Estratto da: " Perché combattiamo. Manifesto della Resistenza Europea", Passaggio al bosco, 2023

Estratto da: " Perché combattiamo. Manifesto della Resistenza Europea", Passaggio al bosco, 2023

Guillaume Faye


L'incubo del Pentagono è l'Eurosiberia etnocentrica. Vale a dire l'unione a lungo termine dell'Europa peninsulare (occidentale e centrale) con la Federazione Russa, liberate dall'islamizzazione, dalla soggezione americana e dai colonizzatori allogeni. La talassocrazia americana intende controllare questo immenso spazio e non consentire che un simile gigante prenda vita. Gli Stati Uniti, dal 1945, si vogliono la prima potenza militare europea, attraverso la NATO. Questa organizzazione non ha più un ruolo difensivo contro un'eventuale aggressione sovietica, ma si riconosce come un mezzo dissimulato per subordinare strategicamente e militarmente l'Europa agli Stati Uniti. La miglior prova di ciò è data dall'adesione alla NATO (del tutto inutile in termini di difesa) degli ex sateliti dell'URSS, soluzione preferita ad un'organizzazione di difesa comune strettamente europea. Gli Europei, incapaci di darsi di una comune politica difensiva e di dire «no» al nipote americano, sono gli unici re- sponsabili di questo asservimento. La Francia ha abbandonato la sua strategica indipendenza gollista con la sua partecipazione alla guerra del Golfo, poi alle operazioni condotte in Iugoslavia, sotto il comando

NATO, quindi americano. Nessuno la obbligava con la forza. L'obiettivo naturale della geopolitica americana in Europa consiste: 1) Nell'indebolire militarmente e strategicamente i Russi e i Serbi, gli unici popoli che oggettivamente resistono alla spinta del nemico musulmano (Kosovo, Cecenia, Asia centrale, eccetera). 2) Nel creare dissenso tra gli slavi ortodossi e gli altri europei. Divide et impera. La partecipazione degli Europei ai bombardamenti della Serbia, militarmente inutili ma politicamente simbolici e destinati a compromettere noi, con la torbida complicità di una Germania ma- nipolata contro i Serbi e di una Francia che ha perso la testa, rientra in questa strategia americana. 3) Conformemente al «patto islamo-americano», gli Stati Uniti vogliono indebolire l'Europa favorendo l'introduzione dell'islam e di una società multirazziale africanizzata. Per questo, essi considerano gli Stati islamisti una testa di ponte nei Balcani (Bosnia, Albania-Kosovo) e spingono per l'ingresso della Turchia, se non del Marocco, nell'UE. Quando ci viene detto che i bombardamenti della Serbia sono stati un fallimento perché non si è riusciti a stabilire una società multietnica serbo-kosovara, si tratta di un equivoco: sono stati un successo. L'o- biettivo degli Stati Uniti, d'accordo con gli Stati musulmani, era quello di creare, nel cuore dell'Europa, uno Stato mono-etnico kosovaro. In cambio di ciò, agli Stati del Medio Oriente viene richiesto, da un lato di non attaccare Israele, dall'altro di ammettere i bombardamenti e l'embargo all'Iraq, e in terzo luogo di lasciare le loro risorse petrolifere nelle mani anglo-americane. È il mercanteggiamento israeliano e il patto petrolifero, elaborati dagli strateghi del Pentagono. Aggiungiamo che dall'Afghanistan alla Cecenia, il Pentagono ha sempre sostenuto, anzi armato, i terroristi mujaheddin anti-russi.Fedeli alla propria tradizione ancestrale e coranica di «minore sotto- missione oggi per un maggior predominio domani», i governi islami- co-arabi accettano questa provvisoria umiliazione nei confronti dell'A- merica, in cambio di un aiuto oggettivo degli Stati Uniti per la conquista dell'Europa.4) D'altra parte, gli Stati Uniti si compiacciono della coloniz- zazione dell'Europa attraverso l'immigrazione. Il suo enorme costo fi- nanziario rallenterà, a medio termine, la produttività del concorrente europeo. Milioni di futuri beneficiari di servizi sociali, provenienti dal Terzo Mondo, si stanno riversando nel nostro continente, mentre le giovani élite economiche creative se ne vanno negli Stati Uniti: è il brain drain, il drenaggio dei cervelli.

Gli Stati Uniti hanno tutto l'interesse a incoraggiare la nostra terzomondizzazione economica, come la perdita della nostra identità culturale ed etnica di fronte all'islam e alle masse africane.Gli americani si complimentano con la Francia per esser diventata una società multirazziale. Come la volpe che lusinga il corvo con parole inventate di sana pianta: «I francesi non amano ammetterlo, ma decenni di immigrazione hanno prodotto una società multirazziale che rinvi- gorisce la nazione», scrive su Time Thomas Sancton, il 5 giugno 2000, in un articolo dall'allucinante titolo: «Una rinascita francese».Il governo americano sta ovviamente fingendo di volere un riavvi- cinamento tra l'UE e la Russia, con questa frasi ipocrite del Casanova della Casa Bianca: «È molto positivo che la Russia in futuro si avvicini all'Unione Europea nella quale ha vocazione di entrare come, al tempo stesso, di entrare nella NATO», dichiarava Bill Clinton nel giugno del 2000.Gli americani stanno quindi provando a recuperare l'idea di unione continentale, mentre in realtà la neutralizzano. «Unitevi, però sotto la guida della NATO, quindi sotto la nostra autorità». Un vasto con- tinente destabilizzato, americanizzato, islamizzato, strategicamente guidato dall'America: l'obiettivo è questo.Questa strategia ha perfettamente senso. Non bisogna rimproverarli per la loro mancanza di moralità, come fanno i visionari dell'antiameri- canismo paralizzante. Spetta agli Europei badare a se stessi.

Guillaume Faye, 2002


Guillaume Faye (1949 - 2019) è stato un giornalista e scrittore francese, uno dei principali teorici della Nuova Destra in Francia negli anni Settanta e Ottanta.



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