Botros 2 - Esistono criteri di verità nel sociale?
Francesco CaliòPercorsi sociologici – Individuo e società
Non è facile scrivere in un piccolo articolo le mille o più sfaccettature sociali che permeano la nostra società, il perché, per quanto apparentemente banale possa sembrare, è motivato dal fatto stesso che l’essere umano è un animale sociale e pertanto ha necessità di relazioni sociali per vivere e sopravvivere.
Il cervello umano necessità insomma di stimoli continui perché ne sia garantito lo sviluppo, come per qualsiasi altro organo.. (bendare gli occhi nei primi mesi di vita ad un essere vivente (uomo o altra specie) determina la cecità perenne per mancanza di stimoli nei nervi ottici e nelle aree cerebrali interessate.[1]
Ma l’epoca i cui ci troviamo è definita “liquida”, aggettivo che è stato utilizzato e coniato da Z. Bauman[2] per descrivere con grandissima lucidità e realismo ogni fenomeno sociale che attraversa la società moderna stessa, quasi a renderla fluida nei suoi rapporti collettivi e individuali.
Perché liquida?
Cosa vediamo, cosa percepiamo oggi quando poniamo in essere anche i piccoli gesti quotidiani? La liquidità è solo a prima vista un concetto astratto, basti pensare a come bruciamo il tempo di vita, il tempo lavorativo, il tempo in senso assoluto.
Ogni rapporto, ogni relazione tende ormai ad essere precaria, manca la capacità di componimento degli stimoli che arrivano dall’ambiente esterno, non riusciamo più a distinguere cosa è reale da ciò che i “social” massificano, ogni singolo attimo di vita di una “influencer” scardina migliaia di like, quasi a voler dire questo è!!; Io sono, Io.. prima di tutto. E cosi ci ritroviamo una società impoverita, priva di pilastri, una società che sembra una chiazza di petrolio viscosa e intrattabile, non bonificabile.
La società liquida attraversa tutti e dico tutti i settori sociali, non vi è nulla di escluso.
E’ il trionfo del consumo insomma, la ricerca e la volontà di bruciare ogni cosa per soddisfare il proprio io avidamente.
Proviamo a spezzare, a frantumare il nostro tempo…
Il consumo[3] stesso d'altronde per come è stato volutamente organizzato rende schiavi, padroni, vittime, artefici di un meccanismo che vende il soddisfacimento immediato di un bisogno.
Per fa ciò si è strutturato il credito al consumo…. vero giocattolo finanziario, immediatamente di appannaggio sociale, che consente di comprare e consumare tutto pur in assenza di coperture economiche, semplicemente spostando in avanti e nel tempo il debito, o i più debiti.
L’uomo cade cosi nell’acquisto immediato di beni la cui utilità non sempre è reale, e assistiamo a orde di consumatori che attendono all’alba l’apertura di uno store per accaparrarsi l’ultimo telefonino o altro attrezzo la cui effettiva utilità spesso è piuttosto marginale. Il tutto strutturato nelle campagne di comunicazioni promozionali che accompagnano in genere questi eventi.
Si è passati da una società contadina (termine improprio) che strutturava la cultura dell’utilizzo e riutilizzo delle risorse riducendo gli sprechi, ad una società dei consumi che predilige e spinge verso la cultura dei rifiuti, devastando il pianeta e la biodiversità. Si è arrivati alla vita virtuale, al metaverso, e tutti siamo divenuti piccoli ingranaggi di una struttura sociale ipercontrollata, gli algoritmi reagiscono ai nostri desiderata…, ci troviamo in mare aperto o forse nello spazio profondo[4].
Siamo diventati liquidi anche nelle relazioni umane, strettamente familiari ma anche più allargate. I rapporti sono sfilacciati, si perdono semplicemente perché tutto viaggia ad una velocità estrema, la sensazione è che non si viva più il tempo, si esorcizza la possibilità di invecchiare, quasi a voler dimenticare che il tempo trascorre in modo naturale.
L’amore stesso è divenuto liquido, evapora, è inconsistente e ci rende piacevolmente complici di strutturazioni e stratificazioni dei vari reality. Spaccati di vita surreali che attraverso il digitale o satellitare entrano nelle nostre case, e così accade che nel mentre un ospedale pediatrico viene bombardato.., personaggi plastificati fanno il pieno di voti per non lasciare il programma televisivo… il tutto nell’indifferenza generale.
Ma cosa ancor più atroce è quasi l’abitudine ad ascoltare notiziari bellici mattinieri in totale asetticismo, video …immagini …. di sofferenza che mastichiamo come un banalissimo “Madaleine” (Proust).
Salutismo…. ultima frontiera???[5] Si cercano ossessivamente cibi dei quali dobbiamo essere certi della qualità o della provenienza pur sapendo che non potrà mai essere tracciata con effettività la catena alimentare.
Insomma, liquidi e pure ortoressici e cosi via ad abbuffate di integratori, vitamine, palestre estreme per abbattere i grassi e demolire ciò che il nostro specchio (non quello delle nostre case) che alberga nella nostra testa (mind direbbero gli anglosassoni) elabora e digerisce informazioni. L’ossessiva ricerca del piacersi e del piacere ad ogni costo spinge l’uomo liquido verso la perdita di identità individuale prima che sociale, facendo trionfare vecchi fantasmi (nazionalismi, omofobie, xenofobia, etnocentrismi, etc etc).
Politica liquida? Ebbene si; la fotografia sociale della politica di ogni grado e livello, da quella periferica a quella sovranazionale non lascia molti dubbi sull’indeterminatezza ormai dilagante dell’arena politica, una globalizzazione selvaggia che ha messo al centro il profitto su tutto, l’avidità divora ogni cosa lasciando poco spazio e vie di fuga. Persino la triade politics-policy-polity (le tre facce della politica)[6] che fino a poco tempo fa strutturava sia in termini definitori che in termini di componimento di specifiche aree di rappresentazione della sfera dell’agire umano, non ha più la stessa cogenza di un tempo.
Ma di contro si registra una grande risposta in termini di copertura sociale, assistenza, mutualità che pervengono dal mondo del volontariato, sia interno che internazionale. Proprio le spinte solidaristiche hanno permesso di tamponare i gravissimi deficit di politiche restrittive poste in essere in ogni campo, dal sociale al sanitario, per passare a quello delle tutele della persona e dei diritti umani.
Sanitarizzazione sociale, iatrogenesi etc, etc.., la recente pandemia Covid 19 SARS (anche se sarebbe più corretto definirla Sindemia a causa della vastità degli effetti non solo sanitari ma appunto socio economici e culturali) ha di fatto fotografato ancora una volta la fragilità umana, un virus sconosciuto o apparentemente tale spacca l’assetto sociale e se vogliamo in classi, avendo effetti molto diversi a seconda delle età, dello status economico, della velocità delle cure immediate, delle differenza territoriale[7]. Colpisce in termini di maggior effetto mortale le classi più deboli.
La combinatoria del DIS (Disease – Illness – Sickness)[8] strumento impiegato per l’analisi sociologica della malattia, che riesce a racchiudere al suo interno aspetti medici, psicologici, e socioeconomici conferma proprio l’impatto sociale asimmetrico e liquido della sindemia.
Ho cercato in poche battute di sintetizzare solo alcuni degli aspetti toccati dalla vita sociale, ma per ognuno di essi si potrebbe approfondire moltissimo, ho indicato solo qualche riferimento bibliografico per chi fosse interessato, dando anche in questo caso, soltanto alcuni riferimenti accademici per non appesantire troppo la ricerca che sarebbe sconfinata.
[1] La scatola Magica. Antonio Cerasa – Francesco Tomaiolulo – Hoepli 2018
[2] Modernità liquida – Zygmunt Bauman – Laterza 2011
[3] Consumo, dunque sono - Zygmunt Bauman – Laterza 2007
[4] L’impatto sociale del COVID – Antonio Maturo – Franco Angeli 2021 - Yuval Noal Harari, - autore del fortunato Homo Deus, in un articolo comparso sul Financial Times del 19 aprile 2020 e intitolato Il mondo dopo il Corona virus, paventa uno scenario distopico: La tecnologia della sorveglianza si sta sviluppando a grande velocità, e ciò che sembrava fantascienza 10 anni fa è già oggi una vecchia notizia. Prendiamo un ipotetico governo che pretenda che ogni cittadino porti un braccialetto biometrico in grado di controllare la temperatura corporea e la frequenza cardiaca 24 ore al giorno. I dati risultanti vengono raccolti e analizzati da algoritmi governativi. Gli algoritmi sapranno che sei malato anche prima che tu te ne accorga, e sapranno anche dove sei stato e chi hai incontrato. Le catene di infezione potrebbero essere drasticamente accorciate e persino tagliate del tutto. Un tale sistema potrebbe probabilmente fermare le epidemie sul nascere in pochi giorni. Sembra tutto meraviglioso, vero? L’aspetto negativo è, ovviamente, che ciò darebbe legittimità a un nuovo terrificante sistema di sorveglianza. Se, ad esempio, sai che ho fatto clic su un collegamento Fox News anziché su un collegamento CNN, ciò può indicarti qualcosa riguardo le mie opinioni politiche e forse anche sulla mia personalità. Ma se riesci a monitorare cosa succede alla mia temperatura corporea, pressione sanguigna e battito cardiaco mentre guardo i video clip, puoi scoprire cosa mi fa ridere, cosa mi fa piangere e cosa mi fa arrabbiare davvero.
[5] Diversamente sano –liberi di essere “folli” – Antonio Cerasa Hopli 2018
[6] Fondamenti di Scienza Politica – Maurizio Cotta-Donatella della Porta-Leonardo Merlino – Il Mulino 2004.
[7] L’impatto sociale del COVID – Antonio Maturo – Franco Angeli 2021
[8] Antonio Maturo – Sociologia della malattia – Franco Angeli 2019 – Disease è la malattia come viene rappresentata dalla medicina, un guasto organico. Illness è il senso di sofferenza dell’individuo. Sickness è il modo attraverso cui gli altri interpretano la malattia, la descrizione sociale.