“Fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste” (Luca 16:9)

“Fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste” (Luca 16:9)

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James Mantz

Di solito quando parliamo di ricchezze ci concentriamo sul pericolo di mettere al primo posto nella nostra vita le cose materiali. La scrittura di oggi parla di ricchezze ma si concentra su come dovremmo usare le cose materiali che abbiamo. Riprendiamo il versetto di oggi, che si trova in Luca 16:9 e leggiamolo un’altra volta. Dice: “E vi dico: fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste, [e poi dice] così che loro, quando queste verranno a mancare, vi accoglieranno nelle dimore eterne”. Ci sono certi aspetti di questo versetto che alcuni fanno difficoltà a capire. Per esempio, in che senso un cristiano potrebbe essere in possesso di ricchezze ingiuste? A chi ci si riferisce quando nel versetto si parla di “loro”? E poi, che cosa possiamo imparare tutti noi da questa parabola? Per capire meglio questo versetto, diamo un attimo un’occhiata al contesto. Nei versetti da 1 a 8 di Luca capitolo 16 troviamo la parabola dell’economo e delle ricchezze ingiuste. I versetti da 9 a 13 forniscono la spiegazione di questa parabola. E la spiegazione include anche i seguenti princìpi, “chi è fedele nel minimo è fedele anche nel molto” e ‘non possiamo essere schiavi di Dio e della ricchezza’. Per capire come questo insegnamento di Gesù ci può aiutare, prenderemo in esame 3 aspetti. Prima di tutto, esamineremo la parabola nel suo insieme. Secondo, ci concentreremo sugli elementi del versetto 9. E terzo, vedremo che cosa possiamo imparare. Quindi per cominciare esaminiamo la parabola. Se andiamo in Luca 16:1, qui si parla di un economo. Come dice la nota in calce, questo economo poteva essere un “amministratore della casa”, quindi qualcuno a cui venivano affidate diverse responsabilità. Ma nel versetto si dice anche che questo economo fu accusato “di sperperare i beni del padrone”. Dalle parole di questo versetto non si capisce se l’economo fosse stato davvero colpevole. È possibile che fosse stato falsamente accusato. Gesù non si concentra sui motivi per cui l’economo perse la sua posizione, piuttosto si concentra sulla sua reazione. I versetti da 2 a 7 mostrano il ragionamento che fece l’economo sapendo che di lì a poco sarebbe stato licenziato. Dice: ‘Non ho la forza per zappare, non voglio chiedere l’elemosina, cosa mi metto a fare?’ Così decide di farsi amici quelli che hanno un debito con il suo padrone. Uno dei debitori deve al padrone 100 giare d’olio d’oliva, così l’economo riduce quel debito a 50 giare. E non è poco, è uno sconto di quasi 1.100 litri d’olio d’oliva. Un altro debitore deve al suo padrone 100 grandi sacchi di grano e l’economo li riduce a 80. Quello è uno sconto di 3.000 chili di grano. Anche quello è un grosso sconto del debito. Poi, se andiamo a guardare il versetto 8, il padrone si accorge di quello che ha fatto l’economo e anche se l’economo è stato “ingiusto”, il padrone lo loda. - Perché? - Perché aveva agito “con accortezza”. Qui Gesù non stava condonando o approvando i metodi dell’economo, né stava incoraggiando l’essere disonesti nelle pratiche commerciali. Gesù stava semplicemente sottolineando l’importanza di essere perspicaci ed accorti, cioè saggi. Ora identifichiamo gli elementi del versetto 9. Quando leggiamo questo versetto, vediamo che Gesù dice di ‘farsi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste’. Gesù non spiega nel dettaglio perché si riferisce alle ricchezze come “ingiuste”. Però c’è un’altra traduzione della Bibbia che può aiutarci a capirne il significato, perché traduce questa espressione “ricchezze del mondo”. In altre parole, queste ricchezze ingiuste sono dei beni materiali che sono sotto il controllo di esseri umani peccatori. Spesso vengono usati per fini egoistici e a volte potrebbero essere ottenuti ricorrendo ad azioni ingiuste o addirittura illegali. Gesù poi disse: “Quando queste [cioè le ricchezze] verranno a mancare”. È così, il valore dei beni materiali è limitato ed è temporaneo, può essere ridotto drasticamente dall’inflazione. Provate a pensare, per esempio, a quanto valeva 1 dollaro 50 anni fa. Se avevate 100 dollari nel 1969, oggi avreste bisogno di ben 692 dollari per avere lo stesso potere d’acquisto. Nel ’69, 4 litri di benzina costavano 32 centesimi, una pagnotta di pane 23 centesimi. Le ricchezze vengono a mancare e sicuramente continuerà a essere così anche in futuro. Sofonia 1:18 dice: “Nel giorno del furore di Geova né il loro argento né il loro oro potrà salvarli”. Durante la grande tribolazione non verremo giudicati in base a quanto abbiamo nel conto in banca, ma verremo giudicati in base a quante ricchezze spirituali avremo accumulato nel corso del tempo. E questo ci porta al significato della seconda parte del versetto 9, dove si legge: “Così che loro […] vi accoglieranno nelle dimore eterne”. A chi o a che cosa si riferisce Gesù quando usa il termine “loro”? Alle ricchezze? Certo che no. Quelle sono temporanee, verranno a mancare. Dobbiamo tornare all’inizio del versetto per capire chi sono loro, dove troviamo la parola “amici”. Ma chi sono questi amici? Aprite per favore la Bibbia in Giovanni 3:16. In questo versetto si parla di due persone che possono accoglierci nelle dimore eterne. Andiamo a leggere queste parole. Giovanni 3:16 dice: “Infatti Dio ha tanto amato il mondo che ha dato […] suo Figlio unigenito, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. È solo grazie a Dio, Geova, e a suo Figlio, Gesù Cristo, che abbiamo il privilegio di avere accesso alle dimore eterne, sia che si tratti di vivere in cielo oppure nel paradiso sulla terra. Ora vediamo che cosa possiamo imparare da questa parabola. Come possiamo usare le cose materiali di questo mondo per farci amici Geova e suo Figlio Gesù? In realtà ogni cosa che abbiamo appartiene già a loro, però ognuno di noi ha una quantità di denaro e di cose materiali che è libero di usare come preferisce. Per essere amici di Geova e Gesù dobbiamo usare queste cose in modo da avere la loro approvazione. Quando parliamo di donazioni non ci riferiamo necessariamente al denaro. Nella parabola di Gesù i debitori dovevano olio d’oliva e grano. Le ricchezze ingiuste potrebbero essere anche noci di cocco. Un fratello nel sud dell’India ha una coltivazione di palme da cocco. Porta una grande quantità di noci di cocco all’ufficio di traduzione decentrato lì vicino. Quell’ufficio avrebbe comunque dovuto spendere soldi per comprare delle noci di cocco. Il fratello pensa che contribuire in questo modo sia più utile che vendere le noci di cocco per poi donare del denaro in contanti. Che dimostrazione di saggezza. Ora torniamo in Luca al capitolo 16, diamo un’occhiata al versetto 10. È interessante notare che il principio “chi è fedele nel minimo è fedele anche nel molto” si trova in un contesto in cui si parla di ricchezze materiali, quindi non possiamo prendere alla leggera questa responsabilità. Notate cosa dice il versetto 11, dice: “Perciò se non siete stati fedeli in relazione alle ricchezze ingiuste, [notate] chi vi affiderà quelle vere?” Proprio così, Geova e Gesù ci affideranno delle ricchezze vere, cioè gli interessi del Regno, in base a come decidiamo di usare le nostre ricchezze materiali e i nostri beni oggi. Quindi ricordiamo il punto principale della parabola di Gesù dell’economo ingiusto. Non importa se abbiamo a disposizione tanto oppure poco delle ricchezze di questo mondo, vogliamo usarle per rafforzare la nostra amicizia con i nostri migliori amici, Geova e suo Figlio Gesù.

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