava il disonore del Cristo una ricchezza più grande dei tesori dell’Egitto; teneva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa”. Essere principe d’Egitto non aveva alcun valore rispetto a servire Dio.
- Amore? A cosa stai pensando?
- Danny? Senti, intanto ti dico cosa puoi fare, poi quando torno ci pensiamo. 

Avete notato in che modo il fratello decide di agire motivato dalla fede? Con gli occhi della fede ha visto le benedizioni che lui e la sua famiglia potevano avere assistendo al congresso insieme. E ha preso una decisione da uomo spirituale.

In modo simile, se imitiamo Mosè rifiutando il modo di pensare egoista del mondo e lasciando che a guidare le nostre decisioni sia la fede, non la cultura o le pressioni della comunità, se continuiamo a vedere le cose in modo spirituale e se dimostriamo la nostra fede con parole e azioni, possiamo star certi che Geova ci sosterrà, verrà in nostro aiuto e ci salverà, proprio come fece con Mosè.

Il fratello Robert Ciranko, assistente del Comitato degli Scrittori, pronuncerà il discorso finale di questo simposio dal titolo: “Fede: esempi positivi e negativi. Imitiamo i discepoli di Gesù, non i farisei”. 

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