Facciamo il bene e condividiamo quello che abbiamo (Ebr. 13:16)

Facciamo il bene e condividiamo quello che abbiamo (Ebr. 13:16)

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Kenneth Flodin

Prendete insieme a me Ebrei13:16. È interessante notare che nella Traduzione del Nuovo Mondo la prima parola di questo versetto serve da collegamento. Quando leggiamo la Bibbia, è importante che prestiamo attenzione alle parole e alle frasi che collegano i versetti, così da capire meglio quello che intendeva lo scrittore, che ovviamente era guidato dallo spirito santo. Una domanda. Anzi, prima della domanda leggiamo il versetto 16. Dice: “Inoltre [ecco qua il collegamento, inoltre] non dimenticate di fare il bene e di condividere con gli altri quello che avete, perché Dio si compiace di tali sacrifici”. Ma torniamo alla domanda. Quando la Bibbia dice di fare il bene e condividere con altri, si sta forse riferendo a predicare alle persone del territorio? No, non è così. E come faccio a dirlo con tanta sicurezza? Beh ad esempio, se facciamo una ricerca in uno dei molti articoli della Torre di Guardia, vedremo che Ebrei 13:16 non viene messo in relazione con la predicazione. E allora concentriamoci sull’inizio del versetto 16. La parola “inoltre” collega il versetto 16 al versetto precedente, il 15. Leggiamo il versetto 15 allora. Qui viene detto: “Mediante lui offriamo sempre a Dio un sacrificio [sì, un sacrificio, ma di che genere? Un sacrificio] di lode, cioè il frutto delle nostre labbra che dichiarano pubblicamente il suo nome”. Quindi il versetto 15 ha già parlato della predicazione. E tornando alla parola “inoltre”, sappiamo che significa “in aggiunta a quanto già detto”. Quindi al versetto 15 il “sacrificio di lode” è già stato menzionato. E ora nel versetto 16, in aggiunta a questo, ci sono questi altri sacrifici che vengono menzionati e di cui “Dio si compiace”. Perciò, come capiamo, il versetto 15 parla di predicare con l’obiettivo di aiutare le persone a diventare discepoli di Cristo. Il versetto 16 parla di fare del bene e condividere, ma con i fratelli per aiutarli a rimanere discepoli di Cristo. Allora, quali sarebbero i sacrifici di cui si parla nel versetto 16? Per capirlo seguitemi in 2 Corinti capitolo 8. 2 Corinti capitolo 8. Qui si parla di donare cose materiali ai fratelli nel bisogno. È vero che Paolo qui stava scrivendo ai corinti, ma in questi versetti in cui parla di condividere ciò che si ha, lui si riferisce ai cristiani della Macedonia. Verso chi erano generosi? Verso i loro compagni di fede. Le congregazioni della Giudea si trovavano in estrema povertà e così i cristiani macedoni, insieme ad altri, misero da parte dei soldi per aiutare chi era nel bisogno. 2Corinti 8:2-4: “Nelle sofferenze di una dura prova l’abbondanza della loro gioia [loro gioia dei cristiani macedoni] e la loro estrema povertà hanno fatto abbondare la ricchezza della loro generosità. Posso testimoniare, infatti, che hanno dato in base ai loro mezzi, anzi, oltre i loro mezzi, mentre di propria iniziativa ci supplicavano con insistenza di poter avere il privilegio di donare generosamente, di partecipare al ministero in soccorso dei santi”. Cioè dei fratelli. Quindi non si parla di predicare, ma si parla di essere generosi e di condividere quello che si ha. C’è un dettaglio interessante nella scrittura di oggi. Avete notato quello che Paolo ha detto in Ebrei 13:16? Ha detto: “Inoltre non dimenticate [non dimenticate] di fare il bene e di condividere”. Perché pensate che abbia detto “non dimenticate”? Perché tendiamo a distrarci. Visto che siamo imperfetti, possiamo avere ottime intenzioni, ma a volte ci dimentichiamo di portarle a compimento. Ora, Paolo scrisse la seconda lettera ai Corinti circa cinque o sei anni prima di scrivere agli ebrei e quando scrisse agli ebrei disse: “Non dimenticate”. Paolo forse aveva ancora in mente quello che era successo ai corinti. Siete ancora in 2 Corinti capitolo 8? I corinti avevano ottime intenzioni e volevano fare il bene, essere generosi con i fratelli della Giudea, ma a quanto pare si dimenticarono di andare fino in fondo. 2 Corinti 8:10, 11: “E a questo riguardo esprimo la mia opinione: la cosa vi è utile, visto che [notate] già un anno fa non solo avete cominciato a fare, ma avete anche mostrato il desiderio di fare”. Loro volevano tanto contribuire, ma intanto era passato un anno. “Ora, dunque, portate a termine quello che avete iniziato; portatelo a termine secondo i vostri mezzi con la stessa prontezza con cui avete manifestato il vostro desiderio di fare”. Quindi queste parole ci aiutano a non dimenticare i fratelli che sono in difficoltà nella nostra congregazione o altrove. Facciamoci una lista. Io, per esempio, quando penso di fare del bene a qualcuno mando a me stesso un’e-mail e così sono sicuro di ricordarmelo. Forse adesso potremmo pensare: “Non conosco nessuno della mia congregazione che abbia bisogno di aiuto, magari economico”. Non concludiamo però che non si applichi a noi Ebrei 13:16. I cristiani macedoni andarono oltre i confini del territorio della loro congregazione per dare una mano ai fratelli. Tutti noi, che abbiamo tanto o poco, possiamo contribuire per l’opera mondiale. Possiamo farlo tutti, specialmente se pensiamo ai tanti disastri che colpiscono i nostri fratelli in tutto il mondo. E così l’organizzazione può inviare queste contribuzioni a fratelli nel bisogno che non conosciamo neanche, proprio imitando quello che fece l’apostolo Paolo nel I secolo. Oltre a contribuire dal punto di vista economico, molti fanno il bene e condividono quello che hanno partecipando a operazioni di soccorso per riparare case e Sale del Regno danneggiate. Beh, Geova sicuramente apprezza questi gesti generosi. In quali altri modi possiamo fare il bene e condividere quello che abbiamo? Cercando dei modi per essere ospitali. Romani 12:13 ci incoraggia a ‘essere sempre ospitali’. Anche il tempo che dedichiamo a preparare e pronunciare un discorso rientra in quello che è descritto in Ebrei 13:16. Pensiamoci, Ebrei 13:16 cos’altro può includere? Fare una visita pastorale incoraggiante? Aiutare un malato o una persona anziana? Tutti questi sono modi di fare il bene. Ricorderete che Ebrei 13:15 parla di “sacrificio di lode”, di ‘dichiarare pubblicamente il suo nome’, il nome di Geova predicando alle persone. Invece Ebrei 13:16 riguarda quello che facciamo per i fratelli quando li aiutiamo facendo vari sacrifici come quelli di cui abbiamo appena parlato. Ma alla fine, quale di questi due versetti è il più importante, il 15 o il 16? Una Torre di Guardia del 2009 chiedeva: “Quale di queste due attività cristiane è più importante?” E poi aggiungeva ‘Fare una domanda simile equivale a chiedere quale delle due ali di un uccello sia più importante. La risposta è ovvia. Un uccello non può usare solo un’ala per volare, ha bisogno di entrambe per riuscirci. In modo analogo, noi dobbiamo partecipare a entrambe queste attività del servizio che rendiamo a Dio per essere cristiani completi sotto ogni aspetto’. Quella Torre di Guardia diceva anche che queste due responsabilità si completano a vicenda. Quindi possiamo volare alto, perché sappiamo che Geova si compiace di tutti questi sacrifici.

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