Eureka Seven: Il Suono Di Una Generazione

Il 4 ottobre 1995 va in onda il primo episodio di Neon Genesis Evangelion, capolavoro del regista, animatore e sceneggiatore giapponese Hideaki Anno. Nel corso degli anni la serie animata è diventata un cult non solo nel suo genere, ma nel mondo dell’animazione in generale, riuscendo ad influenzare una gran mole di prodotti del Sol Levante e non.

Fra i numerosi lasciti di “evangeliana” memoria vi è uno show che è riuscito nel difficile compito di non ridursi a mera copia: Eureka Seven.

In un mondo in cui una corrente d’aria chiamata “Trapar” permette di surfare nel vento (e non solo), il giovane Renton Thurston, figlio dell’eroe di guerra Adrock Thurston, trascorre la sua adolescenza insieme a suo nonno Axel nella “noiosa” Bellforest, così definita da lui a causa della scarsa presenza di Trapar. Infatti il ragazzo adora praticare reffing, cioè surfare sulle onde di Trapar, ed il suo più grande sogno è quello di far parte del Gekkostate, un gruppo di fuorilegge che pratica reffing.

La vita del giovane Renton cambia radicalmente quando un robot umanoide dotato di tavola da reffing si schianta contro l’officina di suo nonno, distruggendo anche la sua camera da letto. A bordo del robot c’è Eureka, un’incantevole ragazza di cui Renton si innamora immediatamente.

In seguito il ragazzo riuscirà a salire sull’enorme aeronave dei suoi idoli, la Gekko-Go, rendendosi poi conto che la vita avventurosa che sognava non corrisponde del tutto alla realtà.

La serie, nata dalla collaborazione fra Bandai e Studio Bones, si compone di cinquanta episodi, andati in onda fra la primavera del 2005 e l’inverno del 2006.

Nello staff vi è Tomoki Kyoda alla regia, già direttore di alcuni episodi di “RahXephon”. Della sceneggiatura, invece, se ne occupa Dai Sato, il quale viene insignito di un premio per la miglior sceneggiatura alla Tokyo International Anime Fair del 2006 proprio grazie ad Eureka Seven.

Non reclamare le cose, ottienile, solo così verrai ricompensato

Questa è una delle frasi più volte ripetute all’interno della serie, ma l’opera non si riduce solo a questo.

Eureka Seven riesce ad uscire dal tracciato di Evangelion, prendendo una strada originale che conferisce una propria identità all’opera.

Dai Sato si è rivelato abile nel costruire il world building della serie, che trova il proprio cuore centrale nella gestione della politica all’interno dell’universo narrativo che ci viene descritto.

I membri del Gekkostate, capitanati da Holland Novak (idolo di Renton) si oppongono all’esercito del colonnello Dewey, non solo sul campo da battaglia, ma anche mediaticamente, creando una rivista di controcultura chiamata “Ray=Out”.

Vi sono numerosi rimandi al mondo della musica, come i nomi di alcuni dei personaggi (ad esempio il nome del padre di Renton, Adrock, è un riferimento ad Adam Horovitz, componente dei Beastie Boys).

Inoltre i generi musicali rappresentano il divario generazionale: la musica elettronica per la generazione più giovane, mentre la musica rock per quella più vecchia.

Infatti uno dei temi principali è il conflitto generazionale, dove la generazione precedente vuole seguire le orme del passato, mentre la nuova generazione si oppone al vecchio modus operandi e vuole accreditarsi le responsabilità che si merita. Questo conflitto non riguarda solamente i protagonisti e gli antagonisti, ma si sviluppa anche all’interno delle differenti fazioni. I personaggi sono l’unica cosa reale all’interno di un universo bizzarro, soprattutto le loro relazioni. Un’attenzione importante è posta sul rapporto fra Eureka e Renton: Sato è riuscito nel rappresentare realmente le dinamiche di due ragazzi che scoprono per la prima volta cosa significa “amare”, dalle prime fasi dell’innamoramento agli screzi che una coppia può affrontare, senza sfociare negli espedienti narrativi soliti di un romance di quart’ordine.

L’amore in Eureka Seven è un tema fondamentale, attraverso il quale viene delineata la crescita dei protagonisti, la loro psiche e le loro decisioni, arrivando a detestare alcune scelte, ma non a biasimarle. Tutto questo e molto altro ancora accompagnati dalla eccezionale soundtrack della serie, dalle tinte inevitabilmente nostalgiche.

Il titolo dell'articolo prende ispirazione dal video dello YouTuber "Under The Scope", consiglio di guardarlo una volta finita la serie.

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