Famiglia Parrocchiale Luglio 2023

Famiglia Parrocchiale Luglio 2023

Segreteria Parrocchia Botricello

INTRODUZIONE

Sommario


La Spiritualità

Per capire bene che cos’è la spiritualità, leggiamo le varie definizioni, che ci chiariscono il concetto.

1.a Spiritualità nel Vocabolario Treccani

“Spiritualità” è una parola molto diffusa nel mondo contemporaneo e molto difficile da delimitare. C’è chi associa questo termine a un’esperienza religiosa o alla fede nel divino, e chi invece ci tiene a rimarcare una distanza tra il concetto di “spiritualità” e quello di “religione”.

Il vocabolario Treccani definisce la “spiritualità” come “l’insieme degli elementi che caratterizzano i modi di vivere e di sperimentare realtà spirituali, sia con riguardo a forme di vita religiosa sia con riferimento a movimenti filosofici, letterari e simili” (https://www.treccani.it/vocabolario/spiritualita/


2a.Spiritualità in Cathopedia

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.

Spiritualità indica, nel linguaggio della teologia contemporanea, uno stile di vita, originato e derivato dall'esperienza religiosa personale, vissuto nella vita di tutti i giorni. 

I contenuti oggettivi della spiritualità sono quelli della rivelazione cristiana, dei dogmi, della liturgia e dei documenti del magistero della Chiesa; le modalità soggettive con cui quei contenuti sono vissuti nel concreto dell'esistenza provengono dalla vita interiore del credente, di colui che prega e cerca continuamente la volontà di Dio su di lui.

La spiritualità intesa come stile di vita diventa progressivamente una cultura, una interpretazione globale del proprio mondo.

L'esperienza dello Spirito Santo è sempre accompagnata da una qualche riflessione, più o meno attrezzata e sistematica.

L'esperienza dello Spirito plasma così non solo il comportamento individuale e comunitario ma anche tutte le espressioni del credente, come l'arte, la politica, l'ambiente, l'impegno sociale.

Per il credente è un imperativo rendere conto della sua esperienza religiosa, intesa come presenza vissuta e incontro di comunione con Dio; il credente deve cioè dimostrare che la sua fede non è un'arida astrazione, ma costituisce un tessuto connettivo di vita; deve in qualche modo ripetere con A. Frossard: "Dio esiste io l'ho incontrato", pena la privazione di ogni forza convincente nella sua testimonianza. »

E’, dunque, una particolare sensibilità e profonda adesione ai valori spirituali.


3a.Quali sono i valori spirituali?

I valori spirituali universali sono il fondamento della crescita umana e non vanno confusi con i dogmi dei differenti credo religiosi.

La pace, l'amore, la gentilezza, l'amicizia e il coraggio, la concentrazione e l'attenzione vanno coltivati con metodi pratici.

Si può dire che mentre la religiosità tende più verso il senso del dovere e l'impegno della fede, la spiritualità tende più verso la ricerca, verso un senso di apertura mentale o curiosità per il Trascendente.



2.Spiritualità e Religione: alcune differenze sostanziali

Spesso i termini Spiritualità e Religione vengono trattati come sinonimi, ma ciò non è proprio esatto, dato che anche molti non credenti, atei e agnostici, possiedono una propria dimensione spirituale.

La Spiritualità infatti indica tutto ciò che ha a che fare con lo Spirito, nel senso che, oltre alla materia concreta, visibile, esiste un livello spirituale di esistenza, dal quale si trae vita, intelligenza o almeno lo Scopo di esistere.

La Spiritualità è un “modo d’essere”, che denota uno scarso attaccamento alla materialità, anche se detto così ha un significato riduttivo.

La differenza fondamentale tra religione e spiritualità sta nel fatto che, mentre la Religione per Spiritualità intende la ricerca di Dio all’interno di sé, la Spiritualità di per sé, ha un carattere più personale, più aperto alla sperimentazione e basato sull’esperienza personale.


Spiritualità e Religione, comunque, non sono due concetti contrapposti che si escludono l’un l’altro, ma possono essere visti semplicemente come due tappe nella crescita interiore di ogni fedele o “aspirante spirituale”. Il rapporto fra Spiritualità e Religione è paragonabile al rapporto fra Contenuto e Contenitore, fra Sostanza e Forma, fra Teoria e Pratica.

Vi è però una differenza sostanziale nel metodo di ricerca spirituale in Occidente e Oriente.

L’Occidente ha fondato la propria ricerca filosofico-religiosa su un concetto dualistico e oppositivo: gli Atomisti greci, tracciarono una netta linea di separazione tra Spirito e Materia, successivamente sistematizzata da Aristotele, per il quale i problemi riguardanti l’Anima Umana e la Contemplazione della perfezione di Dio, erano molto più importanti dell’indagine e dello studio del mondo materiale.

Questa rottura ha fatto sorgere dolorose scissioni e devastanti conflitti fra Mente e Corpo, Natura e Cultura, Individuo e Società, Razionalità ed Irrazionalità.

La Spiritualità Orientale invece non è dualista ma monista e organicista.

Per il mistico orientale, la nostra tendenza a dividere il mondo percepito in cose singole e distinte e a sentire noi stessi come unità separate in questo mondo, è da considerare un’illusione, che deriva dalla propensione della nostra Mente a misurare ed a classificare.

Spiritualità orientale

La Spiritualità Orientale insegna quindi che Mente e Corpo, Natura e Cultura, Eternità e Storia, Umanità e Divinità costituiscono un Uno, un grande Tutto, dove i conflitti, quelle contraddizioni che per l’Occidente paiono insuperabili, possono invece ricomporsi in una superiore armonia cosmica: non c’è divisione tra Coscienza Individuale e Coscienza Cosmica.

(da un articolo del Dr. Francesco Ferrini)



3.La spiritualità è un bisogno che non sempre si riesce a cogliere

Ognuno sta solo nel cuore della terra: trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. (Quasimodo)

Questi versi fanno cogliere subito l’ansia dell’uomo di oggi, il disagio di rimanere intrappolato nella rete di una vita monotona. Stranamente in questa nostra società liquida si avverte fortemente il bisogno di spiritualità, di autenticità, di interiorità e libertà, che la società consumistica non consente di assaporare.

La civiltà industriale non ha creato quel mondo a misura di uomo” che ci si attendeva; ha prodotto invece una deludente realtà in cui il parametro di valore è dato dalla produttività, dalla massificazione, dalla manipolazione delle persone, dalla mistificazione di tutto e dalla rovina ecologica dell’universo.

In questo quadro distruttivo del bene comune, l’uomo sente urgente la necessità di ritrovare il vero senso dell’esistere, l’autenticità del vivere.

Il bisogno di spiritualità dell’uomo di oggi, è chiaramente rintracciabile nei seguenti sintomi.

  • Ricerca dell’occultismo: Si registra nella civiltà mondiale di oggi, un ritorno alla magia ed all’ astrologia - oroscopi, consultazione di maghi, chiromanti, cartomanti, proliferare di professionisti in questo campo – che denota l’incapacità dell’uomo odierno di discernere valori alternativi a quelli tradizionali. Il merito dei questa ricerca consiste nel mettere sotto accusa una civiltà razionalista e rivela l’anelito dell’uomo a scoprire qualcosa di più profondo in sé e nell’universo.
  • Interesse per la meditazione orientale: Il fascino per la meditazione orientale- Buddhismo, Zen,Yoga – derivato dall’incontro con l’Oriente e diffuso dai missionari, dai maestri indù e buddhisti, ha provocato un fascino particolare, perché propone pratiche di meditazione, insegnamenti spirituali, come la non violenza e la forza dell’anima il cui modello è stato il Mahatma Ghandi.
  • Movimenti religiosi comunitari: Si è sviluppata, nelle chiese cristiane, una enorme fioritura di gruppi, movimenti, a carattere religioso.
    Alcuni rifiutano l’integrazione con le chiese storiche; usano slogan e pregano in modo emotivo, non sono contrari ad uso di droga, per andare in estasi; altri, i carismatici, con le loro manifestazioni di glossolalia (facoltà di pregare e lodare Dio in una lingua misteriosa, intesa solo dai primi cristiani forniti carismaticamente del dono dell'interpretazione) e guarigioni; le comunità neocatecumenali, che attraverso le tappe d’iniziazione battesimale, vogliono proporre una maggiore consapevolezza cristiana; i focolarini, che vogliono realizzare una testimonianza cristiana gioiosa; le comunità di base che tendono alla realizzazione di un’evangelizzazione popolare e liturgia domestica
  • Sensibilità alla dimensione dell’esperienza del trascendente: G. Baum afferma che si avverte il nascere di “una nuova autocoscienza dell’umanità, che genera forti sentimenti di solidarietà soprattutto con i sottoprivilegiati”, come la nascita di movimenti ecologisti, che difendono il Creato e fanno pensare alla nuova spiritualità come ad un’esperienza comune, fatta di unione.
    L’esperienza spirituale può nascere ovunque: famiglia, sessualità, nascita di figli, liturgie, arte, bellezza, poesia e così via. Tutto questo rivela l’intimo bisogno dell’uomo di spiritualità, di ascoltare il mistero, l’infinito.


4.Cultura antropologica e spiritualità

E’ vero che il cristianesimo è un evento salvifico che viene da Dio, ma esso deve incarnarsi nella storia, per determinare il cambiamento dell’uomo nella realtà in cui vive.

K. Barth ha caldeggiato il rifiuto delle culture come unico modo, per evitare il sincretismo religioso (da Dizionario della Spiritualità), ma proprio questo atteggiamento ha provocato quel dramma, che si definisce rottura tra Vangelo e vita.

Il cristianesimo piuttosto, deve porsi in ascolto dei segni dello Spirito sparsi in tutte le culture, per vivere in modo nuovo il messaggio evangelico. Certamente la dipendenza della fede cristiana dalla cultura non deve diventare schiavitù.

La fede cristiana attinge alle situazioni nuove in cui viene a trovarsi, ma  deve mediare senza farsi strumentalizzare.

Come Cristo fatto uomo, la cultura cristiana trova senso incarnandosi nel mondo, ma come Cristo Crocifisso, la cultura cristiana deve resistere al mondo, deve essere pensiero critico, forma sempre alternativa; come Cristo risorto, la cultura cristiana è volta ad aiutare il mondo a rigenerarsi. 

“Il Vangelo di Cristo rinnova la vita, la cultura e purifica e fortifica la moralità dei popoli (GS 58)


4a.Come esprimere, nella dinamica dello sviluppo, la povertà evangelicamente creativa?

Contro ogni pregiudizio che tende a considerare la spiritualità come un privilegio riservato a pochi, tutti i fedeli di qualsiasi grado e stato sono chiamati alla pienezza della vita cristiana (LG 40), sono tutti chiamati ad un’unione con Cristo negli impegni quotidiani.

La spiritualità è vista come obiettivo verso cui converge tutta la Chiesa: 

Il cristiano non sopporta di vivere la fede secondo strutture cristallizzate e avverte la necessità di rompere gli schemi.

H.U. von Balthasar afferma che “il cristianesimo non si presenta mai come unità e realtà sostanziale a sé stante” ma è inserito nel mondo, per essere al servizio dei fratelli, degli affamati, dei torturati, degli infelici. Nessuno è cristiano a priori, ma lo si diventa dimostrandosi tali nel mondo e presso il prossimo, attuando un cristianesimo anonimo.

Se ogni essere è creato dallo Spirito, chi può impedire allo Spirito di parlare anche ai non cristiani, attuando una spiritualità creaturale?

Le figure di Melchisedek, di Ciro, di Cornelio dimostrano che si può trovare un’esperienza religiosa, un profetismo e un sacerdozio autentici anche presso i pagani. (Nuovo Dizionario di Spiritualità)

Il crollo dei valori umani e il diffondersi del male, creano un vuoto interiore che V. Frankl definisce frustrazione esistenziale derivante dalla perdita del senso della vita.

L’uomo, sempre secondo V. Frankl, si rifugia nel conformismo sociale politico, nella mediocrità morale della folla anonima. Tuttavia alcuni uomini cercano significai e valori più profondi. “Chi sa di avere uno scopo nella vita – scrive Frankl – ha in mano un valore ineguagliabile. Chi vede la vita come dono di Dio, scopre di avere una missione.


4b.Spiritualità come esperienza di Dio

K. Raner afferma “Ingannato da troppe parole, l’uomo di oggi sente l’esigenza di credere ha ciò che è stato sperimentato nel tempo”

La situazione attuale non è più quella in cui la fede è un fatto collettivo: l’uomo di domani sarà o un mistico convinto o non sarà più mistico”

Il credente sente il bisogno di dimostrare che la sua fede non è un’astrazione; avverte l’esigenza di poter dire:” Dio esiste ed io l’ho incontrato”

Questa scoperta personale sembra impossibile e teologi e scrittori danno molte definizioni di questa difficoltà:

l’eclissi di Dio (Buber)
mancanza di Dio Heidegger
morte di Dio Altizer
occultamento di Dio Sudbrak
lontananza di Dio Rahaner.

“Il nome Dio non dice più nulla (Kasper), non riguarda la realtà in cui si vive.

Questo succede perché il mondo non è più un cosmo ordinato da Dio, dove tutto è perfetto. E’ un mondo in cui l’uomo è colui che coordina, inventa. 

È un mondo consegnato a noi e noi siamo i creatori di un ordine non divino ma umano.

Y. Gagarin afferma: “Ho girato per il cielo, ma Dio non l’ho incontrato”


4c.Per tentare l’esperienza di Dio, oggi si percorrono tre strade

Esperienza cosmologica di Dio

Dio è l’assente che viene chiamato in causa, per spiegare l’esistenza del mondo, attraverso le cinque vie di San Tommaso.

Queste vie oggi sono percorse non per dare risposte definitive, ma per convincere l’uomo che ogni cosa ritrova senso quando ritorna verso l’Origine trascendente in forza del quale esiste.

Esperienza antropologica di Dio

Dio si può raggiungere attraverso l’uomo che coglie la sua apertura ad una dimensione superiore, ogni volta che indaga nelle profondità della vita.

Secondo K. Rahner l’esperienza del dolore, del fallimento e della morte, possono condurre al dubbio religioso o all’ateismo, ma possono anche diventare uno scoglio sul quale s’infrangono miti, idoli culturali e l’assurdità di una vita in cui non sia presente il trascendente.

Oggi sembra valere la massima Amo, ergo est, nel senso che ogni esperienza intensa in positivo, è una strada verso Dio. Ci si sente amati in gratuità e questo fa scattare la molla della consapevolezza che l’amore è più forte di noi. Il linguaggio degli innamorati – quando si giura amore eterno, amore incondizionato - è vicino al linguaggio di Dio.

Esperienza storico- salvifica di Dio

L’uomo cerca sempre loe tracce dell’azione di Dio nelle vicende della storia. Non si rassegna davanti a malvagità ed ingiustizie presenti nella società e continua a porsi domande anche quando non comprende il mistero dell’azione divina. 

Il popolo di Israele coglie la presenza di Dio nella storia della sua liberazione, i, cristiani vedono nella Risurrezione l’offerta della salvezza.

Oggi i cristiani leggono la Parola, la testimoniano, partecipano ai sacramenti e vivono un’esperienza in cui il popolo di attrazione è Dio.

Bisogna ritornare alla mistagogia che insegna ad essere sempre vicini a Dio, a dargli del tu, a chiamarlo Padre.

4d.Spiritualità come impegno nel mondo

Una volta la vita cristiana perfetta etra quella lontana dal mondo (fuga dal mondo) oggi si rifiuta l’identificazione della vita spirituale con quella religiosa.

La maggioranza dei cristiani è convinta che il tempo trascorso al lavoro, nella cura della famiglia o degli impegni sociali, sia tempo sottratto all’adorazione e che bisogna svestirsi dell’abito umano, per essere veri cristiani.

Teihlard de Chardin ritiene insufficiente offrire le azioni che si compiono a Dio per santificarle; bisogna concepire il lavoro quotidiano come collaborazione all’edificazione del Regno.

Ogni azione diventa luogo di comunione dove incontrare Dio.

La recita continua di giaculatorie ad esempio, rischia di relegare Dio nelle lacune. Non la spiritualità degli intervalli, ma l’impostazione globale della vita in cui Dio è sempre presente.

Allora diventa imperativo lavorare bene, rispettare i codici di lealtà, giustizia, umanità e fraternità cristiana.

Impostata così ogni azione è offerta a Dio, è permeata di Dio


Teilhard de Chardin indica come conciliare l'amore per Dio con un sano amore per il mondo. I cristiani devono scoprire come trasformare il lavoro cioè vedere nel lavoro un mezzo per aiutare l'edificazione del regno di Dio. Anche il mondo del lavoro così diventa un luogo un ambiente Divino cioè un luogo dove incontrare il Signore.

  • L'azione dell'uomo deve essere al largo raggio cioè realizzare l'umanizzazione del lavoro come un tutt'uno con ciò che riguarda Dio. 

Una poesia indiana recita:

“Per chi preghi in questo cantuccio scuro del tempio delle porte chiuse?  Apri gli occhi e guarda: il tuo Dio non ti è dinanzi. Egli è là dove il contadino sta arando la terra, lungo la strada dove è lo spaccapietra, sotto il sole e sotto la pioggia, egli è con loro. Le sue vesti sono coperte di polvere. Scendi come lui sul terreno polveroso“. (Tagore)


4e.Spiritualità Liberatrice 

La Spiritualità Liberatrice viene realizzata là dove vengono annullate le ingiustizie sociali, le disuguaglianze sociali politiche ambientali, culturali ed economiche. 

La spiritualità Liberatrice si realizza:

  • con la conversione al Povero oppresso
  • con la denuncia delle ingiustizie sociali Con la solidarietà per i poveri
  • con la celebrazione del mistero Pasquale
  • con la gratitudine, la gioia, la speranza 

  • La celebrazione del mistero Pasquale non si deve celebrare una volta per tutte, ma si deve rinnovare ogni giorno, perchè bisogna vedere nella Resurrezione dalla morte anche il cambiamento, e quindi la resurrezione della Giustizia, della fratellanza, dell’amore. 
  • Nella celebrazione eucaristica l'uomo si impegna a rifiutare ogni occasione, ogni azione che impediscano ad un uomo di realizzarsi completamente e liberamente.
  • Dandosi dell'azione di Cristo e di quella dello Spirito Santo l'uomo che segue Dio sa si apre la speranza che tutto può cambiare tutto può risolversi, non bisogna chiudersi nella rassegnazione e nel rifiuto della speranza 
  • Lo stabilirsi dei regimi oppressivi chiede la liberazione di tutti gli oppressi È il ristabilimento della Giustizia e dell'uguaglianza sociale
  •  il Cristiano deve ristabilire una spiritualità comunitaria.
  • L'individualismo Cristiano non è più tollerabile.
  • L'uomo è un animale sociale e quindi deve operare e salvarsi nella comunità: non può salvarsi da solo.
  • L'uomo di oggi deve tendere alla realizzazione del bene comune nel mondo, solo così si può realizzare la spiritualità liberatoria e comunitaria.


4f.Recupero dei valori della spiritualità popolare

Da 1974 la religiosità popolare viene considerata autentico mezzo di evangelizzazione.

Se la spiritualità elaborata dai teologi specialisti può fornire un’esperienza biblica, cristocentrica, ecclesiale e storico-salvifica, la religiosità popolare può presentare la ricchezza dei suoi valori esistenziali.

“La pietà popolare manifesta una sete di Dio, che solo i semplici e i poveri possono conoscere. Essi hanno un senso acuto degli attributi di Dio: paternità, presenza, provvidenza (Paolo VI).

Certamente la pietà popolare deve essere epurata dalla superstizione ed essere riempia della Parola.


4g.Scrutare la Sacra Scrittura e l’esperienza cristiana storica

Per verificare, ripensare, attualizzare temi come:

Ascesi
Croce/peccato
Carità
Itinerario spirituale
Preghiera/Lavoro
Tempo libero


5.Recuperare i luoghi dove si comunica lo Spirito

Attraverso le opere d’arte, l’estetica suscita momenti in cui l’uomo, nella ribellione e nella preghiera, nell’amore, nell’eroismo, nella creazione supera la soglia dell’umanità e sente il bisogno del nuovo.

Spettacoli, musica, arti figurative, immagini, oltre a favorire il senso estetico della bellezza, risvegliano le coscienze, sviluppano il senso critico.


L’ispirazione dell’artista in ogni caso è l’input a sperimentare qualcosa di superiore, qualcosa che va oltre l’ovvio. Dostoevskij dichiarò che sarà la bellezza a salvare il mondo.

I capolavori dell’arte umana, che contiene la scintilla divina, eleveranno l’anima dall’utile e dal funzionale, e faranno scoprire il vero significato della vita, dono gratuito del Dio vivente.


“Il cristiano è sicuro che l’avvenire dello Spirito divino, s’inarca come cupola al di sopra di tutti i progetti futuri del mondo, perché Dio è più inventivamente ingegnoso e più libero di chi da Lui ha ricevuto libertà ed energia inventiva” (S. De Fiores)


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don Rosario Morrone

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